Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: _MartyK_    16/09/2017    3 recensioni
Myung Jae è una ragazzina nordcoreana di sedici anni che abita vicino al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Stanca della sua vita misera e monotona, una notte decide di fare l'impossibile, sfidando il caso e rischiando la vita: oltrepassare il confine per andare al sud.
Jimin è sudcoreano, ha diciassette anni appena compiuti e una passione sfrenata per la danza classica e quella moderna.
Il loro sarà un amore travolgente: riusciranno a superare le difficoltà o avranno la meglio le barriere politiche?
Dal capitolo 1:
Non era brava ad immaginare, anche perchè non conosceva il vero significato del termine. Tutto ciò che poteva immaginare ce l'aveva a pochi chilometri da casa e non poteva accedervi per uno stupido capriccio lungo più di sessant'anni.
[...]
Stava per addormentarsi se il fischio del treno non l'avesse fatta sobbalzare per lo spavento.
Sentì le rotaie muoversi sotto i suoi piedi e vide la ferrovia, le panchine e gli alberi circostanti muoversi all'indietro rispetto a lei e capì.
Il suo sogno era appena iniziato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mattino seguente Jimin si svegliò sentendo qualcosa di caldo e delicato premere sul suo petto. Sbadigliò nel modo più silenzioso possibile e strizzò gli occhi cercando di mettere bene a fuoco la stanza, quando il suo sguardo cadde sulla mano di Myung Jae.
Seguì il suo braccio fino ad accorgersi che poggiava la testa sulla sua spalla. Arrossì all'inverosimile, ora si era trasformato in un cuscino, pensò sorridendo.

Cercò di alzarsi piano, scostando la mano della ragazza e tirandosi su a sedere, la testa scoppiava da morire.
Proprio quando stette per mettersi le ciabatte, sentì dei mugolii provenire dall'altro lato del letto.

- Dove vai?- riuscì a decifrare, data la voce stanca e impastata dal sonno. Jimin deglutì e si grattò la nuca con fare sospetto.

- E' mattina, tra poco devo andare a scuola- scrollò le spalle. Myung Jae inclinò di lato la testa e mise il broncio, sentiva che il ragazzo le dovesse dire qualcosa.
D'altro canto egli attendeva con uno sguardo vago e, a dirla tutta, distaccato.

- Senti, per quella cosa di... ieri sera, beh io... ero nervoso a causa di Yoongi e poi ero stanco- farfugliò passandosi una mano sul viso, massaggiandosi la fronte.
La ragazza sembrò rivolgergli uno sguardo triste e annuì.

- Tranquillo è tutto a posto. Come se non fosse successo nulla- sospirò.
Jimin dischiuse la bocca, non credeva che avesse potuto dire una cosa del genere. Fece per alzare l'indice come a spiegare, poi abbassò subito il braccio e annuì a sua volta.

- Bene. Come se non fosse successo nulla- ripetè solamente.

Si alzò definitivamente dal letto e abbandonò la stanza, non prima di annunciarle che avrebbe preparato la colazione assieme all'altro hyung.
Nel mentre Myung era in bagno a vestirsi, il castano si stiracchiò sgranchendosi le braccia e fece una smorfia di disappunto con la bocca nel notare che Yoongi era diventato mattiniero: stava ai fornelli intento a cucinare qualcosa a lui sconosciuto, e in più canticchiava quelle odiose canzoncine da militari sulla grandezza della patria e sulla protezione di donne e bambini.

- Ah, buongiorno Yoo Si Jin- ridacchiò citando il protagonista del drama. L'altro gli rivolse un'occhiataccia e continuò a girare e rigirare le frittelle in padella.
Intanto Jimin prese posto a tavola.

- La straniera si è svegliata?- domandò con nonchalance. Il minore storse il naso nel sentire il termine che aveva usato per la ragazza e sbuffò.

- Ti ho detto che non è straniera-

- Sì che lo è. E poi tu mi hai detto solo che non è una puttana-

Jimin strinse i denti e serrò i pugni fino a sbiancare le nocche. Contegno Jimin, contegno, si disse disperato.
Ma finchè quell'idiota continuava a provocarlo non ce l'avrebbe fatta. Doveva prendere lezioni di yoga, di questo ne era al corrente.

E inoltre essere fumantino e facilmente irascibile non era da un asiatico, aveva sempre pensato di essere troppo atipico per la loro cultura.
Un paio di minuti più tardi Yoongi si voltò nella sua direzione e porse all'amico il piatto con due fettine sottili di pancake.

