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Autore: SophLandd    11/09/2017    1 recensioni
«Ragazzi, lui è Derek Hale, uno dei migliori agenti dell'FBI. È qui per scegliere un partner, e visto che siete nella classe dell'eccelenza, beh, uno di voi sarà il prescelto. Frequenterà ancora i corsi, certo, ma molto di meno.» Presenta l'estraneo il professore, e a quel punto Stiles alza lo sguardo su di lui, curioso.
E cazzo, vorrebbe non averlo mai fatto.
È il ragazzo più bello che abbia mai visto, e sì, lui è bisessuale da diversi anni. In pochi secondi tutta l'acqua, che era nella sua bocca, viene sputata fuori.
-Capitolo 1
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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"I really need u, I really need your love right now."

Quando Derek ha riaccompgnato Stiles a casa, dopo la pizza, ha deciso di entrare in un pub qualsiasi. Aveva bisogno di dimenticare quel ragazzino, e di provare sul serio ad andare avanti.

Così si sveglia in un letto che non è il suo, e si indossa velocemente i boxer. Si dirige verso quella che dovrebbe essere la cucina dell'appartamento, cercando la macchinetta per prepararsi un caffè, visto che deve andare in ufficio. Un nuovo caso dovrebbe arrivare a momenti, e poi ci sarà la pausa natalizia. Normalmente non capita mai che a Natale ci sia qualche serial killer a piede libero, quindi i casi vengono archiviati e ripresi subito dopo, per far in modo che gli agenti possano avere dei momenti di relax.

«Prepari un caffè anche per me?» Gli chiede una voce femminile, e il lupo sente delle braccia cingergli il busto. Ma non le braccia che vorrebbe. 
Derek annuisce, vagamente infastidito da quella vicinanza, per poi girarsi verso la ragazza: è molto bella, con dei lunghi capelli biondi e gli occhi verdi. Però non si ricorda affatto come si chiama, e non gli interessa un granchè saperlo.

«Io devo andare al lavoro, tra poco.» La informa il licantropo, bevendo il proprio bicchiere. La ragazza, che è in reggiseno e mutande, annuisce.

«Anch'io, lavoro in un bar vicino all'FBI, non so se hai presente dove si trova...»

Il moro smette un attimo di bere.

«Sì, ho capito, ti ci posso accompagnare.»

•••

Stiles parcheggia la Jeep vicino a uno degli edifici, osservando quanta gente sosta lungo il parco che costeggia l'FBI: in effetti, oggi è una giornata più calda del solito, nonostante sia già passata la prima settimana di dicembre. Decide di arrivare in accademia passando per una delle stradine del parco, visto che tanto ancora manca una mezz'oretta all'inizio delle lezioni. Si perde nell'osservare qualche coppietta, all'ombra di un albero, che ride spensierata. Gli viene da pensare a Lydia, e al fatto che, dopo quella settimana, non si siano più visti, nonostante si sentano continuamente.

Non aveva mai pensato in quei tre anni quanto potesse essere dura mantenere una relazione a distanza, eppure ultimamente gli viene in mente davvero spesso.

Poi, dopo diversi minuti, sente una voce familiare, e si ferma. Ed è lì che lo vede, una decina di metri più avanti: Derek Hale, che sta parlando con una donna. E stanno uno di fronte all'altro, talmente vicini che le loro fronti potrebbero toccarsi da un momento all'altro. Stiles corre dietro al primo albero più vicino, per poter osservare la scena con più cautela.

Derek liquida la donna con un «devo andare», e lei, scoccandogli un veloce bacio sulle labbra, gli augura buon lavoro, per poi allontarsi verso il bar poco lontano. Il moro, poi, sente uno strano odore familiare, e guarda dritto davanti a sè, inarcando un sopracciglio: cosa diamine ci fa Stiles, dietro a quell'albero? Lo stava forse spiando?

L'umano, accorgendosi di essere stato miserabilmente beccato, esce allo scoperto, con le mani in tasca:

«Ehi, Sourwolf! Che bello rivederti!» Esclama, con forse troppo entusiasmo, avvicinandosi al lupo.

«Mi stavi forse spiando, Stiles?» Indovina il licantropo. Il castano finge di essere offeso dalla sua supposizione.

«Ma ti pare?! Io? Stavolo solo umh, osservando le formiche rosse presenti su quel tronco, sai, sono sempre state una mia ossessione...» Mente alla grande, assumendo un'espressione innocente. Derek ridacchia.

