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Autore: nikita82roma    11/09/2017    2 recensioni
Ambientata qualche mese dopo la fine di Always Fighting. Rick e Kate vivono la loro quotidianità con la piccola Lily. Castle, però, vuole regalare a sua moglie quel viaggio di nozze che non hanno mai potuto fare e cercherà di convincere in tutti i modi sua moglie a partire loro due da soli. Riuscirà Kate a resistere?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Il loro concetto di stare soli senza essere disturbati da nessuno si doveva scontrare con quelle esigenze pratiche, come mangiare, che non potevano ignorare. Così se non fossero arrivati per consegnare la cena che Castle aveva già ordinato per loro, probabilmente avrebbero passato ancora delle ore o forse tutta la notte abbracciati sul terrazzo, aspettando l’alba che Kate non avrebbe visto, continuando a preferire suo marito.

Decisero di mangiare nella sala da pranzo, davanti alla grande finestra che dava sulla baia sottostante. La spiaggia era illuminata da fiaccole e si potevano vedere alcuni ospiti del resort divertirsi con balli e canti locali dei quali a loro arrivava solo un’eco lontano.

Attesero che i camerieri imbandissero la tavola dove insieme al cibo ricercato non mancavano candele e fiori freschi: quel bouquet di gigli di vari colori non sfuggì allo sguardo attento di Kate, non poteva essere una casualità ed infatti non lo era, era stata una delle tante richiesta precise di Rick che pareva non aver trascurato nessun minimo dettaglio. Castle fu molto attento anche a specificare che per qualsiasi cosa li avrebbero chiamati loro, un modo gentile di dire che non volevano essere disturbati fino a non sapevano nemmeno loro quando.

Appena rimasti soli versò lo champagne nelle flûte e ne porse una a Kate insieme ad uno dei gigli bianchi che aveva tolto dalla composizione sulla tavola e che le appuntò tra i capelli. Fecero tintinnare i bicchieri, non c’era bisogno che si dicessero a cosa dovevano brindare, a loro, era implicito. La fece poi accomodare, servendole dell’altro champagne, perfetto per accompagnare quella cena a base di pesce e crostacei. Beckett non si era nemmeno accorta che aveva fatto partire un leggero sottofondo di bossa nova che diffondeva nella stanza i suoi toni lenti ed eleganti. Forse fu merito delle bollicine, della cena deliziosa che avevano mangiato sorridendo, scambiandosi le pietanze ed imboccandosi a vicenda, come accadeva spesso quando erano soli, come ormai difficilmente potevano fare, ma Kate riuscì a scrollarsi di dosso quel velo di malinconia che l’aveva avvolta da quando erano arrivati, rendendola vittima delle sue stesse emozioni. Così finito di mangiare Rick approfittò della ritrovata leggerezza di sua moglie e la convinse a ballare con lui: quella era un’altra cosa che non facevano spesso, non avevano avuto tante occasioni mondane per farlo e si erano sempre tenuti alla larga da discoteche e night, però quando erano soli in situazioni speciali come quella, non rinunciavano a quella fase da coppia adolescente che si abbandonava all’emozione del primo ballo e quella sera non fu diverso. Rick le cinse la vita e Kate incrociò le braccia dietro il collo di lui, regalandogli uno di quei suoi sorrisi splendenti che lo avevano fatto perdutamente innamorare. Glielo avevano detto tutti al distretto e Montgomery per primo, solo lui riusciva a far sorridere Beckett e lei all’inizio non se ne era nemmeno resa conto. Lui sì, invece, perché prendeva ogni sorriso come un dono e si era dato proprio come quello come compito, farla sorridere di più, perché era troppo bella quando sorrideva e più lei sorrideva più lui si innamorava e da allora non aveva mai smesso di innamorarsi dei suoi sorrisi, nemmeno quella sera.

Le pale sul soffitto giravano costantemente muovendo l’aria fresca della sera e facendo svolazzare i capelli di Kate che solleticavano il volto di Rick. I loro corpi si erano avvicinati sempre di più in quel ballo che non seguiva il ritmo della musica, ma solo il loro e le mani di Castle ben presto finirono sotto la tunica di Beckett, accarezzando la schiena nuda. Poteva sentire sotto i polpastrelli i brividi sulla pelle di sua moglie che il suo semplice tocco le provocava.

La sentì mormorare qualcosa, ma era solo un mugolio di piacere, quando le sue labbra toccarono il collo di lei, baciandola in più punti tutti, quelli che aveva imparato a conoscere a memoria nella mappa esatta del suo corpo che avrebbe potuto disegnare ad occhi chiusi se fosse stato un pittore, dove lei amava essere baciata.

