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Autore: _Do not stop Believin    10/09/2017    0 recensioni
"Io sono solo una tua fan" rispose, cercando di calmarsi "una fan che ti ha incontrato due anni fa quando hai deciso di lasciare la band e ti ha consigliato cosa fare. Non ti ho costretto di fare niente, nè di tornare nel posto in cui ci siamo incontrati" il moro a quelle parole si incazzò ancora di più.
"Hai detto di andare a cercare me stesso!! E l'ho fatto!"
"-non ti ho mai detto di ucciderlo"
-
"Perchè sei qui, Zayn?"
"Mi hai detto di ritrovare la mia strada e di percorrerla"
"Sarebbe anche l'ora di cominciare a farlo, no?"
"L'ho fatto"
"Non mi sembra ti abbia portato da qualche parte"
"Lo ha fatto, invece"
"Ah sì? E dove?"
"Davanti a te".
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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April 14 2015

"Cosa ne pensi?" 
"Che non mi interessa".
"Lo so che ci tieni ancora" mi fermai, reggendo il fottuto dizionario di Latino con le mie braccia.
La fissai, con un sopracciglio innalzato; aveva lo sguardo da 'sotuttoio' che tanto odiavo, e lei lo sapeva benissimo.
Chiusi gli occhi, emanando un sospiro profondo, per poi riprendere il mio cammino.
"Non hai risposto!" urlò, come suo solito, con una nota di divertimento nella sua voce.
"Non era una domanda, quindi perchè risponderti?" ribattei, usando la mia ironia -purtroppo squallida anche, ma ehi, non tutti sono perfetti.
Questa volta fu il suo turno a sospirare, probabilmente arrendendosi, ma con gli anni in cui avevo imparato a conoscerla, sapevo anche che con lei era meglio non cantare vittoria così presto.
Maria/Mary Ranzini non si arrendeva mai.
"Ammetto che ho pianto" disse tutto ad un tratto.
Nope. Non si era arresa.
"So che sembro una stupida..."
"Ma va?" la interruppi, facendomi guardare male.
Feci finta di schiarirmi la gola e dipinsi sul mio volto una serietá che faceva paura tanto quanto lo sguardo della mia prof di matematica.
"Perdono. Riprendi'' sorrisi angelicamente, non curandomi della spalla che iniziava a lamentarsi del peso della cartella.
Stupido Liceo Scientifico, pensai.
Ignorando la mia ironia -sempre squallida- , riprese.
"Non riesco a farne a meno" continuò con gli occhi lucidi; ed è in quel momento che capii che per oggi bastava con le battute.
Mi si strinse il cuore a vederla così triste ed abbattuta: era sempre stata sensibile di suo, ma non sopportavo comunque di vederla in uno stato del genere.
Qual era il motivo?
Penso che pure voi lo sappiate.
Ha fatto il giro del mondo ed è giunto anche nel Burundi, a mio parere.
Zayn Malik ha lasciato i One Direction.
Sinceramente?
Non sapevo come sentirmi.
Avevo abbandonato da un po' la loro vita off-music ed avevo passato ormai la 'loro fase'. 
Avevo perso la voglia e la spinta che mi portava alle loro canzoni, alle loro interviste.
Non sei una vera fan, direte.
Può darsi, ma solo perchè non ho i loro poster per tutta la mia stanza e non ho tutte i loro CD non significa che io non li abbia amati, o non li ami ancora.
Non li riconoscevo più, non accettavo il fatto che fossero cresciuti e che, magari, mi avessero lasciato indietro.
Mi piaceva associarmi a loro, in fondo non erano ancora così famosi nel 2012, erano ancora i miei ragazzi sulle scale.
Ora, sembravano più distaccati, probabilmente sfiniti dai media, paparazzi, semplicemente dalla vita da star tanto da ignorare le loro fan.
Se rimanessi qui ad elencarvi le mie motivazioni, questa storia raggiungerebbe 100 capitoli ma, forse, alla fine di questo mio breve racconto, saprete capire le mie intenzioni.

"C'è un nuovo bar che vende yogurini giù all'angolo..." cominciai, guardandomi intorno facendo finta di niente e dondolandomi lentamente con i piedi.
Mi guardò confusa, ma poco dopo vidi un sorriso formarsi sulle sue labbra, nonostante fosse un po' troppo orizzontale e niente curva fino alle orecchie, a mio parere; tuttavia mi bastava. Per ora.

"La cosa bella è che nessuno sappia dove si trovi adesso" alzai lo sguardo dal mio bicchiere rigorosamente pieno di nutella, fragola, cocco e granelli di nocciola: i fantastici quattro su un letto di yogurt.
"Uhm?" replicai, con il cucchiaino fermo fra le mie labbra.
Mi guardò divertita, probabilmente pensando come fossi un'eterna bambina, tutta sporca di cioccolato.
"Zayn" disse guardando fuori dalla finestra del bar, per poi far tornare lo sguardo su di me.
Rimasi in silenzio per alcuni secondi, non sapendo cosa dire.
Dopo la mia meditazione interna, decisi di parlare per rompere il silenzio che, come sempre, mi metteva ansia.
"Skdlsfjsodlaj" cretina, mi ricordai di avere ancora il cucchiaino in bocca.
La bionda davanti a me rise di gusto.
Bastarda, pensai, ed io che pensavo a sollevarti il morale.
"Che?" Chiese quando si riprese, asciugandosi le lacrime dal ridere -cosa che decisi di ignorare.
"Forse si è nascosto da qualche parte in un paese sperduto" feci un'ipotesi.
Le si illuminarono gli occhi.
"Se fosse il nostro?" Abbassò la voce quando la guardai male per aver urlato come una tredicenne.
"Giusto, andiamo in Italia dove praticamente nessuno ha la tecnologia per sapere chi sia lui e che cosa faccia" ribattei, l'ironia sarebbe stata sentita anche da un sordo.
Lei alzò le spalle, continuando a mangiare ed il discorso finì lì.

