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Autore: singingcoldplay    08/09/2017    1 recensioni
"Scusa, non ci riesco" sussurro, più a me stessa che a lui, probabilmente non può neanche sentirmi, sta attraversando la strada, se ne sta andando.
È un codardo, l'ho sempre detto, negli ultimi due mesi. Se così non fosse stato mi avrebbe propinato una bugia a fin di bene, una bugia bianca, e poi mi avrebbe abbandonata.
Invece mi ha abbandonata senza neanche degnarmi di un saluto, come i cani in autostrada prima delle vacanze.
Era tutta colpa sua, se ero così instabile, così fragile.
Avevo perso tutto, tutta la mia forza di volontà e gran parte della mia adrenalina. Lottavo, sì, ma solo per me stessa, gli obbiettivi comuni non facevano più per me.
Non avevo più bisogno di qualcuno che mi abbandonasse, non avrei più sprecato tempo per gente che non si degnava neanche di scusarsi per avermi ridotta in quel modo.
"Scusa, non ci riesco!" urlo questa volta, perché senta forte e chiaro la disperazione nella mia voce.
"No" risponde duro.
"Io non ci riesco, io non posso" urla sempre dandomi le spalle.
"Non ce l'ho mai fatta, a stare lontano da te" duro, conciso.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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"Baby
It's been a long time coming
Such a long, long time"

Mi gira la testa ma cerco comunque di concentrarmi, non permettero' a niente e nessuno di rovinare la mia vita, non un'altra volta. L'ho presa in mano questa volta, la tengo stretta, non mi scivola, rimane con me, rimango io con lei, non me ne vado. Riprendo a leggere tentando di non distrarmi, ma é tutto cosi' difficile, cosi' impossibile. Ma devo riuscirci, devo riuscirci per me, devo andare avanti per me stessa, devo riacquisire tutte le conoscenze andate perse. Devo alzarmi da sola, nessuno sarà qui ad aiutarmi, nessuno riuscirà a ricompormi, se non me stessa. Non posso permettermi di sbagliare. Puo' succedere di tutto in due mesi, e non voglio che niente si ripeta, ormai sono passata oltre, ho una vita, una nuova vita, e non permettero' a nessuno di distruggerla, non ora che ho rimesso assieme i pezzi, non ora che gli incubi stanno cessando, non ora che le mie paure stanno scemando piano piano, ora sono io e questa vita la comando io.

"Il mio fiore preferito!" una voce mi distrae dalla mia lettura e mi costringe ad alzare gli occhi su Phil, un signore anziano con cui mi sono confidata un giorno alla fermata dell'autobus, non avendo abbastanza soldi per uno psicologo, e lui, invece di scappare a gambe levate come ogni persona sana di mente avrebbe fatto, mi ha trovato un lavoro e ora viene tutti i giorni a salutarmi.

"Ti ho disturbato? Come andava la lettura?" mi sorride cordialmente carezzandomi le braccia poggiate sul bancone e guardando il libro. Sorrido di rimando socchiudendo leggermente gli occhi abituarmi alla luce che ha fatto entrare un signore aprendo la porta. "Ehi, Phil, direi tutto bene, ho letto qualche pagina e ho capito tutto, anche se alcune parole ancora mi sfuggono, poi le cerchero' sul dizionario. Tu come stai oggi? Judith si é ripresa dopo la visita di Eloy? Ho saputo che si é arrabbiata perché non l'aveva avvisata." Phil ridacchia divertito, probabilmente pensando alla moglie che si é presa un colpo dopo aver rivisto il figlio che non si faceva vedere da tre anni. "In realtà, ora sono andati a fare la spesa, Florecita, Judith ha cominciato a ricamare da ieri sera, Fiore, sto per diventare nonno!" esclama sorridente con le lacrime agli occhi. "Davvero? Phil ma é stupendo, dobbiamo festeggiare, ti offro un bicchiere di qualcosa, dimmi tu! Offre la casa!" lo strigno in un abbraccio per quanto il bancone lo consenta e lo sento accarezzarmi i capelli amorevolmente. "Proprio per questo sono passato oggi, oltre per le mia visita giornaliera. Domani arriva Iseul con i genitori e volevamo festeggiare, si puo' prenotare il locale per una sera?" lo guardo interrogativa; "Iseul? Chi é? Mi sono persa dei passaggi, Phil! Comunque non eri tu l'amico di Estefan? Penso che anche se non si potesse prenotare per un'occasione cosi' importante farebbe un'eccezione!" mi fissa senza riuscire a togliersi il sorriso dalle labbra, é cosi' contento ed io sono cosi' felice per lui, insomma, diventa nonno! Sono sicura che sarà uno dei nonni migliori del mondo."Hai ragione come sempre, Fiorellino, Iseul é la ragazza di Eloy, ha origini coreane, pensa che il suo nome vuol dire Rugiada! Comunque ora adesso vado dietro da Estefan e gli chiedo se si puo', pero' non voglio che tu lavori quella sera, devi festeggiare con noi!" mi lascia un bacio amorevole fra i capelli mentre si avvia saltellando verso il retro dove c'é l'ufficio di Estefan.

