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Autore: kioccolat    18/09/2017    2 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Carino
(Attenzione, in questo capitolo il rating è rosso)

Il Lost Canvas aveva dei bellissimi tavolini. Doppi, quadrupli…e ad ognuno di essi, per non far confondere i camerieri, era stato attribuito un numero.
Aphrodite sbuffò deluso guardando male Shura seduto davanti a lui. Continuava a controllare il cellulare. Senza parlargli. Che senso aveva avuto incontrarlo, se manco gli parlava?
“Perché abbiamo preso il tavolo dieci e non il dodici?”
“Perché pago io e decido io. Quindi si prende il dieci.”
“Cos’ha il dodici che non ti piace, Shura?”
“Cos’ha il dieci che non ti piace, Aphrodite?”
“Lo zero.”
“Il due.”
Aphrodite alzò un sopracciglio mettendosi una mano sulla testa. Che idiozia, era soltanto un tavolo! Dannato Shura. E dannato telefono di Shura, sempre l’ultimo modello aveva…e lui che ne aveva uno scrauso di chissà quanti anni prima.
Tirò un po’ su il collo della felpa marrone coprendosi la bocca. Voleva tirare dalla finestra l’amico… Ma poi chi avrebbe pagato?
“Quando hai finito di guardare i messaggi parliamo eh.”
“Emma non risponde…eppure il mio coinquilino mi da consigli così belli, a proposito.  Il tuo appuntamento è fissato per Mercoledì alle cinque. Devi essermene grato, ingrato.”
Spense lo schermo del cellulare appoggiandolo alla propria destra e guardò l’altro. Ultimamente si stavano incontrando più spesso. Wow allora Aphrodite aveva ripreso il rapporto con la società?
“Come va col ragazzino?”
“Normale.”
Alzò le spalle indifferente. Quando gli capitava usciva con Regulus, e si divertiva anche, ma non riusciva a considerarlo proprio come qualcosa di romantico. Gli ricordava piuttosto le gite che faceva alle elementari.
“Normale? Non stai bene con lui?”
“Si però… Mi è indifferente.”
Mangiò l’ultimo pezzo di crostata che gli era rimasto per poi scansare di lato il piattino.
“E allora perché ci stai insieme?”
“Perché mi ama...?”
Shura lo guardò male. Si stava prendendo gioco dei sentimenti di una persona in quel modo? No, non andava affatto bene. Non poteva andar bene, credeva che si sarebbe svegliato stando con quel ragazzino e che avrebbe ricordato…ma non si aspettava una cosa del genere!
“Ma dimmi una cosa Aphrodite, sei scemo?”
“Non sono scemo.”
***
“Oh, e quindi questa è casa tua Aphrodite. Chi l’avrebbe mai detto.”
“Cosa? Che avessi una casa anche io?”
“No, che abitassi in condominio. Guardando Albafica da lui mi sarei aspettato una villa di lusso con minimo tre cameriere che al suo ritorno gli stendevano il tappeto rosso e gli dicevano, inchinandosi: bentornato padrone!”
“….Ma che idea hai di mio fratello?”
Passò dal guardare i mobili bianchi della camera, ad incrociare lo sguardo del proprietario.
“Di uno stronzo che mi odia dal più profondo del cuore.”
“Su quello sono d’accordo. Ma oggi  lo stronzo non c’è, abbiamo casa libera fino a stasera.”
Si diresse verso la televisione accendendola iniziando poi a cambiare canale a caso.
“Non c’è nulla d’interessante, vuol dire che ci guarderemo un-“
Aphrodite venne abbracciato da dietro per poi sentirsi dare un bacio sul collo.
“Sul serio vuoi vedere un dvd?”
Il ragazzo dai capelli azzurri sorrise piano girando poi il volto quel che bastava per riuscire a baciare il proprio ragazzo.
“No.”
 
Aphrodite si sentì mancare l’aria, ritrovandosi sdraiato su un letto morbidissimo, impregnato di un profumo buono, fresco, alzando gli occhi si ritrovò a scoprire il ragazzo, sopra di lui, che ricambiava quello sguardo con un sorriso.
Sorriso che restò anche quando si abbassò per baciarlo. Sgranò gli occhi ma non oppose resistenza, e quello continuò dandogli dei piccoli casti baci ripetuti, talmente dolci che il turchino si ritrovò a sorridere a sua volta.
Passò a togliergli i vestiti: prima la camicia di seta raffinata, dando una leggera leccata ai capezzoli, facendo uscire un verso dalla bocca di Aphrodite, in seguito i pantaloni bianchi, lasciando stavolta un morso all’interno coscia.

