UNICHE
VITTIME:
FAUNA ITTICA - PT. 1
« Ah... ehm, Comandante Shepard, il suo tavolo è pronto. »
Il maître del Ryuusei indicò un punto non ben precisato in fondo alla sala. Tra tutte le teste presenti in sala, il cappellino di Moreau risaltava come una sonda di segnalazione, e il pilota si premurò di farle un cenno col braccio.
La donna si infilò tra i tavoli, cogliendo sprazzi di conversazioni al limite della follia. Sette mesi d'attesa per ottenere una prenotazione. Shepard non sapeva se sarebbe stata viva il giorno seguente e c'era gente nella galassia che poteva permettersi di attendere così tanto.
"Se non amassi tanto il mio lavoro, penserei di aver sbagliato tutto", rise tra sé e sé, avvicinandosi a Joker.
« Ciao Shepard! Roba di classe questo ristorante di sushi, eh? C'hanno anche un tizio francese! »
Il Comandante si accomodò di fianco all'amico, gustandosi la sua espressione soddisfatta. Invidiava la capacità di Jeff di godersi la vita. Si chiese se non fosse dovuta alla sua malattia, alla consapevolezza di rischiare la morte anche per incidenti che non avrebbero lasciato segni in una persona sana. Era una domanda che non avrebbe mai posto.
« Ho dovuto salvare due volte la galassia per avere un tavolo. Hai visto fuori che coda? »
Shepard guardò in direzione dell'entrata. Una donna stava cercando di entrare, agitandosi come una forsennata. Ebbe la sensazione che stesse cercando di attirare la loro attenzione. Un pensiero che le parole di Joker cancellarono.
« Eccomi qui, a fare lo splendido. Miglior pilota della galassia e celebrità! » A Shepard sfuggì una risata. Era contenta che Jeff stesse ottenendo tanti riconoscimenti; aveva lavorato sodo per ottenerli, sfidando ogni aspettativa. « Notizie dalla Normandy? »
« È in manutenzione. Un po' mi secca che degli estranei mettano le zampe sulla mia nave... ehm, scusa, la tua nave. »
« Sai che la cosa migliore da fare è parcheggiarla e lasciar lavorare i tecnici. »
« Sì, hai ragione. Cambio olio, rotazione pneumatici spaziali... » bofonchiò con scarsa convinzione.
« Giusto. Fidati, le farà solo bene. »
« Ah, di te mi fido! Ma non mi fido di quei loschi ingegneri aerospaziali. Sempre a rubacchiare! »
« Non è facile affidare la nave a qualcun altro. » commentò Shepard, portandosi il bicchiere alle labbra e assaporando la sensazione dell'alcolico che scendeva fino allo stomaco.
« Io voglio essere l'unico a poterla toccare. » La donna scosse la testa: Joker era più geloso della Normandy di chiunque altro nella galassia, lei compresa. « Ehm, scusa, so che sembra stupido. »
« Non detto da te. » scherzò, bevendo un secondo sorso.
« Ahia. Beh, Comandante, il tuo messaggio sembrava urgente. Che c'è? »
Shepard si rizzò sulla sedia. Scrutò l'espressione di Joker per capire se stesse scherzano come suo solito e non trovarne traccia le causò un brivido d'inquietudine lungo la schiena.
« Il mio messaggio? Guarda che me l'hai mandato tu. »
« Eh? Ma... io non ti ho mandato niente! »
Ci mancò poco che alla donna andasse di traverso il cocktail mentre cercava di fare mente locale su cosa stesse succedendo.
« COMANDANTE! »
Una voce femminile si stagliò nella sala. La ragazza che fino a pochi minuti prima stava gesticolando all'entrata era riuscita a introdursi nel ristorante e tentava di dirigersi al loro tavolo. Shepard sollevò un sopracciglio quando la giovane si scontrò contro un cameriere, lasciando cadere l'olomonitor di mano.
« Scusi, mi perdoni sono dell'Alleanza... » riuscì a decifrare nel caos del ristorante. Gli standard dell'Alleanza si erano abbassanti di parecchio da quando si era arruolata. « COMANDANTE, è URGENTE! »
« Non credo sia la cameriera. » commentò Joker, serafico.
« Comandante Shepard, sono l'analista Maya Brooks, Alleanza. » iniziò la donna, raggiungendo il tavolo. « Anzi, Intelligence dell'Alleanza. Sei in pericolo di morte! »
"Ma pensa..."
Shepard si girò verso Jeff. Gli occhi del pilota incrociarono i suoi e le trasmisero la stessa sensazione di scetticismo. Capì che non avrebbe perso l'occasione per l'ennesima battuta sarcastica.
« Sì, questo si sapeva! » rispose Joker, confermando i suoi sospetti. L'espressione frustrata dell'analista la divertì più di quanto si aspettasse. Detestava gli imbranati.
« No... non parlo di Cerberus e dei Razziatori. Parlo di altra gente, mai vista prima. Loro, ecco... » la breve interruzione diede modo a Shepard di elaborare quelle parole, che stavano diventando sempre più preoccupanti. « Qualcuno sta violando i tuoi dati. » continuò l'analista. Il Comandante percepì lo sguardo di Joker su di sé. « Comunicazioni, registri personali. Ti hanno presa di mira! »
Shepard sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene.
