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Autore: nikita82roma    12/09/2017    2 recensioni
Ambientata qualche mese dopo la fine di Always Fighting. Rick e Kate vivono la loro quotidianità con la piccola Lily. Castle, però, vuole regalare a sua moglie quel viaggio di nozze che non hanno mai potuto fare e cercherà di convincere in tutti i modi sua moglie a partire loro due da soli. Riuscirà Kate a resistere?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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- Non ti rivestire!

Castle aveva preso in mano la tshirt recuperata tra i vestiti buttati a terra la sera prima, quando Beckett arrivò alle sue spalle abbracciandolo e poi prendendo l’indumento dalle sue mani e facendolo tornare in un punto imprecisato della stanza.

- Ma cosa… - Balbettò lui sorpreso dall’atteggiamento della moglie che sembrava alquanto divertita e allegra.

- Ti vergogni di me, Castle? Siamo soli, tu ed io. Abbiamo una piscina tutta per noi, una vasca idromassaggio, lettini sulla veranda protetti da sguardi indiscreti… Non ci serve nulla di tutto quello! - Disse indicando i loro vestiti a terra.

- Hai cattive intenzioni capitano Beckett?

- Cattivissime, scrittore e tutte riguardano te! - Lo baciò sul collo mordicchiandolo facendolo sussultare.

- Mi piace quando riguardano me! - La lasciò continuare per un po’ godendosi le sue attenzioni, poi si voltò verso di lei mettendosi seduto sul letto e lei fece lo stesso.

- Allora, cosa vuoi fare oggi? - Le chiese spostandole i capelli dietro alla spalla, che già aveva adocchiato per ricambiare quello che le aveva appena fatto.

- Stare con te. Qui.

- Qui a letto? - Chiese lui languidamente

- Anche. Ti dispiace Castle? - Rispose lei con lo stesso tono.

- Assolutamente no. - Si avventò su di lei per arrivare a baciare il collo e le spalle, quando sentirono bussare alla porta. Kate lo guardò indispettita, Rick controllò l’ora sulla sveglia sul comodino. Era decisamente tardi.

- Potrebbe essere la colazione… - Ora che lo aveva detto Kate sentiva decisamente fame. Bussarono ancora e poi sentirono la porta aprirsi: erano completamente nudi e la porta di camera era aperta! Rick prese il lenzuolo e se lo avvolse intorno al corpo, poi uscì dalla stanza chiudendo le porte dietro di sé per mettere Kate al riparo da sguardi indiscreti.

Beckett lo sentì parlare e spiegare che no, non avevano bisogno di nulla al momento, non di chi sistemasse la loro camera né di altro. Rick gli ricordò che se avesse avuto bisogno di qualcosa li avrebbero chiamati loro, anche per la cena e fece solo portare via i resti della loro cena e sul tavolo al loro posto lasciarono quella che più che una colazione poteva essere un abbondante brunch. Kate sorrideva tra sè e sè nel sentire come il marito si raccomandava di non disturbarli ancora e se lo immaginava fare quei discorsi con il lenzuolo arrotolato addosso a mò di toga da antico romano. Quando sentì la porta della villa chiudersi sapeva che sarebbe rientrato di lì a poco e non potè evitare di ridere nel vederlo così.

- Sai, mi pare di averti già visto in queste condizioni. - Gli disse sghignazzando.

- Sì? - Lo colse di sorpresa

- Sì. Almeno questa volta non mi hai fatto chiudere nell’armadio. - Gli ricordò con ancora una punta di disapprovazione.

- Oh quella volta… ehm… sì… già… beh… Non ci sono armadi qui nei quali puoi chiuderti.

- E non c’è nemmeno tua madre in giro che può interromperci! - Ribatè lei afferrando un lembo di stoffa delle lenzuola e trascinandolo di nuovo sul letto.

- Uhm… no, direi che al momento non c’è mia madre… Ma tu non avevi fame Beckett? - Gli chiese vedendo sua moglie interessata ad altro rispetto alla colazione, visto che lo stava scartando come se fosse un pacco regalo, ma molto più sensualmente.

- La colazione può aspettare, che ne dici? - Buttò via quella stoffa che si era messo addosso e poi si sdraiò sul letto totalmente esposta al suo sguardo. Sapeva che non poteva dirgli di no e non lo fece.

 

 

Erano entrambi appoggiati con le braccia al bordo della piscina panoramica della loro villa. Da lì, comodamente immersi nell’acqua tiepida potevano ammirare il paesaggio della baia sottostante e godersi il sole di quella splendida giornata.

Avevano fatto un abbondate pasto ad un orario imprecisato, non sapevano se era colazione, pranzo o cos’altro, solo che era decisamente affamati dopo la notte e la mattinata decisamente intensa. Avevano riso di loro stessi, di quel comportarsi come adolescenti incapaci dal trattenersi dal mettersi le mani addosso in ogni occasione ed in effetti per loro era stato proprio così, ma anche molto di più. Avevano fatto l’amore, nel senso più vero della parola, si erano amati nel modo più completo, erano diventati un solo essere, non solo dal punto di vista fisico, ma erano state le loro anime a fondersi insieme, ancora una volta ed un’altra ed un’altra ancora. Sempre.