Quindi dopo due giorni, Phil é riuscito a prenotare il locale per una serata e ad organizzare questa festa, anche se si tratta per lo più di un festeggiamento intimo, poche persone e per lo più familiari, anche se possono entrare tutti, tanto Phil sostiene "Offro io a tutti, il mondo deve sapere che divento nonno!".

Sto ridendo ad un racconto della mamma di Iseul di cui non ricordo più il nome poiché troppo complicato, quando, sempre con il suo strano accento urla in inglese a Phil. "Ci sono nuovi invitati!". Mi volto tentando di capire se conosco o meno i due ragazzi che sono appena entrati e il mio cuore perde un battito, uno dei due é Chaz, il fratello di colui che inspiegabilmente ha migliorato e peggiorato la mia vita. Chaz sta abbraciando Eloy e capisco che si conoscono e che questo potrebbe rappresentare un bel problema, se solo il fratello si presentasse, se inaspettatamente ripiombasse nella mia vita involontariamente. Cambierebbe tutti i miei piani, perché so che anche solo la sua vista mi indebolirebbe e io non voglio perdere tutta la forza d'animo che ho acquisito negli ultimi due mesi.

Sento dei pezzi della loro conversazione e non posso fare a meno di cercare Phil e di rifugiarmi fra le sue braccia.

"Ehi vecchio! Parti un anno all'estero e torni tre anni dopo con una ragazza, che lasciatelo dire, é una bomba sexy, e con un figlio?" Il sorriso di Eloy é gigantesco, non potrebbe essere più fiero della sua famiglia. "Ragazzi! Non potete capire quanto io sia felice, veramente, é qualcosa di magnifico, non trovate anche voi? Voglio dire, divento papà!" esclama euforico mentre i suoi amici ridono per la sua felicità. "Immagino, ma ora sei vecchio, domani pero' devi venire da me, cosi' passi a salutare un po' tutti, si'?" risponde il ragazzo che non conosco. "Certo che vengo, ma, Chaz, tuo fratello? Come sta? Ho saputo dell'incidente di due mesi fa." Chiudo gli occhi mentre a scena si ripete milioni di volte nella mia mente, io che urlo di fermarsi, lui che dice che questa é la volta buona, che dopo questa sarà libero, lui che mi guarda invece di guardare la strada, il suo "Sei bellissima, Fi" io che gli sorrido e poi il panico, io che urlo per l'ennesima volta "Dimmelo dopo ma guarda la...", il tempo di girarsi e lo scontro, poi il buio.

"Sei bellissima, Fi", le ultime parole che mi ha detto. La notte mi tormentano, poteva dirmele dopo, poteva aspettare di essere arrivato, mi aveva promesso tante cose, mi aveva promesso Parigi una volta scesi dalla macchina, ma una volta sveglia, c'era solo mia madre a tenermi la mano, e tanta confusione nella mia testa, troppa.

"Sta bene, si é ripreso abbastanza velocemente, si é rotto qualche costola, ma nessun danno permanente, invece la sua ragazza che era in macchina con lui é in coma" risponde Chaz, non mi ha ancora visto, 'Sono sveglia!' vorrei urlarglielo, vorrei chiedergli dov'é suo fratello, perché non c'era al mo risveglio visto che sta bene, vorrei piangere, urlare, andare a cercarlo e chiedergli spiegazioni, ma sto ferma, immobile.

"Sei bellissima, Fi"

"Sei bellissima, Fi"

"Sei bellissima, Fi"

"Sei bellissima, Fi"

Chiudo gli occhi e quando li apro, cerco Phil, ho bisogno di lui, che mi stia vicino, che mi dica che sono abbastanza forte, che riusciro' a riprendere l'università, che riuscirò a finire di leggere un libro. Ma quando lo trovo con lo sguardo, sta ridendo, lui sta per diventare nonno, non posso continuare a rovinargli la vita con i miei problemi, é una persona buona, merita la felicità, non i miei continui problemi. Allora mi siedo, contro il muro, mi stringo le ginocchia al petto, chiudo gli occhi e penso a quello che mi faceva fare mia madre quando ero piccola. "Pensa a dieci cose che ti fanno felice, Fleur." Allora comincio. Uno, la cioccolata calda mentre guardo la neve che scende. Due, Phil che mi viene a trovare tutti i giorni. Tre, i pezzetti di cioccolato nel gelato. Quattro, i Coldplay. Cinque, l'odore del caffé al mattino quando mi sveglio. Sei, quando spunta l'arcobaleno. Sette, Camille che mi fa le trecce alla festa di compleanno di mia madre. Otto, l'odore dei libri. Nove, pattinare sul ghiaccio con Sam. Dieci, gli occhi verdi.