Camminavo velocemente per le strade del mio paesino; fottuta Mary.
Mi aveva convertita nella lettura di libri fantasy, precisamente Ruby Red di Kirsten Gier.
Lo avevo letto per noia, ma dopo averlo finito e visto il primo film, ne ero completamente ossessionata.
Aveva mal di gola la sfigata, forse dall'overdose di yogurino dell'altro giorno, il che riportava la colpa a me, ma il fatto non era questo; ero alla ricerca degli ultimi due libri della trilogia.
E quando dico ricerca, intendo ricerca disperata.
In nessuna libreria avevo trovato tracce di quei fottutissimi libri, così mi ero decisa ad andare in quella più lontana, a piedi.
Grande idea, parlai nuovamente al mio cervello.
Venti minuti dopo, uscii dal negozio tutta contenta con i libri nel mio sacchetto.
Fanculo la verifica di Fisica del giorno dopo: oggi li avrei letti tutti e due.
Presi il mio cellulare, andai su Musica e cominciai a girovagare fra le mie canzoni.
Bruno Mars, Coldplay, Red Hot, Queen, Ed Sheeran, Beyoncè, Rihanna...il mio sguardo cadde sul loro nome e mi fermai seduta stante.
Per un motivo che non sapevo nemmeno io, portai il mio dannato dito sulla canzone "Moments" e qui cominciò il finimondo.

Avanzavo con un passo così lento che pure un sasso sarebbe stato più veloce - ed i sassi non camminavano nemmeno.
Le loro canzoni erano in fondo, non ci arrivavo quasi mai perchè partivo sempre dall'inizio.
Ascoltare Moments mi aveva fatto ricordare i vecchi tempi: le risate, i pianti, le interviste, le bretelle, Nando's, i cucchiai, l'acqua, i fuochi d'artificio, il quadrifoglio...
E ciò mi aveva resa vulnerabile.
Sentivo il cuore a mille.
Fermati, cercai di convincerlo come un'idiota.
Alzai gli occhi da terra e mi accorsi di essere arrivata al mio parco preferito.
Insomma, parco proprio non era.
Non era paragonabile a St. James park o Hyde Park che avevo visitato un anno prima con il liceo.
C'era del verde, quattro panchine ed un cortile di basket, ma era il mio preferito proprio perchè non c'era quasi mai nessuno, a parte qualche coppia di vechietti.
Stavo quasi per girare verso la strada della biblioteca, quando vidi una BMW nera parcheggiata davanti all'entrata.
Fischiai in sorpresa: non mi intendevo di macchine, ma sapevo la differenza fra un taxi ed una BMW, grazie mille.
In questo paesino sperduto non c'era nessuno che avesse una macchina del genere.
Corrugai le sopracciglia, pensierosa.
Ma che...il mio sguardo si posò sul parco e venne subito catturato da una figura che giocava a pallacanestro in solitudine con qualche palla lasciata da qualcuno.
Curiosa com'ero, entrai, sempre con la musica a palla.
Mi era familiare.
Mi avvicinai ancora di più, andando verso la panchina che dava sul cortile.
Focalizzai l'immagine, così tanto che temetti che le mie lenti a contatto esplodessero.
Caddi di peso sulla panchina, facendomi anche male al sedere.
Non ci potevo credere.
No.
Quei capelli.
Quella pelle olivastra.
Quel...quello.
"Porca puttana" 

