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Autore: Longriffiths    20/09/2017    3 recensioni
Si sentiva diversa da tutti i suoi coetanei, e non solo per il non proprio piccolo dettaglio scuro e peloso lungo sessanta centimetri che portava avvolto intorno alla vita e sotto la gonna ogni giorno, per nascondere il fatto di essere la discendente di una razza aliena scomparsa tempo addietro con il suo pianeta natale di cui lei sentiva dentro una grave mancanza pur non avendolo mai visto, e non solo a causa del titolo che avrebbe portato se fossero ancora esistiti.
Genere: Angst, Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Pan, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amico, che diavolo sta succedendo?》

Il corpo snello composto da fasci di nervi della ragazza che senza alcun preavviso in un giorno come gli altri aveva deciso di tentare la strada dell’autonomia scegliendo da sola ciò che sentiva fosse meglio per lei, ora adagiato su una superficie arida e fredda era in preda a spasmi involontari che le rendevano impossibile mantenere il controllo anche solo su un dito. Era abbandonata a se stessa in terra, tremante come presa dalle convulsioni allo stesso modo degli uomini che si erano solo azzardati a metterle le mani addosso per tenerla ferma nell'intento di compiere un piccolo atto di criminalità, con la sola differenza delle fonti per cui i corpi dei presenti tribolavano contro le volontà dei proprietari, da una parte c’era un’imminente trasformazione pronta a compiersi che avrebbe assicurato una lezione ai colpevoli di quella bravata, dall’altra tre individui che ora allo spettacolo che gli si parava dinanzi erano scossi da brividi di terrore, tanto forti da paralizzarli nella posizione in cui erano nonostante i loro cervelli gli trasmettessero forte e chiaro l’impulso di scappare via veloci da quel luogo pericoloso. La massa corporea e muscolare della ragazza si stava notevolmente gonfiando sempre di più, rendendola fisicamente uguale all’aspetto di un comune uomo adulto e robusto, i peli superflui stavano prendendo volume e corposità mentre gli stivali bassi che calzava si erano lacerati così come i guanti, rendendo visibile la mutazione che i piedi stavano subendo diventando antropomorficamente uguali alle mani. Gli occhi della turchina erano cambiati, le iridi così come le pupille non erano più presenti all’interno del bulbo oculare, erano come sparite lasciando spazio solo ad un bianco che andava man mano a sporcarsi di un rosso cremisi brillante, sino ad occupare tutto lo spazio a disposizione. Le arcate dentali si stavano allungando a seconda della forma che stava prendendo il suo viso ricoperto da un’esagerata peluria, e la mandibola pronunciata che rendeva il tutto minaccioso ed animalesco. I denti aguzzi spuntavano dalle labbra fin troppo cresciute della piccola ragazzina che pochi minuti prima avevano sorpreso senza incontrare difficoltà, e sbuffi forti e sinistri fuoriuscivano dalle enormi narici creando piccole nuvolette di fiato caldo a contatto con l’aria improvvisamente gelida circostante. D’un tratto, quegli uomini di almeno un metro più alti di lei divennero insulsi moscerini alla sua vista, piccoli quanto il palmo della mano del mostro che la turchina era diventata, sollevandosi sulle zampe perfettamente  capace di mantenere la postura di un bipede. I tre lasciarono cadere al suolo tutto ciò che le loro mani erano riuscite a tenere della refurtiva ottenuta, battendo in ritirata solo quando la possente figura di un enorme Oozaru sollevò un piede muovendo un passo verso di loro con l'intenzione di schiacciarli, dopo aver urlato al cielo un grido furioso e devastante dettato dai più bassi e primitivi istinti appartenenti a quelle bestie di cui ora la ragazza aveva assunto le sembianze, battendo i suoi stessi pugni selvaggiamente sul proprio petto alternando i colpi.