Apro gli occhi, mi sento meglio, il respiro é tornato regolare e il cuore ha smesso di battere all'impazzata. Sto bene, lo ripeto nella mia mente, é il mio mantra da due mesi, non devo scordarlo. Mi alzo e mi appoggio al bancone per riprendere il fiato, sono forte, nessuno puo' abbattermi, e anche se é la forza di gravità a spingerci giù, é anche lei a farci stare con i piedi per terra.

Sento qualcuno toccarmi la spalla e mentre mi giro lentamente sento qualcuno parlare "Sai per caso dov'é il ba..." la voce si blocca quando mi giro, il fiato mi rimane in gola, mi costringo a fare un sorriso. "Fleur? Sei davvero tu? Insomma, sei viva, non sei all'ospedale allora? Mio fratello ti teneva nascosta? Non é per niente uno scherzo carino da fa..." Lo blocco quando capisco che sta saltando a conclusioni affrettate e soprattutto prima che il suo entusiasmo possa farmi scoppiare a piangere. "Ciao Chaz" lo saluto timidamente. "Ciao Chaz? Sul serio Fleur, tutto quello che hai da dire? Insomma, non pretendo che mi baci ma posso abbracciarti? Sei viva, insomma, mio fratello dopo le prime volte mi ha proibito di venirti a trovare all'ospedale, ma ora sei viva, non capisco perché non me l'abbia detto, manchi a tutti, vieni anche tu domani? Sono sicuro che mio fratello sarà d'accordo a non tenerti tutta per sé, mio padre non chiede neanche più di te perché Ira devia l'argomento, ma insomma, si vede che gli manchi e a casa si sente che manca la tua presenza scintillante, nessuno fa la torta alle mele come fai tu, ci stai, allora? Vieni domani?" mi sorride e vedo quanto ci tenga a me, insomma, é stato il mio confidente quando stavo quasi a tempo pieno a casa loro. Lo abbraccio forte mentre sento le sue braccia familiari avvolgermi e tenermi stretta. Sento la maglietta bagnarsi leggermente sulla spalla e mi accorgo che sta piangendo.

"Ho avuto cosi' paura Fleur, pensavo che saresti morta da un momento all'altro, pensavo non avrei più potuto abbracciarti. Come faccio senza di te? Come facciamo senza di te? Mio fratello potrebbe capirlo e smetterla di farvi fare incontri privati, torna da noi, ci manchi" mi sorride rassicurante, lasciando la presa. Gli accarezzo leggermente la guancia e gli sorrido a mia volta, lo devo fermare prima che si faccia troppe illusioni. "Chaz, io... io e Ira non stiamo più assieme." sgrana gli occhi. "Come non state più insieme? Stai scherzando spero, quell'idiota di mio fratello cos'ha fatto questa volta?" mi guarda con le sopracciglia inarcate. "Almeno penso, Chaz. Non lo so, il punto é che non ha fatto proprio niente Chaz, non c'era quando mi sono svegliata, non lo vedo da quella notte li'" chiudo gli occhi mentre i brividi mi percorrono la schiena al pensiero. "Come no? Non state più insieme? Fleur, sei sicura di non averlo mai visto? Guarda che non devi dire cosi' perché te l'ha chiesto lui, potete dirmelo che vi vedete di nascosto." Lo guardo con un sorriso malinconico e sto per dirgli che non vedo davvero Ira da quella notte ma il suo telefono suona. "E' lui, ora mi sente"

Lo guardo scuotendo la testa ma risponde comunque cominciando ad imprecare contro suo fratello.

"Cazzo, Ira, potevi dirmi che Fleur é viva, sai, mancava anche a me" non sento la voce di Ira, ma quando Chaz sgrana gli occhi capisco che Ira gli ha detto la verità, ovvero che ormai non siamo più niente. "Dico, ma sei coglione? Sono alla festa di Eloy, l'ho incontrata. Si', direi che sta bene. Sicuramente non grazie a te, pezzo di merda, mi spieghi cosa ti passa per la testa? Non voglio sentirti dire certe cose. No, non capisco. Scusa se ti insulto per aver abbandonato la ragazza che ami nel momento del bisogno. Ne parliamo a voce. Sono al bar dietro il luna park. Ok, ti aspetto." Sgrano gli occhi, merda, Ira sarà qui a momenti, devo andarmene, ma prima che riesca a compiere qualunque azione, un braccio mi stringe la vita. "Adesso gli facciamo il culo assieme."

  
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