Stetti ferma non so per quanto tempo, osservando Z...Z...non riuscivo nemmeno a dire il suo nome, insomma sì, lui, giocare a basket con gli auricolari nelle orecchie intento ad ascoltare - da quello che potevo sentire- musica rock, alta musica rock.
Dopo un tempo a me indecifrabile, smise, respirando affanosamente e passandosi la mano sulla fronte per mandar via le gocce di sudore.
Rimasi così impalata che non mi accorsi che si stava dirigendo verso di me.
Adesso ti chiede di uscire, si innamora di te, ti chiede di andare a vivere a Londra con lui e avrete 5 bambini.
No! , fermai i riassunti delle fanfiction che avevo letto in quell'epoca, mentre mi concentravo a fissarlo.
Mi rivolse un'occhiata confusa, o impaurita, non sapevo bene come decifrarlo.
Gli sembravo una stalker, probabilmente, ma poco mi importava: avevo altre questioni di cui occuparmi.
Quando pensavo che sarebbe venuto da me per abbracciarmi e portarmi sul cav- , per l'amor del cielo basta!, bloccai la mia mente, mi passò davanti ed andò verso una borsa, la sua sicuramente.
Aspettate, c'era una borsa di ginnastica sulla panchina dove mi sedevo io?
Merda, stava pensando che magari gli avevo rubato qualcosa.
Perchè non me ne ero accorta prima?
Avrei potuto prendergli almeno un asciug- ma porca di quella georgetta, che cosa stavo dicendo?
Molto probabilmente il mio monologo interiore all'esterno appariva così creepy e awkward -come direbbero le inglesi- che mi guardò di nuovo, stavolta con sguardo tra l'annoiato e divertito.
Dì qualcosa, dì qualcosa, dì qualcosa cazzo!, urlai nella mia mente.
Non ce la facevo più.
Sarei scoppiata.
No, tieni la bocca chiusa.
Non aprirla per l'amor di peppina.
Non farlo.
Non-
Risi.
Scoppiai a ridere a più non posso.
La mia risata rimbombava nel parco e ritornava a me sottoforma di eco.
"Adesso mi fermo" feci una mossa con la mano mentre parlavo, in inglese ovviamente.
Non era un problema per me: non ero italiana ed ero di origini inglesi.
Ma risi ancora di più.
Sarebbe scappato a gambe levate, me lo sentivo.
Eppure quando dopo tanto, ma tanto tempo, riaprii gli occhi, era ancora lì, anzi, era pure seduto.
E mi fissava, probabilmente pensando se avessi un problema mentale.
Mi schiarii la gola, per poi parlare (finalmente)
"Scusami. E' che mi sembrava troppo da fanfiction" alzai le spalle in mia difesa, ridacchiando.
"Ok adesso smetto sul serio" inspirai ed espirai fino a quando non tornai alla normalità, bhe, fino alla mia normalità.
"Bene. Adesso puoi uccidermi" finii, rendendomi conto di aver appena fatto una figura di merda davanti al mio ex principe azzurro. 
La Terra poteva aprirsi ed inghiottirmi adesso.
Rimase zitto un secondo per poi comprendere di saper parlare pure lui.
"Uhm...hi" 