Le dita di Rick percorsero la schiena di Kate scendendo verso il basso afferrando un suo gluteo e stringendolo nella sua grande mano. Con uno strattone, fece combaciare i loro bacini diventando improvvisamente più irruente. Kate si aggrappò alle sue ampie spalle, premendogli ancora di più il collo contro il viso e lasciandosi assaporare dalla sua lingua morbida e calda. Spostarsi da lì alla camera da letto fu solo l’inevitabile conseguenza di quello che stava accadendo, di quello che sapevano sarebbe accaduto da lì a poco.

I vestiti furono abbandonati a lato del letto e poterono riscoprire la bellezza ed il piacere di poter essere nudi e liberi si amarsi senza paura di essere interrotti. Si amavano, si volevano, fremevano per aversi, con un sentimento che andava oltre il desiderio, che era l’essenza di quell’amore che riscoprivano ogni volta.

Si lasciarono e si presero, scapparono e si raggiunsero, si scontrarono e si aggrapparono. Fecero l’amore con dolcezza e passione, divertimento e intimità, in tutti i modi e con tutte le sfaccettature che racchiudeva il loro amore. Erano un incastro perfetto di corpi e sentimenti, di mani intrecciate, battiti all’unisono e respiri intervallati, di piacere che li raggiungeva nello stesso istante proiettandoli in una dimensione diversa dove c’erano solo loro ed il mondo spariva al di là della bolla della loro beatitudine.

Riuscivano a stare bene anche nei loro silenzi dopo aver fatto l’amore, in quei momenti di quiete quando riposavano i sensi e non si allontanavano, anzi rimanevano abbracciati, con le gambe intrecciate in un contatto prolungato, in un vincolo indissolubile. Non c’era tempo in quella notte che stava già scivolando via dopo essere stata testimone del loro piacere, dato e ricevuto più volte, non ci sarebbe stato tempo in quei giorni che sarebbero stati scanditi solo dalla luce e dal buio, giorni nei quali avrebbero sottostato solo ai loro desideri.

 

Rick stava assaporando quei momenti di totale estasi, quando il suo corpo era ancora pervaso dagli strascichi del piacere e nello stesso momento l’appagamento lo rilassava e ancora di più l’avere Kate ancora distesa su di lui, come accadeva quasi sempre in quei casi. Era lui che la stringeva e non voleva che lei si spostasse. Amava sentire il peso del suo corpo abbandonato su di lui, passare una mano tra i capelli di lei umidi per il sudore che percorrendo tutta la loro lunghezza e poi accarezzare la sua pelle morbida, la curva della schiena e risalire sui glutei, con movimenti estremamente lenti e delicati. Si prendeva ogni istante che gli era concesso perché da quando Lily era nata quei momenti di totale abbandono e rilassatezza erano diventati qualcosa di estremamente raro e lui sentiva di averne un disperato bisogno. Aveva bisogno di lei, di Kate, di sua moglie, della sua compagna e amante, di viverla così, senza riserve, di sentire la loro pelle fondersi in una cosa sola, del suo corpo che si strusciava piano sul proprio in un movimento lento e seducente che se solo avesse voluto, avrebbe potuto riaccendere la passione incontrollata in pochi istanti ed invece era solo perché lei voleva mettersi più comoda su di lui, che a quel punto non fece altro che avvolgerla nel suo abbraccio vivendola con tutti i suoi sensi.

 

