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Autore: maripotter    19/04/2005    6 recensioni
Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te.E so che non è una fantasia Non è stata una follia quella stella la vedi anche tu,perciò io la seguo e adesso so che io la raggiungerò perché al mondo ci sono anch’io. Questa è la mia vita. La vita di Ronald Weasley. Leggetela, e scolpite a fondo nelle mie parole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CI SONO ANCH’IO

 

CI SONO ANCH’IO

 

 

Io di risposte non ne ho

 

Mai avute e mai ne avrò,

 

di domande ne ho quante ne vuoi,

 

e tu, neanche tu mi fermerai,

 

neanche tu ci riuscirai,

 

io non sono quel tipo di uomo

 

e non lo sarò mai.

 

 

Basta. Voglio fuggire da questo mondo, buttarmi tutto alle spalle e non rivederlo mai più.

Sono stanco.

Stanco di essere solo “Ronald Weasley, l’amico idiota di Harry Potter”.

Voglio essere, anche solo per un giorno RON WEASLEY.

Non ci vuole molto...

Non solo il mio migliore amico è Harry Potter, il Bambino sopravvissuto, ma possiede un’infinità di cose che io non potrò permettermi mai.

Non sono quel tipo di uomo, e non lo sarò mai.

Lui è famoso, ricco, piace alle ragazze, è un campione di Quidditch e...possiede il cuore della ragazza che amo.

Credo di amarla. Ma non posso far altro che lasciarla andare, e se ritornerà da me,sarà mia per sempre.

Ho superato quella fase della mia vita in cui non facevo altro che ingelosirmi alla vista di qualcuno che la guardava come lo facevo io, anche Harry.

Quella parte della mia vita è archiviata. Per sempre.

E magari riuscirò a mettere in un cassetto con un lucchetto di acciaio il mio amore per lei.

Infondo sono ancora giovane. E probabilmente lei non è nemmeno la mia anima gemella.

Forse la incontrerò tra un anno, un mese, una settimana, oggi. Chi lo sa?

Di risposte non ne ho, ma di domande, ne ho quante ne vuoi.

Comunque, Hermione è felice. Io non molto. Ma lo sono per lei...e per Harry.

Mi sembra giusto...chi ruba il cuore della damigella? Il cavaliere, l’eroe...non l’impacciato aiutante.

Non mi sono nemmeno accorto che  mi sono fermato. Dove stavo andando?

Non lo so. E non mi interessa.

I miei piedi si muovono sulle note del destino. Quello in serbo per me.

Canticchio una canzone, che ho sentito da qualche parte. Forse in uno di quegli aggeggi babbani di papà...la radia, credo si chiami così.

E’ veramente bella, molto movimentata e ora nella mia testa sento solo la voce del cantante straniero un po’ stonato che rimbomba dentro di me.

Non so da quanto tempo sto camminando, ma non voglio saperlo.

Mi voglio allontanare da quelle soffocanti e rumorose mura, di cui sono prigioniero ormai da 6 anni, e lo sarò ancora per un anno.

Mi lascio alle spalle Hogwarts, teatro di mille avventure, io e loro. Come sempre.

 

 

Non so se la rotta è giusta o se

 

Mi sono perduto ed è

 

Troppo tardi per tornare indietro,

 

così meglio che io vada via, non pensarci, è colpa mia,

 

questo mondo

 

non sarà mio.

 

Il cielo si sta oscurando lentamente, inevitabilmente.

La luce del sole sta assumendo un colore rossastro e si proietta nel cielo, rendendo tutto rosso, rosa e arancio.

Il sole sta scomparendo dietro Hogwarts, come vorrei farlo anch’io.

Sparire, per una notte, e poi ritornare, più splendente e attivo che mai.

Lasciandosi alle spalle tutto quello successo il giorno prima.

Oh...mi sono perduto ed è troppo tardi per tornare indietro.

Mi farebbero troppe domande, e non saprei cosa rispondere.

Sono così soffocanti a volte.

E poi, dovrei tornare nella sala comune, a vedere Harry che fissa il fuoco continuamente come se aspettasse che Sirius facesse capolino tra le fiamme danzanti,  Hermione, che al di sopra di uno dei suoi innumerevoli libri, lo guarda, gli occhi lucidi, di chi si tiene dentro troppe cose, troppe.

Non voglio vederla soffrire.

