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Autore: kamy    13/09/2017    2 recensioni
Diciotto e Trunks si conoscono finendo insieme in detenzione al liceo, e si danno appuntamento lì regolarmente
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Trunks
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=QCJ1GdDodBc.

 

L’artista in detenzione

 

Diciotto si appoggiò alla parete della classe e si portò la sigaretta alle labbra, inspirò il sapore di nicotina e chiuse gli occhi, rabbrividendo di piacere. Il suono della campanella risuonò nel corridoio, la giovane socchiuse gli occhi e le sue iridi azzurre divennero liquide. Osservò i suoi coetanei correre alcuni verso gli armadietti e altri verso le aule, scrollò le spalle e vide il corridoio svuotarsi. Gettò indietro la testa, facendo ondeggiare i corti capelli biondi e appoggiò il capo contro la parete.

“Miss Diciotto. Lei sta fumando!” sentì gridare a una voce stridula. Abbassò la sigaretta e volse lo sguardo nella direzione da cui veniva la voce.

“Lei è in un bel guaio. Oggi finirà in detenzione e se verrà scoperta a farlo di nuovo, sarà espulsa!” urlò una donna tarchiata.

Diciotto la guardò, gli occhiali sottili tenuti allacciati alla testa da una catenina d’oro, le labbra sottili della donna, il viso solcato da rughe sottili e i capelli grigi acconciati in uno disordinato chignon sul capo. Espirò rumorosamente dalle narici.

< Scocciatrice > pensò, pestando la sigaretta sotto lo stivaletto.

“Ed ora fili immediatamente nella sua classe, prima di portarmi a decidere di farla stare una settimana in detenzione, invece che solo oggi” sibilò la preside.

“Sì, Miss Murple” borbottò Diciotto, allontanandosi.

 

********

 

Diciotto guardò un giovane intento a colorare in fondo alla classe, c’era un ragazzo di colore che lanciava una pallina di carta contro la parete e la riprendeva. Si voltò e guardò davanti a sé, il professore era intento a leggere. Appoggiò i gomiti sul banco e sospirò pesantemente, appoggiò il mento sulle mani e socchiuse gli occhi.

< Che noia > pensò. Alzò e abbassò i piedi, sbadigliò rumorosamente e piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i capelli biondi. Si voltò e vide entrare un ragazzo, aveva i corti capelli color glicine e le labbra piegate in un sorriso. Il ragazzo si sedette al suo fianco e appoggiò la borsa sul banco, la aprì e ne estrasse dei quaderni.

“Lo sai che qui alla fine non si fa davvero recupero?” domandò la ragazza.

“Sì, ma io voglio finire i compiti per domani. Ed inoltre, così posso disegnare” spiegò il giovane.

Diciotto inarcò un sopracciglio dorato.

“Com’è che sei finito in detenzione?” chiese.

Trunks si voltò verso di lei, chiuse gli occhi e le sorrise.

“Non ascoltavo la lezione… ed è già la settima volta che succede in una settimana” spiegò.

Diciotto si mise una mano in tasca e tastò una sigaretta.

“Troppo intelligente per seguire?” chiese.

“No, stavo disegnando” rispose Trunks.

“Ah, artista fallito” borbottò la ragazza. Piegò di lato il capo e sbuffò. “Fammi vedere uno dei tuoi pastrocchi” brontolò.

“Posso disegnare te, in cambio? Però ti prego, non mi disturbare mentre sto lavorando” la supplicò Trunks.

“Va bene” disse Diciotto.

Trunks le sorrise e la giovane si mise le cuffie dell’i-pod, facendolo partire.

 

*****

 

Diciotto spense l’i-pod, mentre la campanella suonava.

“Finalmente quest’incubo è finito” borbottò. Guardò il professore piegare il giornale e alzarsi.

“Io ho finito il disegno, nel frattempo” disse Trunks.

“Vediamo il capolavoro” disse ironica Diciotto. Il giovane le porse il quaderno su cui aveva fatto la raffigurazione, Diciotto si mosse di scatto in avanti, facendo cadere le cuffiette e le uscì un basso fischio.

“Wow” sussurrò.

“Sinceramente penso che avrei potuto fare di meglio. Oh, io mi chiamo Trunks Briefs. Sono felice di averti conosciuta” disse Trunks.

“Io sono Diciotto Lapislazzuli. Senti, possiamo vederci domani, così ritenti. In cambio mi daresti quel disegno?” chiese la ragazza.

Trunks le sorrise.

“Certo, allora a domani. Di fronte all’aula di detenzione” sussurrò.

 

*********

 

“Ormai sono tre settimane che ci vediamo tutti i giorni. Starai iniziando a bruciarli i miei disegni” disse Trunks.

“In realtà li sto impilando in una carpetta. Però sai, se mi dovessero espellere, non ci vedremmo più… e lo stesso vale per te. Vedi di rigare dritto” lo rimproverò Diciotto.

Trunsk ridacchiò e alzò le mani, camminando al suo fianco nel corridoio.

“Stai serena. Ormai disegnare senza la mia musa non ha lo stesso piacere” ammise, facendole l’occhiolino.

Diciotto sbuffò e volse il capo, nascondendo dietro i corti capelli biondi il rossore sulle sue gote.

“Come fai con il tuo problema col fumo?” le bisbigliò Trunks, sporgendosi in avanti.

Diciotto si guardò intorno, si sollevò rapidamente la manica della felpa e gli fece dare una sbirciata al cerotto alla nicotina sulla sua pelle pallida.

“Furbo” ammise Trunks.

Diciotto abbassò il capo e deglutì.

“Senti, magari potresti venire a casa mia a disegnare una di queste volte. Sono stufa d’incontrarti in questo posto puzzolente” borbottò.

“Potremmo anche studiare. Così i tuoi non diranno niente” disse Trunks.

“Bah, dimenticavo quanto sei perfettino. Va bene, però sappi che i miei non avrebbero detto niente comunque” borbottò Diciotto.

“Chissà se lo diranno quando t’inviterò fuori…” sussurrò Trunks. Si voltò e si allontanò correndo.

“Cos’hai detto?!” gridò Diciotto.

“Corro in classe” la salutò Trunks, muovendo anche la mano.

  
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