- Un'altra volta pancake?- si lamentò quest'ultimo.
L'altro roteò gli occhi al cielo, rispose soltanto che gli mancavano e che lo facevano sentire a casa. Jimin incominciò a mangiare, incurandosi del fatto che avrebbe dovuto aspettare che il maggiore si sedesse.
L'educazione la spedì proprio a calci nel culo.

- E comunque non abbiamo ancora chiarito- esordì con la bocca piena di cibo. Yoongi fece smorfie apposta, come se non avesse visto niente di peggio.

- Cosa vuoi sapere?-

- Non mi hai detto come sai che si tratta di una nordcoreana- s'impuntò l'altro.
Il ragazzo ridacchiò e si prese tutto il tempo di inforchettare il boccone di cibo, portarselo alla bocca, masticare lentamente e ingoiare. Il tutto fatto rigorosamente per far incavolare Park Jimin.
Egli dal canto suo giurò di non averlo mai visto così stronzo e provocatorio.

- La prima volta che vi ho visti ho notato che aveva un accento diverso dal nostro e inoltre i tratti sono molto marcati, come se fosse cinese. Strano per essere coreana, non ti pare? E' spaesata, senza un soldo in tasca e un tetto dove stare, ho semplicemente fatto due più due- spiegò con la sua solita scrollata di spalle.
Sì, doveva seriamente smetterla di leggere i gialli.

Il castano assottigliò gli occhi e scosse la testa in segno di negazione.

- C'è qualcosa che io non so. Poteva anche essere una poveretta, come hai azzeccato così in fretta?- chiese ancora.
E fu a quel punto che Yoongi incominciò a sbuffare e a fare il finto annoiato.

- Jimin, ancora insisti?! Ti ho detto come ci sono arrivato, ora lasciami finire questa merda di colazione e dopo ti accompagno a scuola- troncò in pieno la conversazione e mangiò con voglia, divorando letteralmente gli ultimi bocconi di pancake.
Il più piccolo sospirò, Yoongi era un esperto nel concludere le conversazioni. Merito del suo essere tranquillo e tremendamente asociale.

Nonostante ciò non era convinto che gli avesse raccontato tutta la verità. Oltre ad essere apatico era anche furbo.
Molto furbo, di questo doveva tenerne conto.








Myung Jae irruppe in stanza quasi verso le otto, più o meno quando i due ragazzi stavano uscendo da casa. Jimin aprì la porta d'ingresso e si voltò verso di lei nel momento in cui sentì i suoi passi farsi sempre più vicini.

- La colazione è in tavola e se vuoi in frigo c'è del latte- l'avvisò con un mezzo sorriso. Myung ne tirò uno cordiale e inchinò leggermente la testa.

- Divertiti!- aggiunse Yoongi, beccandosi un'occhiata infuocata da parte del castano.
La ragazza parve non ascoltarli, era troppo impegnata a scartabellare fra i fogli di carta sparsi sul mobiletto accanto alla tavola. Quando trovò il necessario si rivolse a Yoongi, l'unico che era rimasto ancora poggiato allo stipite della porta.
Jimin si era fiondato in macchina da un pezzo.

- Sai dove si spediscono le lettere?- domandò imbarazzata.
Yoongi gongolò internamente. Cercò di non riderle in faccia e si schiarì la voce.

- Beh, se le imbuchi nella cassetta della posta poi l'uomo blu le prende tutte e le spedisce dove vuoi tu- mentì e si decise a chiudere la porta.
La ragazza alzò un sopracciglio nel sentire quelle parole, neanche sapeva dell'esistenza di un uomo blu che distribuisse le lettere in tutto il mondo.

- Per chi mi ha presa? Non sono una bambina!- si ritrovò ad esclamare da sola.

Le vennero in mente le parole di Min Seo, quelle dei suoi lunghi discorsi sul genere umano e sulla coscienza in generale: mai fidarsi di ciò che dice la gente, per il novanta per cento sono solo cavolate, per il restante dieci sono scorci di verità. Piccoli quanto le briciole di pane.
E le diede ragione anche quella volta, la storia dell'uomo blu era una bugia, quella delle lettere da imbucare nella cassetta era verità.