Un giorno picchierò il mio migliore amico. Ma non per avere un avversario in meno, ma solo per fargli capire di muoversi. Prima che lo faccia io.

Anche se non lo farò.

Non potrò amarla, come la amerebbe lui e non mi amerebbe come la amerei io.Ah...che confusione!

E meglio che vada via, non pensarci.

Cavoli, mi sono perso sul serio, è colpa mia.

Senso dell’orientamento: zero.

Aspetta, quello è il lago...

Non ci sono mai venuto qui, strano.

Il lago è così incantevole di sera...

Delle strane lucciole volteggiano sulla sua superficie, disegnando dei cerchi sul pelo dell’acqua, che va a oscurarsi.

Dei massi contornano le rive del lago, come una collana, e sembrano essere stati poggiati lì per magia. Non me ne stupirei...

Qui tutto pare magico, anche i sentimenti.

Mi siedo su uno di essi. Che freddo!

Alzo lo sguardo verso l’alto. Una stella sembra brillare più delle altre. Rimango immobile a fissarla, attirato da quella luce, che sembra essere messa lì solo per me.

E’ strano, è isolata dalle altre.

In mezzo al cielo, sola, mentre è circondata da numerosi mucchietti di coetanee, come se fosse un’esclusa.

 

 

Non so se è soltanto fantasia

 

O se è solo una follia

 

Quella stella lontana laggiù,

 

però io la seguo e anche se so

 

che non la raggiungerò

 

potrò dire

 

ci sono anch’io.

 

Eppure c’è. Proprio come me.

Magari potessi raggiungerla, farle compagnia, e lei potrebbe farne a me.

Abbasso il viso, una lucciola si è avvicinata alle mie gambe. La seguo con lo sguardo.

L’esserino si posa, su un altro masso, che scopro essere una ragazza.

Chi ha deciso di stare da solo come me?

La guardo. Ne rimango incantato.

E’ seduta anche lei su un sasso, che sembra essere molto più grande di lei.

E’ china su sé stessa, e ha le esili braccia che le circondano le gambe.

E’ immersa nei pensieri. Come me.

Non si è accorta di me.

Meglio, posso rimanere a guardarla ancora un po’.

I suoi lunghi capelli biondi le ricadono dolcemente sulle spalle, e mi impediscono di vederle il volto, ma fa lo stesso.

E’ veramente esile. Ho paura che possa volare via per un semplice soffio di vento.

Non voglio che se ne vada.

Indossa una maglietta color pesca a maniche corte, e un normalissimo paio di jeans.

E’ scalza. Poi mi accorgo che le sue scarpe sono rannicchiate per terra vicino a lei.

In questi attimi mi dimentico di tutto. Hermione, Harry, V-V-Voldemort…

Esiste solo lei, una fata.

Improvvisamente, alza lo sguardo ceruleo verso di me. E quando realizza chi sono arrossisce. Che carina...

Ma poi mi accorgo di chi è lei, e arrossisco anche io.

Abbassiamo lo sguardo contemporaneamente e un silenzio imbarazzato e decisamente fastidioso ci piomba addosso, rendendoci estremamente volubili.

Rimaniamo così. Poi lei parla, facendomi sussultare.

-Cosa ci fai qui?- sussurra lentamente, come se mi stesse rivelando un segreto.

Le rispondo.

-Vuoi dire cosa ci fai tu qui?-

La ragazza si sistema meglio sul masso e fissa le lucciole che ballano intorno a lei, una musica solo per loro.

-io sto sempre qui, così non mi vede nessuno.-

Strano...a scuola non è certo una presenza anonima. Anzi, è piuttosto popolare. Ma per la sua stramberia, che spaventa anche me.

-E tu?-

Anche io guardo davanti a me. Cosa le dico?

- E’ per Harry e Hermione? Per tutto quello che sta accadendo?-

Mi volto verso di lei. Come fa a saperlo?

Ho sempre nascosto tutto quello che pensavo veramente e ora li, senza nemmeno guardarmi, a capito tutto.

Intanto, ricomincia a parlare.

-Non ti preoccupare, non sono un’indovina. Io non parlo molto, mi limito ad osservare le persone, capendole. Uno sguardo vale mille parole. Sembra una frase scontata, ma è la pura verità...-

-Uao-

E’ tutto quello che riesco a pronunciare. Le sue parole mi hanno reso impreparato.