Aphrodite non seppe perché, ma si ritrovò entusiasta per quel passaggio.
In un paio di minuti si ritrovò nudo, e l’altro con lui.
Lo vide armeggiare con il comodino e tirare fuori una specie di bottiglietta contenente un liquido trasparente, con il quale si unse le dita, dita che portò in una certa parte del corpo del turchino. E provò ad infilare.
Il dolore fu immediato e tentò di spingerlo via, tuttavia l’amante andò ad appoggiare l’indice della mano non occupata contro le labbra, lasciandola poi scivolare fino ad accarezzare il suo membro dormiente.
Il piacere fu quasi immediato e Aphrodite non si accorse che le dita dentro di lui da una, passarono a due, e da due a tre. Il suo basso ventre era in fiamme , la testa annegata in una bolla calda e presto si ritrovò a venire nella mano dell’altro urlando qualcosa che non capì lui stesso.
Era ancora affannato quando gli fu messa in mano la bottiglietta di poco prima. Sapeva però cosa doveva fare, se ne versò una dose sulla mano ed andò a massaggiare l’erezione del ragazzo sopra di lui, godendo dei gemiti che rilasciava dalle labbra rosse.
Si ritrovarono poi al punto di partenza, Aphrodite sotto il proprio ragazzo.
Il turchino sentì qualcosa di grosso appoggiarsi al suo orifizio, poi dolore, tantissimo dolore, che l’altro lo aiutò a trasformare in piacere.
Un grosso, caldo ed avvolgente piacere che stordì Aphrodite completamente. Una bolla di calore era comparsa nel suo ventre, e si ingrossava ogni volta che il compagno colpiva un punto speciale dentro di lui.
Spinte veloci si alternavano a quelle lente, quelle dolci a quelle date con prepotenza, Aphrodite sentiva di amarle tutte ma si accorse che il ragazzo sopra di lui tremava, il sudore che gli colava sulla fronte.
Perso nel piacere, riuscì ad alzare la testa dal cuscino e lasciargli un bacio sulle labbra. L’altro si rilassò visibilmente e con un suono gutturale, raggiunse l’orgasmo, facendo scoppiare la  bolla di calore di Aphrodite che venne a sua volta, urlando dal piacere e sporcando i loro ventri.
 
***
Aphrodite sgranò gli occhi mettendosi le mani davanti alla bocca. In quel momento stava cercando con tutto se stesso di non vomitare. Va bene che da poco aveva scoperto –per vie trasverse- la sua omosessualità, che manco ne era sicuro poi, ma all’improvviso quel ricordo/allucinazione non ci stava proprio.
Iniziarono a lacrimargli gli occhi per lo spavento…? Ma chi diavolo era quel dannato tipo, come si permetteva di fare quello… E soprattutto, perché lui ne sembrava anche felice?!
Shura si accorse del tutto e guardò il piattino, si chiese se quella crostata facesse così tanto schifo…Se Aphrodite aveva addirittura le lacrime chissà cosa mettevano come ingredienti.
“Andiamo in bagno?”
“Sto…bene. Adesso.”
“Ma che avevi?”
“Ho appena ricordato di aver fatto-… Baciato un uomo.”
Passò un attimo di silenzio dove Shura tese le labbra e si guardò le mani, con fare quasi perplesso.
“Regulus?”
“Ovvio che no!”
“Vi siete almeno tenuti per mano?”
“Pfff, che sciocchezze.”
“…condiviso il gelato?”
“Mica sono una quindicenne!”
Alzò un sopracciglio mentre Aphrodite iniziò a guardare Regulus correre felice da un tavolo all’altro. Ma quanta cavolo di energia aveva in corpo quel ragazzino?
“Credo che dovreste lasciarvi sai? Non ha molto senso stare insieme in questo modo.”
“Mi stai facendo irritare Shura.”
“Perché ti dico la mia?”
Aphrodite infilò la mani nelle tasche della felpa per poi alzarsi ed andarsene. Non voleva più sentire il suo amico fargli la paternale, era già stressato di suo per troppe cose. Figuriamoci stare a sentire Shura che gli diceva cosa doveva, o non doveva, fare. TSK!
“Tu lascia da pagare a me, eh!”
Gridò Shura, ad Aphrodite ormai fuori dal Lost Canvas. Tutte le scuse erano buone per non pagare… Ma effettivamente, forse, aveva esagerato un po’.
 
