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Autore: Usagi_84    15/09/2017    1 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Dopo non so quanti anni... svariati direi... mi ritrovo a completare questa storia!
Purtroppo finchè non vivi l'esperienza della gravidanza certi comportamenti non li puoi capire fino in fondo... ed ecco cosa mi mancava.
Ora ho 2 meravigliosi bimbi e di voglie, fastidi e nausee ne so abbastanza, dunque, ecco a voi il seguito.
Buona lettura e spero vi piaccia.



Capitolo 4: Attenti ai desideri!
 
Chi l’ha detto che essere incita è una situazione facile e gestibile… metti sulla bilancia la fame incontrollabile, la nausea subito dopo, le voglie da placare, gli sbalzi d’umore, il tuo corpo che perde forma e diventa una cosa enorme…
- Usako… non sei enorme… non guardarti allo specchio gonfiando le guance come un pallone! – Sospirò Mamoru passando davanti alla camera da letto aperta e scoprendo Usagi per l’ennesima volta a specchiarsi, simulando con le braccia e le guance le dimensioni di una mongolfiera.
Chi l’ha detto che vivere con una donna incinta è una situazione facile e gestibile… metti sulla bilancia la fame incontrollabile, la nausea subito dopo, le voglie da placare, gli sbalzi d’umore, i continui lamenti per “l’enormità” del suo corpo…
- Usako, sei meravigliosa! Non sei mai stata così bella, da che ti conosco…- Usagi rimase a fissarsi nello specchio assumendo uno sguardo a metà tra l’arrabbiato e il disperato - Non dire bugie Mamo, sembro una balena! E sono solo al 5° mese… - Usagi si voltò a guardare Mamoru – pensa come sarò tra altri 4 mesi! – gridò più a se stessa che al povero ragazzo, immaginando davvero il corpo di una balena con i capelli biondi e i codini.
- Usagi, abbiamo fatto questo discorso decine di volte negli ultimi 5 mesi, non puoi vivere la tua gravidanza pensando esclusivamente a quando ingrasserai e ad evitare che a Chibiusa vengano delle macchie assurde se non mangi delle cose altrettanto assurde! – Mamoru, stanco ormai di ascoltare sempre le stesse cose, stava davvero perdendo la pazienza.
- Oh… certo… ecco qual è il tuo problema Mamoru – Usagi assunse improvvisamente un tono serio e totalmente distaccato – la mia gravidanza… non la tua, né tanto meno la nostra. Tu non capisci cosa significa per una donna, per me, preoccuparmi di comportarmi nel miglior modo per evitare che la nostra bambina abbia problemi–
- Usagi non fare la melodrammatica, sai perfettamente che la nostra bambina non avrà alcun problema, viene dal futuro… - Mamoru non ebbe il tempo di terminare la frase…
- Non importa! – esplose Usagi – per una madre è necessario fare tutto il possibile e anche l’impossibile per proteggere il proprio bambino! –
- E io sono d’accordo con te, ma davvero non tollero le esagerazioni e le assurdità che invece tu prendi così seriamente! –
- Non riesco a controllarle le mie assurdità Mamoru, e tu non mi aiuti per niente! Sei solo capace di rimproverarmi e basta! – Usagi iniziò un pianto disperato e inconsolabile – dimmelo Mamoru! E’ perché non ti piaccio più? Perché sono diventata enorme? Non mi guardi più con quegli occhi!! –
 
Houston abbiamo un problema!
 
- Usagi non dire fesserie! Non provarci proprio a far ricadere tutte le colpe su di me! E poi con quali occhi ti dovrei guardare?? – anche il tono di Mamoru iniziava ad alzarsi.
- Quegli occhi! Quelli di un uomo innamorato della propria donna, gli occhi carichi di desiderio Mamoru, quegli occhi che io non vedo più! –
- Sai benissimo che ti amo Usagi! E non è affatto un problema il tuo peso o la circonferenza dei tuoi fianchi! – Mamoru battè la mano sullo stipite della porta, ormai arrabbiato seriamente – non hai mai pensato che potremmo fare… “male” alla bambina? – Mamoru arrosì un poco per aver detto quelle parole, pur mantenendo un cipiglio arrabbiato.
- Male? E come potremmo… –
- Oh!! Vuoi che ti faccia un disegnino? – esplose ancora più fuori di sé Mamoru.
- Non fare lo spiritoso! So perfettamente a cosa ti riferisci, ma se mi avessi lasciato terminare la frase, sarei riuscita a farti sapere che i bambini sono talmente protetti che non corrono nessun rischio anche se mamma e papà si dedicano un po’ di effusioni! Eppure il Dott. Chiba queste cose dovrebbe saperle! – terminò Usagi in tono un poco canzonatorio.
- Non importa! Posso aver studiato decine di testi su questo argomento, purtroppo è una cosa che non riesco a controllare!- rispose Mamoru nervoso -Tu non capisci cosa significa lasciare che tutto accada fuori dal mio controllo! Io non posso sentirla scalciare, non posso percepire il suo cuore battere… posso solo appoggiare una mano sulla tua pancia ed aspettare che lei voglia farsi sentire… tutto questo è frustrante, e neanche tu mi aiuti molto Usagi! –
 
