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Autore: Chipped Cup    18/09/2017    3 recensioni
[ One Shot | Thiam | post-S6 ]
«Forse abbiamo trovato l'unica persona sulla faccia della terra alla quale Theo tiene veramente.»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You can't take away the pain if you don't care




«Non è possibile, Liam. Non puoi assorbire il dolore se non ti importa niente di quella persona, no?»

Solo, sanguinante, accasciato contro un albero nel bel mezzo della foresta e della notte. Poteva dire di averne passate di peggio, se avesse avuto la forza anche solo per pensare o aprire bocca. La verità era che non riusciva a respirare, faticava anche a guarirsi, non poteva concentrarsi e sgombrare la mente, il dolore era al centro di tutto. Era stato un pazzo a tentare di affrontare quel Mothman (1) da solo, avrebbe dovuto aspettare i rinforzi, senza contare che Scott gli aveva detto di non farsi problemi a contattarlo se la situazione fosse degenerata. Ma lui, testardo, aveva voluto dimostrare di essere un buon Alfa, di potersela cavare da solo senza mettere in pericolo i suoi amici. E Theo.

«Lo so, Mason, lo so benissimo.» Replicò all'amico, stanco, lo sguardo perso sulla sua stessa mano, la testa in tutt'altri pensieri.

Poggiò la testa contro il tronco alle sue spalle, chiuse gli occhi e aprì la bocca; provò ad emettere dei respiri lunghi e profondi, ma ogni volta venivano bruscamente interrotti da uno spasmo di dolore per nulla piacevole. Non riusciva a vedersi il petto, la creatura lo aveva colpito con un colpo deciso, era certo che gli avesse dilaniato la pelle, forse scoperto qualche organo. Provò a toccarsi il busto, lasciandosi scappare un mugugno di sofferenza, a denti stretti. Forse era arrivata la sua ora, forse non stava guarendo perché c'era poco da fare, ormai. Magari doveva lasciarsi andare, vedere cosa sarebbe successo...

«Liam!» Sbarrò gli occhi, colto completamente di sorpresa. Si ritrovò con la vista annebbiata, stava perdendo i sensi e non riuscì a riconoscere al primo colpo la voce che aveva urlato il suo nome, o i passi che sovrastavano il silenzio della natura, e neanche la figura che si avvicinava di corsa verso di lui. «Liam?» Lo chiamò, la voce, adesso piuttosto preoccupata e in preda al panico. Si era sentito prendere il viso tra le mani, percepiva il fiato della persona contro di sé. Fiutava la sua ansia, udiva il battito accelerato del suo cuore. Lo scosse appena, chiamando nuovamente il suo nome. Liam sbatté le palpebre, l'unico movimento che riusciva a fare, praticamente. Gli ci volle un po', ma poi riuscì a metterlo a fuoco.

«Theo?» Domandò in un sussurro piuttosto sorpreso; se ne pentì quasi subito, sentendosi colto come da una scarica in tutto il corpo. L'altro abbassò lo sguardo sulle sue ferite, le analizzò rapidamente e poi tornò a guardarlo negli occhi, scocciato.

«Sei un deficiente, devi perennemente metterti in mostra. Non potevi aspettarmi?» Lo rimproverò malamente, sembrava essere sul punto di prenderlo a pugni, come se non fosse già abbastanza malridotto di suo.

«Pensavo di farcela» si difese allora, la voce si spezzò a metà frase colta da uno spasmo. Theo lo tenne fermo.

«Sta zitto» sibilò, con la voce rotta probabilmente dalla rabbia. Abbassò la testa e individuò la sua mano destra, completamente sporca di sangue; l'afferrò.

«Che stai–»

«Shh!»

Liam non capì, all'inizio, ma dopo qualche secondo realizzò quali fossero le intenzioni del ragazzo. Decise di rimanersene zitto – un po' per non farlo arrabbiare ancora di più, un po' per la mancanza di forze – ma sapeva che il suo piano non poteva funzionare: non erano abbastanza legati, non erano amici, non sapeva neanche perché facesse parte del suo branco. A Theo non importava niente di lui, non gli importava niente di nessuno che non fosse se stesso e la sua sicurezza, non poteva portargli via il dolore, lo sapevano entrambi. Si disse che probabilmente voleva mettersi in mostra, o perlomeno cercava una scusa per poter dire con assoluta sincerità a Scott e agli altri di averci provato.