Cosa si doveva dire quando una popstar di origini inglesi dannatamente sexy ti diceva un "hi" equamente sexy?
Merda, era da tre anni che non leggevo più fanfiction su di loro.
Cosa potevo inventarmi?
"Non...non hai caldo?" davvero, Shay? Davvero?
Mi appuntai mentalmente di prendermi a schiaffi una volta finita questa messa in scena.
Cercai di non guardarlo negli occhi, o di non guardarlo proprio.
Uhm...quella formica si stava avvicinando pericolosamente alla mia gamba.
Ciao, graziosa amichetta.
Non sentii risposta.
Maledizione, questo ragazzo sapeva come risvegliare i miei bollenti spiriti.
Ferma ferma, non ti interessava più niente di loro, no?
Sì, ma pure una statua di età babilonese avrebbe avuto gli ormoni di pietra a mille alla vista di un Dio Greco, per lo più dotato di una pelle abbronzata.
Reggetemi.
Dal canto suo, mi regalò una smorfia che non seppi decifrare.
"Strano..." eh?
"...di solito le fan urlano quando mi vedono" come come come?
I miei occhi si chiusero, per poi riaprirsi con medesima velocità. 
Ok che era Zayn Malik, il vanitoso del gruppo, ma quella era solo l'immagina datagli dalla stampa, non ci avevo mai creduto.
"Non parli?" riprese.
Silenzio.
"Perchè non rispondi?" 
Niente.
Rise leggermente.
Stava forse ridendo di me?
"Stai urlando dentro di te?" ripeto: come come come?
"Che faccia tosta" borbottai senza rendermene conto, mentre volgevo lo sguardo nel verde del parco.
"Scusami?" domandò confuso.
Riuscivo a sentire il suo sguardo su di me, e credetemi quando vi dico che pungeva.
"E pensare che provavo pure pena per te!" parlai come se lui non fosse vicino a me.
"E perchè mai?" davvero era così stupido?
"Hai lasciato la band, no?" guardai nei suoi occhi, e che occhi.
Dritta al punto, Shay.
Rimase tacito per un po'; uhh punto dolente, ma sapevo che non era finita lì.
"Quindi sei una fan?" 
Ci pensai un po' su.
Lo ero?
"No..." ehi ciao formichina "cioè..." sospirai, "è complicato".
"Uhm...strana risposta" non sapevo perchè, ma sorrisi, vedendo il mio riflesso nei suoi occhi castani.
"Concordo" fu il suo momento di osservare l'ambiente circostante, come se fosse la prima volta a vederlo.
"Zayn" si presentò, porgendomi la mano.
Risi: era decisamente stupido.
"So chi sei. Non c'era bisogno di dirmi il tuo nome" gliela strinsi, senza presentarmi a mia volta, causandogli una smorfia.
"Non mi hai detto il tuo nome"
"Non ha importanza" mi guardò stupito "so quante volte avete chiesto alle fan quale era il loro nome, so quante volte vi hanno risposto e so anche che ve li siete dimenticati in meno di due secondi" sì, sul suo volto leggevo un: sos ragazza pazza, vi prego, portatemi via da qui.
"Non..." cominciò a ribattere, ma lo precedetti.
"Vuoi forse negarlo?" 
"Ecco..."
"Come si chiama l'ultima fan che hai incontrato e di cui hai chiesto il nome?" domandai, fingendo innocenza.
"...Catherine" rispose; ma nella sua voce c'era segno di dubbio.
"L'hai appena inventato" osservai, socchiudendo i miei occhi a mò di accusa e questo parve dargli fastidio.
"E come fai a saperlo?!" Uhm, stava perdendo la pazienza.
Portai la mia mano sul mento a mò di aria concentrata.
"Vediamo. Sei in Italia, non so da quando ma sicuramente prima di arrivare in questa città sei passato per l'aeroporto di Malpensa dove avrai sicuramente incontrato delle fan e, gentiluomo come sei, avrai fatto autografi e foto.
Se tu te lo ricordassi veramente, il nome sarebbe stato italiano, non è forse così?" uh quanto mi piaceva questo gioco, "e la prossima volta, se devi davvero inventarlo, evita il nome della duchessa, futura regina, del tuo paese" aggiunsi con un sorriso compiaciuto.
"Nessuno si ricorderebbe mille nomi, nemmeno tu" si difese.
"Giusto, ma se fossi stato il principe azzurro che fai credere a tutte le ragazze che vi amano non mi avresti mentito di principio" lo sfidai con lo sguardo.
"Devi per forza avere ragione tutte le volte?" era indispettito ed impaziente il tipo.
Scrollai le spalle "ringrazia il cielo che non mi conosci".
Mi aspettavo tutte le reazioni del mondo, ma mai e poi mai avrei immaginato una risata.
"Ridi?" scrutai le sopracciglia.
"No, piango" ribattè lui, ironico.
Ah, un altro che aveva un'ironia da piangersi sangue.
La mia autostima stava a poco a poco salendo.
"Chi se lo sarebbe mai immaginato che mi sarei trovato in una situazione del genere" riuscì a formulare fra le risate, guardandomi.
"Sarei io questa "situazione"?" dovevo per caso offendermi?
Sospirò, riprendendosi:
"Tu che ne pensi?" domandò tutto ad un tratto.
"Di che cosa?" nonostante sapessi già la risposta, feci finta di niente: non volevo che il suo ego aumentasse.
"Sai che io ho abbandonato la band. Che ne pensi?" Smettila di guardarmi con quelle iridi meravigliose.
"Stai cercando altri motivi per confermare il tuo abbandono perchè non ne hai abbastanza?" lo punzecchiai, sapendo che in fondo in fondo avessi ragione.
Questa domanda parve farlo arrabbiare.
"Non mi conosci" pronunciò serrando la mascella.
Sospirai, senza togliere il sorriso che avevo dipinto sulle labbra.
"Appunto per questo riesco a leggerti da un punto di vista neutro" portai le mani dietro la testa a mò di cuscino, posando lo sguardo sul cielo pomeridiano "Codardo" continuai.
"Come?" sentivo lui osservarmi.
"Penso che tu sia codardo" fu il mio turno.
"Senti, non so come funzioni il tuo mondo. Non so se tu sia realmente legato a -come si chiama? Ah sì- Mary!-"
"-Perrie" mi corresse.
"Uguale" mossi la mano su e giù a mò di ventaglio "non interrompermi che poi perdo il segno. Comunque...quella in una relazione amorosa veramente o se tu lo sia solo per dare fama a lei ed al suo gruppo..." aprì la bocca per ribattere, ma non gli diedi il tempo "...non mi interessa, ma ciò non toglie il fatto che tu abbia preso la strada più facile perché trovavi troppo impervia quella vecchia. 
Troppe foto? Troppi fan? Troppa pressione? Mi dispiace tanto tesoro, ma quella strada l'hai scelta tu. Avresti dovuto sapere le sue conseguenze oppure..." i miei occhi scattarono quasi improvvisamente alla possibile realizzazione "...oppure tu lo sapevi, ma amavi così tanto cantare e fare felice la gente che ti ascoltava che i media non erano un problema per te. Volevi entrare in quel magico mondo della musica che avevi visto solo attraverso uno schermo, volevi viverlo..." abbassò lo sguardo: bingo. 
"...ma ora hai perso quella spinta che ti faceva andare avanti ed hai preferito abbandonare che cercarla" finii.
Il suo silenzio fu di nuovo di conferma alla mis ipotesi: avevo proprio azzeccato nel segno.
A mia sorpresa, ridacchiò.
Sì, ridacchiò.
Aveva sul serio qualche problema, il ragazzo.
"Ti hanno mai detto che dovresti fare l'avvocato?" Come?
"Ew no, giurisprudenza non è la mia "spinta", visto che siamo in tema" feci una smorfia.
"Psichiatra?" 
"Carino il gioco del cambiare discorso, ma lo uso spesso anche io, perciò non funziona" lo guardai di sottecchi, facendolo ridere.
Aveva un senso d'umorismo davvero penoso, povero.
Sospirò profondamente, inspirando l'aria fresca della primavera.
"Dici che la devo cercare?" chiese di scatto.
Sorrisi.
"La devi ritrovare. Non sei stupido, io lo so. E non lo faccio per leccarti il culo -è un'espressione che noi italiane usiamo, non so se lo usate in Inghilterra, ma in inglese è dannatamente fico- , ma perchè lo sento.
Sei sempre stato il "misterioso" fra i cinque, ma so che dietro quella nube nera si nasconde il vero te e a forza di nasconderlo da tutti, l'hai nascosto pure da te stesso" stavo diventando troppo come la mia prof di filosofia. Oddiomio, salvatemi.
"Non so quale stupida ragione ti abbia portato a dire bye bye alla tua carriera musicale, ma qualsiasi cosa sia: non sprecarla. Migliaia di persone darebbero la vita per essere nel sogno in cui sei e tu hai la fortuna di averlo in versione reale.
Non parlo di soldi, ma del vedere che la tua musica rende l'umore degli altri migliore" conclusi con una nota amara, pensando al mio di sogno: il suo.
Aspettai per un suo segno, ma non arrivò.
"Non sai cosa dire perché sono stata dannatamente troppo brava e ho azzeccato tutto, vero? Personalmente penso di essere la migliore nei discorsi in tutta la mia classe. La mia prof fra un po' anticipa la sua pensione a forza dei nostri litigi filosof-" mi bloccai, trovandomi davanti un sorriso diverso da quelli di prima: non era nè felice, nè triste, ma aveva un po' di amarezza con un retrogusto di dolcezza.
Ed il mio cuore si fermò per qualche secondo e mi baciò -no scherzo, quello accade solo nelle fanfiction-
Nonostante i miei sogni interrotti, non potei fare a meno che perdermi, non nei suoi occhi, ma nel suo...lui.
I miei pensieri si fermarono solo quando lo vidi alzarsi, prendendo la sua borsa e mettendosela sulla spalla destra.
"Stai sognando di stuprarmi?" Cosa cosa cosa cosa?!
"Arrogante del cazzo" ribattei, guardandolo male.
"Dopo tutto quello che ti ho detto in tutta la mia sincerità, tu cosa fai?" mi alzai, imbuffalita. Ma chi si credeva di essere?
"Sei proprio come tutti gli altri snob famosi di questo mondo! Arrogante, ignorante, stupido, sono sicura che tu sia anche egocentrico e narcisista -ah! Sicuro che lo sei! Con quella faccina da angioletto che ti ritrovi pensi di imbambolare le ragazze, ma con me non funzio- perchè stai sorridendo? Non c'è proprio niente da ridere, sai?!" Sbuffai rumorosamente, alzandomi e sbattendo un piede per terra.
"Hai appena detto che in pratica sono carino" sorrise ancora di più, mostrandomi la fila di denti perfetti che in quel momento avevo voglia di spaccare con un pugno.
Aprii la bocca per parlare, ma mi bloccò lui questa volta.
"Vuoi forse negarlo?" Omicidio.
Omicidio. Omicidio.