Credevo che avrebbe fatto qualche stupida battuta, poi sarebbe scappata via.

Invece, eccola qui, davanti a me, a dire che cosa ne pensa.

-Io sono così, ma mi sembra che qui ce n’è uno che la pensa come me-

-...già-

Cavoli, sto iniziando a parlare usando monosillabi. Ma di solito lo faccio solo quando sono nervoso...

- E credo che tu sia qui perché cerchi tranquillità, fuggire da quel mondo maligno in cui viviamo, rifugiarsi in se stessi, e rimanere a guardare le stelle, che sembrano essere lì apposta per te...-

 

 

Non è stato facile perché

 

Nessun altro a parte me

 

Ha creduto, però ora so

 

Che tu vedi quel che vedo io,

 

il tuo mondo è come il mio,

 

e hai guardato nell’uomo

 

che sono e sarò.

 

La guardo sbalordito, senza dire niente.

Il mondo che vedo io, lo vede anche lei.

Sa come sono, magari sa anche che uomo sarò nel futuro.

Lei si gira verso di me e sorride.

-Cosa c’è, credevi che fossi solo una stupida lunatica? Non pensare all’aspetto...anche perché per stasera, voglio essere me stessa, in tutto e per tutto-

- Sembriamo essere invitati allo stesso party...-

mi accorgo che è un’affermazione un po’ stupida, ma il suo volto triste mi ha portato a dire qualcosa di esageratamente frivolo.

Ride. Rido anche io.

Butta il capo all’indietro e i capelli fluttuano per poco nell’aria, illuminando lo sfondo che fa da cornice alla sua figura.

Sembra un fiore candido appena sbocciato, a cui nessuno non ci fa caso, troppo occupati dei loro problemi.

-Lo sai, hai veramente ragione- continuo.- Anche io voglio scappare da tutto quello che sta accadendo-

Avrei voluto dire “Potremmo darcela a gambe insieme”. Ma insomma, lei è...lei. L’ho sempre presa in giro, insieme ai miei amici e non me ne è mai importato più di tanto di lei.

Eppure adesso che siamo da soli, sento che voglio rimanere qui, a sentire la sua voce ancora per molto tempo, senza stancarmi mai.

Il silenzio è sceso nuovamente tra noi, ma molto più dolcemente. Inoltre, non sono imbarazzato. Anzi, sono a mio agio, per ora.

Il silenzio è ovattato, ed è quasi tenero come la sua voce.

Ma una voce, la sua voce, si fece spazio nella serenità di quel momento.

-Pensi ancora ai cervelli?-

La guardo, inarcando un sopracciglio, poi ricordo.

-Si, ma niente per me è più orribile dei ragni-

...le ho rivelato che ho paura dei ragni...

-Anche a me fanno schifo, ma mi sono davvero preoccupata per te, sembrava fossi ammattito d brutto... come un Ricciocorno Schiattoso...ma per favore non dirmi che non esiste, perché so che non mi credete...-

Il suo volto diventa più rosato del solido. Mi posiziono meglio sul masso, per osservarla.

-non avevo intenzione di dire niente...grazie per esserti preoccupata...infondo, di questi tempi, sfogarsi come un matto non fa poi così male!-

La sua risata è cristallina. Oddio, ma cosa vado a pensare!

-Come vedi, la penso come te, tutti mi credono matta, solo perché non voglio mostrare come sono veramente..-

Si porta velocemente le mani intorno alla bocca e mi guarda peccaminosa.

Stavolta tocca a me ridere.

-Cosa c’è? Non mi hai mica confessato di aver ucciso qualcuno!-

Tra le dita vedo spuntare un timido sorriso. Lentamente, fa ricadere le braccia lungo i fianchi, e poggia le mani sopra la pietra fredda, rabbrividendo.

Si gira verso di me, e vedo che i suoi occhi azzurri sono lucidi.

Intorno a noi, la foresta e il lago sembrano restare in religioso silenzio solo per noi, per l’atmosfera che si è creata.

La piovra gigante fa smuovere di tanto in tanto la superficie dell’altra e in lontananza si sentono i suoi borbottii.

Le lucciole continuano a danzare intorno alla mia interlocutrice, come se solo lei possedesse l’aria per farle sopravvivere.

Intanto, lei è tornata trai suoi pensieri, come al solito.

Noto che, dopo tutto, porta lo stesso la collana di tappi di Burrobirra.

