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Autore: dreamlikeview    16/09/2017    4 recensioni
Dean, a quattro anni, assiste all'omicidio di sua madre. Nel corso degli anni inizierà a sentire il peso di quello che ha vissuto, a sentirsi in colpa per qualunque cosa negativa accaduta alla sua famiglia e molto altro.
Dopo molti anni di solitudine e vita travagliata, un ragazzo impacciato e un po' nerd, Castiel, porterà un po' di luce nella sua vita. Riuscirà ad essere felice?
[Destiel, Human!AU, nerd!Cas, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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DESCLAIMER: La storia è scritta senza fini di lucro, i personaggi non mi appartengono in nessun modo e non intendo offendere nessuno. Giuro. 
PS. C'è l'avviso che i personaggi sono molto OOC, questo è un capitolo lunghissimo, ma non mi dispiace. Attenzione alle carie, perché ho dato il peggio di me a livello di fluff e romanticismo (con cui spero di farmi perdonare (spoiler) per i capitoli successivi... OPS)


Dicembre 2015
 
You and I,
We're like fireworks and
symphonies exploding in the sky.
 
Dean era felice, una felicità che mai aveva sperimentato prima di quel momento, una felicità tale da smuoverlo dentro e fargli dare il meglio di sé, in qualunque campo. A lavoro, sebbene fosse stato già bravo, era diventato un portento, veloce, sorridente, accomodante con i clienti e mai lamentoso, sosteneva turni davvero assurdi – soprattutto da quando Adam, uno stupido nullafacente, si era fatto licenziare perché il lavoro era troppo stressante per lui – e non era mai giù di morale, o lamentoso; al college aveva iniziato a studiare di più e a sostenere diversi esami nelle date straordinarie, per chi, come lui, era fuori corso. Castiel tirava fuori il meglio di lui, e nemmeno se ne rendeva conto.
Spesso il ragazzo andava al bar, soprattutto quando Dean aveva dei turni che gli impedivano di vederlo quanto voleva, e quando accadeva, quando Castiel varcava la soglia del piccolo bar, Dean si illuminava. Benny, a cui aveva detto della relazione con Castiel, solo dopo che quest’ultimo gli aveva dato il via libera per farlo, lo prendeva in giro, diceva che sembrava di vederlo volare sulle nuvole, o quasi ad un palmo da terra, e che era patetico. Ma a Dean non importava, Dean per la prima volta sentiva la felicità scorrergli nelle vene e non avrebbe mai smesso di ringraziare a sufficienza Sammy per averlo spinto tra le braccia di Castiel. Si sentiva davvero bene e in pace con se stesso e con il mondo, mai aveva sperimentato qualcosa di simile, e la felicità scorse in lui ancor di più quando, mentre accompagnava Castiel verso il dipartimento di teologia – aveva un dannatissimo esame sulle religioni del mondo – per prendere dei libri, il ragazzo aveva lasciato scivolare la propria mano verso la sua, e le loro dita si erano sfiorate, poi Castiel le aveva intrecciate tra di loro, e gli aveva preso la mano in pubblico e Dean si era sentito esplodere letteralmente di gioia, anche se Cas l’aveva lasciata quasi subito come scottato, non poteva esserne più felice, perché significava che Cas stesse cercando di venire a patti con la sua paura. Wow. Stavano insieme da poco più di un mese, e già Dean si sentiva innamorato come mai nella sua vita. Sapeva che Castiel fosse speciale, lo aveva saputo fin dal primo istante e non poteva credere di essere stato così fortunato ad incontrarlo, a volte gli sembrava di vivere in una dimensione onirica, un’idilliaca illusione e davvero non aveva voglia di svegliarsi.
Avevano continuato a guardare Doctor Who insieme, e Castiel lo aveva introdotto anche ad altre serie tv, ma per Dean non importavano molto quelle cose, la cosa importante era stare in compagnia di Castiel. Avevano iniziato a guardare delle serie tv fantasy e horror, e Dean adorava quando, mentre guardavano gli horror, il moro infossava il volto nel suo collo, spaventato e si stringeva a lui. Era stupido, Dean lo sapeva, ma non poteva fare a meno di quei piccoli momenti, durante i quali per un po’ sembrava che tutte le cose negative che aveva vissuto prima di Castiel svanissero. Esse restavano presenti come virus dormienti, ma con Castiel il mondo sembrava migliore, e Dean iniziava ad apprezzare questa cosa.
«Quando ci presenterai questo famoso Castiel?» domandò Jody, facendolo riemergere dai suoi pensieri, un sabato mattina, mentre gli versava una tazza di caffè, Dean che stava mangiando un toast, quasi si strozzò nell’ingoiare, cosa? Incontrare Castiel? Presentargli la sua famiglia? Così presto? Ma erano pazzi o cosa?
«In che senso?» domandò tossendo «Non credo che… sia il caso, siamo amici».
«Dean» iniziò la donna, senza smettere di sorridergli in modo dolce «Tuo fratello non sa stare zitto, sappiamo che avete una relazione, e sai fin dai tuoi quattordici anni che sia io che Bobby ti accettiamo così come sei» spiegò con la sua solita gentilezza «E siamo felici che tu finalmente sia sereno, quindi saremo felici di conoscere la persona che ti fa essere così». Dean boccheggiò con la tazza di caffè ferma a mezz’aria e restò in completo silenzio, non si aspettava una cosa simile, e nemmeno che a casa sapessero di Castiel. Come lo avrebbe spiegato a lui? «D’accordo» concesse lei, accogliendo il suo silenzio come un segnale di completo disagio «Pensaci e poi facci sapere, va bene?» il ragazzo annuì, ancora leggermente assente, cercando di mettere insieme le idee. C’era la possibilità che Castiel conoscesse la sua famiglia, sempre che lui fosse stato d’accordo, e quindi questo… cosa avrebbe significato per lui e per Cas? Non sapeva nemmeno se potesse durare… come poteva fare un passo del genere, dopo un mese? Perché Sam non teneva la sua boccaccia chiusa? E come ne avrebbe parlato con Castiel? Lui temeva persino di dargli un bacio sulla guancia in pubblico. Avvertiva un certo sentore di nausea, ma cercò di scacciarlo dalla mente. Una cosa era certa, Sam l’avrebbe pagata. Santo cielo, era imbarazzante, lui e Castiel stavano insieme dall’inizio del mese di novembre e suo fratello già sbandierava la sua storia a Bobby e Jody?
Ringraziò Jody, bevve in fretta il suo caffè e le baciò la guancia, prima di afferrare il proprio giubbotto. Doveva andare a prendere Cas, quella mattina. Era un freddo sabato mattina di inizio dicembre, non c’erano lezioni e Dean stranamente era libero dal lavoro, quindi avevano deciso che sarebbero andati insieme al centro commerciale perché Cas aveva bisogno di comprare dei dvd e dei libri, e gli aveva chiesto un passaggio, ovviamente il biondo aveva preso quella richiesta come un’occasione per passare del tempo insieme, si sapeva, la loro relazione era un po’ complicata, perché in pubblico – Dean sospettava che avesse avuto problemi con degli omofobi in passato – Cas aveva ancora delle reticenze. Certo, una volta gli aveva preso la mano, ma Dean vedeva quell’ombra di paura e di terrore che lo attraversavano quando qualcuno lanciava loro qualche sguardo carico di pregiudizi. Dean aveva vissuto sulla sua pelle cosa significasse avere a che fare con qualcuno che non accettava la propria natura e non voleva che Castiel vivesse su di lui il disagio e la vergogna, per questo non si lamentava quando, durante le loro uscite, il ragazzo rimaneva dietro di lui, o manteneva le distanze.