"Stai forse usando le mie parole contro di me?" Domandai retoricamente, alzando un sopracciglio.
"Può darsi" si fermò un istante, inspirando l'aria fresca di quella giornata di Primavera, senza però cancellare quella dannata espressione sul viso.
"Te hai sempre saputo cosa vorresti fare nella vita?" Era bipolare il ragazzo.
"Sì" risposi quasi subito convinta. Ero bipolare anche io, d'altronde. Non era difficile per me abituarsi al bipolarismo altrui "a 5 anni volevo fare la dottoressa, ma ho cancellato il desiderio quando mi sono sbucciata il ginocchio correndo e sono svenuta vedendo il mio sangue" feci una smorfia al ricordo "a 7 anni volevo diventare una hostess di volo, poi ho scoperto che io le altezze non saremo mai migliori amiche quando sono salita su un aereo per una vacanza in Inghilterra, quindi bye bye anche a quello" vidi che, miracolosamente, mi stava ascoltando con interesse. Non pensavo di essere così brava ad intrattenere la gente, "a 14 anni volevo diventare un'idraulica per il semplice fatto che volevo una piscina tutta mia e diventarlo mi sembrava plausibile. A 15 anni volevo riprendere il mio sogno da dottoressa, ma chi se lo fa 11 anni di studio in più dopo il liceo? Pffft" stava sorridendo, probabilmente pensando che razza di straniera si era imbattuto contro; "ed infine eccomi qui a 17 anni..." sospirai profondamente "totalmente indecisa sul futuro e spaventata di questo, ma l'unico mio conforto è sempre stata la musica. La amo, con tutto ció che è in me. Forse è per questo che non ho mai avuto un ragazzo in vita mia" ridacchiai, trascinandolo con me nella mia risata finchè non mi interruppe "migliaia di persone darebbero la vita per il sogno in cui sono io" ripetè esattamente le stesse parole che gli avevo detto vari minuti fa.
Sorrisi, annuendo leggermente, vedendo che la stessa curva all'insù si stava formando sulle sue meravigliose e stupende labbra che farebbero sciogliere le mutande anche a- oddiomio, Shay, raccogli la tua dignità!
"Davvero non vuoi nè un autografo nè una foto?" ma questo ragazzo sapeva seguire solo un argomento o doveva per forza irritare l'unico neurone che pareva funzionare nel mio cervello?
"Nah" ero troppo orgogliosa per il mio bene.
Non avrei aumentato il suo ego.
"Vieni" alzai gli occhi, incontrando la sua mano destra che attendeva la mia.
"Cosa?" domandò confuso, vedendo che non mi muovevo.
"Sei sudato" lo puntai con il dito, con un tono da farglielo notare, come se non lo sapesse.
"Sei proprio impossibile," alzò gli occhi al cielo "molte ragazze darebbero oro per essere al tuo posto" fu il mio turno a compiere tale movimento.
"E tu sei proprio un lurido ed egocentrico verme! Mi dispiace che io non rientri nella categoria delle tue ragazze da sogno" sbuffai "sarai anche un cantante famoso, ma io non ti conosco e potresti benissimamente essere uno stupratore!" quasi ringhiai, annoiata dal suo carattere.
A mia sorpresa -anzi no, ormai mi ero già abituata- si mise a ridere, si abbassò, prese la mia mano sinistra e mi forzò a camminare dietro di lui.
"Dove mi stai portando?" chiesi, fermando i miei passi e costringendolo a bloccarsi.
Eh sì, mie donzelle, non vi trovate nelle classiche fanfiction in cui la ragazza è bassa ed estremamente leggera.
Ecco a voi Shay Reen Hasting, 1.68 cm di intelligenza -pffft- e 58 kg di bellezza -pppplfftt parte 2-
"A prendere un gelato" a prendere un gelato?!?!?
"Eh?!" domandai confusa "e perchè dovrei andare con te?"
"Perchè sono un ragazzo talmente egocentrico, narcisista e ninfomane da volerti offrire un gelato" uhm, almeno lo ha ammesso. Quasi quasi...
"Cos'è questo: uno scherzo? Sarai anche un figo da paura e magari diventerei famosa se mi facessero foto con te, con quella fama potrei trovare lavoro più facilmente dopo l'Università, con questa crisi poi! Insomma le ragazze delle celebrità lo fanno, no? E...no! Non ci voglio andare! E poi un gelato è pieno di calorie!" Continuai a cercare di liberarmi dalla sua presa, invano ovviamente.
Ti prego, non lasciarmi mai e tienimi f- no, no Shay! Calma!
Si fermò, girandosi verso di me con uno sguardo da stupr- biip censura in corso, la preghiamo di proseguire la lettura.
"Puoi scegliere un gelato con tutti i tuoi gusti preferiti e..." prolungò la 'e' come se stesse per dirmi che sarei stata la Miss Universo 2015 "te lo pago io"
-
"Un gelato alla stracciatella, crema, cocco, nettare degli dèi, melone e tiramisù e...la prego di non dimenticare la doppia panna!" ebbene sì, ragazze mie, un super mega iper gelato non lo si rifiuta mai, specialmente se è gratis. Eh su, non mi ha mica pagata per passare una settimana con lui stile Pretty Woman, non avrei accettato se mi fossi trovata in quella situazione -o forse sì-, non mi faccio comprare dal denaro...ma dal cibo sì, e se è gelato ancora meglio con sconto del 50%.
"Un gelato è pieno di calorie" sentii Zayn ridacchiare mentre porgeva alla signora i soldi e ritirava il suo gelato rigorosamente al fiordilatte.
Lo ignorai e mi diressi verso il tavolo più vicino: non vedevo l'ora di mangiare questa delizia, anche se alla fine della giornata sapevo che sarei finita con un mal di gola e mal di pancia da farmi ricoverare in ospedale per due mesi.
Mi sedetti tutta contenta, sgranocchiando il biscotto a forma di cerchio sottile che mettevano sempre sui gelati e quasi gemetti dalla gioia: questa sì che era vita.