Impugnò la penna e si mise a scrivere le prime righe dell'ennesima lettera alla sorella, mordicchiando i bocconi di pancake e bevendo il latte a piccoli sorsi:

Cara Min Seo,
se non hai ricevuto la vecchia lettera, beh, è colpa mia.
L'ho lasciata in bella mostra a Jimin, il ragazzo che mi ha ospitata, e così ha scoperto il mio vero nome e il paese da cui provengo. Sa tutto, tutto quanto, eppure non è preoccupato.
O meglio, all'inizio lo era, poi è cambiato.
E' sempre disponibile, gentile ed educato, credo mi voglia tanto bene. Ieri pomeriggio siamo stati al parco e mi ha spinta sull'altalena, ti rendi conto? L'altalena!

Noi non siamo mai potute andare in un posto del genere, i giochi erano sempre rotti e alla fine lo hanno trasformato nell'ennesima base militare a servizio del leader. Comunque non voglio parlare di cose tristi. Ora sono felice, anzi, credo proprio di aver trovato il mio posto nel mondo. Con Jimin.

Se sorridi per l'altalena allora non immaginerai cosa mi è successo ieri sera!
Prima che potessi infilarmi nel letto e crollare a dormire come al mio solito mi ha baciata. Proprio così, mi ha baciata!
Credevo di aver perso dieci anni di vita sentendo le sue morbidissime labbra sulle mie, è stato dolcissimo.

Mi sto affezionando a lui in una maniera incredibile, molto velocemente. Non so se sia giusto o sbagliato, in realtà non so neanche quanto tempo debba passare prima che un uomo e una donna possano mettersi insieme, eppure credo di amarlo.
Il cuore mi batte fortissimo quando mi guarda, incomincio a sudare e mi tremano addirittura le mani. E non parliamo del suo sorriso smagliante! Potrebbe uccidermi...

Sì, credo proprio di essermi innamorata. Ah, allora è questo che si prova quando si ama una persona!
Unnie, è davvero bello.
Spero non vi sia accaduto nulla e non state in pensiero per me, in qualche modo vedrò di contattarvi presto. Ti voglio bene sorellona.
Myung Jae.


Una volta terminata la lettera, mise a posto la penna e piegò il foglio a metà, inserendolo in una busta e uscendo di casa giusto il tempo di andare ad imbucarla nella cassetta fuori dal palazzo.
Salì le scale alla velocità della luce e si richiuse la porta dietro le spalle in fretta e furia, era la prima volta che usciva di casa senza Jimin.

Sperò che almeno quella lettera arrivasse a destinazione.














































* * *










































 Il pomeriggio Jimin si rinchiuse in camera a studiare. Myung Jae provò a fargli qualche domanda e a chiedergli se avesse bisogno del suo aiuto, lui la liquidò con un semplice sorriso e con un 'so cavarmela da solo' quasi balbettato.
Era strano dalla mattina e non andava bene, qualcosa era successo durante la sua assenza. In più quel Min Yoongi non era affatto una persona normale, a volte si chiedeva come facesse a non aver bisogno di contatti umani, se ne stava sempre solo per i cavoli suoi girovagando su internet e smanettando al cellulare.
Lei non sapeva neanche usare il suo!





Proprio quando la noia stette per prendere possesso del corpo della ragazza, Jimin si presentò in salotto con il borsone da palestra e il cappotto indosso.

- Vado a ballare. Ci vediamo più tardi, Yoongi tu non combinare casini- avvisò il più grande. A volte sembrava lui lo hyung di turno.
La ragazza scattò all'impiedi come una molla e alzò il braccio, un sorrisone a dipingerle il viso pallido che si ritrovava.

- Vengo anch'io!-

Jimin deglutì e abbassò lo sguardo.

- Veramente...-

- Oh avanti, mi avevi promesso una lezione di ballo!- fece gli occhi dolci e sporse il labbro inferiore tremolante, era così brava nell'imitare i cani bastonati che quasi le uscivano le lacrime.
Il castano strizzò gli occhi e scosse la testa, lasciandosi sfuggire un ringhio l'attimo dopo.

- Aish e va bene, vieni con me!- se ne pentì nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole.
Myung urlettò felice e cominciò a saltellare per tutto il salotto, Yoongi la guardava con un sorrisetto malizioso.

- Devo portare qualcosa? Tu hai una borsa enorme-

- In camera c'è una maglia oversize con il numero 1 sul retro e dei pantaloncini verdi. Lo so che sono miei, ma puoi prenderli tu-

La corvina corse a prendere l'occorrente e ritornò sul posto dopo neanche venti secondi. Jimin ridacchiò.

