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Autore: FriNet    21/09/2017    2 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Fri: Ed eccoci qua!...Una settimana dopo...
Chiediamo infinitamente perdono, ma entrambe ci siamo dimenticate che giovedì dovevamo aggiornare e quando Net l'ha ricordato...era tardi e quindi abbiamo deciso di aggiornare direttamente oggi, cercheremo di non farlo un'altra volta promettiamo! >.<
Ma parliamo del capitolo, per vedere Agape saintia dovrete aspettare ancora un pò ma vi divertirete a leggere di questo suo allenamento, specialmente perchè comparirà un nuovo personaggio molto conosciuto! 
Se volete scoprirlo, leggete pure :3

Buona lettura!


Quel giorno, era uno di quelli felici, almeno quello pensava Aiolos, tutto composto, con indosso perfino l’armatura d’oro (!), mentre guardava fiero la sua allieva, seduta su un masso davanti a lui.
“Se ha vinto Hilda, allora tu non hai nulla da temere!”
Continuava a ripeterle.
Insomma, Hilda che non si era quasi mai allenata aveva raggiunto il suo obiettivo, perché lei che invece sgobbava tutti i giorni non doveva?
“Non hai assolutamente niente da perderci, sarà un gioco da ragazzi! O meglio, ragazze, non ci sono ragazzi che concorro per quella del gufo…ancora meglio no?!”
“Sai che l’ultimo commento è parecchio sessista, vero?”
Fece notare Agape, alzando il sopracciglio.
Non che la cosa la stupisse troppo, al grande tempio c’erano parecchi maschilisti, basta solo pensare che facevano nascondere il volto alle sacerdotesse ma facevano finta di niente per quanto riguardava i body, che non nascondevano quasi nulla, che indossavano.
“Comunque…come mai indossi l’armatura? Vuoi allenarmi con le maniere forti?”
Molto strano fu vedere Los arrossire.
Ma non delicatamente, no.
Arrossirono perfino le ali dell’armatura.
“O-Oggi avrei un…un appuntamento”
Confessò il castano.
“Ah…”
Maestro e allieva si guardarono.
“Mi vuoi portare a cena fuori?”
Chiese poi quest’ultima.
“Quando vincerai l’armatura”
Mormorò scompigliandole dolcemente i capelli, facendole intendere che no, non era lei il suo appuntamento galante evidentemente.
Le lasciò alcune raccomandazioni, poi se ne andò, lasciandola con il suo sostituto.
O meglio, la sua sostituta.

“Che Zeus ti fulmini”
Borbottò Agape.
Davanti a lei, in piedi, c’era la sacerdotessa Marin dell’Aquila, la sua maestra per quel giorno, che aveva iniziato ad allenarla in modo tanto dolce…con cinquecento flessioni.
“Non ho sentito bene ragazzina, cos’hai detto?!”
Chiese la rossa, mascherata.
“Niente!”
“Più forte!”
“NIENTE!”
Urlò Agape di petto.
“Bene, adesso continua!”
Urlò a sua volta Marin.
“Perché non ha chiesto a me di farle da maestro, insomma, sono una saintia adesso”
Borbottò Hilda, seduta sugli scaloni.
Dietro di lei ci stava Aphrodite che le stava spazzolando i capelli, con affianco il suo astuccio per gli elastici e altre decorazioni.
“Lo sei diventata solo ieri, non darti tante arie”
Le rispose, borbottando, al suo fianco Kanon, che ogni tanto guardava male fish.
“Però lo sono diventata!”
Si gonfiò il petto la ragazza.
“Non muoverti o mi cade il fermaglio!
“Pardon!”
“…”
Kanon si calò una mano in faccia.