Cominciai a mangiarlo con lentezza, mentre nella mia mente ripercorrevo tutti gli avvenimenti accaduti precedentemente; ed allora mi arrivò un lapsus: ero da sola con un ragazzo che manco conoscevo, avevo appena accettato un suo ricatto (come appesantire la situazione) e, nonostante quegli occhi da cerbiatto non potevano suggerirti altro che un cucciolo di coniglio, i miei genitori mi avevano insegnato -ovvero rotto troppo i maroni- sulla questione "mai accettare o parlare agli sconosciuti". Io avevo, come mio solito, fatto esattamente il contrario, con tanto di insulti e giudizi superficiali.
Come minimo mi conduceva in un vicolo e mi ammazzava con un cono. Io l'avrei fatto, se uno sconosciuto mi avesse cominciato a sparare lezioni di vita in faccia come se mi conoscesse da quando ero un embrione.
Il silenzio fra noi stava diventando sempre più opprimente: sarei soffocata in meno di cinque minuti, e non ero aiutata dal vuoto che c'era nella gelateria.
Ma chi si prenderebbe, dopotutto, un gelato in questa stagione? Io, ovviamente.
Al cuor non si comanda.
"Parla, ti prego" sbuttò tutto ad un tratto, con un tono di voce così basso e serio da farmi venire i brividi.
Alzai lo sguardo dal mio dolce -mmmm- "Eh?" fu l'unica risposta decente che riuscii a formulare.
"Non sopporto il silenzio, quindi parla" cos'ero io: Siri?
"Con la linguaccia che ti ritrovi, figurati se non riesci a trovare un altro discorso con cui criticarmi" eh? Eh? Cos'erano tutte queste spine improvvise? Corrugai la fronte: mi stava forse provocando? Uhm. Vuoi giocare, Malik? Giochiamo!
"Ho smesso solo perchè se riprendessi la lista, finiresti il resto della tua vita ad ascoltarmi e non avrei nemmeno finito dopo la tua morte" poteva andare come contrattacco, ma come non-previsto sorrise, quasi come se fosse compiaciuto.
Lo avevo fatto impazzire.
Lo sapevo che avevo questo straordinario potere innato.
Grazie, genitori.
"Illuminami" parla come Anastasia Steele adesso?
"Certo che sei proprio disperato" gli confessai con tono monotono, guardandolo dritto negli occhi, mentre mi infilavo il cucchiaino pieno di gelato in bocca.
Le sue iridi magnifiche furono coperte dalle palpebre per un secondo, gesto seguito dal corrugarsi delle sue sopracciglia.
"Eh?" fu l'unica sua risposta.
Cominciai a giocare con il cucchiaino, mentalmente combattendo riguardo alla prossima scelta di gusto da prender, per poi cominciare a parlare "vediamo se riesci a capire: non mi conosci, potrei benissimo rubarti la borsa per poi venderla su Ebay a 1 milione di euro, o sterline, anzi sterline perché vale di più!" mi interruppi fintamente pensierosa (anche se in realtá ammetto che ci avevo rivolto un pensierino...), mentre con la mano libera gesticolavo come una degna italiana "oppure farti una foto di nascosto con me, inviarla ai paparazzi e far cominciare un rumour su noi due..." aggiunsi, ridacchiando "...mannaggia Shay, perchè non ci hai pensato prima?" sussurrai chiudendo gli occhi a me stessa, anche se sapevo di non aver abbassato la voce abbastanza da non fargli sentire niente.
Scossi la testa, cercando di ritornare ai miei sensi.
Aprii gli occhi per rivolgere il mio sguardo su di lui, come se non avessi detto niente.
"E vuoi continuare a passare del tempo con me?" domandai con ironia, anche se dentro dentro temevo timidamente la sua risposta.
Dì di sì. Dì di sì. Dì di sì.
"Perchè mi sono innamorato di te".
Mi cadde il cucchiaio.
"DAVVERO?" urlai, alzandomi di scatto, ma quando vidi che si stava trattenendo dal ridere mi risedetti.
"...ridi pure" sventolai la mano verticolarmente, mentre guardavo il cucchiaino sul pavimento con tutto il gelato di cui era pieno.
Una porzione in meno, sbuffai mentalmente, mentre sentivo come sottofondo la risata rumorosa del moro davanti a me.
"Quando hai finito fammi uno squillo" dissi dopo tre minuti, lievemente irritata.
"Quindi vuoi il mio numero?" 
Sì!
"NO!" risposi troppo velocemente. E ancora giù di lì con un'altra risata.
Rimasi a guardarlo, con un'espressione scocciata dipinta sul viso, facendone uso per scrutarlo meglio.
Dio, se era bello.
Quei tratti orientali misti a quelli occidentali della madre gli donavano perfettamente.
Quando Dio stava distribuendo la bellezza, sì, decisamente sì, Zayn Malik era in prima fila.
Di questo ne ero sicura.
Dopo un tempo che per me fu un'infinità, anche se in realtà poco mi dispiaceva guardare la sua perfezione, si interessò al suo gelato, noiosamente fiordilatte.
"E' come te" sussurrai, persa nei miei pensieri.
Mi resi conto ben presto che lui mi aveva sentito.
Oltre all'aspetto aveva anche un udito perfetto?
Mannaggia a te, Malik.
"Il tuo gusto" risposi, notando la sua confusione, indicando il suo gelato.
Seguì il mio sguardo senza proferile parola, aspettando la mia spiegazione.
"Noiosamente bianco, privo di vita, triste, malinconico e..." alzai gli occhi sui suoi, analizzando ogni movimento della sua espressione per capire che lo avevo offeso.
Niente. Era d'accordo. "...distaccato da tutti gli altri gusti..." mantenni i suoi occhi, pur sapendo che non erano direttamente rivolti a me. Attorno alle sue iridi marroni albergava una nube di incertezze e di pensieri irrisolvibili.
Stava soffrendo.
"...eppure, se solo gli venisse data la possibilità..." continuai "...proverebbe a chiunque di essere come quei gusti sfarzosi ed eleganti o anche qualcosa di più" conclusi, sorridendo.
"Io non ti conosco, Zayn, ma posso solo immaginare cosa tu possa provare in questo momento" cominciarono a pizzicarmi gli occhi a vederlo soffrire così, ma piangere davanti a lui era fuori discussione.
Io non avevo mai pianto di fronte a nessuno e non avrei cominciato con uno sconosciuto.