«Stiles, non solo ti ricordo che posso benissimo captare le tue bugie, ma puzzi anche di gelosia.» Gli fa notare il maggiore, sogghignando.

Stiles arrossisce di botto, sentendo il battito del proprio cuore farsi più incontrollato.

«Beh, ecco, vedo che ti sei fatto la fidanzata.» Replica semplicemente, evitando lo sguardo del lupo.

«È solo la ragazza di una notte, non mi ricordo neanche il suo nome.» Borbotta Derek, sentendo il ragazzino farsi come più sollevato. Come poteva provare a costruire una relazione con quella donna, se tutto ciò a cui pensava quando facevano sesso era un umano logorroico e iperattivo? Sicuramente, così, non sarebbe riuscito a dimenticarlo, o per lo meno quella donna non era quella giusta.

Ma, il problema, era che Stiles lo é. La persona giusta. Peccato che fosse il contesto a rovinare ogni cosa, a rendere tuttto sbagliato...il fatto che fosse suo partner, e che fosse ancora fidanzato.

•••

Stiles è nell'appartamento di Derek, visto che si sono finalmente messi d'accordo per fare un po' di sano allenamento fisico.

«Prima di insegnarti alcune tecniche, bisogna irrobustire il tuo fisico.» Charisce il moro, vestito con una maglia blu e dei semplici jeans. 
Stiles apre la bocca, assumendo un'espressione offesa.

«Il mio fisico è perfetto così!» Esclama, ironicamente. «Vacci piano, ti prego.»

Derek pensa davvero che il fisico di Stiles vada benissimo così, perchè, nonostante sia magrolino, ha comunque un accenno di addominali e delle spalle larghe. La verità è che a Derek piace tutto di Stiles, perciò deve cercare di vedere il più oggetivamente possibile, e se il ragazzino spera di vincere un combattimento corpo a corpo deve farsi più muscoli.

«Iniziamo con una serie di addominali, poi vediamo.» Decide il moro, incrociando le braccia al petto. «Ti consiglio di rimanere in boxer, ti farò sudare parecchio ragazzino.»

'non per il motivo che vorrei, però' si ritrova a pensare incosciamente l'umano, facendo come il lupo gli dice. Se Stiles fosse un licantropo, probabilmente sentirebbe l'eccitazione provenire dal moro, il quale sta fissando tutti quei bellissimi nei sulla pelle del ragazzino.

Così, Stiles si stende a terra, cominciando ad eseguire gli ordini del lupo. Derek si siede comodamente sul divano, quando il castano, dopo una mezz'oretta, comincia a lamentarsi, tutto sudato e con il fiatone.

«D-Derek, ti p-prego b-basta!» 
Lo supplica, senza più la forza di muoversi. Il moro inarca le sopracciglia.

«Vedo che qua abbiamo molto da fare, come sospettavo.» Sospira, divertito. «Per adesso, basta. Alzati, ti faccio vedere alcuni trucchi su come stendere una persona.»

Stiles, allora, si rialza, riprendendo fiato. Derek gli insegna come fare le finte in modo efficace, come attuare uno sgambetto senza che l'altro se ne renda conto, facendolo poi stendere a terra. Spiega al castano tutto con calma, con piccole dimostrazioni pratiche, nonostante sia sempre Stiles quello che poi si ritrovi steso sul pavimento, mezzo dolorante. 
Gli mostra anche i punti più deboli del corpo umano, dove bisogna andare a colpire.

«Okay, c'è almeno una parte divertente in tutto ciò?» Domanda Stiles, mentre Derek lo aiuta ad alzarsi per l'ennesima volta. Il moro fa un sorrisetto.

«Adesso dovrai cercare di prendermi la pistola dalle mani.» Sogghigna il licantropo, tirando fuori dalla tasca dei jeans la propria pistola. Stiles alza le sopracciglia, credendo che non ci sia nulla di più semplice, e sporgendosi verso il lupo per cercare di afferrare la pistola. Poi, ovviamente, si ricorda dei riflessi del moro, che sono talmente veloci da fargli afferrare solo l'aria.

«Così non vale!» Fa un broncio il castano, dopo il decimo tentativo andato a vuoto. 'pensa, Stiles, devi distrarlo!' ma come distrarlo? Stiles guarda un attimo Derek, che ha un sorrisetto fastidioso sulle labbra, divertito dai fallimenti del più piccolo.

E poi a Stiles viene un'idea.

