Io
non ho mai rinunciato a te, amore, mai neanche un istante.
Tu
ormai sei diventato grande, sei cresciuto, hai avuto un'altra
famiglia; famiglia di cui io, la tua vera madre non faccio parte. Ti
chiederai il perché di questa lettera, ne ho scritte molte, sono
tutte nascoste insieme alle tue foto e insieme alle lettere che mi
scrive tua madre; con molta probabilità anche questa verrà nascosta
insieme alle altre.
Io
le invio all’agenzia di adozione per vedere se possono spedirle a
casa tua, ma puntualmente l’agenzia me le rispedisce indietro con
su scritto sopra La madre biologica non può avere contatti
con la
famiglia adottiva! Ma io ci provo, sempre; vorrei tanto che
una
di queste lettere ti arrivasse, per farti capire perché non ti ho
tenuto con me, perché ho dovuto darti via.
Avevo
15 anni tesoro, io ragazzina ingenua, mi ero fidata di un ragazzo più
grande che diceva di amarmi, poi però era sparito con il cambiare
del vento; e io avevo scoperto di essere incinta. Presi appuntamento
al consultorio e mi consigliarono di abortire: sei giovane, hai una
vita davanti, dissero; ma mi rifiutai però non potevo neppure
tenerti: come avrei fatto con i miei genitori? Non potevano aiutarmi,
andavamo avanti a fatica, dovevo metterli davanti ad un altro
bambino?
Ero
in crisi, tuo padre se ne era andato e le mie amiche pensavano fossi
depressa a causa sua, nessuna capiva che avevo paura di perderti.
Alla fine andai a parlare con un assistente sociale, mi ascoltò e fu
molto buona con me, capii al meglio la mia situazione e mi propose
l’adozione. La guardai sconvolta: avrei dovuto rinunciare a te,
quando già da tre mesi ormai ti sentivo muovere dentro di me, avevo
visto battere il tuo cuore durante le visite ginecologiche, ti avevo
visto crescere. Lei vide il mio sguardo e capi la mia angoscia, ma mi
fece capire che quello che un bambino aveva bisogno è una famiglia,
e io, anche se ti amavo alla follia, non avrei mai saputo donartela.
Mi aiutò anche a dirlo a miei genitori: rimasero sconvolti, da
tutto, dal fatto che non glielo avessi detto e del fatto che volessi
darlo in adozione, ma anche loro sapevano che era l’unica scelta.
Fu
una ricerca molto lunga, non mi andava mai bene nessuno, trovavo in
tutti qualcosa che non andava, poi mi arrivò una lettere di tuo
padre, del tuo attuale padre. Era molto dolce, mi disse semplicemente
che voleva incontrarmi, preferiva discuterne a voce. Non so perché
ma accetta; mi piaceva la scrittura di quell’uomo, mi rassicurava e
non so perché. Accettai di incontrarlo, ormai ero al sesto mese di
gravidanza, ma la pancia si notava poco. Io sono sempre stata una
persona piccolina ma anche tu eri piccolino dentro di me, i dottori
dicevano di non preoccuparmi che era tutto normale capitava che
qualche bambino fosse più piccolo degli altri.
Al
primo incontro venne solo tuo padre: un uomo molto gentile e
generoso. Quando mi vide mi chiese ridendo se ero sicura di essere al
sesto mese di gravidanza e lì risi anch’io, l’avevo già
avvertito che non si notava molto. Iniziammo subito a parlare e mi
spiegò il perché volevano adottare un bambino: tua madre era
rimasta incinta una volta, ma aveva avuto un aborto spontaneo; i
dottori l’avevano avvertita che rischiava la morte se ci tentava
ancora; così avevano optato per l’adozione. Rimasi impressionata e
dentro di me già sapevo che loro sarebbero stati i tuoi genitori.
Al
secondo incontro venne anche tua madre: una donna stupenda! Sembrava
una modella, alta, capelli neri lunghi e setosi, però molto
semplice, e gentile. Mi capì alla perfezione e comprese il mio
bisogno di avere tue notizie. Mi è stata di grande aiuto fino alla
tua nascita. Quella, beh non so come spiegartela, era estate, più
precisamente la sera del 22 luglio, faceva molto caldo e io non
riuscivo a dormire, mamma era lì con me, e quando si ruppero le
acque mi impedì di andare in panico. Mi portarono in ospedale e
chiamarono i tuoi genitori. Fu una notte molto lunga, poi finalmente,
la mattina del 23 nacqui tu. Non so descriverti la gioia che ho
provato, eri così bello, cosi tenero, così indifeso…
Rimanemmo
in ospedale i 3 giorni necessari e ti tenni tutto il tempo stretto al
mio petto. Poi però fui costretta a lasciarti ai tuoi genitori, fu
come togliermi un pezzo di cuore, ma lo feci, per il tuo bene.
Sono
passati 15 anni ormai, e tu hai la mia età quando rimasi incinta. Io
ho finito di studiare, ho un buon lavoro e ora dopo tanti anni anche
un uomo che mi ama ma non mi sento ancora incompleta, mi manchi
troppo. Mancano 3 anni alla tua maggiore età, e la paura che tu non
voglia conoscermi mi attanaglia sempre, ma la speranza mi porta
avanti. Se un giorno ci incontreremo ti consegnerò questa lettera,
che intanto rimarrà rinchiusa con le altre 15.
Tanti
auguri di buon compleanno figlio mio, ti voglio bene
Con
tanto amore
Mamma