Kate poi aveva chiamato Lanie che le aveva assicurato che Lily stava bene, anzi le aveva anche mandato delle foto e dei video per farla stare più tranquilla nei quali si vedeva Lily tiranneggiare Javier che stoicamente subiva le sue angherie.

- Ci pensi Castle… domani sono già tre anni che siamo sposati… alcune volte se ci penso non mi sembra vero, il tempo è volato - Kate si lasciò scivolare del tutto dentro l’acqua bagnandosi i capelli e poi riemerse ritornando nella stessa posizione di prima, solo avvicinandosi un po’ di più a lui, appoggiando la testa sul suo braccio.

- Di certo non possiamo dire che sono stati tre anni monotoni nei quali non è successo nulla…

- Già… movimentati, fin troppo… - si toccò istintivamente una delle cicatrici più recenti, quelle che le aveva lasciato Caleb. Castle notò il suo gesto e sospirò. Quanta paura aveva avuto di perderla non riusciva ancora a dirlo. Ormai non ci pensava più così spesso, ma ogni tanto gli capitava e faceva sempre male come il primo giorno, anche se lei era al suo fianco, anche se c’era Lily con loro, in fondo in una parte di lui, quella paura di perdere tutto rimaneva sempre. Kate gli diede un bacio sul braccio e poi nuotò fino alla parte opposta della piscina, dove l’entrata in acqua era fatta da grandi scalini di pietra che degradavano dolcemente. Si adagiò lì, con l’acqua che copriva parte del suo corpo, la testa reclinata all’indietro a cercare con il viso i caldi raggi del sole del primo pomeriggio. Castle la raggiunse e si mise dietro di lei, facendo sì che si accomodasse tra le sue gambe e si appoggiasse a lui. Si divertiva a schizzare dolcemente l’acqua sui loro corpi, per rinfrescarli e per poi avere la scusa di accarezzare Beckett, andando a raccogliere ogni gocciolina che si depositava sulla parte della sua pelle fuori dall’acqua, lambendo delicatamente i seni e poi scendendo sulla pancia e facendo il percorso al contrario fino alle spalle.

- Cambieresti qualcosa? - Le chiese interrompendo quel loro silenzio intervallato solo dallo sciabordio dell’acqua che lui stesso muoveva.

- Di cosa? - Rispose Kate rilassata tra le sue braccia non curante in quel momento del suo tono serio.

- Di noi. Di questi tre anni o… anche di prima. C’è qualcosa che non rifaresti o qualcosa che non hai fatto che avresti voluto fare?

Beckett colse l’inquietudine dietro le parole di suo marito. Si tirò andandosi a sedere sulle sue gambe, così da poterlo guardare e scorgere quelle rughe di preoccupazione intorno agli occhi. Deglutì e poi respirò profondamente. Quante cose avrebbe cambiato? Tante. Avrebbe voluto aprire prima quella porta a Los Angeles, avrebbe voluto non avergli mentito sul giorno del suo ferimento al funerale di Roy, avrebbe voluto dargli ascolto prima di andare ad affrontare Maddox, non avrebbe dovuto nascondergli del suo viaggio a Washington e del lavoro all’FBI né la verità su LokSat. Però c’era una cosa che ancora la faceva tremare, forse perché era quella più vicina e riguardava anche lui.

- Caleb… Tutto quello che è successo quando siamo tornati a casa… ho avuto paura che tutto fosse finito. - Kate accarezzò il petto di Rick, indugiando sulla cicatrice di lui e poi appoggiò la testa sulla sua spalla continuando a tracciare le linee di quei segni. Castle le tolse dalla guancia una lacrima che si confondeva con le gocce d’acqua che scendevano dai capelli di Kate ancora bagnati.

- Non volevo farti piangere… - Le disse rammaricato

- È tutto ok, Castle. Pensavo solo che in fondo siamo stati fortunati, no? Potevamo perdere tutto ed invece abbiamo la nostra famiglia e nostra figlia.

- Sono fortunato dal giorno che sei entrata nella mia vita. - Gli sussurrò lasciandole un bacio vicino l’orecchio.

- Hai uno strano concetto di fortuna, quante volte hai rischiato di morire in questi anni? - Lo provocò provando a riderci sù.

- Tante, ma se sono sopravvissuto sempre è evidente che sono molto fortunato.

- Tu invece cosa cambieresti? - Gli chiese Kate lasciandosi stringere dalle sue braccia.