-Scusa, ma come mai porti sempre quella collana?-

-Oh, questa.-

Prende la catenina tra le dita sottile e guardandola, sorride.

Ha un bel sorriso, e alla luce degli insetti sembrano risplendere di luce propria.

Comincia il suo racconto e mi sporgo in avanti per ascoltarla meglio.

Parla a voce bassa e devo sedermi su un masso più vicino a lei, per sentirla.

-Sai, ho una sorella più grande, che adoravo, da piccola era il mio unico punto di riferimento del mondo femminile. Era come una mamma.

Mi ricordo che lei portava sempre questa collana, perché aveva un significato speciale per lei. Poi, prima di andarsene, me la regalò-

Ero troppo curioso. Le domando a bruciapelo:-Perché parli al passato?-

Una lacrima solitaria le solca il viso sottile, che non si preoccupa di asciugare.

 

 

Ti potranno dire che

 

Non può esistere

 

Niente che non si tocca o si conta

 

O si compra perché

 

Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te.

 

 

-Lei...è andata via. Diceva che con noi si sentiva soffocata, che non ci sopportava.

Aveva bisogno di libertà di seguire i suoi ideali, il suo futuro. E’ scappata.

Ma prima di abbandonarci per sempre, ci scaraventò addosso delle confessioni che non avrei mai creduto potessero dalle sue labbra.

Ci disse che ci aveva sempre odiato, che noi non la meritavamo, che eravamo un terreno arido, in cui non poteva crescere niente di sano...- Un singhiozzo le attraversa tutto il corpo, ma continua:

- Sono cinque anni che non la vedo, non so più dove sia. Mio padre si rabbuia ogni volta che parlo di lei, accidentalmente.

E’ una cosa orribile. Lei diceva che solo in lei poteva sorgere qualcosa di buono, che non capiva come aveva fatto a nascere da due persone inutili come mia mamma e mio papà-

Ormai le lacrime le scendono lungo il viso copiose ed era scossa da singhiozzi.

Mi sento di dirle una frase che ho sentito una volta da mia madre al colmo della disperazione, riguardo a Percy.

-Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te...-

Lei alza lo sguardo verso di me e...sorride.

Devo dirglielo. Lei si è aperta con me, e io devo ricambiare.

Lei si è fidata di me, lo farò anche io.

Le racconto di Percy, di tutto quello che ha fato a tutti noi.

Le dico come la penso e vedo che lei annuisce, senza staccare il suo sguardo cristallino da me.

Mentre parlo, le mie mani si stringono a pugno e inizio a tremare di rabbia. Mi sfogo con lei, come non l’ho mai fatto con nessuno.

Alcune lacrime scendono timidamente mentre altre, più colleriche, le superano.

Finita la storia di mio fratello, non mi fermo.

Le parlo di Harry, Hermione, Ginny, Malfoy e lei ascolta, commentando ogni tanto, cosa che ho apprezzato più di tutto.

Pian piano, i massi in cui ci sediamo sono sempre più vicini e legati tra loro, come noi.

Sono felice, anche se il mio volto non è asciutto.

Ho trovato qualcuno che sa tacere  lasciarmi sfogare, e parlare nel momento giusto.

Non ci avevo mai fatto caso.

Che lei è come me.

 

E so che non è una fantasia

 

Non è stata una follia quella stella la vedi anche tu,

 

perciò io la seguo e adesso so

 

che io la raggiungerò

 

perché al mondo

 

ci sono anch’io.

 

Quello che vede lei, lo vedo anche io, attraverso occhi, che sono dello stesso colore, azzurri.

Mi sento meglio.

Con una mano l’aiuto ad alzarsi e le sorriso, poi le indico il cielo con il capo, verso la stella che è ancora lì, che ci illumina i volti un po’ accaldati per le lacrime versate questa notte.

Lei ride. Non mi importa perché.

Voglio sempre vederla sorridere, mi piace.

Seguirò sempre quella stella, come seguirò Luna, che ora sarà la mia Luna.

La raggiungerò, perché lei sa, come solo noi due lo sappiamo, che al mondo...

Ci sono anch’io.

 

 

Finita!!! Spero che vi sia piaciuta e poi...io adoro Ron e Luna!!! Sono dolcissimi!!!

Vi prego di recensire...ne sarei contentissima!!!

Un bacio a tutti voi

Maripotter91

  
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