《È un Saiyan!!》

《Cosa cazzo dici, i Saiyan sono estinti!》

《Bene allora sono schiattati tutti tranne questa qui, cosa aspetti a dare allarme?!》Incredulo come se davanti a loro si fosse materializzato un Cerbero sputafuoco, uno dei tre premette un pulsante posizionato sul polsino sinistro che indossava riferendo le coordinate del luogo in cui si trovava con tanto di allerta pericolo, dopodiché seguì i propri compagni nella lotta contro il feroce animale impegnato a battere forte in terra le dita strette a pugno crepando la crosta planetaria e lasciando immensi solchi lunghi quanto la scia che creava trascinando le mani per tornare alla posizione iniziale, tentando di centrare i malcapitati. Essi si avvantaggiarono di ogni arma a loro disposizione, colpendola in vari punti del corpo facendo appello alla forza bruta ed anche mirando agli occhi con sfere d’energia per accecarla, ma il possente Scimmione non accennava ad assecondare i loro giochetti, prendendo in pieno uno di loro di rovescio col dorso della mano scaraventandolo parecchi metri in lontananza, soltanto una montagna millenaria arrestò quella corsa accogliendo il corpo inerme che era precipitato ai suoi piedi come un sacco vuoto. Bra si era preparata parecchie volte a quel momento, consapevole che per la scelta che aveva fatto anni addietro al contrario di tutti i suoi simili ( ovvero tenere la coda in onore della propria stirpe poiché si trattava del tipico simbolo che contraddistingue quella razza) avrebbe corso il rischio di andare incontro alla totale perdita di controllo commettendo azioni cui si sarebbe potuta pentire, non potendone rispondere a causa della mancanza dell’intendere e del volere. Psicologicamente si era preparata esercitandosi con una meditazione guidata e profonda mirata al controllo degli istinti e al rafforzamento delle capacità mentali a cui fare ricorso per regolarsi nel caso il suo corpo fosse diventato una macchina da guerra assetata di sangue, ma l’idea di tramutarsi in un’assassina la faceva stare male internamente, molte volte si era ritrovata da sola nel buio della propria stanza rannicchiata sotto le coperte in quelle notti di luna piena in cui il sonno l’abbandonava, a combattere contro i demoni che venivano a prenderla per ricordarle di essere un pericolo per le persone a cui teneva, costretta ad essere tenuta a bada con dei farmaci come gli animali da circo quando impazzivano per non svegliarsi fuori dal proprio letto lurida di sangue che non le apparteneva, e portarsi sulla coscienza le vite ch’ella stessa avrebbe potuto strappare via dai corpi dei suoi familiari. Se solo anche una delle persone che frequentava fosse entrata per soli cinque minuti della mente della giovane, avrebbe totalmente cambiato il modo in cui guardarla spiegandosi molti dei suoi comportamenti burberi ed asociali, trovando una spiegazione logica alle barriere che alzava per separarsi dai sentimenti altrui e non solo perché aveva geneticamente ereditato quel lato del suo carattere da suo padre. Sotto nel suo più intimo profondo c’era molto di più. Un cuore timoroso di fare e farsi del male, un animo nobile e forte capace però di spezzarsi con le carte giuste, lati di lei che non aveva mai permesso a nessuno di vedere solo per le paure che si celavano dentro ogni essere umano, e che anche lei possedeva anche se agli occhi di tutti si mostrava irremovibile ed incapace di provare quel sentimento. Ora che il suo incubo più grande era divenuto realtà pareva essersi scordata tutto ciò che le era stato insegnato, sentiva come se ogni parte del corpo avesse un cervello proprio che andava contro le volontà di quello principale che avrebbe dovuto dettare i movimenti, era consapevole di tutto ciò che le stava accadendo intorno, ma la bestia che si era impadronita del corpo vedendosi attaccata agì con irruenza ignorando il lato razionale, e fu allora che turchina comprese di non poter andare mai d’accordo con l’altra parte di se stessa poiché questa la spaventasse a morte.