- Il giorno che ci dovevamo sposare. Sarei voluto arrivare negli Hamptons, vorrei averti visto con il tuo vestito da sposa emozionata sottobraccio a tuo padre venire verso di me, mentre tutti i nostri amici ti guardavano inviandomi. Ti avrei voluto sposare quel giorno e festeggiare con tutti loro per tutta la sera e poi partire con te dimenticandoci del resto del mondo per tre lunghe settimane. Ti avrei risparmiato due mesi di angoscia e di rabbia, non mi sarei fatto cancellare la memoria, non avrei saputo niente di LokSat e non ti avrebbero mai coinvolto in niente di quello che è stato.

- Non è colpa tua di tutto quello che è successo, Castle. - Kate accarezzò il suo viso sentendo i muscoli contratti e la mandibola serrata. Baciò quelle labbra strette diventate un filo rosso nel suo viso, al quale Rick rispose appena.

- Ci penso spesso sai Kate? Mi chiedo come hai fatto, due mesi, senza sapere nulla. Io sarei impazzito, non credo avrei resistito senza avere tue notizie per tutto quel tempo. Non potrei mai resistere senza sapere nulla di te, per tutto quel tempo.

- Dovevo trovarti, non ho mai smesso di cercarti e sono sicura che tu avresti fatto lo stesso. Era questo che mi dava la forza di andare avanti ogni giorno, fare qualcosa per riportarti da me, perché io volevo la nostra vita insieme e non potevo arrendermi. Non lo avresti fatto nemmeno tu, ne sono sicura.

- Ti amo tanto Kate.

- Lo so Rick, lo sento. E ti amo tanto anche io. Per questo non potevo accettare che mi fosse portata via un’altra volta la persona più importante della mia vita. Sai qual’è stato il momento più difficile?

Castle scosse la testa prima di darle un bacio. Non voleva che quel giorno evocassero ricordi tristi e dolorosi, ma evidentemente ne avevano bisogno, erano quei discorsi che per troppo tempo avevano lasciato in sospeso e ora, invece, avevano una nuova consapevolezza di loro stessi come coppia ed avevano trovato la giusta capacità di parlare di tutto, anche delle cose più difficili e dolorose.

- L’FBI aveva deciso che avrebbe interrotto le indagini e al distretto non potevo più indagare come volevo. Io ero tornata nel mio appartamento perché non potevo stare al loft, nel nostro letto, senza di te. Quello era troppo, non ci sarei mai riuscita. Una sera avevo portato via tutto dal distretto, tutto quello che mi avevano fatto togliere dalla lavagna. Così ho ricostruito tutto a casa, lì dove per anni avevo nascosto tutti gli indizi sul caso di mia madre. C’era la tua foto al centro dove prima c’era la sua e tutto il resto intorno. Quella sera, quando ho finito di ricostruire tutto, è stata dura e per giorni non sono riuscita più ad aprire quelle ante e a guardare quello che avevo fatto.

- Non me lo avevi mai detto questo.

- Già… appena ti hanno trovato, quella sera stessa, sono andata a casa ed ho tolto tutto. È stata una liberazione. Io ero arrabbiata per quello che avevamo scoperto, che tu fossi veramente andato via di tua volontà, ma… Dio ero così felice di sapere che stavi bene…

- Hai pensato veramente che io potessi essere scappato? Che lo avessi fatto ed avessi aspettato proprio il giorno del nostro matrimonio? Che non volessi sposarti? - La guardò negli occhi per un istante, prima che lei fuggisse dai suoi occhi stringendosi invece di più a lui.

- Era tutto così difficile Castle, avevo tante domande e nessuna risposta… Nessuno ti voleva credere e tutti non facevano altro che dirmi che i fatti parlavano e che potevo non sapere tutto di te, che molte persone hanno una doppia vita o sono vittime delle pressioni e dello stress e fanno cose impensabili… Io… per un po’ sì, c’ho pensato e mi sono sentita morire perché tu, noi… Eri l’unico punto assolutamente fermo della mia vita. Mi sono sentita persa… Malgrado tutto, però, sapevo che non poteva essere così perché… perché io lo sapevo che non poteva esserlo.

Era abbracciata a Rick e lui la teneva stretta, non si sarebbe più persa, lo sapeva e lui glielo faceva capire ogni volta.

- Proprio per questo vorrei tornare a quel giorno. Per non farti vivere tutto questo. Ci meritavamo quel giorno.

- Non rimpiango niente del nostro matrimonio però, lo sai vero? È stato perfetto, c’era tutto quello di cui avevo bisogno, perché c’eri tu. Il resto Castle, era solo di contorno: il vestito, la festa, gli amici, sarebbe stato bello, ma non erano la cosa importante. Volevo solo essere tua moglie, volevo che tu fossi mio marito.

Prese la mano di lui con la fede e la intrecciò con la propria, facendo tintinnare gli anelli quando si scontrarono. Castle si lasciò poi scivolare in acqua, trascinandola con se verso il punto dove era più alta. La condusse fino al bordo, facendola appoggiare con la schiena, cominciando a baciarla in modo sempre più appassionato, facendo strusciare i loro corpi nudi sott’acqua. Non era più tempo di rincorrere i ricordi dolorosi.

   
 
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