« Grosso sbaglio. »
« Wow, che sguardo minaccioso. » sentì commentare dal pilota. La sua mente stava lavorando a tutto vapore per analizzare quei pochi dati a disposizione. Qualunque cosa avessero i mente quei bastardi di cui parlava Brooks, non avrebbe consentito loro di superare la giornata. Aveva solo bisogno di altre informazioni. Prese un bel sospiro e si rivolse all'analista.
« Ricominciamo. Cosa sai di preciso? »
« Buonasera, signore e signori! » un distorsore vocale attirò l'attenzione di Shepard, interrompendo il discorso. Dei soldati in armatura completa avevano invaso il locale e quello che sembrava il loro capo aveva preso parola.
"Porca puttana...
"
« Stasera vi delizieremo con uno squisito esempio di violenza allo stato puro. »
Iniziarono gli spari, che si sovrapposero al rumore dei piatti infranti e alle urla della gente. Il Comandante in afferrò Joker e lo spinse per terra.
« Giù! »
Rovesciò il loro tavolo in un riparo di fortuna. Era in titanio e sarebbe risultato un ottimo scudo antiproiettile. Per una volta la sorte era dalla loro.
« Quanto mi piace darmi delle arie. » la voce distorta risuonò sopra il caos dell'assalto. « Svelti ragazzi, portatemi Shepard. »
"Allora aveva ragione". La donna cercò Brooks con lo sguardo. Si era nascosta a pochi metri di distanza da loro. « Resta lì, arrivo! » le ordinò. Quei militari sapevano che si trovava lì, mantenere un basso profilo era inutile. « Joker? »
« Ah... il mio pancreas. »
Shepard tirò un sospiro di sollievo. Stava bene, per quanto potesse stare bene Moreau, almeno.
« EHI! »
« Merda! » sbottò. Brooks era stata afferrata da un soldato e trascinata verso l'entrata, in mezzo al grosso del reggimento. « Raduna l'equipaggio, io penso a lei. » ordinò, facendo cenno a Joker di dirigersi verso l'uscita di servizio.
« L'equipaggio? Va bene. »
Shepard seguì i primi passi del pilota con lo sguardo. Era disarmata. Si mise in attesa dell'occasione giusta. Udì dei passi, poi la voce distorta.
« Ehi! », il militare aveva puntato la pistola contro Joker.
Il comandante si alzò di scatto e afferrò le braccia dell'uomo. Lo trascinò verso di sé, sfruttando lo sbilanciamento dovuto alla presenza del tavolo. La schiena dell'uomo toccò terra con un tonfo sordo che nascose il suo lamento. Con un pugno bionico, Shepard si assicurò che non si rialzasse più.
« Mi hai usato come esca? » commentò Jeff, voltandosi scandalizzato.
« Vai! » imperò la donna, recuperando l'arma del soldato.
« Mi hai usato come esca! »
Shepard rivolse l'attenzione verso la sala. I soldati erano numerosi ma sparpagliati nell'area e molte zone di copertura erano a sua disposizione. Aveva poche munizioni, doveva scegliere bene le proprie mosse.
« Avete visto? Il salvatore della Cittadella usa gli infermi come esca. » sentì ancora, la voce sempre più lontana.
Primo soldato a ore dieci. Prese la mira. Colpo in testa a distanza ravvicinata, decesso immediato. Si rallegrò del fatto che la pistola avesse il silenziatore. Secondo soldato, steso, ma a caro prezzo. Si erano accorti della sua posizione.
« Resisti Brooks! »
Si
mosse al riparo successivo. I proiettili le
fischiavano attorno, alcuni si schiantavano contro la sua barriera
bionica.
Terzo soldato. Quarto. Una singolarità fece volare il
quinto, rendendolo un
facile bersaglio. Vide un drone, da abbattere con un paio di colpi.
« Brooks,
non muoverti! »
Riuscì a raggiungere la ragazza tagliando attraverso
il bancone del bar. Le tese una mano, aiutandola ad alzarsi. Solo
l'analista
accorse del cecchino che stava prendendo di mira le sterno del
Comandante, e
non esitò a spingerla per terra, prendendosi la pallottola
nella spalla.
« Brooks! »
Altri
spari attorno a Shepard, evitati per pochi
centimetri, forarono i vetri dell'acquario, che si infransero sotto la
donna.
Precipitando tra pesci e schegge, si aggrappò con
disperazione alle luci di
un'insegna. Provò ad arrampicarsi sino a un appiglio
più stabile, facendo
pressione con le punte dei piedi sulle lampade. Il peso la
tradì di nuovo. Si
ritrovò a rotolare contro le ripide pareti di acciaio della
Cittadella,
emettendo gemiti di dolore. Afferrò d'istinto una
piattaforma triangolare. Il
braccio le diede una fitta di dolore, che si acuì quando i
frammenti
dell'insegna le si infransero attorno e scagliarono verso il basso,
vanificando
i suoi sforzi.
La caduta terminò con l'impatto della spalla sinistra
contro una superficie d'acciaio. Le sembrò che ogni osso del
suo corpo si fosse
ridotto in pezzi. Si rannicchiò su se stessa per il dolore,
stringendo le
braccia sullo stomaco tra i respiri affannosi. L'esperienza da N7 di
gestione
degli stimoli le consentì di recuperare la
lucidità in breve tempo. Gemendo a
ogni movimento, la donna riuscì a rialzarsi e a guardarsi
attorno, nel
tentativo di capire dove fosse finita.