Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    12/09/2017    1 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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14.Yes, I love u

 

 

 

 

 

Credo nelle sensazioni a pelle,nel colpo di fulmine,nell'istinto. Credo in tutto quello che il mio corpo sceglie prima della mia testa.”

(Anonimo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Non sono qui per te, bensì per Eveline.

“Per Eveline? Lei come fa a sapere che Eveline si trovi in questa casa?”

“Figlio mio, non sono stupido, ho capito che ti saresti tenuto stretto quella ragazza più di qualsiasi altra cosa, ho visto i tuoi occhi quando ti ho detto che quella non era la ragazza che cercavamo e la tua testa dura nel cercare di convincermi che ormai sapeva troppo di noi e che avresti dovuto tenerla tu. Jimin, hai ragione, ormai sa della nostra organizzazione, ormai sa tutto, non credi che meriti delle spiegazioni?”

“No, io sto facendo tutto questo solo per proteggerci, non per altro, lei sa che io non mi innamoro di nessuno, sa che ho un buco nero al posto del cuore. Io non sono mai stato innamorato e mai lo sarò, merita spiegazioni? Va bene, ma non sarò io a darle, mi odia già abbastanza e se le dirò il motivo per cui è qui e che non potrà andarsene mai, non mi rivolgerà mai più la parola... e, ne morirei.”

“Perchè dovresti morirne se in realtà tu non la ami? Hai anche ucciso un uomo per lei.”

“Non la amo in modo sano, la amo a modo mio.”

“Prima o poi questo cuore ti si scioglierà, e sarà lei a farti crollare figlio mio. Prima o poi tutti cedono, per quanto forte tu sia, non è una cosa che puoi avere sotto controllo.”

Ma si era completamente dimenticato che io ero li dietro e sentivo tutto? A quanto pare si... visto che ha detto tutte quelle cose. Si stava davvero innamorando di me? Forse... lo speravo. Presi coraggio e andai vicino a Jimin che mi guardò ed abbassò gli occhi.

“Salve, Eveline.”

“Buongiorno Signore..”

Era un signore sulla sessantina e portava dei lunghi capelli bianchi raccolti in una coda alta e indossava una giacca nera elegante, accompagnata da dei neri, larghi pantaloni di tessuto, un uomo elegante insomma.

“Eveline, ti va di andare i cucina, a bere un buon tè per parlare un po'?”

“Certo signore, come vuole lei.”

Ci avviammo verso la cucina e mi disse dove trovare tutto l'occorrente per fare il tè, tra le opzioni decisi di farmene uno alla vaniglia, per lui uno allo zenzero.

“Innanzi tutto, io sono il signor Sin Do Yun, ed è un piacere per me fare la tua conoscenza, avrei delle domande da porti, se non ti dispiace.”

“E' un piacere anche per me, signore. Prego, non mi disturba.”

“Come ti trovi in questa casa?”

“Alla fine è come se non ci fossi, io e Jimin non comunichiamo molto a parole... lui è sempre fuori ed io passo il maggior tempo del giorno nella stanza.”

“Capisco, e gli altri ragazzi come si comportano con te?”

“Nemmeno loro non mi parlano molto, so che NamJoon ha un mio amico in casa sua, ma non mi è permesso vederlo mai, quindi passo il mio tempo da sola qui dentro.”

“Jimin non ti ha mai portato al nostro locale?”

“Si, lo ha fatto una volta, ma un ragazzo ci ha provato con me e lui gli ha sparato, dal quel giorno parliamo, si, ma a volte con freddezza o in monosillabi.”

“Lui ti piace, vero?”

“Sì signore..”

“Ascolta, io so che meriti delle spiegazioni e che non starai capendo niente di tutto questo... ma io non posso dirti nulla... quando sarà pronto ti dirà lui il motivo per il cui sei stata costretta a venire qui, capirai tutto, te lo prometto. Sono sicuro che Jimin ti racconterà tutto, il suo cuore non durerà per molto, scoprirai il vero lui, al più presto possibile.”

Non risposi, perchè per la prima volta non riuscì a trovare le parole esatte, capivo che quell'uomo non era cattivo ed ebbi fede in lui, aspetterò Jimin, in fondo, dietro a quegli occhi scuri e quel cuore di pietra, so che si potrebbe nascondersi una persona debole bisognosa di comprensione ed amore.

Aspetterò, ancora una volta.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

La sera stessa Jimin non uscì, rimase chiuso in casa, anzi, nella sua stanza senza nemmeno dire un parola. Tutte le volte che provavo ad avvicinarmi mi mandava via trattandomi male o semplicemente con una scusa se ne andava scocciato dalla mia presenza. Non capivo il motivo per cui non volesse sfogarsi con me, alla fine viviamo insieme e anche se abbiamo un rapporto di amore ed odio io sarei disponibile ad aiutarlo, ma mi dimentico di ritrovarmi dinanzi ad una persona testarda e completamente fuori di testa.

