Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _grifone31    15/09/2017    0 recensioni
~traduzione~ Questa storia è una traduzione gentilmente concessa dalla scrittrice scriba vindex contattata con nome newstark.
Questa storia è destinata ad essere una continuazione della serie TV:una specie di speculazione sugli eventi post 6 stagione.Sarà centrata su Grande Inverno, in particolare sul rapporto Jon-Sansa e la sua progressione verso una vera storia d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Sansa Stark, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringrazio nimue74 per aver recensito, Letiz e Roly_chan per aver inserito la storia tra le seguite e Claudia84 per averla inserita tra le preferite!
 
Pochi istanti dopo Sansa era seduta al tavolo rialzato nella sala grande immediatamente alla sinistra di Jon, mangiando uno stufato di manzo e verdure. Brienne prese la sua cena in uno dei tavoli sottostanti, e Jon era alle prese con una delle numerose lettere, dopo aver mangiato velocemente il suo stufato. Sansa osservò gli occhi scuri di Jon che leggevano velocemente la lettera e notò la sua espressione severa e le sopracciglia solcate dalla concentrazione. Sembrava un vero Re, seduto sulla vecchia sedia del padre, ricoperto da un mantello Stark e leggendo importanti lettere. "Walder Frey è stato ucciso" affermò improvvisamente Jon senza mai alzare gli occhi dalla lettera. Sansa quasi soffocò con lo stufato per la sorpresa; il petto tremò e fu attraversata da un ondata di… Shock? Soddisfazione? Sollievo? Non ne era certa, ma sembrava che Jon percepisse le sue emozioni e prese con cautela la mano di Sansa sotto al tavolo. Immediatamente Sansa si ricordò di respirare e riuscì a riprendersi: "Gli dei hanno finalmente ricercato la vendetta per la nostra famiglia" disse silenziosamente e con voce tremante. Jon la guardò solennemente "A quanto pare non sanno chi sia stato" notò, con i suoi occhi che cercavano quelli di lei. Sansa si irrigidì "Non importa, ciò che è morto è morto" annunciò fermamente.  "Beh, io direi di brindare a questo avvenimento" mormorò Davos seduto in uno dei tavoli inferiori "Alla morte di Walder Frey e alla vendetta per la casa Stark" urlò bruscamente facendo sì che gli altri occupanti della sala alzassero i loro calici in saluto. Tormund sembrava confuso, evidentemente non comprendendo la grandezza della situazione, ma sollevò comunque il suo calice alle labbra e bevve profondamente. Il silenzio creatosi era quasi assordante e Sansa sentì la gola che stringersi per l'emozione. "Avrebbero dovuto esserci Robb e sua moglie al nostro posto, non io e Jon. Ma dove sarei adesso? ". Proprio quando inizio a sentirsi vicina al suo punto di rottura, si ricompose stringendo a sua volta la mano di Jon. "Allora cosa dice il resto della lettera?" chiese Sansa, fermando il doloroso silenzio "Qualcosa di Bran o Arya?". Il resto degli occupanti della sala riprese a mangiare e chiacchierare tranquillamente e Jon scosse la testa con disappunto, con una faccia pensierosa "Questa lettera viene da Sam dalla Vecchia città , dice che ha cominciato a studiare alla Cittadella" disse, con uno sguardo orribile. "E non è una buona notizia?" rispose Sansa cercando di capire la disperazione di Jon. "Non sa che sono.. Io sono.." "Re?" chiese Sansa, con le sopracciglia sollevate. Jon annuì, togliendo la mano da quella di lei "Sam è ancora un fratello giurato dei Guardiani della Notte. Dovrà tornare indietro, ma io non sarò lì con lui". "Be può sempre venire a trovarci..." suggerì Sansa, cercando disperatamente di offrirgli un po' di conforto. Jon sorrise un po' rattristato "Non è proprio così che funziona e lo sai". Davos sembrò avvertire un cambiamento nella loro conversazione e si alzò dalla sedia, avendo evidentemente qualcosa di importante da dire. "Mi dispiace interrompervi, Vostra Grazia, mia Signora" mormorò, facendo un cenno a Jon e Sansa "Ma non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra discussione sui maestri e mi ha fatto pensare che dovreste averne uno qui, a Grande Inverno". "Visto che ho giustiziato il maestro dei Bolton, suppongo che ne dovremmo trovare uno" ammise Jon, considerando il suggerimento di Davos e invitò il cavaliere a continuare. "Sono in comunicazione con mio nipote, che ha iniziato a forgiare i suoi anelli alla Cittadella. Non ha molta esperienza, ma sta cercando lavoro, e credo che in una settimana potrebbe raggiungerci, visto che è a Porto Bianco. Non vi sarò mai così