Mise in moto la sua auto e si diresse verso la casa del suo ragazzo, pervaso da mille dubbi, aveva tante domande senza risposta, ma aveva bisogno di vedere Castiel, così che il tumulto interiore che aveva, si placasse. Vi arrivò in pochi minuti e gli scrisse un frettoloso messaggio, dicendogli che era arrivato; lo vide arrivare dopo dieci minuti, avvolto in un giubbotto troppo grande per lui – peccato che il suo immancabile trench beige fosse troppo leggero per quel periodo – probabilmente sotto aveva uno di quei maglioni enormi, che gli stavano eccessivamente larghi, un cappellino con lo stemma di Batman e una sciarpa a righe nere e gialle, ovviamente, Tassorosso, Dean era diventato bravo a riconoscere quelle cose, doveva ammetterlo. Sorrise spontaneamente vedendolo arrivare, il ragazzo si avvicinò all’auto sorridendo sornione.
«Buongiorno, Dean» gli disse, aprendo la portiera ed entrando in auto, prendendo posto accanto a lui «Come stai?»
«’Giorno Cas» lo salutò a sua volta, sorridendo, tentato di sporsi verso di lui e baciargli le labbra «Sto bene, tu?»
«Sono felice di passare questa giornata con te» confessò con sincerità richiudendo la portiera e sfregandosi le mani le une contro le altre, cercando di scaldarsi «Ma tu? Sicuro che vada tutto bene? Hai un’espressione strana» disse guardandolo in faccia. Santo cielo, come faceva a leggerlo così bene?
«Niente…» sospirò, scuotendo la testa, Castiel inclinò la testa, con fare interrogativo, come per dirgli andiamo, lo so che stai mentendo, Dean sbuffò e «Senti è successa una cosa imbarazzante a casa, tutto qui» tagliò corto.
«Va bene… non ne vuoi parlare» gli concesse il moro «Sono qui quando ne vuoi parlare» disse, appoggiandogli una mano sul ginocchio e stringendoglielo con fare rassicurante. Dean adorava quel suo modo di fare, così dolce e puro, come lui era, in grado di calmarlo e rilassarlo come null’altro.
«Grazie» soffiò Dean, tirando un sospiro di sollievo «Allora, andiamo al centro commerciale?»
«Oh sì, ci sono delle offerte incredibili» esclamò il ragazzo felice «E poi, se vuoi, beh, Gabe e Mike non ci sono, magari puoi venire da me… guardiamo un film, ordiniamo una pizza…» buttò lì il ragazzo. Dean si sorprendeva sempre quando lo vedeva pervaso dall’imbarazzo, anche solo per invitarlo a cena. Cas era davvero adorabile.
«Mi farebbe davvero piacere, Cas» gli disse sorridendo «Non essere sempre così agitato quando mi inviti, sai che adoro passare il tempo con te» gli disse sorridendo, mentre rimetteva l’auto in moto alla volta del centro commerciale.
«Lo so, è che ancora non mi capacito che… sto con un ragazzo come te» confessò il moro, la dolcezza con cui pronunciò quelle parole, gli scaldò il cuore e lo fece arrossire un po’ «Cioè, tu. Guardati, Dean».
Dean rise, guardando le proprie mani sul volante,  e scosse la testa, sì, lui, uno scherzo della natura, un ragazzo nato per errore che non aveva salvato la madre e aveva quasi ucciso il fratello… cosa ci trovava Cas in lui?
«Sei meraviglioso. Sei bellissimo, voglio dire, fisicamente e… sei una persona meravigliosa. Potresti avere tutti i ragazzi di questo mondo e invece perdi tempo con uno sfigato che ha paura di far vedere quanto è innamorato, come me» disse interrompendo il flusso dei pensieri negativi del ragazzo accanto a lui «Non so cosa ci trovi in me. Ma ti sono grato per aver scelto me» disse, si guardò intorno circospetto e poi si sporse verso di lui, lasciandogli un bacio delicato sulla guancia. Dean sorrise istintivamente e per una frazione di secondo, voltò la testa verso di lui, stampandogli un bacio a stampo, prima di tornare a fissare la strada. Non vide Castiel arrossire come una ragazzina e non si accorse di essere, di nuovo, arrossito anche lui a quelle parole. Sapere che Castiel pensava quelle cose così positive di lui, gli riempiva il cuore di luce, scacciando per un momento le ombre che lo avevano appena avvolto di nuovo, non sapeva quale superpotere, sul serio, avesse quel ragazzo, ma era incredibile.
La mattinata al centro commerciale fu davvero divertente, per entrambi. Non appena giunsero all’ingresso, Castiel corse nel primo negozio di dvd che vide con entusiasmo, saltellando da uno scaffale all’altro, e chiedendo a Dean se avesse visto o no questo o quell’altro film. Si divertirono tanto, soprattutto quando Cas propose di comprare gli ingredienti per fare una torta. Erano entrati nel supermercato del centro commerciale e Dean aveva iniziato a correre con il carrello per le corsie, inseguito da Castiel che teneva i prodotti tra le braccia, nel vano tentativo di riporli proprio nel carrello. Santo cielo, sembravano due bambini e non ne avevano alcun timore, Castiel lo inseguiva, urlando il suo nome, e Dean sfrecciava nei corridoi ridendo, come un idiota. Finirono a baciarsi nel reparto surgelati, Dean con le mani sui fianchi di Castiel, e quest’ultimo con le braccia intrecciate intorno al collo del più alto, perché in quel momento era deserto e poi lo fecero ancora in quello dei prodotti per animali, dimenticandosi per un momento di tutto il mondo che li circondava, c’erano solo loro, e il mondo sembrava un posto migliore. La conversazione imbarazzante di quella mattina, divenne un lontano ricordo, e non ritenne necessario parlarne.
Verso ora di pranzo, andarono in una tavola calda, Castiel prese la sua solita insalata poco condita con del pollo arrostito e Dean prese due cheeseburger e delle patatine fritte, non avrebbero potuto essere più diversi, ma si completavano, in un certo senso. Castiel guardava Dean quasi in adorazione, anche se mentre mangiava il biondo sembrava un vichingo che non vedeva il cibo da settimane. Era semplicemente magnetico in ogni cosa che faceva.
«Cosa?» domandò Dean, alzando lo sguardo sul moro, sentendosi osservato.
«Sei rude» disse divertito Castiel «Ma riesci ad essere attraente anche così». I complimenti di Castiel lo scuotevano davvero nel profondo, diceva le cose con tale semplicità che Dean non riusciva a capacitarsi che esistesse una persona così, insomma, chi lo avrebbe trovato attraente mentre mangiava? Dean sapeva di essere leggermente disgustoso, erano anni che suo fratello glielo ripeteva, ma non avrebbe dato la soddisfazione all’altro di ammetterlo.
«Tu saresti elegante?» domandò Dean, pulendosi le labbra con un tovagliolo, Cas si sorprese che non avesse usato il dorso della mano, come un vero cavernicolo.
«Beh, di certo non mangio come se non mangiassi da anni» precisò il ragazzo, indicando lui e le sue mani completamente sporche di una qualche salsa e i residui di cibo sulle sue labbra. «Sembri un bambino».
«Credimi, se avessi assaggiato questa meraviglia, saresti anche tu in questa situazione».
«Non sono un vichingo, io» asserì serio, scuotendo la testa e ridacchiando.
Dean si illuminò, prese uno dei suoi cheeseburger e lo porse al moro, con aria di sfida: «Provalo» disse «Poi vediamo».
Castiel si accigliò, e lo guardò senza capire: «Dovrei assaggiare questo cheeseburger?»
«Sì, fammi vedere quanto Mr. Castiel non sono un vichingo Novak sia elegante e composto con un panino del genere».