"Lasciala"
"Come?"
"Ho detto lascia la band" ripetei, buttando l'immenso cono del gelato nella pattumiera, dandogli le spalle.
Avevo gli occhi chiusi, in realtà.
Un conto era leggerlo online, un conto era suggerirlo alla persona in questione.
Sì. Lo stavo facendo. Gli stavo suggerendo, anzi, confermando la sua decisione.
Da ex fan speravo immensamente che cambiasse idea e ritornasse insieme agli altri, ma da persona normale ero consapevole che non era il momento di essere egoista.
Lui ne aveva bisogno, se no sarebbe crollato.
"Lasciala..." mi girai, vedendolo con la mano destra stretta attorno ad un fazzoletto preso dal tavolo "...e ritrova te stesso" terminai, vedendolo alzare lentamente il viso ed immergendo le sue iridi nelle mie.
Le sentivo, rivolte verso di me.
Le sentivo, intente a domandare disperatamente di dirgli cosa fare.
Le sentivo, mi chiedevano aiuto, mentre facevano uscire da loro una lacrima traditrice.
Solo allora mi resi conto che anche Zayn Malik era umano.
Avevo passato tre anni sotto il dominio mentale dei One Direction, ma solo allora capii di averli divinizzati, pensati come dei, quando in realtá erano solo dei semplici ragazzi.
Rimase in silenzio, immerso in chissá quante domande e quanti pensieri.
Perchè lui era così.
Era misterioso, proprio come l'immagine datagli dalle fan, eppure bastava solo fermarsi due minuti ed osservarlo, per capire quanto dolore stesse provando in quel momento.
Sentii il mio cellulare vibrare e con la coda dell'occhio lessi:"dove cazzo sei? Ti aspetto da due ore! Ho bisogno del tuo cervello per passare la verifica di domani! Sbrigati o ti brucio le Vans!" No, quelle no.
Mi avvicinai al tavolo, prendendo la mia borsa.
"Ora devo andare..." mi pareva di averlo mandato in coma.
L'avevo spento così tanto?
In situazioni normali avrei buttato giù un:"non si saluta?" o "ti ho fatto da psicologa per due ore. Almeno un "ciao"??
"Sicura di non volere una foto o un autografo?" sentii, non appena mi ero girata per andarmene.
Come non detto.
Mi voltai, possibilmente incendianolo con lo sguardo.
"Vaffanculo, Malik".
Fu allora che rividi il suo sorriso.

