Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: reggina    11/09/2017    3 recensioni
La vita può cambiare all'improvviso e mettere in discussione il futuro per cui si ha tanto lottato. Allora non resta altro da fare che andare avanti, nonostante il passato, perché raccogliere i cocci è difficile ma non impossibile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando varca la porta scorrevole del pronto-soccorso gli sembra di essere inghiottito in un’orribile macina dove entra fresco, luminoso e puro e dalla quale uscirà vecchio e inacidito. Guarda distrattamente le persone in attesa: quasi tutte sono accompagnate da un familiare o da un amico; qualcuno pronto a stringere la loro mano o almeno a parlare un po’.

L’autocommiserazione si fa spazio e appesantisce il senso di disperazione e claustrofobia che avverte nel passare dall’ingresso caotico alla rassicurante e silenziosa sala- d’attesa del reparto a lui così maledettamente familiare.

Benji è lì, da solo: seduto su una consunta sedia di cuoio: inghiotte saliva amara, si asciuga il sudore con il dorso della mano, vaga con lo sguardo.

Julian lo avvicina abbozzando un sorriso tanto falso quanto splendente.

“Ha chiesto di te. Vuole parlarti!”

Il portiere è uno di poche parole e di grandi sospiri, vuole sembrare più forte di quel che è e questo suo atteggiamento di diffidenza scoraggia un po’ il compagno di Nazionale.

Julian preferisce rimanere in piedi, anche se un po’ rigido.


È stato un fulmine a ciel sereno, come può essere solo un infarto. Un’altra notizia che ha scombussolato questa giornata così particolare e, forse, ha sconvolto tutta la sua vita: Freddy Marshall ha avuto un malore ed è stato ricoverato d’urgenza.

I primi minuto dopo quella telefonata non sono stati semplici e lo hanno costretto a lasciare tutto in sospeso, senza spiegazioni e senza commenti. Si detesta per questo.

È stato uno stronzo egoista nel lasciare Amy con ancora il suo rossetto rosso e intramontabile tra le mani e una luce nuova negli occhi: non l’ha mai vista così radiosa.

Trovarsi lì è una sorta di ingiustizia. Un tradimento crudele.

“Ci sono i dottori adesso con lui. Dobbiamo aspettare ancora un po’…”

Le frasi telegrafiche del laconico Price lo strappano dalle sue paure e dalle sue idee nere. Julian ormai si è abituato agli sguardi di commiserazione, anche quando sono obliqui e discreti come quelli di Benji. Non lo irrita profondamente, però, quando il portiere cala la visiera del cappellino sulla fronte e stabilisce una certa distanza tra loro.


Il monitor al fianco di Freddy è la prima cosa che focalizza quando ha il permesso di fargli visita. Come un messaggio subliminale immagina di trovarsi difronte ad un altro monitor ante guerra in bianco e nero, veder muovere un fagiolino sul monitor, sentir battere il cuore di suo figlio.

Suo figlio .

“Allora è così un infarto? Non bussa alla tua porta per annunciarsi: toc, toc buongiorno, sono l’infarto. Cosa ne dici se oggi provo a rovinarti?”

La voce fioca viene fuori a fatica ma il temperamento estremamente vivace e spiritoso dell’allenatore fa capire che non è uno che molla facilmente.

“Se va bene per tutta la vita! Chiamala vita, poi…”

A Julian le parole pesano in bocca e all’improvviso esplodono, avendo l’ultima parola alla domanda rimasta irrisolta.

“Non dovrebbe affaticarsi, mister. Riposi adesso…Tornerò a trovarla domani!”

È un ragazzo delicato, di una grazia senza tempo e non capisce tutta l’urgenza di questo colloquio. Marshall allunga la sua mano ossuta a trattenerlo.

“Aspetta Julian! So che perderò l’immagine di me come persona integra e che, da questo momento in poi, mi vedrò come una persona nuova…Tu hai mai pensato di poter morire?”

“No. Ho sempre avuto il vizio di dipingermi tutto in nero ma so che, spesso e volentieri, finisco per cavarmela!”

Si siede sulla sedia di fianco al letto mentre il malato si appoggia ai cuscini con un sorriso compiaciuto: probabilmente era questa la risposta che si aspettava.

“Tutti ti hanno sempre visto come un predestinato ma sai anche quanto sia breve il passo dalla gloria alla perdizione…Potevi diventare il calciatore migliore del Giappone o della storia, non lo sapremo mai. Tu però ti sei dimostrato pure un bravo allenatore, anche se sei stato soltanto la mia ombra con la nazionale, a livello giovanile.” Fa un respiro per riprendere fiato.

“Questa volta non dovrai fare gol sul campo. Ho intenzione di parlare con la Federazione e suggerire te come mio sostituto durante la mia convalescenza. Cosa ne pensi?”

Julian è stordito. L’occasione della vita gli sta passando sotto il naso e lui ha poco tempo per assimilarla, per prepararsi.

“Ho appena venticinque anni!”

“I ragazzi sanno che puoi ancora insegnar loro qualcosa a livello tecnico. Questa è l’occasione della vita: va presa al volo. Nessuno si farà problemi se hai meno di trent’anni e sarai uno degli allenatori più promettenti e più stimati!”

Non risponde. Guarda di nuovo il monitor e il battito di quel cuore non è più soltanto un rumore ritmico, normalizzato. Adesso ne osserva anche la forma: un cuore pieno di sentimenti e di belle speranze.


Corre per strada come un incosciente, stordito ma felice. Se questo è un sogno spera che nessuno lo svegli. Pensa al futuro e fa progetti, programma le giornate, come non gli accadeva da tempo: nei prossimi mesi andrà regolarmente ai corsi, si ritroverà assieme ad altri apprendisti papà e, soprattutto, a molte donne dal ventre tondeggiante.

Poi gli scappa da ridere quando pensa che la prossima volta che si ritroverà steso a terra con una maschera d’ossigeno sul viso sarà, con molta probabilità, quando assisterà al parto!

Sta scoprendo una nuova dimensione dell’amore.


Amy è rannicchiata in un angolo, nel caldo abbraccio del vecchio divano, con tanto di plaid sulle spalle e un libro, di cui ha sbirciato appena la copertina, abbandonato in grembo.

Ha pianto. Ma ha provato anche più gioia di quanto non avrebbe creduto possibile e più amore di quanto il suo cuore sia in grado di contenere.

È come una matrioska che conduce dalla madre al seme, dal contenitore al cuore.

Balza in piedi, con una marcia in più, pronta anche al più duro dei confronti con suo marito.

“Ma tu lo vuoi questo bambino? Non devi sentirti obbligato, io sono perfettamente in grado di crescere mio figlio da sola!”

È un asino vestito con la pelle da leone. Sa che ci proverà, fallirà, si impegnerà, imparerà, ma non sa se è pronta a far tutto da sola.

Julian si avvicina, le solleva la camicia di batista e bacia il ventre piatto dove si sta formando il loro futuro, il loro dono irripetibile.

“Voglio essere con te durante il dolore, le sofferenze, i giorni belli e irripetibili. Durante le nottatacce e le alzatacce che questa birba ci costringerà a subire. E sapere che rifaremmo tutto daccapo perché per lei ne vale la pena! “

Amy si lascia prendere tra le braccia e stringere fortissimo e non oppone resistenza nemmeno quando suo marito la fa volteggiare come una farfalla bianca.

E le strappa una risata di cuore, da bambina, con la sua dolce goffaggine.

“Allora tra otto mesi nasceranno una mamma e un papà?”

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: reggina