Al moro scappò una risata, credendo che Dean stesse scherzando, poi notò che fosse maledettamente serio e si arrese. Prese tra le mani il cheeseburger e alzò lo guardo su Dean, accettando in silenzio la sua sfida, e poi lo addentò. Dean rimase immobile, con l’altro hamburger, quello che stava divorando due secondi prima, a mezz’aria, mentre fissava – in modo davvero vergognoso – Castiel, non lo aveva mai fatto prima, non in quel modo, e si sentì un adolescente con una crisi ormonale. Non poteva essere vero quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Castiel era… illegale mentre mangiava, forse non ne era consapevole, ma Dean sì. Dean ne era consapevole eccome. Gli occhi socchiusi, le labbra che lentamente si incontravano tra loro, i capelli che gli cadevano davanti agli occhi, e lui arricciava il naso ogni volta che essi cadevano, e con un gesto della testa, li rimandava indietro. Poi addentava il nuovo il panino con lentezza, e chiudeva le labbra, masticava lentamente, riuscendo sorprendentemente a non sporcarsi. Dean percorse il suo profilo mentre lo fissava, i gomiti appoggiati al tavolo, le mani vicine per mantenere il panino, e quell’accenno di barba sul mento. Dean riuscì a disincantarsi da quei pensieri solo quando si rese conto di avere i pantaloni troppo stretti, e allora si costrinse a distogliere l’attenzione da Castiel e a mangiare il suo hamburger; abbassando lo sguardo sui suoi pantaloni, vide il cavallo dei pantaloni gonfio. Tirò un profondo sospiro, non era la prima volta che si eccitava in presenza del suo ragazzo – ed era dannatamente bravo a nasconderlo – ma non avrebbe mai pensato di essere attratto anche dai semplici gesti innocenti di Castiel, o lui era una puttana, o il moro era fuori da ogni schema.
Quando Castiel riappoggiò il cheeseburger nella confezione di fronte a Dean, e deglutì gli ultimi residui di cibo, notò che Dean avesse uno sguardo davvero devastato.
«Dean?» domandò pulendosi le labbra con un tovagliolo «Visto? Anche se è buono, sono stato civile» disse con tranquillità, ignorando il fatto che il suo ragazzo avesse l’espressione colma di desiderio represso.
«Cas, tu sei illegale» si lasciò sfuggire il ragazzo, facendo ridacchiare e arrossire l’altro ragazzo, che non capiva assolutamente cosa avesse fatto di illegale, ma l’espressione di Dean era davvero… strana. Preferì non chiedere in che senso, ma non smise di chiederselo per il resto del pranzo. Tra loro scese un imbarazzante silenzio, che fu in fretta spezzato da Dean che gli chiedeva quale tipo di torta avrebbero preparato quella sera. Castiel si illuminò e gli rivelò che avrebbero preparato la sua preferita, la apple pie, e gli occhi di Dean si illuminarono a loro volta, quel ragazzo stava iniziando a conoscerlo un po’ troppo a fondo. E se iniziava a scoprire i suoi punti deboli, allora lui era davvero nei guai.
Il loro pranzo alla tavola calda finì presto, dopo aver pagato – ognuno per sé, perché Dean, non puoi pagare sempre per entrambi, non sono una ragazzina da conquistare – ritornano all’auto di Dean con le buste contenenti i dvd e i libri di Cas e quelle con gli ingredienti per fare la torta. Arrivarono all’appartamento di Castiel verso l’ora di cena, avevano deciso di passare il resto del pomeriggio al parco comunale, dove il moro aveva iniziato a leggere uno dei romanzi che aveva acquistato, mentre Dean si era rilassato seduto su una panchina ad ascoltare musica, condividendo un auricolare con Castiel, non aveva mai fatto prima una cosa simile e si sentiva davvero stupido ogni volta che pensava che con l’altro stava vivendo delle prime volte anche lui e non sapeva come ringraziare Cas per tutto quello;  i due coinquilini di Castiel erano già usciti al loro ritorno, così il giovane, quando chiusero la porta, ne approfittò per baciare il suo ragazzo e stringersi a lui, come avrebbe voluto fare fin da quando si erano visti quella mattina. Odiava la sua debolezza e il suo volersi nascondere, ma aveva davvero paura che qualcuno, qualche omofobo, potesse far del male a lui o a Dean, come in passato. E non voleva che quest’ultimo andasse a bussare alla porta della sua memoria, tuttavia non poteva evitare che accadesse. Dean era troppo importante, per questo scacciò quei brutti pensieri e si concentrò sulle labbra dolci e invitanti del suo partner. Si strinse a lui con forza, affondando le dita nei suoi capelli e spingendosi un po’ verso di lui per colmare i pochi centimetri che li separavano, Dean rispose con entusiasmo al bacio, afferrandolo per i fianchi e stringendolo contro il proprio corpo.
Il biondo fu pervaso da un brivido lungo la schiena, quando Castiel lasciò vagare le mani sulla sua schiena e in un movimento casuale fece scontrare i loro bacini. Si morse con forza le labbra, allontanando un po’ Cas da sé, non voleva che pensasse di dover fare necessariamente qualcosa con lui.
«Dean? Va tutto bene?» domandò con esitazione.
«Sì, tutto bene» confermò lui, con un po’ di fiatone «Ma tu… non ti accorgi dell’effetto che mi fai, e io… potrei perdere il controllo» mormorò «Non voglio che tu faccia qualcosa che non vuoi».
«Chi ha detto che non voglio?» chiese Castiel con un sorriso timido sul volto.
«Cas, è la tua prima volta…» mormorò il biondo, sentendosi un po’ a disagio. Certo, aveva pensato di fare sesso con Castiel, e lo aveva anche immaginato diverse volte, ma sapeva che l’altro era vergine – Michael era stato piuttosto chiaro quando lo aveva preso da parte, quando lui e Castiel avevano iniziato ad uscire, e gli aveva detto con tono minaccioso di stare attento con lui, perché Castiel era fragile, altrimenti lui lo avrebbe fatto fuori nel sonno – e non voleva affatto forzarlo, non per paura del coinquilino, ma perché voleva che Castiel si sentisse a suo agio a fare determinate cose con una persona, con lui. Non avrebbe mai creduto di sentirsi a disagio di fronte ad un ragazzo con cui aveva intenzione di fare sesso, non si riconosceva più.
«E io voglio che sia con te, Dean» disse sicuro, zittendo le sue ulteriori proteste con un altro bacio, stavolta spingendolo con gentilezza verso la propria camera da letto. Cas era impacciato, ma pieno di passione, tanto che travolse Dean, il quale lo spinse delicatamente sul letto, prima di mettersi a cavalcioni su di lui, sovrastandolo leggermente. Voleva che la prima volta di Castiel fosse speciale, in modo da non ripetere il suo personale errore. Il moro cercò di tirarlo a sé, per riprendere a baciarlo, ma Dean lo bloccò.
«Piano, tigre» disse sorridendo, sfiorandogli il mento con le labbra «Rilassati, abbiamo tutto il tempo del mondo» mormorò accarezzandolo languidamente, sfiorando la sua pelle con delicatezza, prima di sfilargli gli occhiali dal naso, guardandolo negli occhi, sorridendo come un idiota «Sei bellissimo, Cas» gli sussurrò, Castiel arrossì e un adorabile sorriso gli contornò le labbra, mentre espertamente passava a sfilargli contemporaneamente il maglione e la maglia che portava sotto, lasciandolo a petto nudo. Dean iniziò pian piano a baciargli l’addome poco sviluppato, scendendo sulla pancia, fino all’attaccatura dei pantaloni, Castiel, sotto di lui, fremeva d’eccitazione, agitandosi leggermente. Non aveva mai provato niente di simile, e poi Dean era dannatamente bravo. «La tua prima volta deve essere speciale, Cas» gli sussurrò, sbottonandogli i pantaloni, facendoli scivolare fino alle caviglie, permettendo all’altro di allontanarli con un calcio, ogni Cas che sussurrava, era un brivido lungo la schiena del suo partner. Dovette trattenere il fiato per un attimo, perché Castiel era davvero bellissimo, Dean non aveva mai visto niente di più bello di quel ragazzo. Si abbassò di nuovo su di lui, coinvolgendolo in un altro bacio mozzafiato. Baciare Castiel era il vero paradiso.