grato, Vostra Grazia..". "Va bene, suppongo, almeno fino a quando non possiamo trovare qualcuno di più esperto". Jon acconsentì con un piccolo segno, sembrando esausto per la giornata seduto sul trono. "Grazie,Vostra Grazia, gli manderò immediatamente un corvo" esclamò felice Davos, prima di sparire velocemente nel corridoio. Sansa rivolse la sua attenzione a Jon "Sei stato gentile" disse con delicatezza "Potremmo facilmente trovare un nuovo maestro noi stessi". "Meglio un maestro inesperto di cui possiamo fidarci, rispetto a uno più esperto di cui non possiamo" disse Jon amaramente, ancora triste per il pensiero di Sam. "Allora, cosa dice il resto della lettera?" chiese Sansa fissando gli occhi nei suoi, nella speranza di smuovere i suoi pensieri. "È di Ditocorto,  è molto criptica" mormorò Jon, passando la pergamena a Sansa per farle vedere con i suoi occhi. Sansa analizzò la calligrafia elaborata e pazza di Petyr per un attimo e poi sospirò. “Una celebrazione dell’unione delle nostre case? Suona come un matrimonio.. e io non lo voglio sposare” aggiunse rapidamente alla reazione disgustata di Jon. Jon sembrò sollevato alla notizia “Suppongo che sia una sorta di cena, allora”. “Ma lui non ci ha invitato alla Valle..” mormorò Sansa, rileggendo nuovamente la lettera. Jon scosse la testa, “Anche se lo avesse fatto, non ti avrei mai lasciato andare ... non mi fido di quell'uomo. Credo che questa lettera sia il suo modo di farsi invitare a Grande Inverno". “Allora non lo inviteremo” annunciò fermamente Sansa, sbattendo la lettera sul tavolo più forte di quanto avrebbe voluto. Jon rimase stupito dalla forza di lei “Non abbiamo una vera e propria scelta, visto che ci ha aiutato con il suo esercito nel nostro momento più debole” mormorò, con gli occhi che esploravano tutta la sala grande, come se stesse riflettendo su tutto ciò che doveva a Ditocorto. Sansa gli lanciò uno sguardo attento, chiedendosi se insinuasse qualcosa e ricordasse le discussioni passate su questo argomento, ma non c’era nient’altro che preoccupazione negli occhi di Jon, e si ammorbidì. “Allora facciamo ciò che dobbiamo fare, ma con cautela. Ditocorto è pericoloso” mormorò Sansa, guardando negli occhi Jon per un momento, prima di alzarsi dalla sedia. “Mi ritiro nelle mie stanze, buonanotte” affermò con fermezza, lasciando Jon a rimuginare sui suoi problemi politici. Si diresse lungo i corridoi, con Brienne pronta a seguirla, ma Sansa le assicurò di essere al sicuro e le diede la buonanotte. Candela in mano, salì verso la sua torre. Lei dormiva nelle sue vecchie stanze, mentre Jon dormiva nella stanza che era stata di Ned e Catelyn. Ci volle quasi una settimana per convincerlo a non prendere le sue vecchie stanze, bensi quella che gli spettava di diritto(era il Re dopotutto), e ancora adesso ogni mattina chiedeva a Sansa se volesse lei la stanza principale. Sansa continuò a rifiutare l’offerta, ma nel profondo si chiese se non fosse meglio condividere la stanza. E’ solo una stanza dopotutto, e sarebbe bello non dormire da sola. Avrebbe pensato solo a sé stessa e al suo bene, l’altra parte di lei avrebbe pianto per un po' di compagnia, ma sarebbe stato indecoroso per una donna non sposata, condividere il letto con un uomo, specialmente con suo fratello. In alcune notti, specialmente quelle più fredde e oscure, Sansa si trovò a rimuginare sui suoi pensieri, e una notte arrivò quasi a bussare alla porta di Jon, ma qualcosa la faceva sempre ritornare alla sua fredda stanza. Quindi, ubbidiente come sempre, fece ritorno alle sue stanze e accese le candele, cercando di non sentirsi spaventata. Notò subito che il freddo provocato dalla sua passeggiata notturna era tornata una volta abbandonato il calore dei camini della sala grande. Era passato all’incirca un minuto, quando Sansa trasalì al rumore di pugni contro la porta. “Mia signora, sono qua per prendere i tuoi vestiti sporchi” le disse una voce familiare. “Entra pure Eva” le rispose Sansa, cercando di nascondere nella sua voce il sollievo dovuto all’avere compagnia. La nuova ancella di Sansa entrò. Era una ragazza agile e forte, figlia bastarda di un Lord del Nord, che aveva offerto agli Stark il suo servizio come servo dopo la battaglia, in cambio di una sistemazione sicura a Grande Inverno. Sansa la aveva presa in simpatia, era piacevole parlare con lei e fidarsi, qualcosa di cui Sansa ormai aveva timore dopo la sua esperienza con Ramsay. “Stai tremando” constatò Eva, vedendo il tremolio delle braccia