«Theo» provò a chiamarlo, per dirgli di farla finita con quella messinscena, faceva meglio a portarlo in ospedale, o da Melissa, lei avrebbe saputo cosa fare e non se ne sarebbe rimasta per interi minuti, seduta al suo fianco, a stringergli la mano senza risolvere nulla. Theo aveva serrato gli occhi e rafforzato la stretta intorno al suo palmo, ce la stava mettendo tutta, quello doveva riconoscerglielo. Chiuse nuovamente gli occhi, Liam, abbandonandosi nuovamente al dolore, riscaldato in qualche modo dalla presa del ragazzo, che adesso lo teneva stretto con entrambe le mani. Percepì improvvisamente un lieve torpore, quasi come un formicolio lungo tutto il braccio. Si stava calmando, piano piano, il respiro stava tornando regolare, non sentiva quasi più la fitta che lo aveva attanagliato per tutto quel tempo. Riaprì gli occhi, confuso; Theo stava osservando il suo braccio, seguì il suo sguardo in tempo per vedere letteralmente tutto il suo dolore fisico venire assorbito via, scorrere attraverso le sue vene e abbandonarlo una volta per tutte. «Cos'è successo?» Domandò stupidamente. Sapeva cosa era appena accaduto, ma non riusciva a concepire come poteva essere avvenuto.

«Adesso dovresti essere in grado di guarirti» mormorò l'altro per tutta risposta, senza osare guardarlo negli occhi. Liam aprì la bocca pronto a ribattere qualcosa, a riempirlo di domande, magari, ma restò muto, osservando la ferita – meno grave di quanto aveva immaginato, ma pur sempre brutta alla sua vista – cominciare a rimarginarsi veloce, fino a quando non fu completamente svanita.

«Beh, graz–» provò a parlare, ma quello che ricevette fu un pugno dritto sul naso, così improvviso che non poté fare niente per schivarlo. «Ti ha dato di volta il cervello?!» Esclamò scattando in piedi e prendendosi il naso tra le mani – non era rotto, era già un miglioramento.

Theo rimase seduto, lo sguardo fisso verso il vuoto. «A me?» Fece, emettendo una risata bassa e amara. Scosse appena la testa, prima di sollevarsi anche lui, fronteggiandolo. «Ti rendi conto che potevi rimanere ucciso? Sei il solito idiota, completamente incapace di connettere il cervello e di pensare alle conseguenze. Quel Mothman ha ucciso un intero branco da solo, come potevi pensare di uscirne vivo senza il minimo aiuto?!»

«Sai cosa significa questo, vero?» Mason si insinuò nuovamente nel vortice dei suoi pensieri, interrompendolo bruscamente «Forse abbiamo trovato l'unica persona sulla faccia della terra alla quale Theo tiene veramente.»

«Come se a te importasse qualcosa!» Si lasciò scappare di rimando con un ringhio, accecato dalla rabbia. Quello che seguì lo lasciò inebetito, senza fiato né parole. Si ritrovò con la schiena contro il tronco dell'albero, e le mani di Theo intorno al suo viso, ma quello che lo premeva maggiormente erano le labbra del ragazzo, labbra morbide che adesso si trovavano contro le sue. Sbarrò gli occhi, Liam, in un primo momento, riuscì a vedere le palpebre di Theo serrate, invece, la bocca ferma sulla sua. Non seppe dire cosa successe dentro di sé, ma si ritrovò a stringerlo prendendolo per i fianchi, chiuse gli occhi e schiuse la bocca, lasciandosi baciare e baciando a sua volta, crudele e disperato, feroce e bramoso.

«Mi importa eccome, invece» gli sussurrò poco dopo, all'orecchio, facendogli scappare un ansimo soffocato.

«Oppure ci siamo sbagliati per tutto questo tempo e siete in grado di assorbire il dolore nonostante la persona» provò ancora Mason, che non lo aveva lasciato in pace neanche per un momento da quando gli aveva raccontato cosa era accaduto la notte prima, omettendo quell'ultimo piccolo e importante dettaglio. «Se vuoi il mio parere, deve trattarsi della seconda ipotesi.»

«Sì» mormorò Liam, finalmente, le dita sulle labbra quasi a poter catturare e magari toccare il sapore di Theo «probabilmente è così.»




1. Il Mothman, o Uomo Falena, altro non è che una leggenda metropolitana statunitense, cercavo una creatura insolita e che non fosse apparsa nella serie e questa qui mi ha parecchio incuriosita.

Angolo dell'autrice: Salve a tutti, non ho la più pallida idea di cosa sia questa storia o perché io l'abbia scritta, perdendo tempo invece di vedere la 6x19. Non avrei mai pensato di scrivere su questi due, sarò sincera, però la citazione di Mason mi è stata servita su un piatto d'argento e ho dovuto mettere nero su bianco questa semplice idea.
Spero non vi abbia fatto troppo schifo, grazie in anticipo a chiunque abbia letto, lasciatemi una recensione se vi va, e fatemi sapere il vostro parere :)

  
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