L’espressione irritata sul volto  del giovane non accennava a sparire. Che avesse perso la memoria era oramai certo, ma adesso gli era sorto anche un nuovo interrogativo. Come? Pensando a ciò che gli aveva raccontato Albafica, effettivamente, la scusa di Margot non reggeva più di tanto, la sua bella gatta bianca si limitava a ‘vivere’ fra la sua stanza ed il salotto.
Figuriamoci se arrivava alle scale del condominio. Quindi suo fratello aveva osato dare la colpa a Margot quando invece, molto probabilmente, la colpa poteva essere benissimo sua?! Ma che stronzo!
“Tsk…”
Guardò davanti a se notando in lontananza la biblioteca comunale. L’ultima volta che ci era stato era alle medie per una ricerca su Leopardi. Forse avrebbe trovato qualcosa nei libri, riguardo la perdita di memoria. Di chiedere ai medici non se ne parlava. Oramai gli era venuto il terrore del camice bianco.
Si avviò verso quell’edificio in pietra antica ed entrò dalla grande porta. Guardandosi intorno constatò che era cambiato molto dall’ultima volta che l’aveva visitato…ora aveva un’aria più giovanile e…colorata. Ma odorava sempre di polvere. Scosse la testa e si diresse al bancone per informarsi.
“Ah.”
“Oh”
“Ciao, Camus.”
“Salve, Aphrodite.”
“Sembra.”
“Pare.”
Stettero per un po’ a fissarsi, senza nemmeno battere le palpebre, in entrambi era nata curiosità e sorpresa di sapere cosa diavolo ci facesse l’altro in quel posto.
“Cosa fai, tu, qui?”
“Ci lavoro, tu, piuttosto…non mi sembri un tipo che legge. C’è qualcuno che ti interessa?”
Aphrodite fece una faccia schifata sotto l’espressione impassibile ed indifferente di Camus. Lasciò perdere. Non era li per bisticciare.
“Vorrei leggere qualcosa sulla perdita di memoria.”
Camus alzò un sopracciglio controllando poi nel computer. Annuì ed indicò la sezione ed il titolo del libro all’amico.
Quest’ultimo si ritirò e dopo aver preso i libri interessati ed essersi accomodato su uno dei tavoli della biblioteca, iniziò a leggere il primo.
…..
“COSA SONO TUTTI QUESTI TERMINI DIFFICILI?!”
Uno: ‘SHHHHHHHH’ collettivo lo ammonì. Si scusò e prese il secondo libro, sfogliò pagine a caso guardando le figure…storse anche il naso.
“La perdita della memoria può essere transitoria, con graduale ritorno alle funzionalità normali, come avviene dopo lievi lesioni traumatiche, stabile o progressiva…Spiegarlo in modo che le persone normali possano comprendere? No?”
“Significa che può essere passeggera e può tornare gradualmente, come avviene dopo i lievi traumi.”
Si girò leggermente fino a vedere il ragazzo alle sue spalle.
“Ciao, come stai?”
Aiolos non ricevette risposta, soltanto un’occhiataccia sospetta. Chi è che ti si avvicina da dietro e ti risponde mentre parli fra te e te? Insomma non andava più di moda nemmeno nei film! Tsk!
“Scusa se ti ho interrotto, ti ho visto da lontano e ti ho riconosciuto.”
“Ci conosciamo?”
“Sei il ragazzo di Regulus, no?”
Aphrodite tornò a guardare il libro senza rispondere al tizio sospetto. In teoria lo era, in pratica lo era, ma non ci si sentiva per niente… Abbassò lo sguardo sul tavolo leggermente scontento.
Aiolos si sedette davanti a lui prendendo uno dei libri.
“Una tesi?”
“Ricerche…”
“Capisco. Ti chiami Aphrodite giusto? Regulus parla spesso di te.”
Aphrodite annuì semplicemente continuando a sfogliare il libro. Vedeva strani schemi a cui raramente prestava attenzione. Gli sembravano tutti inutile e tutti così uguali…Soprattutto si chiedeva quale fosse il senso di tutto ciò.
“Anh anh…”
“Ti ho visto l’altro giorno. Da vicino devo dire che sei carino.”
Smise di guardare il libro. Qualcosa dentro di lui si sbloccò, lo sguardo passò ad Aiolos. Uno sguardo molto, ma molto infuriato. Gelido, freddo… inferocito. Ed al moro passò un brivido su per la schiena. Da quando fare un complimento era reato?
“…Carino?”
“Era un complimento, non ti stavo prendendo in giro.”
“Io sarei…carino?”
Aiolos annuì poco convinto… non ne era più tanto sicuro che fosse carino.
“E perché solo carino?”
Aphrodite assottigliò, leggermente, gli occhi mentre ad Aiolos uscì una risata. Che aveva da ridere quello?!
“Beh non so se ti sei visto ma... Hai i capelli che sembrano un cespuglio, le labbra screpolate e, senza offesa ma..vesti in modo orribile. Poi…”
“Ah ancora?”
“Hai gli occhi spenti.”
Dopo aver finito la frase, ci mancò poco che uno dei libri sopra al tavolo si spiaccicò in faccia ad Aiolos. Fortunatamente riuscì ad evitarlo per chissà quale miracolo divino.
“Come ti permetti di dirmi che ho gli occhi spenti?”
“Perdonami, è così.”
“Arrivederci.”
“Ciao…?”
 