di Sansa “Perché non ti fai preparare un bagno?” le suggerì. Sansa fu in procinto di rifiutare, a causa del ricordo della sua notte di nozze, ma cambiò idea per il freddo che stava provando. Dubitava di riuscire a prendere sonno senza prima riscaldarsi. “Sarebbe..bello Eva, grazie”. Pochi minuti dopo Sansa entrò nella sua vasca di legno, avvolta dalle nuvole di vapore provocate dall’acqua calda. Emise un brivido incontrollato nel momento in cui il suo corpo freddo entrò in contatto col calore. “Meglio?” chiese tranquillamente Eva. “Molto” rispose Sansa e quando Eva si avvicinò per lavarle i capelli, Sansa si ritirò istintivamente dalla presa dell’ancella: “No, me ne occupo io” replicò piuttosto bruscamente, sentendosi immediamente dispiaciuta per la sua reazione “Mi dispiace.. è solo..”. “Non hai bisogno di spiegarti” disse Eva gentilmente. "Non riesco a immaginare quali tipi di orrore tu abbia dovuto sopportare sotto la cura di Ramsay Bolton". Sansa le fece un debole sorriso e lasciò cadere i capelli sulle spalle, permettendo a Eva di lavarli. Cercò di non pensare all'orribile familiarità della situazione e di rilassarsi. "Allora, che ne è stato di quel Cerwyn che è venuto a chiamare oggi?"  chiese Eva mentre pettinava lentamente i capelli di Sansa. "Vuoi dire colui la cui testa raggiunge a malapena le mie spalle? O era che l'uomo degli Hornwood?" pensò, sorridendo a suo malgrado. "È difficile ricordare chi è chi". "Concordo mia Signora". Eva sorrise con gioia. "Quel Lord Glenmore della scorsa settimana era piacevole per gli occhi. Noi ancelle ce lo ricordiamo". Sansa emise un gemito "Le sue capacità di conversazione erano spaventose”. "Forse era imbarazzato, metà di questi ragazzi agiscono come se non avessero mai visto prima una ragazza, per non parlare di una bella" disse drammaticamente Eva mentre versava acqua sui capelli di Sansa. "Non vorrei sposare nessuno di loro comunque." Sansa mormorò saldamente. "Alla fine riceveranno il messaggio". "Spero che mi perdonerai per avertelo chiesto, ma vorrai mai sposare qualcuno, mia Signora?" chiese Eva.
"Non so più cosa voglio " rispose tranquillamente. "Potrei essere costretta a farlo in qualche momento o in un altro, ma voglio dire la mia, questa volta, a differenza dei miei ultimi due matrimoni". brontolò con disgusto. Eva sorrise "Be ', fino ad allora, devo confessare che le cameriere e io, al piano di sotto, abbiamo fatto  un conteggio dei pretendenti assegnati a te e a Vostra Grazia". “E chi sta vincendo?” domandò Sansa, divertita all'idea di una partita tra i servi.
"Tu, mia Signora, con i due ragazzi che sono venuti  questa mattina". Eva ridacchiò, aveva ormai finito di lavare i capelli di Sansa e si alzò. "Se ti compiace, andrei a prendere alcuni asciugamani caldi al piano terra".
"Certamente" disse dolcemente Sansa con un piccolo cenno. La sua ancella scomparì nel corridoio lasciando la grossa porta di legno aperta. Per un istante Sansa considerò di chiamare Eva, ma poi riflettè sul fatto che nessun altro frequentava quella torre tranne Brienne. Sansa chiuse gli occhi e affondò ancora più profondamente nell’acqua, godendosi il calore. Si era persa nei suoi pensieri, quando sentì "Sansa?" esclamò una voce maschile all'improvviso ... Sansa sentì che la porta si stava aprendo. Prima di poter reagire, sentì l’esclamazione sorpresa di Jon “San..mia Signora, sono, mi dispiace, non l’ho fatto..” "Va tutto bene, Jon". Sansa sussultò freddamente, girando la testa per guardarlo, ma rimanendo nella sua vasca. Inizialmente, non sapeva come sentirsi per averlo scoperto guardarla in modo così esposto, ma interpretò il suo shock come qualcosa di abbastanza affascinante e adatto a un uomo che aveva avuto pochi incontri con il sesso opposto negli ultimi tempi. Sansa riflettè sul fatto che lei, raramente, era stata  trattata in maniera gentile dagli uomini. Jon spostò lo sguardo, la maggior parte di lui nascosta dietro la porta di Sansa. "Volevo solo ... farti sapere che Ditocorto, Lord Arryn, e la sua compagnia giungeranno a Grande Inverno in una settimana, ho appena mandato il corvo". mormorò, la sua voce mancava della sua solita profondità. "Grazie per avermelo detto, Jon, buonanotte". "Buonanotte, Sansa" rispose chiudendo la porta con un tonfo. Sansa avrebbe potuto giurare di aver sentito i suoi occhi scivolare su di lei in un sguardo fugace prima di lasciarla, e sentì una strana agitazione nel petto al pensiero.
   
 
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