«Dean, tutto con te è speciale» confessò il moro contro le sue labbra, sorridendo lievemente. Dean si sentì avvampare, Castiel non si rendeva conto di quanto fosse dolce in determinate occasioni e nemmeno di dire con naturalezza cose così coinvolgenti. Timidamente, Castiel allungò le mani verso il torace dell’altro, sfilandogli la maglietta, il biondo lo lasciò fare, restando completamente immobile, scivolando accanto a lui, sapeva che l’altro avesse bisogno di prendere familiarità con la situazione e il suo corpo, lo accarezzò e lo baciò con dolcezza, mentre si stendeva lasciandogli campo libero. Castiel lo guardava con quello sguardo limpido – forse in quel momento opacizzato dalla passione – e lo sfiorava con delicatezza, saggiando la sua pelle, scoprendo il suo corpo man mano, in un modo che faceva sentire l’altro apprezzato, faceva scivolare ogni cosa brutta via dal suo corpo, sono qui e ti salvo, non sei solo, Dean diceva.
Per la prima volta, entrambi fecero l’amore, perdendosi l’uno nell’altro, consapevoli che tra di loro, le cose fossero più serie che mai. Dean si prese cura di Castiel, fu paziente, aspettò i suoi tempi e pian piano lo portò all’apice del piacere, godendosi anche lui quell’esperienza come una prima volta. Era la prima volta, in effetti, che si sentiva innamorato.
Restarono in silenzio per diversi minuti, intenti ad ascoltare l’uno il respiro dell’altro, Castiel aveva il capo poggiato sul torace di Dean, e ascoltava in religioso silenzio i battiti del suo cuore, probabilmente era la sensazione più bella che avesse mai provato. Il biondo lo strinse un po’ più forte, passandogli un braccio attorno alle spalle, lasciandogli un dolce bacio tra i capelli arruffati; si sentiva davvero in paradiso, in pace con se stesso e pieno di gioia.
«Ehi…» sussurrò il ragazzo all’orecchio dell’amante «Tutto okay?»
Il moro annuì, strusciando un po’ il volto contro il suo addome: «Mi sento… in paradiso» rispose con un sorriso ebete sulle labbra, stringendosi di più a lui, sperando, con quel contatto, di unirsi maggiormente al suo ragazzo «Tu?»
«Uguale. Non so cosa tu mi abbia fatto» mormorò il giovane, accarezzandogli una spalla nuda «Ma sospetto che tu abbia dei poteri paranormali, Cas» ammise, arrossendo leggermente.
«In che senso?»
«Non so… con te, ogni cosa è più bella e… mi fai sentire in pace con me stesso. Sono felice con te» mormorò «Grazie di essere entrato nella mia vita ed averla scombussolata… in positivo». Castiel lo guardò stralunato, restò in silenzio solo perché si sentiva dannatamente emozionato, ma l’altro fraintese il suo silenzio e «Scusa, sono stato inopportuno… ho rovinato tutto e-» balbettò a disagio, sentendosi un vero idiota per aver esternato tutte quelle cose.
Il moro si sporse verso di lui e lo baciò sulle labbra per zittire un altro dei suoi sproloqui «No, è tutto perfetto» sorrise contro le sue labbra, in un modo così dolce, che il cuore di Dean fece una capriola «Ti amo anch’io, Dean» confessò tranquillamente, strofinando il naso contro la spalla del biondo.
Dean deglutì, e si sentì invadere da una sensazione di caldo e di pace incredibile, ma alcuni dubbi iniziarono a tormentarlo, come era possibile che Castiel amasse lui? Così pieno di difetti? Così insicuro? Come era possibile che dicesse di amare un errore, uno scherzo della natura come lui? Forse era perché non conosceva tutta la verità…
«C-Cas…» mormorò, lui stava solo cercando di ringraziarlo per aver riportato la luce nella sua vita, e Castiel lo amava?
«Dean, so che stiamo insieme da poco» disse sorridendo, come non aveva mai fatto prima, accarezzando il volto di Dean, con delicatezza e dolcezza «Ma non c’è bisogno di aspettare per dirlo. Mi sono innamorato di te a prima vista. Mi hai subito colpito tra la folla, tra tutti quei ragazzi, il mio sguardo si è posato su di te… ho capito subito che tu fossi una persona speciale, e difficilmente mi sbaglio sulle persone» sussurrò, con fare quasi solenne, Dean sentiva solo il battito accelerato del suo cuore, un turbine di emozioni nuove espandersi in lui, tutte riconducibili alla felicità «Tu» disse a bassa voce, prendendogli il volto tra le mani «Non ti rendi conto di quanto tu sia speciale» sorrise guardandolo dritto negli occhi «Sono io che devo ringraziare te, per essere entrato nella mia vita».
Dean non sapeva cosa rispondere, Castiel riusciva a sorprenderlo sempre, in qualsiasi contesto e situazione; semplicemente si sporse verso di lui e premette le proprie labbra contro quelle del giovane accanto a sé, ringraziandolo per quello che aveva fatto per lui, ringraziandolo per averlo salvato, ringraziandolo per le sue parole. Dannazione, avrebbe pianto di gioia se non avesse promesso a se stesso di non piangere mai. Gli accarezzò il volto, mentre lo baciava, saggiandone i lineamenti e sentendo sotto i polpastrelli la sua barba appena accennata, le piccole rughe che si creavano agli angoli dei suoi occhi, segno che stesse sorridendo, e assaporando poco alla volta il suo dolce sapore. Santo cielo, sono fottuto. Non cucinarono niente, decisero di restare a letto a recuperare gli ultimi episodi di Game of Thrones – pudico com’era Cas, Dean si sorprese quando scoprì che seguiva quella serie – e di mangiare schifezze recuperate dalla credenza – fortuna che Gabriel avesse sempre una scorta di dolciumi nascosta da qualche parte. Restarono lì a coccolarsi, fino a che non scivolarono placidamente nel sonno, stretti l’uno all’altro, ascoltando ognuno il battito cardiaco dell’altro, come se fosse stato il suono più bello di tutto l’universo.
Quando la mattina seguente Dean si ridestò, nell’aria c’era un dolce profumo, Castiel non era più al suo fianco, il suo posto era freddo, come se si fosse alzato da ore. Si alzò anche lui dal letto, si guardò intorno nella stanza e vide su una sedia i suoi abiti del giorno prima, accuratamente ripiegati e un biglietto in cima – forse Cas era uscito? Strano non gli aveva detto nulla il giorno prima – si avvicinò con calma e lo prese delicatamente tra le dita, scacciando dalla mente il flash del solito ragazzo che gli lasciava il numero dopo una notte di sesso sfrenato, perché quello era Cas e loro avevano fatto l’amore: Mike e Gabe sono rientrati tardi, e dormono profondamente. Ho riordinato un po’ e preparato la colazione, appena leggi vieni in cucina. Cas. Perché lasciargli un biglietto, se era ancora in casa? Dean non vi badò, era Cas dopotutto, così si rivestì lentamente, notando che mancava la t-shirt nera che di solito portava sotto alla felpa, e guardando le lenzuola ancora sfatte del letto, ricordò la serata meravigliosa che avevano passato, già forse Cas non l’aveva ritrovata dopo il disastro che avevano creato lì dentro. Sorrise tra sé e sé, prima di uscire dalla camera e dirigersi in cucina.