Tagliale la coda! La coda!》Anche se non riusciva a capire le loro parole, le intenzioni erano chiarissime; uno dei due si stava dirigendo a gran velocità verso la causa di tanta mostruosità preparando un colpo con entrambe le mani, ma ella nonostante fosse impedita nei movimenti a causa della pesantezza dei possenti arti, si abbassò sulle ginocchia in modo da schivare l’attacco che le causò invece il taglio netto dei crini turchesi che erano cresciuti assieme a lei. Lo scimmione urlò tumultuoso provocando un'onda sonora che costrinse gli uomini a fermarsi per proteggersi le orecchie da quel rombo assordante, tempo che costò loro caro, poiché la bestia ebbe tutto il tempo di aprire le fauci e sporgersi verso uno di loro chiudendolo nella morsa mortale che trafisse il suo corpo da parte a parte con i suoi lunghi denti. Senza dilaniarlo si limitò a sputare la seconda vittima in meno di venti minuti da quando si era trasformata, puntando il terzo uomo che ora palesemente orripilato e furibondo si scagliava contro di lei sparandole con un’arma da fuoco tirata fuori dalla cintura dell’uniforme, esaltandosi con grida di battaglia e insulti, ma non era l’unica cosa che si stava dirigendo verso la ragazza; in lontananza riuscì a scrutare un puntino in volo sfrecciare velocissimo finché l’immagine della navicella di Jaco non occupò la sua visuale. L’uomo alla vista di un poliziotto non seppe se scappare o avvalersi della sua protezione e del suo aiuto per abbattere quel bestione, ma notò che anziché attaccarlo cercava di ottenere qualche risultato senza usare alcuna forma di violenza, con la sola voce. Infatti, l’alieno azionò tramite un pulsante sul pannello dei comandi un amplificatore in grado di espandere i suoni a molti raggi di distanza dopo aver notato i corpi sanguinanti dei due umanoidi martoriati.

Echalotte, ti prego torna in te! Devi domare il mostro, ricordati chi sei! Torna in te! Sono Jaco, mi riconosci?》il Pattugliatore Galattico aprì per un attimo lo sportello della navicella per permettere all’uomo di mettersi al sicuro, era appena tornato dal proprio turno lavorativo e come promesso si era diretto su quel pianeta per recuperare la ragazza e portarla a casa per riposare in attesa del nuovo giorno, ma in lontananza aveva notato qualcosa che non gli piacque affatto. Una mostruosa e imponente creatura alta parecchi metri e grossa quanto un intero palazzo stava scatenando tutta la sua ira contro qualcuno, e non gli servì un attimo in più a capire di chi si trattasse. Si chiese com'era possibile che quella ragazza si ficcasse nei guai anche laddove lui cercava di prevenire? Aveva scelto apposta quel luogo isolato su cui depositarla proprio in totale assenza di satelliti e lei doveva trovare il modo di trasformarsi ugualmente, era proprio tale e quale a sua madre, non c’era modo di stare tranquilli in loro presenza. Volò planando intorno a lei continuando imperterrito a urlarle contro frasi e momenti della sua vita passata per farle prendere controllo di se stessa, tentare di far leva sul suo orgoglio e sulla sua indole, quella che non si lasciava domare da niente e nessuno, ma ogni tentativo fu vano. Jaco non si arrese neanche un istante immaginando quanto la turchina stesse soffrendo nel compiere quei gesti inconsulti, e non poteva lasciarla sola al suo destino. Osò avvicinarsi di più a lei ignorado le urla del criminale che aveva riconosciuto ed avrebbe presto scortato alla Centrale. Bra muoveva le mani come se stesse scacciando un moscerino, e prima che le parole dell’alieno le arrivassero dritte al cuore arrestando quella sfuriata, la gigantesca mano dell’animale aveva già colpito la navicella scagliandola lontano da quell’atmosfera, osservandola allontanarsi ribaltandosi su se stessa ripetutamente il grido di terrore del suo amato zio ancora impresso nelle orecchie. Una lacrima scese dagli occhi della bestia che stavano tornando al loro aspetto naturale, mentre pian piano in preda al dolore muscolare il corpo della ragazza si ritraeva portandola alla sua statura in forma umana, ogni tratto del viso tornò normale ed i peli sparirono completamente. Ella poté udire il suo stesso pianto senza percepire nel tono i grugniti di poco prima, ma solo una squillante voce straziata gridare il nome di Jaco. Sperò con tutta la forza interiore che possedeva di non avergli causato alcun danno lieve o permanente che sia, desiderando ardentemente di non essere mai fuggita di casa. Si rese conto di essere completamente nuda quando il freddo dello spazio le pizzicò ogni lembo di pelle, e avvolgendosi la coda alla vita si precipitò verso la borsa da viaggio che si era portata tirando fuori una tuta a caso molto più larga di quanto il suo  fisico necessitasse, ma si accontentò. Afferrò un codino portando le mani alla nuca per raccogliere i lunghi capelli, rammentando solo quando non trovò nulla al di sotto delle sue orecchie che erano andati persi durante la lotta. Sbuffò amareggiata lanciando l’elastico lontano, raccogliendo la borsa e l’auricolare miracolosamente sopravvissuto alla sua furia che doveva esserle scivolato via durante la trasformazione. Caricò la borsa in spalla lasciando in terra gli abiti che quegli uomini scavando in essa avevano tolto dal suo interno, di cui ora i corpi giacevano senza vita intorno a lei. Sentendosi priva del coraggio di guardarli, si alzò in volo in direzione della traiettoria che aveva seguito la navicella, sperando di imbattersi in essa e scoprire che gli uomini al suo interno fossero sani e salvi.