“Più veloce! Devi essere più veloce!”
Urlò Marin contro la bionda.
Agape cercò di assecondarla, tentando di schivare i colpi dell’altra, ma alla fine ne prese uno in pieno stomaco che la fece cadere per terra. Viso rivolto verso il cielo.
“E’ così che credi di sconfiggere la tua nemica?!”
Le urlò di nuovo Marin, indicando Nakye poco più in là che si stava allenando contro un’altra aspirante saintia.
Da-ly, dopo la sconfitta contro Hilda, non si era più fatta vedere.
“Punti a diventare una saintia, una delle poche ragazze che proteggono la dea da vicino, devi essere veloce a schivare, devi essere forte a colpire! Vuoi meritarti quell’armatura? Dimostramelo! Dimostralo a tutti!”
Agape chiuse gli occhi, riprendendo fiato.
Stava lanciando maledizioni a più non posso contro la rossa…ma si alzò comunque, perché aveva ragione e perché le ricordava troppo Ren.
Iniziava a stimarla.
Iniziava…
“Dieci minuti di pausa”
Dichiarò poco dopo Marin.
La bionda annuì, sedendosi per terra sfinita. Era contenta di quella pausa, ma non perché così poteva parlare con Hilda che si stava avvicinando, no. Si stava avvicinando anche Aiolia.
Era dall’episodio del vestito di lana che non era più riuscita a tentare di sedurre il leone, e quella poteva essere un’occasione ghiotta…se non fosse che Lia si mise a parlare, sorridendo pure, con la sua maestra.
“Vuoi una bottiglietta d’acqua?”
Chiese Hilda, appoggiandogliene una fredda contro la guancia.
Agape non rispose.
Si stese solamente per terra, chiedendo a Hades di prenderla lì in quel momento.
La rossa guardò il micione poi l’amica.
“Ma non volevi Aiolia come primo?”

Dieci minuti dopo, le due erano alla terza, a mangiare la torta che Saga aveva fatto per la vittoria della sua adorata allieva.
Gemini sapeva che Agape sarebbe dovuta essere all’arena a combattere contro Marin, ma se ne lavò le mani questa volta, era allieva di Aiolos dopotutto, mica sua. Così le lasciò a parlare di cose da ragazze.
“Non mi è sembrato che ci fosse tanto feeling…”
Mormorò Hilda.
“Le ha sorriso! Ha sorriso capisci?! A me, all’allieva di suo fratello non ha mai fatto un sorriso del genere!”
Urlò Agape, sfogando la gelosia nei dolci.
“Forse perché si conoscono da tanto”
Ipotizzò la rossa.
Cosa che non aiutò la bionda, infatti, sempre più gelosa e depressa prese anche il piatto dell’amica e si spazzolò pure la sua porzione di torta.
“Ehy! Guarda che poi ti va sui fianchi!”
Urlò Hilda.
“Al diavolo! Tanto resterò vergine a vita, e la tipa che mi ruba il micione mi sta pure simpatica!”
Borbottò Agape, ingozzandosi.
“…Quando si dice, oltre il danno pure la beffa…”
Hilda si mise a pattare la testa all’amica, dopotutto un po’ di torta, per sanare le amarezze della vita, non le faceva troppo male.
Almeno questo pensava lei.
Marin non era dello stesso avviso.
Aveva allenato Seiya da bambino, credete davvero che non sarebbe riuscita a trovare la bionda?
“Hildaaaaaaaaaaaaaaaaa”
Urlò Agape, tendendo un braccio verso l’amica, mentre veniva trascinata via.
La rossa la salutò, sventolando un fazzoletto bianco.
Preso in prestito da Aprhodite, ovviamente.

“Per punizione dovrai fare altri cento giri di corsa intorno al perimetro dell’arena! E non voglio sentire obiezioni!”
Agape, pur volendo, non poteva comunque sbraitare quanto avrebbe voluto.
Primo perché se lo meritava.
Secondo perché c’era Lia a guardarle.
Non voleva fare figure davanti a lui, proprio non ci teneva, quindi stette zitta e iniziò a correre, facendo finta di non sentire le risate di Nakye con Shura che la rimproverava.
Cercò di sfogarsi nel correre ma con le risate della nemica, le urla di Marin e gli occhi di Lia addosso, stava per iniziare a urlare dalla frustrazione.
Dall’alto, Hilda osservava la sua migliore amica, la sua sorellina per così dire, e si morse le labbra, cercando d’inventarsi qualcosa per cercare di alleggerirle il carico.
Le serviva un piano, ma non uno qualunque, uno diabolico.
“Kanon!”
Urlò, rientrando alla terza.