«Cas?» lo chiamò, incerto. Sperava che i suoi coinquilini non lo sentissero, non aveva un buon rapporto con Michael, che sembrava essere il più protettivo nei confronti di Cas e che non vedeva di buon occhio Dean, per il suo passato.
«Buongiorno, bello addormentato!» esclamò il moro, mentre rigirava un pancake in una padella. Dean notò che avesse addosso la sua maglietta nera – ecco che fine aveva fatto – e un pantalone di tuta larghissimo, non riuscì a trattenere un sorriso e di pensare a quanto fosse bello «Dormito bene?» chiese voltandosi verso di lui e sorridendo.
«Ho dormito a meraviglia » rispose sorridendo e «’Giorno, sunshine » lo salutò avvicinandosi a lui e stampandogli un bacio sulle labbra «Hai fatto i pancake?» chiese poi, notando che il suo ragazzo fosse ancora impegnato a cucinare.
«Sì» annuì l’altro «In realtà, ho fatto anche la torta che avremmo dovuto fare ieri, e i french toast, mi sono svegliato allegro e… quando sono allegro cucino» disse allegramente, ponendo il pancake ormai cotto in un piatto. Versò subito altro impasto nella padella «Ma non ti aspettare che accada ogni giorno, eh!» precisò, mentre cuoceva anche del bacon in un’altra padella e contemporaneamente terminava di preparare i french toast, wow, sono così fortunato.
«Posso accontentarmi di vederti così felice ogni giorno e fare a meno dei pancake» confessò  dandogli un tenero bacio tra i capelli, dopo averlo abbracciato da dietro, poggiando le mani sui suoi fianchi magri. Castiel sorrise tra sé e sé, senza essere visto e reclinò la testa verso l’altro, appoggiandola nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo, guardandolo dritto negli occhi. Dannazione, che occhi… - pensò perdendosi nello sguardo del suo ragazzo.
«Sono felice con te».
Dean stava per abbassarsi e baciarlo di nuovo sulle labbra – adorava quei pochi centimetri d’altezza che li separavano, soprattutto in quelle situazioni – quando improvvisamente qualcuno si palesò alle loro spalle. Beffardamente, Gabriel, che stava assistendo alla loro patetica e smielata scenetta mattutina, dopo aver emesso un finto colpo di tosse, attraversò la cucina esclamando un sonoro Buongiorno! – facendo sobbalzare i due, che si allontanarono immediatamente, come scottati. Castiel, per ovviare l’imbarazzo, si avvicinò al forno tirando fuori la torta, ormai pronta, riponendola su un piano della cucina.
«Oh no, non fate così! Eravate così teneri, vero Micky?» domandò, rivolgendosi all’altro arrivato, che come lui li aveva visti in quelle tenere effusioni mattutine. Michael sbuffò irritato, e non rispose, dirigendosi alla macchietta del caffè per versarsi una generosa tazza di liquido scuro, guardando Dean in modo severo.
«Scusali» mormorò Castiel, imbarazzato «Di solito dormono di più».
«Non importa, Cas» sorrise Dean, raggiungendolo di nuovo e stampandogli comunque un bacio sulle labbra «Hai cucinato per un esercito. Faremo colazione tutti insieme».
La colazione procedette tranquilla, anche se le battute di Gabriel rendevano tutto molto imbarazzante, Castiel tendeva ad arrossire un po’ troppo mentre Dean cercava di evitare di rispondere, per non imbarazzare il suo ragazzo. Cas era un fantastico cuoco, ogni cosa che aveva preparato quella mattina era deliziosa, e tutti i presenti convennero, quando Dean lo fece presente.
Stava aiutando il ragazzo a lavare i piatti, quando Michael lo raggiunse, l’aria burbera e imbronciata, e una finta minaccia sul volto. Dean sapeva che era solo segno di guai, ma gli sorrise cordiale e gli chiese cosa non andasse.
«Ti ho sottovalutato, Winchester» disse, Castiel non appena lo sentì parlare con Dean si paralizzò «Cassie è davvero felice con te, e ne sono davvero contento» a giudicare dalla tua faccia non si direbbe – pensò Dean, avendo l’intelligenza di non dirlo ad alta voce, iniziava a sospettare che Michael fosse in qualche modo innamorato di Castiel e fosse geloso del loro rapporto «Non lo vedevo così felice e rilassato da tanto tempo, da quando è successo quell’… incidente. E poi, Castiel che si alza all’alba per cucinare? Santo cielo, non lo vedevo così dai tempi del liceo!» esclamò, sbottonandosi in un sorriso. Cas tirò un sospiro di sollievo sentendo l’amico così rilassato, e Dean iniziò a capire che nel passato di Cas doveva essere successo qualcosa di veramente brutto, che aveva fatto diventare il suo amico molto protettivo nei suoi confronti e probabilmente il fatto che Michael avesse scoperto il suo passato, lo rendeva sospettoso nei suoi riguardi, lo sarebbe stato anche lui, in fondo «Stai tirando fuori di nuovo il Cassie che conoscevo una volta, quello solare, divertente e fissato con la cucina. Grazie» disse battendogli una mano sulla spalla «Ma… azzardati solo a farlo soffrire e io…» iniziò a dire, nuovamente serio. Il biondo capì l’antifona, non aveva bisogno di sapere altro per capire che qualcosa avesse turbato il suo Cas, e di certo non aveva intenzione di rinunciare a lui, proprio ora che tutto era perfetto.
«Non andare avanti» lo interruppe Dean «Non ho intenzione di fargli del male o ferirlo in alcun modo. Anche lui tira fuori la mia parte migliore» confessò sorridendo, e allontana tutti i demoni del mio passato – aggiunse mentalmente, cercando di essere più convincente possibile «Tengo davvero a lui» precisò, e vide Michael fargli un sorriso accennato.
«Mi fa piacere sentirtelo dire, allora, alla prossima» comunicò facendogli un cenno con la mano, stava per andare via, e sparire dietro la porta, quando rivolse a Castiel lo sguardo carico di qualcosa di indistinto affetto fraterno? Amore? Michael era innamorato di Castiel? – si domandò ancora, confuso. La cosa… lo faceva sentire strano, a disagio, geloso. Il ragazzo restò spiazzato, senza sapere cosa pensare. Davvero, stava sentendo qualcosa nascere dentro di lui, una gelosia che mai aveva provato prima, una sensazione così spiacevole da lasciargli l’amaro in bocca e la mente piena di domande senza risposta.
«Ma è innamorato di te per caso?» domandò Dean, appena l’amico di Cas uscì, cercando di non far trapelare quel poco di gelosia che aveva scoperto di provare «No perché, altrimenti non mi spiego cosa lo spinga a trattarmi così di merda».
«Michael è protettivo» si affrettò a dire Castiel, scosso dall’ansia «Non devi essere geloso di lui, è interessato alle ragazze» Dean non diede a vedere di aver tirato un forte sospiro di sollievo «Si comporta così per delle cose…»
«C’entra qualcosa l’incidente a cui ha accennato prima?» chiese, il moro annuì a disagio e Dean capì che sì, era successo qualcosa e no, non avrebbe avuto più risposte sul passato di Cas, non in quel momento almeno. Cosa gli era successo? Perché nessuno gliene parlava? Qualcuno gli aveva fatto del male? Capì che quello non era il momento giusto per parlarne, e per questo si limitò ad avvicinarsi a Cas, abbracciarlo forte e sussurrargli all’orecchio: «Non ti farò mai del male, te lo giuro». Castiel ricambiò la stretta, stringendosi a lui con forza, lo ringraziò, poi si alzò sulle punte e lo baciò a stampo «E non permetterò a nessuno di fartene» promise. «E Cas?» lo chiamò, l’altro alzò gli occhi verso i suoi, e il biondo sorrise comprensivo «Qualunque cosa sia successa…» sussurrò «Con me ne puoi parlare quando vuoi».