L'umano si spinge verso il lupo, posando di scatto le proprie labbra su quelle del licantropo. Derek rimane immobilizzato, spalancando gli occhi, non aspettandosi minimamente un gesto del genere. Dio, quelle labbra. Poi Stiles si stacca di botto, dopo qualche secondo, allontanandosi. 
Il lupo fa per chiedere spiegazioni, confuso, quando si rende conto di non aver più la pistola in mano. Bastardo.

Stiles sta ridacchiando, mostrando al moro il proprio bottino.

«Qualcuno qui ha abbassato la guardia!» Canticchia, contento di averla avuta vinta. Derek ringhia, sentendo ancora le labbra del ragazzino contro le proprie.

•••

Derek ha appena cenato, il giorno stesso, e decide di riposarsi sul divano. Purtroppo, pare che ultimamente non riesca neanche a rilassarsi un attimo che succede subito qualcosa. Infatti, il suo telefono vibra. 
Il moro sbuffa pesantemente, chiedendosi se sia forse il ragazzino, che magari si è dimenticato qualcosa a casa sua. Invece, è sua cugina.

(21:15) Io e Isaac stavamo facendo una passeggiata al fiume qua vicino...quando abbiamo incontrato Stiles. Abbiamo cercato di rivolgergli parola, ma non ci rispondeva...credo abbia pianto. Malia

Derek corruccia lo sguardo, preoccupato, chiedendosi cosa diavolo possa essere successo all'umano: qualche ora fa sembrava stare bene. Il lupo prende veloce una giacca e le chiavi della Camaro, uscendo di casa.

•••

Stiles è seduto sull'erba, con le gambe a penzoloni sul piccolo pendio, che dà al fiume. Sotto di lui ci sono degli scogli, sui quali l'acqua sbatte violentemente. Si porta una mano al volto, asciugandosi le lacrime rimaste, e abbassando il capo. Per fortuna che a quest'ora ci sono poche persone che passano da quelle parti. Al di là del fiume, si intravedono le luci del resto della città.

Il ragazzino si accorge che qualcuno si è appena seduto accanto a lui, silenziosamente distante una manciata di centimetri, come per lasciargli un minimo di spazio personale.

«Come mi hai trovato?» Sospira il castano, chiudendo gli occhi. 
Derek lo guarda di sottecchi.

«Mi ha messaggiato Malia.» Ammette. «E poi, una volta qui, ho rintracciato il tuo odore.»

Stiles sbuffa, dovendo immaginare che la coyote non sarebbe rimasta in silenzio, e comincia a tremare. 
È uscito con una semplice maglia, e comincia ad essere piuttosto freddo.

«Tieni, stai tremando.»!Gli fa notare il moro, togliendosi di dosso la giacca di pelle, per poi porgerla al castano. Stiles, a quel punto, guarda il lupo negli occhi.

«Grazie.» Mormora, tornando dopo a guardare dritto davanti a sè. Il lupo ha notato quanto fossero gonfi i suoi occhi, come se avesse pianto almeno un'ora buona. Il castano intanto indossa la giacca del mannaro, inebriandosi del suo odore.

Derek non sarà bravo a parole, magari non riuscirà mai ad esprimere quanto tiene a Stiles, ma a gesti è dannatamente bravo. 
Il modo in cui è sempre protettivo nei suoi confronti, e in cui si preoccupa per lui...sono spesso i piccolo gesti a fare la differenza.

«Che è successo, Stiles?» La fatidica domanda del moro finalmente arriva, e Stiles chiude nuovamente gli occhi, per qualche secondo. Poi, il ragazzino tira fuori dalla tasca dei jeans una scatolina, seguito dallo sguardo curioso e attento dell'agente.
La apre, rivelando un anello d'argento, con un diamante sopra, che deve essere anche costato parecchio.

Al mannaro si mozza il fiato, sapendo bene cosa questo significhi. 
E comincia a ripetersi che è giusto così, che è meglio così. Stiles guarda l'anello, senza mai staccare gli occhi da esso:

«Ho sempre pensato che Lydia Martin sarebbe stata la donna che avrei amato per tutta la vita.» Sussurra, mentre l'anello luccica nel buio. 
Il moro sente una fitta nel petto, che fa tremendamente male. Ma è meglio così, tanto loro due non potrebbero mai avuto un lieto fine. «La donna che avrei sposato.» Continua a parlare Stiles, con calma, come se avessero tutto il tempo. «Questo l'ho comprato a settembre...volevo solo aspettare il momento giusto per chiederlo, avevo pure progettato il modo in cui gliel'avrei chiesto...» Stiles fa una risata amara, e Derek comincia a chiedersi come mai l'umano gli stia raccontando queste cose. «Ma poi, Derek, sei arrivato tu.» Conclude il ragazzino, incrociando lo sguardo con quello del moro, ma solo per un attimo.