Kate non riusciva a ricordare come fosse prima di lui. Non che fosse una cosa a cui pensava spesso, però ogni tanto le capitava di farlo. Sapeva che così era solo con lui. Era sempre stato solo con lui, dalla prima volta ed ogni volta le emozioni, i sentimenti, i fremiti si rinnovavano ma di fondo erano sempre gli stessi, come era sempre uguale il bisogno di sentirlo, di averlo, che riempiva ogni suo istante. Lui era totale e totalizzante, la genesi di un sentimento dirompente che ancora, dopo tanti anni, faceva fatica a incanalare in modo corretto, che quando si fermava a pensarlo le faceva venire i brividi. Da quando aveva smesso di credere alle favole e ai principi azzurri, Beckett non aveva mai creduto che potesse esistere qualcosa così, che lei potesse vivere qualcosa del genere che era più di un sentimento, era ossigeno, sangue, anima e corpo. Non lo aveva mai creduto fino a lui che aveva stravolto lei, il suo mondo e tutto quello in cui credeva e continuava a farlo ogni giorno. Kate non ricordava più come fosse fare l’amore prima di conoscere lui, forse perché credeva che in realtà non lo aveva mai fatto, che era sempre stato altro, che non poteva essere qualcosa che avesse lo stesso nome di quello che viveva con Castle. Quell’abbraccio infinito dopo, ogni volta, non importava dove o per quanto tempo, era quello che lo rendeva sempre così speciale. Il rimanere insieme quando la passione lentamente scivolava via e rimanevano solo i corpi accaldati e quelle braccia che non la lasciavano. Questo era quello che a pelle glielo aveva fatto riconoscere, anche se lei non lo sapeva, anche quando aveva perso la memoria, quella memoria di lui che invece il suo corpo aveva sempre conservato e anche in quella notte che stava per finire, lei era stretta nel suo abbraccio, quel posto che era la sua casa, che era il migliore del mondo dove stare. Si strusciò su di lui per accoccolarsi meglio e lo sentì sospirare. Avrebbero potuto anche ricominciare subito, se non fosse che entrambi erano decisamente stanchi. Avevano tutto il tempo che volevano per recuperare le forze e le occasioni mancate quando erano a casa intrappolati nella vita di tutti i giorni: lei amava la sua vita, i suoi progetti, il suo lavoro e soprattutto Lily, con tutta se stessa, però si rendeva conto quanto quella parte di lei le fosse mancata, di quanto avesse bisogno di sentirsi donna, la sua donna, donna come solo lui era in grado di farla sentire.

Kate stava accarezzando distrattamente il petto di Castle, un gesto fatto in modo totalmente automatico, istintivo, senza nemmeno accorgersi che lo stava facendo, disegnando forme curve seguendo la linea dei suoi pettorali. Poi si sollevò ed appena percepito il distacco, Rick aprì gli occhi e come sempre credeva di avere una visione, nel vederla così, sopra di lui, con i capelli che le ricadevano ai lati del viso e sui seni. Rimase impassibile quando lei si piegò per baciargli quella bocca che era rimasta aperta, poi poggiò entrambe le mani aperte sul suo petto, che doveva ammetterlo, negli ultimi tempi era diventato decisamente più muscoloso ed asciutto.

- Castle, credo che dovremmo rifarlo… - Gli disse mordendosi il labbro. Lui fu preso alla sprovvista da quell’invito di sua moglie, cominciò a contare con le dita e poi un sorriso impertinente tracciò il suo volto.

- Beckett sei insaziabile! - Lei fermò la sua mano che stava contando in modo esagerato, come il suo solito.

- Fammi finire! Dovremmo rifarlo almeno una volta al mese e…

- Una volta al mese? Ti vorrei ricordare che anche se non così… così prolungato… lo facciamo decisamente più di una volta al mese, anche perché io non so se riuscirei a resistere tanto a starti lontano. - Posò le mani sulle spalle di lei per poi farle scivolare con fare possessivo sul suo corpo, stringendo i seni e poi ancora più giù fino i fianchi.

- Castle! Mi fai finire? Volevo dire che una volta al mese dovremmo prenderci una serata tutta per noi. Andiamo nel mio vecchio appartamento, è tanto che non lo facciamo più, e per una sera siamo solo io e te.

- Tutto quello che vuoi, Beckett. - Con i pollici le solleticava la pancia accarezzandola vicino l’ombelico. Rick sorrise, decisamente più di prima, un sorriso diverso, compiaciuto, mentre Kate, invece, era ancora seria. Gli scostò i capelli dal volto, se li era fatti crescere troppo rispetto a come li portava di solito, glielo avrebbe detto, amava il suo ciuffo impertinente come lui, ma così era troppo.

- Ho bisogno di te, Castle. Ho bisogno di noi. Non me ne ero accorta fino a quando siamo arrivati qui e forse il mio discorso ti sembrerà egoista e che non dovrei dire certe cose ma…

- Shh Kate. Non devi giustificarti, non devi dire nulla. Anche io ho bisogno di noi. - Con una mossa molto più agile di quella che si aspettava, ribaltò le loro posizioni ed ora era Kate ad essere sdraiata sul letto e lui imponente sopra di lei. Gli accarezzò le spalle e poi le braccia possenti, forti, fino a ritrovare le sue mani aperte sulle quali si sosteneva. Gli strinse i polsi e fece leva per alzarsi quel poco che bastava per trovare la sua bocca, assaporargli le labbra e poi trascinato dalla forza del bacio, costringerlo a riavvicinarsi a lei, mentre si stendeva di nuovo e con le gambe accarezzava quelle di lui maliziosamente, un invito silenzioso, una richiesta implicita. La notte non era ancora finita ed anche se lo fosse stata, non le importava, non voleva più dormire e Castle lo aveva capito.

   
 
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