Castiel deglutì e annuì, infossando il volto tra il collo e la spalla di Dean, lasciando che l’altro continuasse ad abbracciarlo, senza aggiungere nulla. Restarono insieme tutta la mattinata, in fondo, era domenica e potevano starsene un po’ tranquilli a casa. Michael e Gabriel erano usciti, Dean era rimasto con lui, dopo aver avvisato la sua famiglia che sarebbe rimasto fuori tutto il giorno. Erano insieme sul divano, guardavano un film comico, che avrebbe dovuto far ridere, ma che in realtà era stupido quanto una delle peggiori sitcom esistenti, quando Castiel guardò il suo ragazzo negli occhi e decise che sì, quello era il momento opportuno per parlargli, per dirgli tutto ciò che ancora non sapeva di sé. Prese un forte respiro e si decise a scoprirsi del tutto di fronte a lui, in fondo, gli doveva una spiegazione per il suo atteggiamento.
«Dean?»
«Sì, Cas?»
«Sai che… ho paura di effusioni pubbliche, coming out e… simili» disse esitante, il biondo annuì senza dire niente «So che… il mio atteggiamento a volte sembra strano e… patetico» Dean avrebbe voluto dirgli che no, non era affatto così, che gli andava bene, ma Castiel sembrava sul punto di dirgli qualcosa di veramente importante e decise di tacere «Dean, ti prego… non pensare che io mi vergogni di te, e di quello che abbiamo» mormorò, abbassando lievemente lo sguardo per non incontrare quello dell’altro «Ma ecco, io…» mormorò in difficoltà, poi decise che stava solo confondendo l’altro ragazzo e di dover parlare chiaramente, ma era difficile «Stamattina, Michael ha accennato ad un incidente, beh…» iniziò, a disagio, Dean lo guardò, alzandogli il volto verso il proprio, incoraggiandolo a parlare con un lieve sorriso comprensivo «Quando… quando ero al liceo, al terzo anno… io avevo… questo ragazzo» borbottò «E stavamo bene, ci piacevamo, ci frequentavamo, e… avevo fatto coming out con la mia famiglia da poco, mi avevano accettato, ero così sicuro che lo feci anche a scuola» spiegò, tremava e Dean si affrettò a prendergli la mano per stringergliela e fargli capire che lui era lì, accanto a lui «Poi… un giorno, mentre eravamo in giro, ci tenevamo solo la mano, niente di esagerato, solo la mano… un gruppo di ragazzi più grandi si avvicinò a noi e… iniziarono ad insultarci, a me non importava molto, e decisi di ignorarli, e siccome gli insulti non bastarono… loro ci picchiarono» Dean strinse un pugno con forza, trattenendo la rabbia verso quelle specie di animali che picchiavano gli omosessuali, come John «Passammo un brutto quarto d’ora, io me la cavai con un braccio rotto, mentre lui finì in ospedale con una commozione cerebrale» agli angoli dei suoi occhi erano già comparse delle lacrime e Dean era tentato di eliminarle «Mi lasciò qualche giorno dopo essere stato dimesso, dandomi la colpa per quello che era successo, perché se non avessi fatto coming out… non sarebbe successo» mormorò la voce spezzata «Ne uscii distrutto, Michael e Gabriel mi restarono accanto, e Michael, beh diede una lezione a quei ragazzi per difendermi... ma non ho frequentato nessun altro, prima di te…» mormorò fissandolo dritto negli occhi. La naturalezza con cui Castiel si era aperto con lui lo lasciò totalmente spiazzato, lui non si sarebbe mai sognato di aprirsi così con una persona, lui tendeva a tenere tutto dentro.
«Tranquillo, Cas» mormorò, dandogli un bacio tra i capelli «Con me sei al sicuro. Non permetterò a nessuno di farti del male e non te ne farò nemmeno io» gli disse con sincerità «E non potrei darti la colpa di nulla» - in realtà, se ti accadesse qualcosa, darei la colpa solo ed unicamente a me – aggiunse mentalmente, senza dar voce ai suoi pensieri.
«La relazione che ho con te… è la cosa migliore che mi sia mai capitata e… avevo così paura che qualcuno potesse farci qualcosa di simile, che potessero fare qualcosa a te, che ho preferito nascondere tutto, ma…» mormorò scuotendo la testa, tenendo gli occhi chiusi «Non voglio nascondermi, non voglio avere paura» disse con la voce spezzata «Lo vedo che tu sei triste quando devi starmi lontano e… non voglio renderti triste» lente lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso, e a Dean si strinse il cuore vedendolo così «Mi dispiace così tanto, Dean».
«Ehi, ehi» sussurrò sporgendosi verso di lui, prendendolo tra le sue braccia «Non piangere, Cas» gli disse in un orecchio «Non è colpa tua» sussurrò «Calmo, piccolo, va tutto bene» cercò di tranquillizzarlo accarezzandogli la schiena «Senti, so cosa significa quando non vieni accettato per chi sei in realtà» disse, aprendosi un po’ anche lui «Posso aiutarti, vuoi?» Cas contro il suo petto annuì piano «Andrà tutto bene, ci sono io con te».
«Promesso?» sussurrò il moro contro di lui.
«Promesso, e se qualche omofobo si permette di alzare un solo dito su di te, gli farò passare il peggior quarto d’ora della sua vita» promise. Castiel si strinse a lui, sentendosi al sicuro tra le sue braccia, calmandosi pian piano, promettendogli a sua volta che si sarebbe impegnato a non aver paura di mostrare quanto fosse innamorato di lui.
E lo fece, con l’aiuto di Dean, Castiel non ebbe più paura di tenere la mano in pubblico al suo ragazzo.
 
Natale 2015
Se Dean aveva pensato di aver dimenticato l’invito a pranzo dalla sua famiglia per il suo ragazzo, Jody e Bobby non erano dello stesso avviso, così una settimana prima di Natale a cena, avevano tirato fuori l’argomento, e avevano riproposto l’invito per il giorno di Natale. Dean era andato in paranoia, ma quei due sapevano essere davvero insistenti, e si era ritrovato a doverne parlare con Castiel, pochi giorni prima del fatidico giorno. Era stato difficile chiedere a Cas di andare a pranzo a casa sua, difficile e imbarazzante. La conversazione era stata più o meno così: Cas, la mia famiglia vorrebbe… conoscerti, Sam non sa tenere la boccaccia chiusa e… santo cielo, che disastro, non voglio costringerti  e Castiel aveva sorriso tranquillo, gli aveva preso il volto tra le mani e con la sua tipica dolcezza gli aveva sussurrato sarebbe un onore conoscere la tua famiglia, Dean. Castiel aveva letteralmente stravolto la sua vita, in così poco tempo, e tutti lo avevano notato, era stato una ventata d’aria fresca nella sua oscura e travagliata vita, e ogni giorno illuminava le sue giornate con un sorriso, una parola dolce e un turbine di emozioni nuove e positive, e forse era per questo che la sua famiglia voleva conoscerlo, non si aspettava così presto, ma in fondo li capiva. Lui stesso non si rendeva conto di cosa fosse successo in quel poco tempo, ne era felice, ma stentava ancora a crederci.