Salii sul pullman che mi avrevve portato alla biblioteca ed aprii la borsa per cercare il biglietto mensile, quando un fazzoletto un po' stropicciato colse la mia attenzione.
Dirigendomi verso il mio posto, lo presi e feci per buttarlo quando vidi dell'inchiostro nero.
Una scritta.
Confusa, lo aprii.
Questa volta sorrisi io.

"Per farti perdonare devi farmi venire dei problemi" sbottò Mary con le braccia incrociate, sguardo rivolto sul libro di Fisica sul tavolo, circondato da fogli di brutta, calcolatrice e quaderno per eventuali (non esistenti, in realtà) problemi risolti.
"Quali?" cercai di lecchinarmela un pochino..in fondo aveva aspettato due ore in biblioteca mentre io ero a flirt- parlare con uno dei suoi amori.
Ma questo non lo avrebbe mai saputo.
Volevo fosse un segreto tra me e lui.
Forse l'unica cosa che mi aveva dato.
"Beh se non contiamo quelli che mi sono venuti a metà, per un terzo oppure che non ho capito molto...diciamo tutti" scoppiai a ridere, cominciando a tirare fuori le mie cose.
Eh sì, adesso si torna nella vita reale.
"Ah già" alzai lo sguardo al sentire la sua voce "mi sa che avevi ragione" eh?
"Cosa?"
"Su Zayn" un colpo al cuore. 
"Perché?"
"E' impazzito" continuava a maneggiare con lo screen del suo iPhone 5 fino a quando, contenta, me lo porse.
"Ha scritto questo su twitter" lo presi, confusa.

@ZaynMalik April 14 2015
Thank you.

Ho comicinciato a scrivere questa storia esattamente il 14 Aprile del 2015, quando ho ricevuto notizie dell'addio di quel decerebrato mentale alla sua band.
Sì, ben due anni fa.
E sì, sono una loro ex fan, anzi, per essere precisi, una fan errante, nel vero senso latino.
Le mie ragioni le ho spiegate nell'ultimo capitolo della storia di Louis pubblicato da me un anno fa, e penso non vi interessi così tanto, soprattutto se siete delle nuove lettrici e se non avete mai letto una mia storia.
Quest'estate le ho rilette, le mie fanfiction.
E ho avuto notizie su di loro, per la prima volta dopo due anni.
E mi si è spezzato il cuore, di nuovo.
Volevo sfogarmi e le pagine di questo capitolo mi hanno accolta.
Non é una One-shot, oppure sì.
In realtá non so ancora.
Avrei in mente come continuarlo, ma non so.
Voi che ne dite? Questo prologo é scritto dal punto di vista di Shay, ma dal primo capitolo sara' in terza persona, semplicemente perché qui volevo focalizzarmi sui sentimenti della ragazza, una semplice ex fan arrabbiata con i suoi ex ragazzi, e mi sono concentrata tantissimo affinché il loro incontro risultasse naturale e credibile, anche se devo ammetterlo, Shay rispecchia molto la mia personalita' e le mie opinioni su di loro nel presente; usando la prima persona ed il suo essere ancora attaccata a loro come fan sfrenata volevo anche sottolineare poi la differenza che ci sara' in futuro tra questa sua persona e la persona che conoscera' Zayn come Zayn e non pie' come Zayn Malik dei One Direction. Spero che abbia portato a voi almeno la meta' dei sentimenti che volevo trasmettervi!
A me pareva una buona idea, cercare di capire come Zayn si é sentito ad abbandonare il gruppo e magari se la continuo cercherò di analizzare la vita degli altri, magari anche per cercare disperatamente delle risposte alle domande che vorrei fare ai nostri ragazzi, domande che magari anche voi avete nei vostri cuori.
Che dite? Diamo una chance a questi cinque idioti?
Fatemi sapere!

Shay

  
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