Dopo lo spiacevole incontro con Aiolos, Aphrodite se ne andò scontento ed insoddisfatto dalla biblioteca…carino? Carino? CARINO?! I gatti erano carini ( franne Margot, lei era splendida ed adorabile), i colori erano carini. Ma lui non era carino!
Arrivò davanti un negozio di abbigliamento e guardò i vestiti nella vetrina. Il suo sguardo poi andò al proprio riflesso.
Non aveva mai fatto caso a quanto fossero spettinati e  mal tenuti i suoi capelli, eppure avevano un colore così bello.. Le labbra erano davvero screpolate, si toccò le mani. Ruvide, il suo abbigliamento poi… Restò a fissarsi per un po’, finché non scoppiò a piangere senza nemmeno lui sapere il perché.
 
Albafica, con il tagliacarte in mano e la busta nell’altra, guardò Sisifo. Come diavolo faceva quell’uomo a sapere che quel giorno avrebbe chiuso prima?
“Abbassa quell’arma Alba. Sono qui in pace.”
“Mi basta il fatto che tu sia qui per non farmela abbassare.”
“Crudele, devo chiederti una cosa.”
Albafica guardò Sisifo, sempre col tagliacarte in mano, con una strana espressione. Possibile che  non smettesse mai di perseguitarlo? Era diventato il suo tormento!
“Ti andrebbe di venire ad un concerto con me?”
Al Parrucchiere caddero le braccia. Si stava immaginando Sisifo vestito da quindicenne con segni di pittura sulle guance ed accendini ad intonare canzoni pop.
“Fuori. Di. Qui.”
“Hey! Avevo quattro biglietti regalatami da un amico. Due sono riuscito a disfarmene ma due mi sono rimasti. Sono anche molto costosi e non ho intenzione di mandarli sprecati!”
“Vacci da solo allora!”
Gridò Albafica, con tagliacarte alla mano.
“Eddai Alba, il pianista è anche famoso. E’ il tizio di cui parlano tutti. Scommetto che piace anche a te.”
“….Asmita Dunia Surgawi?”
“In arte Virgo. Lui.”
Albafica si morse il labbro inferiore. Solo uno scemo avrebbe rifiutato ad andare ad un concerto di Virgo…ma con Sisifo. Non era il massimo delle aspirazioni. Alzò un sopracciglio abbassando il tagliacarte.
“Hai secondi fini signor maestro?”
“Ovvio! Riuscirò a dimostrare a quella che anche io posso essere tuo amico.”
“….Quella?”
“La tua amica.”
Albafica si batté una mano in fronte. Ecco perché non doveva parlare dei fatti suoi a nessuno. Perché le cose si evolveva sempre in modo strano o gli si rivoltavano contro in un modo o nell’altro.
“Sei in competizione con una persona che nemmeno conosci..?”
“Presentamela allora. Sono sempre curioso di incontrare belle donne.”
Dopo uno sguardaccio da parte del più giovane, uno dei due biglietti venne strappato dalle mani di Sisifo.
“Ma è fra cinque mesi…”
“Ha detto che comprandolo ora costava meno…”



ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
E così il rating di questo capitolo è leggermente più altino, nonostante siamo nella prima storia abbiamo scoperto il lavoro di Asmita e abbiamo anche visto una piccolissima lite fra Shura e Dite…dove arriveremo mi chiedo!
Ringrazio la mia amica Robh che con passione ed entusiasmo a tenuto a scrivere la scena rossa <3... no apparte scherzi, grazie xD
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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