Quando gli aveva comunicato che lo avessero invitato al pranzo di Natale, Cas aveva sorriso spontaneamente e aveva accettato di buon grado il suo invito, gli disse che la sua famiglia quell’anno era andata in vacanza all’estero e lui aveva declinato il loro invito a causa dello studio, probabilmente avrebbe passato il Natale da solo nel suo appartamento se Dean non lo avesse invitato. Si era sorpreso, aveva immaginato che dirgli una cosa simile potesse metterlo in imbarazzo, invece no, non sapeva se esserne felice o turbato. Da quel giorno di inizio dicembre, la loro relazione aveva avuto un brusco cambiamento, tutto era diventato tremendamente serio e coinvolgente, Dean ancora non poteva credere a una cosa simile. Il 25 dicembre non tardò ad arrivare, e Dean si svegliò presto – non dormì proprio, si sentiva agitato, perché presentare ufficialmente Cas alla sua famiglia era importante e gli metteva agitazione – e dopo aver ingurgitato una quantità improbabile di caffè a stomaco vuoto, già di prima mattina, si guardò intorno sospirando. Sam dormiva nel suo letto dall’altra parte della stanza che condividevano da anni – tranne quando Sam era al campus e Dean poteva fingere di avere una stanza totalmente propria – e non si accorse minimamente del fratello che cercava degli abiti da indossare. Doveva andare da Cas, avevano programmato di vedersi presto, volevano fare un giro e scambiarsi i regali di Natale prima di recarsi a casa di Dean e pranzare con la sua famiglia. Il ragazzo sorrise rigirandosi tra le mani il pacchetto che lui stesso aveva confezionato per il suo ragazzo, e sapeva che avrebbe adorato il regalo. Come erano cambiate le cose per lui in così poco tempo, fino a pochi mesi prima non credeva nemmeno di meritare di essere così felice – forse ancora lo pensava, ma cercava di scacciare quelle convinzioni – e adesso si ritrovava a prepararsi per andare a casa del suo ragazzo, che quel giorno sarebbe andato a pranzo a casa sua, per conoscere la sua famiglia. Cielo.
Indossò velocemente dei jeans, la solita t-shirt nera e una felpa pesante, e si guardò allo specchio, aveva un sorriso ebete stampato sul volto e stava bene, stava bene come mai lo era stato in vita sua e…
«Quando hai intenzione di chiedere al tuo riflesso di uscire?» gli chiese con tono canzonatorio il fratello alle sue spalle, con la voce di chi si era appena destato dal sonno e già voleva iniziare a scherzare e a dar fastidio.
«Idiota» borbottò il biondo, sentendo il volto andare in fiamme «Devo uscire con Cas, prima di portarlo qui a pranzo».
«Ah già, oggi è il grande giorno!» esclamò il ragazzo sorridendo, mettendosi seduto sul letto «Quello è il mio regalo?» chiese riferendosi al pacchetto che il fratello aveva ancora tra le mani. Dean sbuffò sonoramente e lanciò con poca grazia il regalo di Cas in una busta, prendendone un’altra da sotto il letto.
«No, questo è il tuo» disse avvicinandosi a lui. Sam prese la busta tra le mani e ne estrasse un pacchetto quadrato, ne sfiorò la superficie e constatò che si trattasse di un libro «L’ho scelto con Cas, lui è nerd quasi quanto te, ne capisce di queste cose» spiegò. Andare a far compere di Natale con Cas era stato uno spasso, perché il moro restava paralizzato davanti alle vetrine, guardando questo o quell’articolo constatando che il prezzo fosse troppo alto o che non rientrasse esattamente nei loro standard e cose del genere. Avevano impiegato più di quattro ore a scegliere i regali per i due coinquilini di Cas, per Sam, anche per Benny perché Dean, è il tuo migliore amico, non puoi non fargli un regalo! – aveva detto e Dean aveva ceduto. Quello per Cas era stato maledettamente facile da scegliere perché mentre giravano per il centro commerciale, il ragazzo si era fermato davanti ad una vetrina, aveva osservato con ammirazione una felpa particolare con un simbolo celtico sul petto e aveva scosso la testa, dicendo che era troppo costosa per lui. Dopo qualche minuto, Dean con la scusa di aver visto una cosa che doveva assolutamente vedere, aveva fatto una corsa verso quel negozio e aveva acquistato la felpa per Cas, ed era tornato da lui con una busta tra le mani e gli aveva detto che avesse visto un articolo da cucina adatto a Jody. Cas gli aveva creduto, anche perché aveva chiesto al commesso di mettergli la felpa in una busta anonima, in modo da non destare sospetti.
Dean guardò Sam che studiava il pacchetto, senza scartarlo, con esitazione. Forse non gli era piaciuta l’idea? Perché non si decideva ad aprirlo? Forse un libro non era stato una buona idea?
«Lo aprirò quando arriverà anche Cas» esordì il minore «Così se non mi piacerà, saprò con chi prendermela!» scherzò.
«Sei un idiota, Sam» lo canzonò Dean, afferrando la busta con il regalo di Cas «Ci vediamo dopo».
«A dopo, Dean».
Il maggiore regalò un sorriso al fratello, prima di sparire oltre la porta, augurare il buon Natale a Bobby e Jody che erano in cucina a fare colazione ed uscire dalla porta di casa, quasi saltellando dalla felicità. Chi era lui? Che ne aveva fatto del vecchio Dean Winchester? Forse era ancora lì, ma seppellito sotto l’amore e la felicità, faticava a venir fuori.
Pimpante arrivò a casa del suo ragazzo, salì le scale e quando il moro gli aprì la porta, Dean gli augurò il buon Natale con un lungo e profondo bacio. Si sentiva un ragazzino che scopriva l’amore, e forse era proprio così.
«Buongiorno a te, Dean» disse il più basso, sorridendo «E buon Natale» gli augurò, facendolo entrare in casa «Ho preparato una torta al cioccolato per il pranzo… pensi che possa andare bene?» chiese preoccupato.
«Ma certo, andrà benissimo» lo rassicurò. Fecero colazione insieme, come avevano programmato e si scambiarono i regali, la faccia di Castiel quando vide la felpa fu sbigottita, e Dean giurò di aver visto delle lacrime di gioia sul suo volto. Cas gettò le braccia attorno al collo del suo ragazzo e lo ringraziò di cuore, scusandosi per non avergli fatto un regalo tanto meraviglioso – ma il mio regalo sei tu – aggiunse mentalmente il biondo, senza dirlo ad alta voce, perché gli sembrava un po’ troppo smielato. Cas invece gli aveva regalato un piccolo pupazzetto a forma di angelo uno di quelli da mettere sotto lo specchietto dell’auto dicendogli che in quel modo avrebbe pensato sempre a lui quando guidava e sarebbe stato attento. Da quando Dean aveva confessato di aver preso parte a delle corse clandestine in passato, Castiel si preoccupava molto quando guidava senza di lui in auto – sapeva che con lui non avrebbe fatto niente di sconsiderato, ma da solo? Non poteva esserne certo ed era spaventato – sì, era adorabilmente dolce, soprattutto quando si preoccupava in quel modo.
Dean iniziò ad entrare in paranoia verso ora di pranzo, quando l’ora X si avvicinava sempre di più, temeva l’incontro con la sua famiglia, non per Cas, ma per quello che avrebbe significato. Significava accettare che , era felice finalmente, che no, non avrebbe permesso a nessuno di interrompere quella bolla magica in cui era caduto e ancora che , era tutto vero e non solo nella sua immaginazione. Ma se non lo avessero accettato?