Allarme rosso! La situazione sta precipitando!
 
- Il tuo controllo?? E poi sarei io quella che si inventa cose esagerate ed assurde? – rimasero a fissarsi con gli occhi fuori dalle orbite senza più dire una parola, in un pesante e assordante silenzio, finchè un secco rumore li destò dall’empasse e li costrinse a voltarsi verso la porta di casa.
 
Chibiusa, stufa della situazione, decise di non assistere ulteriormente a quella pietosa discussione preferendo una passeggiata al fresco del tardo pomeriggio.
Possibile che quei due non riuscissero a capirsi? Invece di gridare uno contro l’altra senza carpire il significato di nessuna parola, non sarebbe stato meglio ascoltare uno i timori dell’altra?
Camminando sovrapensiero non si accorse di essere arrivata al parco cittadino, approfittò del fatto che ormai non c’era quasi più nessuno, se non qualche persona che portava a spasso il proprio cane, e si lasciò cadere su un’altalena fissando le prime stelle della sera, finchè una di queste diventò particolarmente luminosa ed attraversò il cielo come una stella cadente.
Chibiusa sorrise istintivamente alla vista di quello spettacolo inaspettato.
-Ti prego stellina, fa che Usagi e Mamoru imparino ad ascoltarsi e a capirsi di più!- Chibiusa espresse velocemente il suo desiderio, prima che la scia luminosa della stella sparisse.
Un poco più serena, tornò verso casa di Mamoru, se avesse corso sarebbe arrivata poco dopo il tramonto.
Svoltò l’ultimo angolo e si diresse verso il portone, entrò e salì le scale rapidamente, fiduciosa che, non appena aperta la porta di casa, li avrebbe trovati abbracciati sul divano e la pace fatta.
Invece l’unico amico che la accolse al suo ingresso, fu il buio e il silenzio.
Non era buon segno.
Si affacciò in camera da letto e vide le sagome dei due ragazzi darsi le spalle perfino sotto le coperte.
E come un palloncino scoppiato, tutto l’entusiasmo di poco prima scomparve. Chibiusa se ne andò dritta a letto senza cenare, nonostante Usagi le avesse lasciato il piatto in tavola, e a guardare bene, la tavola era ancora apparecchiata ed imbandita, segno che quella sera in verità nessuno aveva cenato.
Era presto e non era affatto stanca, eppure, stranamente, il sonno la colse subito.
Quella notte fu diversa dalle altre, stelle dalle strane forme, balene con i codini biondi e bambini pieni di macchie popolarono i sogni di tutti e tre.
 
Altrettanto strano fu il risveglio.
Mamoru fu il primo a svegliarsi, colto dal forte stimolo di andare in bagno. Ancora intontito dal sonno, barcollò verso il bagno, non capendo come mai il suo modo di camminare ondeggiasse a quel modo. Senza accendere la luce si posizionò davanti al water come ogni mattina, ma c’era qualcosa che non andava, qualcosa decisamente mancava!
-Oh mio Dio!!!- la voce di Mamoru uscì più alta, femminile e graziosa di quanto ricordasse.
Quel grido isterico svegliò di soprassalto Usagi che si precipitò in bagno. Quattro bei passi lunghi ed era già arrivata.
Wow. Da quando era così agile ed atletica?
Usagi accese la luce. I suoi pensieri vennero spazzati via all’istante, nel momento in cui i suoi occhi incontrarono la sua immagine riflessa nello specchio sopra il lavandino…solo che l’immagine non era la sua, era di Mamoru.


 
  
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