- Vedo che sei abbastanza allenata, andiamo-

- A dopo piccioncini, siete bellissimi insieme!- urlò Yoongi mettendo le mani a mo' di megafono.
L'amico si voltò verso di lui e gli mostrò il dito medio.

- A dopo rompiballe-
















































* * *














































La palestra era davvero gigantesca, c'erano attrezzi e strumenti che Myung Jae neanche immaginava.
Jimin le fece un po' da guida turistica e indicò i vari aggeggi, fra tapis roulant, cyclette, tappeti elastici e pesetti. Si inchinarono in segno di saluto di fronte ai vari personal trainer e attraversarono la sala principale andando in quella da ballo: lì trovarono un ragazzo impegnato ad incasinarsi la vita ballando in modo sfrenato e con la musica sparata a tutto volume.

Jungkook.

- Yah fratello! Come butta?- esclamò il castano felice come una pasqua.
Lanciò a terra il borsone e saltò addosso al ragazzo, che barcollò un po' prima di ricambiare la stretta.

- E' tuo fratello?- chiese esterrefatta Myung Jae. Jimin ridacchiò e scosse la testa.

- E' un modo di dire molto americanizzato, significa che è mio amico- spiegò. La ragazza annuì, nel frattempo il corvino le si avvicinò e sorrise.

- Mi chiamo Jungkook, piacere di conoscerti- allungò la mano verso di lei.
Myung abbozzò un sorriso, poi ritornò seria. Sapeva che di Jimin poteva fidarsi, ma di questo Jungkook?
Doveva inventarsi un nome e alla svelta, tanto per non risultare falsa o comunque poco credibile. Fece per aprire bocca quando da dietro le spalle del ragazzo spuntò la testa di Jimin, le faceva no con le dita.
Fu allora che decise di dirgli il suo vero nome, seppure con insicurezza.

- Cosa stavi ballando?- chiese lei mentre si toglieva il cappotto e lo appendeva all'appendiabiti assieme a quello di Jimin.

- Era una canzone dei Teen Top, non so se li conosci-

Jimin affiancò i due mettendosi in mezzo e circondando le loro spalle con le braccia.

- Devi sapere che questo marmocchio qui va matto per quel gruppo, anche se ascolta la loro musica da poco. Si è innamorato di Rocking-

- Tanto da imparare la coreografia in meno di due giorni- continuò Jungkook ridendo.
Il più piccolo fece ripartire la musica e ballò assieme a Jimin, esibendosi davanti alla loro unica spettatrice che li guardava a dir poco estasiata.
Erano davvero fenomenali.

Jimin muoveva i piedi così velocemente che credette di perdersi con lo sguardo, Jungkook invece era bravissimo a far ondeggiare i fianchi e a canticchiare sopra la base della canzone. Le piaceva il fatto che riuscisse ad essere intonato nonostante il fiatone.

Alla fine dell'esibizione Myung battè forte le mani e si fiondò tra le braccia di Jimin, esclamando quanto fosse bravo e facendo i complimenti anche all'amico.

- Che ne dici di provare? Forza, non è difficile- la incitò Jungkook.

- No, non credo di poterlo fare...-

- Ma hai insistito così tanto per venire!- mise il broncio Jimin.
Myung Jae si grattò il braccio imbarazzata e si morse il labbro inferiore.

- Ho capito, forse è meglio che me ne vada- esordì Jungkook, anch'egli imbarazzato.

- Perchè?- fece il castano. L'altro sventolò una mano davanti ai suoi occhi e prese il suo borsone, asciugandosi il sudore dalla fronte e dal resto e preparandosi per andare via.

- Tranquillo, ero qui da molto più tempo di quanto pensassi e poi sono stanco. Continuate voi, ci vediamo!- annunciò e abbandonò la sala.

Jimin si mordicchiò le unghie mentre Myung incrociò le braccia al petto, erano entrambi nervosi.

- E se ti insegnassi i passi di quel frammento hip-hop che hai visto? Giuro che non è difficile- ruppe il ghiaccio il ragazzo.
Myung alzò lo sguardo nella sua direzione e annuì. Lo vide andare verso lo stereo e mettere in pausa la musica, poi ritornò verso di lei e l'affiancò.