Nonostante questo, non mi diedi per vinto.

“Jimin, parlami, ti obbligo.”

“Sta zitta ragazzina, o ti taglierò la lingua.”

“Ascolta caro, mi sono rotta dei tuoi comportamenti da psicopatico, se sei incazzato per conto tuo non puoi prendertela con me, quindi datti una calmata, o a tagliare qualcosa qui sarò solo e solamente io.”

Mi fece un sorriso malizioso.

“Ma che bel caratterino che ti sta diventando eh.”

Mentre parlava si avvicinava a me, ed io indietreggiavo.

“Ma non provarci, non con me. Sai di cosa sono capace, queste mani hanno ucciso centinaia di persone, una in più non mi fa la differenza.”

“Ma si può sapere che cazzo vuoi da me? Arrivi nella mia vita, dici che mi ami, cerchi di spararmi e poi mi porti in casa tua, tutto questo senza una spiegazione. Cosa vuoi che faccia? Dimmelo perchè non ne posso più di questa situazione di merda. Ed io che sto qui facendomi trattare come una merda da te... mi sono rotta proprio i coglioni.”

Ero fuori di me, ma finalmente mi ero liberata a tutto ciò che pensavo e in qualche modo mi sentivo più leggera.

Nel mentre Jimin mi guardava con occhi straniti.

“Sai una cosa? Hai ragione. Cazzo, hai ragione tu va bene? Vestiti,veloce, ti porto in un posto.”

“Io con te non vengo da nessuna parte.”
“Fallo, se vuoi scoprire la verità.”

Mi convisse,ovviamente.

Non mi vestì in modo elegante, indossavo una felpa con dei jeans neri strappati, e delle semplici scarpe bianche.

Jimin era già pronto quando scesi le scale, quindi prese le chiavi della macchina e partimmo verso questo posto sconosciuto.

Lui mi guardò tutto il tragitto mentre io non lo degnavo nemmeno di una parola.

Ci volle mezz'ora per arrivare a destinazione e l'ansia iniziava a farsi sentire sempre di più.

Arrivammo in una casetta di legno ormai abbandonata, lui aprì la porta ed entrammo insieme.

“Sei sicura di voler sentire tutto?”

“Certamente.”
“Inizio dal principio, mia madre era una ballerina molto famosa di Burlesque a Busan e lavorava in pub piccolissimo. Aveva milioni di fan che andavano lì solo appositamente per lei ed era bellissima, con quei capelli lunghissimi neri, semplicemente favolosa. Solo che una sera, dopo aver terminato il suo spettacolo serale, si incamminò verso casa, ma un uomo la aggredì e... la stuprò. Da quello stupro, venni concepito io. Si, hai capito bene, sono nato da uno stupro. Nonostante questo mia madre decise di tenermi, e mi diede tanto amore, mi amava davvero anche se ero solo uno sbaglio. Per farla breve, ti dico che lo stesso uomo me la portò via quando ebbi solo 4 anni, uccidendola nella stessa via dove la violentò, sparandole. Io ero troppo piccolo per capire e venni spedito in orfanotrofio con altri bambini ed è proprio lì dove incontrai i ragazzi sai? Fin quando un bel giorno, il signor Sin ci adottò tutti e sette, perchè era bisognoso di nuove reclute per la sua agenzia criminale. Crescendo, mi ripromisi di trovare quell'uomo e di ucciderlo. Il bello è che lo feci, alcuni anni fa, solo che non riuscì a smettere da quel giorno. Eveline, tu ti sei trovata in questa situazione per caso, il mio patrigno cercava una ragazza in debito di alcuni soldi e tu gli assomigli molto. Quando ti ho visto qualcosa in me è cambiato... in meglio. Ho voluto portarti a casa mia,ti ho strappata dalla tua vita senza motivo, per un capriccio. Odiami pure Ev, me lo merito.”

Non potevo credere a come si fosse aperto con me, gli asciugai qualche lacrima dal viso e scoppiai a piangere.

Lo abbraciai.

“Non ti odio Jimin, sei stato l'errore più bello per me..”

Il mio cuore scoppiò, quando sentii che ricambiò l'abbraccio.


 


 

NOTE DELL'AUTRICE

questo capitolo è stato un parto, mi dispiace molto per il ritardo, affronta un po' di tematiche delicate e spero vi piaccia.

Come sempre mi scuso per errori di ortografia e alla prossima.

Love yaa

-Jessy

  
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