Nell’enorme stadio situato sull’isola di Papaya, le iscrizioni al Budokai Tenkaichi indetto da Mr.Satan allo scopo trovare un erede al titolo di Campione Mondiale che portava da anni erano terminate già da una decina di minuti, e le Divisioni Senior e Junior non più separatamente erano pronte alle eliminatorie che caratterizzavano la prima fase del Torneo, che consisteva in combattimenti a porte chiuse tra gli sfidanti per decretare i vincitori che avrebbero avuto automaticamente accesso alle finali. Sugli spalti, gente venuta da ogni parte del pineta tra cui parenti ed amici dei guerrieri in gioco se ne stavano comodi ai loro posti deliziandosi con vsrie leccornie acquistate negli stand circostanti ad attendere l’avvincente battaglia che presto avrebbe avuto luogo, scambiando allegre chiacchiere tra di loro e scommettendo sul possibile vincitore. L’aria era festosa e solare quasi per tutti i presenti, quasi. Goten era appoggiato alla parete sottostante alle postazioni in cui erano seduti in prima fila tutti i suoi amici, intento in una conversazione con Marron.

《È assurdo, stanno per iniziare e non riesco a percepire l’aura di nessuna di loro due.》

《Oh dà loro un po’ di tempo, dopotutto è a questo che serve la pausa no? Per dare spazio agli ultimi arrivati, e poi lo sai che a loro piacciono le entrate ad effetto. Piuttosto, come mai non vedo Valese seduta da nessuna parte?》

《Beh lei non è qui.》

《Oh mio Dio non mi dirai che..》

《Il Gong! Devo scappare.》

《SE TI ASPETTI CHE GLIELO DICA IO TI SBAGLI DI GROSSO!》 Ridacchiò la bionda urlando per far si che il moro sentisse le sue parole anche mentre si allontanava da quella postazione. Ne era sicura che prima o poi si sarebbero lasciati, quella ragazza non faceva affatto per lui, ma più di tutto sapeva che il ragazzo con cui giocava a palla da bambina non avesse inventato una scusa per giustificare quell’assenza come faceva quando tra loro c’era di mezzo solo una piccola lite apposta per informarla della loro rottura, nella speranza che lei ne parlasse alla sua amica. Chiunque in famiglia se avesse osservato con occhi più attenti il rapporto che avevano quei due Saiyan in particolare avrebbe capito che la loro era più di una semplice amicizia, i tre amici al di fuori della coppia avevano sempre tentato di farli avvicinare, lo avevano capito tutti tranne loro o forse era semplicemente una mancanza di accettazione della realtà. Si erano sempre fatti moltissime risate discutendo su un ipotetico amore tra la figlia del Principe dei Saiyan ed il figlio del Traditore della specie, due eterni rivali nemici-amici che da anni ormai combattevano per scopi comuni, e forse era questa la principale causa della distanza che entrambi si imponevano di mantenere tra di loro: come l’avrebbero presa i loro padri? Era sciocco pensare che potessero essere capaci di opporsi, ma tutto era possibile con loro. Intanto, il primo match era iniziato, e tutte le figure di sua conoconoscenza comprese quelle sul ring avevano tutte la stessa espressione in volto causata dalla domanda che stava dilaniando tutti: dov’erano finite Pan e Bra?



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Salve a tutti!

Piaciuto questo capitolo? Le cose si fanno abbastanza complicate ora, sulla Terra sono tutti confusi, se solo sapessero!  Spero di aver reso bene la trasformazione di Bra e di avervi incuriositi abbastanza, vi raccomando fatemi conoscere una vostra opinione!

Ringrazio di cuore tutti quelli che passano a leggere e seguono silenziosamente la mia storia o che l’hanno inserita tra le seguite, ed anche coloro che mi danno tantissimo supporto tra cui felinala e paige95, e ringrazio namy86  per averla inserita tra le preferite. Ragazzi, vi adoro!

Alla prossima♡♡

   
 
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