L’ansia, il terrore e la paranoia passarono quasi subito, quando Jody vide Cas, sorrise gioiosa e lo abbracciò forte, ringraziandolo per quello che aveva fatto per Dean, Cas non capì esattamente il motivo per cui lo stesse ringraziando, ma tenne per sé le domande. Conobbe Bobby e gli strinse la mano presentandosi, e poi incontrò Sam con il quale fortunatamente non vi fu bisogno di presentazioni; Dean si sentì un po’ più tranquillo. Il pranzo trascorse tranquillo, Cas era adorato da tutti – come poteva non essere così? – e Dean si ritrovò a guardarlo sorridente, mentre spiegava a Jody la sua ricetta per la torta di mele. Santo cielo, sembrava che Cas facesse parte della sua vita e della sua famiglia da sempre, il ragazzo si ritrovò anche a parlare di letteratura con Bobby e di roba nerd con Sam, sapeva spaziare da un argomento all’altro senza imbarazzo o esitazione. Vedere Castiel così a suo agio con la sua famiglia per Dean era davvero importante, perché voleva dire che era tutto vero e lui meritava ciò che gli stava accadendo. Fu felice di sentire i commenti positivi di Jody sulla torta al cioccolato che Cas aveva preparato per il pranzo, fu felice di sentirlo chiacchierare con Sam su una nuova serie tv che doveva assolutamente guardare e con Bobby di un nuovo saggio letterario brillante e davvero interessante di un autore che Dean proprio non conosceva. Era tutto perfetto, e Dean si rese conto, ad un certo punto, che fosse troppo perfetto, e una lampadina si accese nel suo cervello, e deglutì con forza; non doveva essere così, perché succedeva sempre nella sua vita, appena accadeva una cosa bella, subito dopo ne succedeva una che annullava quella bella precedente. Si ritrovò improvvisamente a corto di fiato e dovette correre via, usando una scusa banale, rifugiarsi nella sua stanza per mettere insieme le idee, perché doveva trovare un modo di non rovinare tutto quella volta, era troppo importante. Restò sul suo letto tenendosi il volto tra le mani, scuotendo la testa e ripetendosi nella sua mente che avrebbe dovuto proteggere Cas da se stesso, prima che fosse troppo tardi, non avrebbe mai dovuto farlo entrare nella sua vita, e trascinarlo con sé, fino a che non sentì bussare alla porta, stava per dire Sam non rompere il cazzo, torno tra poco, quando la voce del suo ragazzo giunse alle sue orecchie.
«Dean?» lo chiamò Castiel da fuori alla stanza «So che sei in camera tua, posso entrare?»
«D’accordo…» mormorò il ragazzo, stringendo forte i pugni, per trattenere il nervosismo. Castiel entrò richiudendosi subito la porta alle spalle. Si sedette accanto a lui sul letto e gli appoggiò una mano sul ginocchio, per confortarlo.
«Dean» lo chiamò ancora «Qualcosa non va?»
«No, sto bene» mentì. Castiel inclinò la testa, scuotendo la testa, con un piccolo sbuffo, il moro lo guardò con più intensità, come se avesse capito che qualcosa in realtà non andava «Cosa? Sto bene, Cas».
«No, non stai bene» affermò con sicurezza, prendendogli il volto tra le mani, guardandolo dritto negli occhi «Dimmi cosa c’è che non va» e stavolta, Dean si rese conto che non era una domanda e Castiel non si sarebbe accontentato di un non voglio parlarne, così prese un respiro profondo, ricambiando lo sguardo del suo ragazzo, che era determinato a sapere cosa gli prendesse, e Dean stavolta voleva condividere con lui i suoi dubbi, perché era giusto così. Senza alzare lo sguardo sull’altro, prese un respiro profondo e iniziò a parlare.
«Ogni volta… ogni volta che succede qualcosa di bello nella mia vita, poi tutto va a puttane, e non… non voglio che accada con te, Cas…» mormorò appoggiando la mano sulla sua, intrecciando le loro dita «Non voglio perderti».
«Non mi perderai, te lo prometto» disse Castiel, facendogli alzare il viso con la mano libera, proiettando di nuovo i suoi occhi incredibilmente azzurri nei suoi «Dean, te lo prometto, mi impegnerò con te per non far andare tutto a puttane».
«Ho paura, Cas» disse guardandolo negli occhi, era la prima volta che si mostrava fragile davanti a Castiel, non aveva mai voluto esternare tutti i suoi sentimenti per ovvi motivi, ma con lui sapeva di poterlo fare, perché non avrebbe usato le sue emozioni contro di lui «Sono terrorizzato all’idea che tutto possa andare male, come sempre» non voleva scendere nei particolari, ma improvvisamente le immagini di ciò che era accaduto nel suo passato, quando si era sentito felice e poi tutto era precipitato tornarono violente alla sua mente. Non meritava tutta quella felicità, non meritava Castiel «Non merito tutto ciò…» disse infatti. Castiel gli accarezzò una guancia con dolcezza, senza smettere di guardarlo negli occhi. Sapeva che ci fosse qualcosa che andava più a fondo di ciò che il biondo diceva, ma sapeva che se e quando ne avesse voluto parlare, lui lo avrebbe ascoltato. Non era quello il momento.
«Dean, tu meriti di essere felice» asserì con sicurezza «Guarda che le cose belle accadono» gli disse «E non necessariamente sono seguite da catastrofi, okay? Io sono qui, sarò qui con te, non andrò da nessuna parte, e ti giuro che qualsiasi cosa accadrà, qualsiasi catastrofe si abbatterà su di noi, come credi tu, l’affronteremo insieme, non ti abbandonerò».
Dean si sentì sul punto delle lacrime in quel momento, Castiel stava toccando le corde più intime del suo cuore con quelle parole, e niente, niente era più prezioso e importante di quel discorso che gli aveva appena fatto. Non aveva parole per rispondergli o per ribattere, avrebbe voluto dire che nella sua esperienza mai qualcosa era andata così, mai le cose belle erano arrivate senza portare catastrofi, ma sapere che Castiel, quella volta gli sarebbe stato accanto, lo tranquillizzava, lo rendeva meno terrorizzato e forse un po’ più fiducioso.
«Grazie Cas» sussurrò, avvicinando il volto al suo «Non so chi ringraziare per averti messo sulla mia strada, ma sono felice, lo sono davvero». Gli sussurrò, quasi sulle labbra, un ti amo appena udibile, un mormorio appena sussurrato che si spense sulle labbra di Castiel, prima che Dean lo baciasse con delicatezza e passione. Cas era lì, non sarebbe andato da nessuna parte. E sì, un giorno gli avrebbe raccontato tutta la storia della sua vita, perché sapeva che non lo avrebbe perso.
Quando tornarono in sala dagli altri, Sam lo guardò immediatamente con preoccupazione, ma lo sguardo che gli rinviò Dean lo tranquillizzò, ci aveva pensato Cas a farlo stare bene e Sam sorrise, guardando Castiel con riconoscenza. Senza ulteriori intoppi la giornata trascorse fino alla fine della festa, poi il moro tornò a casa salutando i familiari del suo ragazzo e promettendo a Jody che un giorno avrebbero cucinato insieme. Dean non poteva essere più felice di ciò, e forse iniziò a credere che , Cas aveva ragione e le cose belle accadevano a tutti, persino un ragazzo danneggiato come lui.


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Hola people!
Buon sabato a tutti, e come ogni sabato che si rispetti, rieccomi con il nuovo capitolo.
Ammetto che questo è uno dei miei preferiti, ed è anche il più lungo di tutta la storia, non potevo dividerlo, perché come vedete se nella prima parte Cas si apre con Dean, nella seconda Dean si apre un po' con Cas ed erano due cose che dovevano andare per forza insieme, per vedere quanto il loro rapporto si stia rafforzando. E ricordate bene la promessa di Cas, servirà nei prossimi capitoli. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come a me è piaciuto scriverlo. 
Rinnovo i ringraziamenti a chi segue la storia, chi la inserisce tra le preferite e le ricordate, a chi spende anche solo un click per leggere questa cosetta, e alle mie commentatrici abituali! Come direbbe il nostro Dean, you are awesome!! 
Ci si becca sabato prossimo, sempre su questi canali! 
A presto, people!
   
 
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