Ogni certezza del ragazzino, da quel momento, è stata messa in dubbio.

Stiles rimette l'anello nella scatolina, anche se avrebbe tanta voglia di lanciarlo il più lontano possibile.

«Cosa stai dicendo, Stiles?» Domanda il licantropo, più che confuso.

Stiles osserva l'acqua del fiume, che si vede a mala pena, nascosta dall'oscurità.

«Ricordi cosa ti avevo detto prima che ci baciassimo, Derek?»

Il moro fa per pensarci.

«Hai detto tante cose.»

Stiles si porta una mano sugli occhi, stroppicciandoseli.

«Che avevo paura di quel bacio. Avevo l'impressione che avrebbe portato solo confusione nella mia vita.»

Derek se lo ricorda perfettamente.

«E io ti ho risposto che, ogni tanto, la confusione fa bene.»

Stiles si gira di scatto verso di lui, rivelando quanto sia disperato
I suoi occhi vacillano.

«Non fa bene, Derek, non fa affatto bene! Sono venuto qua, perchè non riuscivo a stare più fra quattro mura, e mi sono messo a piangere per più di un'ora, sentendo come se non sapessi più cosa fare della mia vita! E sai perchè?» Stiles alza il tono della voce, sparando quelle parole con un velo di rabbia. Il licantropo scuote la testa.

«Perchè, Stiles?»

«Perchè non sono mai riuscito a smettere di pensare a quel dannato bacio, ecco perchè!» Esclama, per poi voltare lo sguardo da un'altra parte. «Ed è ridicolo, perchè doveva essere solo uno stupido bacio, e invece nella mia testa ora c'è solo confusione. 
E lo so che probabilmente per te quel bacio neanche ha significato nulla, tranquillo non devi dirmi nulla, insomma, guardati! Potresti avere chiunque, figuriamoci se vorresti mai un ragazzino logorrico e iperattivo come...»

«Stiles.» Derek interrompe quel fiume di parole, che emanano solo tristezza. E il lupo smette di pensare. Smette di ascoltare la propria parte razionale, che gli urla di allontanarsi da quel ragazzino, che è meglio se lo dimentica il prima possibile. 
Il lupo interiore prende il sopravvento sulla parte umana, zittendola.

«Sì?» Sospira l'umano, girandosi verso Derek.

Il lupo si avvicina lentamente al volto dell'umano, portando una mano sul volto del ragazzino, in una carezza. Stiles rimane immobile, sentendo subito le labbra del moro premere contro le sue.

E così, il mannaro si ritrova a baciare il ragazzino, lasciando che la propria lingua strusci contro quella dell'umano. Stiles sospira di piacere, non avendo più le forze per allontanarsi dal moro.

Questa volta il bacio è completamente l'opposto dell'altro: lento, delicato, dolce. Si assaporano con una lentezza quasi esasperante, come se non volessero che il bacio finisse mai. 
E Derek continua a tenere una mano sul volto dell'umano, muovendo il pollice a ritmo contro la sua guancia.

Un bacio che sa tanto di rassicurazioni.

Stiles, dopo un tempo indeterminato, trova la forza di staccarsi, guardando subito il fiume, come se non avesse il coraggio di incontrare le iridi verdi del lupo.

«Perchè mi hai baciato?» Osa chiedere, abbassando il capo.

Derek lo guarda sottecchi.

«Perchè hai ricambiato?» Rigira la frittata, portando l'umano a sospirare. Stiles si porta una mano in mezzo ai capelli.

«Sicuramente, adesso sono ancora più confuso.» Ammette, ricordandosi come solo adesso che ha una ragazza.

«Ti riporto a casa?» propone il lupo, osservando che Stiles è troppo scosso per guidare.

«Forse è meglio di sì.»

•••

Erica sta guardando un film nel suo appartamento, quando sente il campanello suonare. Si chiede chi diavolo possa essere, visto che Boyd se n'è andato via due ore prima, e non aspetta proprio nessuno. Annusa un attimo l'odore, riconoscendolo immediatamente.

Così apre la porta, ritrovandosi davanti Derek, con gli occhi illuminati di blu e un'espressione disperata.

«Derek?» Lo chiama, corrucciando lo sguardo.

Il lupo dischiude la bocca, rimanendo sull'uscio.

«Non-non riesco ad avere il controllo sulla parte umana.»

   
 
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