- Ogni passo si conta con i numeri, di solito si usano quelli inglesi ma se vuoi usiamo i nostri. Il primo è un salto- spiegò mostrandoglielo, Myung lo imitò.
Sbuffò, si sentiva tremendamente goffa rispetto al compagno.

- Bene, al due devi stare in equilibrio sulla gamba destra e scalciare con quella sinistra- continuò.

La ragazza non faceva altro che ascoltare ogni sua singola parola e imitare tutto ciò che faceva, in un modo o nell'altro si ritrovò a saper emulare tutti i passi della coreografia e riuscì addirittura a metterli insieme e a ballare con Jimin.
Al termine urlò dalla felicità e gli allacciò le braccia al collo, ormai era diventata un'abitudine. Sentì l'altro irrigidirsi e allora si staccò e lo guardò negli occhi.

- Mi dici che hai? E' da stamattina che ti comporti in modo strano, ti ho detto che è come se non...- Jimin la bloccò serio.

- Non mi va di far finta di nulla- borbottò. Myung sbattè le palpebre un paio di volte.

- Ma tu hai detto che...-

- Lo so quello che ho detto! Senti, non so cosa provi nei miei confronti e sinceramente non so nemmeno se ricambi appieno i miei sentimenti. Voglio solo che tu sappia che il mio cuore mi minaccia di morte ogniqualvolta mi guardi o mi sorridi- abbassò lo sguardo e lo puntò sui suoi piedi, trovandoli improvvisamente interessanti.
Myung sfoggiò un sorrisone, tanto che le facevano male le guance.

- Jimin, ho una strana voglia- gli disse con fare sospetto. Il castano aggrottò le sopracciglia.

- Cosa?-

- Ho voglia di baciarti- mormorò con un filo di voce.

Il ragazzo le alzò il mento e inclinò di lato la testa, avvicinandosi sempre di più a lei. Le mise la mano sul petto, all'altezza del cuore.

- Lo senti come batte? Anche stamattina era così- sorrise e prima che Myung potesse aggiungere altro unì le labbra alle sue.
Le parole erano inutili, avevano solo il disperato bisogno di baciarsi, di mordersi le labbra fino a farle sanguinare. Avevano bisogno l'uno dell'altro, un morboso bisogno. La ragazza affondò la mano nei capelli dell'altro e si sentì circondare i fianchi dalle sue possenti braccia.

- Mianhae- sussurrò lui sulle sue labbra.

- Di cosa?-

- Scusami se mi sono innamorato di te-


***
Annyeong popolo di EFP!! Come ogni sabato, ecco a voi il settimo capitolo di questo scempio partorito dalla mia fragile ed instabile mente (stento a credere di essere umana... probabilmente andrò a far compagnia a TaeTae un giorno. Su Marte. O su un qualche pianeta simile alla terra e distante mille miliardi - lol - di anni luce da qui.).
L'estate è finita e ad inaugurare l'autunno ci sono quei pazzi che staranno facendo crepare milioni di ARMY, mi sento inutile *sigh*. Ma poi, vogliamo parlare della magrezza della faccia di Kookie? No parliamone, perchè secondo me lo stanno tenendo a pane e acqua, porello. E KIM TAEHYUNG CON LA RIGA IN MEZZO PIU' FIGA DELLA MIA CIOE' NO. Jimin con i capelli tutti ossigenati mi ricorda (stranamente ma okay) Hiroki Moriuchi dei My first story (non so se conoscete il J-rock, ormai mi sto appassionando pure alla musica giapponese T.T). E Yoongi-puffo è troppo puccioso, il mio cuore non ce la farà mai a reggere un comeback del genere. E io che credevo che dopo Blood, Sweat and Tears o Not Today non potessero più farmi impazzire d'ansia----- certo. CERTO. L'ILLUSA CHE SONO.
Comunque, comeback dei Bangtan e ritorno - appunto - a scuola a parte, spero che chi ha letto fin qui sia rimasto soddisfatto del capitolo e della storia in generale, tra un po' arrivano i guai non temete ;)   ringrazio chi segue la fanfic, chi legge silenziosamente e chi recensisce, mi spronate tutti a fare di meglio. Nel frattempo vi dico che sono impegnata nella stesura di una fanfic completamente diversa da questa: aspettatevi nonsense, romanticismo stentato, demenza e (credo) comicità perchè ultimamente partorisco solo cose oltre il limite dell'assurdo. Sto scrivendo un papiro, vado via  bacioniiiiii   _MartyK_ <3
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: _MartyK_