A giri quasi finiti, Agape cadde a terra in ginocchio, il viso tutto sudato e il fiato corto, la milza l’aveva persa verso la metà dei giri.
“Alzati”
Ordinò Marin, avvicinandosi.
“Un…un attimo…”
Sbiascicò la bionda.
“Alzati!”
Urlò la rossa.
Agape la guardò. Era al limite, ancora una parola e l’avrebbe azzannata alla gola, giurava.
Stavano per parlare quando Agape venne improvvisamente sollevata per essere messa in piedi, poi un paio di braccia muscolose circondarono le spalle delle due.
“Gemini”
Chiamò Marin.
Ovviamente non era Saga, era Kanon che guardava le due con un sorrisino.
Perché sorrideva? Perché Hilda gli aveva promesso, a lavoro finito, che gli avrebbe fatto rompere tutti i gingilli che Dite le aveva regalato quella mattina per i capelli.
Cos’era disposta a fare Hilda per la sua amica…
Ma ritorniamo a Kanon.
“Marin cara, ti chiama il vec-Gran Sacerdote, ha una notizia importante da darti su tuo fratello”
Manco il tempo di finire che la rossa corse verso le case.
Agape stava per chiedere se sarebbe stato lui il suo nuovo sostituto, ma non riuscì neanche ad aprire la bocca. La spinse indietro, dove c’era già pronta Hilda che la prese per mano e incominciarono a correre, non si sa verso dove.
Alla rossa sarebbe bastato qualunque posto dove Agape si sarebbe potuta riposare e rilassare, e di posti lei ne conosceva bene viste le volte che era scappata dai suoi di allenamenti.
Il tutto sarebbe riuscito perfettamente e tutti sarebbero stati felici.
Se non fosse stato per il micione traditore.
Aiolia aveva visto il tutto e bloccò le due ragazze prima che riuscissero a uscire dall’arena.
Quindi fu il leone a prenderle il braccio e a trascinarla di nuovo al suo posto.
Al contatto la bionda arrossì e iniziò a sorridere, come se niente fosse.
“Smettila di sorridere e tenta di collaborare, ingrata!”
Urlò Hilda, agitando le braccia.
Kanon mise il broncio, non sarebbe stato pagato…

Il duo, comunque, non si arrese.
Tentarono nuovamente di ‘rapire’ Agape, in modi più o meno onesti.
Presero perfino in considerazione di provare a trascinarla via, una volta acchiappata con la canna da pesca, ma furono fortunatamente fermati da Saga, che era stato avvisato da Shion in persona quando si era visto arrivare Marin e Aiolia almeno una decina di volte.
Tutte quelle intrusioni fecero alterare anche la sacerdotessa.
Che se la prese con la sua allieva.
Gli allenamenti di Agape invece che diminuire, aumentarono e per di più Marin adesso non si faceva più distrarre da terzi, pressando la bionda sempre più, spronandola a impegnarsi, a non lasciarsi andare alla stanchezza, di tirare fuori il carattere necessario e di uscire fuori dall’ala protettiva di Hilda.
Tutte queste parole innervosirono Agape.
Perché lei ci stava provando a dare del suo meglio, fin da quando era arrivata in quel posto.
Poi nessuno doveva toccarle Hilda, era il suo punto debole, e per quanto rispettasse Marin per come la stava allenando, quando la rossa disse il nome dell’amica quasi le staccò un braccio con un morso.
Il fatto ultimo che Aiolia stesse sorridendo alla sacerdotessa, era solo un’aggiunta.
Continuarono fino al tramonto.
Agape era di nuovo a terra, sporca di terra e di sudore, mentre Marin la guardava dall’alto.
La sacerdotessa, per punirla dell’intrusione di Hilda, non le aveva fatto fare altre pause, neanche per pranzare.
Marin le tese la mano e la bionda l’accettò senza dire nulla, non aveva più fiato.
“Sei brava ma…mi aspettavo di più”
Disse la rossa, tirandola su, per poi voltarle le spalle e andarsene verso il suo dormitorio.
Quella fu l’ultima stoccata per Agape.
Restò in piedi, con gli occhi sgranati, in mezzo all’arena.
Hilda si stava per avvicinare a lei, con la cena al sacco che si era fatta preparare da Saga apposta per lei ma un’altra ragazza fu più veloce.
Nakye si fermò davanti alla bionda.
“Cosa c’è? Svieni solo per un allenamento un po’ più duro? Fai proprio pena”
Agape ne ebbe abbastanza.
Le saltò addosso.

“Agape!”
Urlò Hilda, lasciando cadere per terra la cena.
Corse verso l’amica ma il gold ch’era rimasto a guardare fu più veloce.
Aiolia riuscì con difficoltà a tirare via Agape da Nakye.
“Ti ammazzo! Ti ammazzo!”
Continuava a urlare la bionda, agitandosi tra le braccia di Lia, che fu costretto a portarla via dopo aver lanciato uno sguardo a Hilda, facendole capire che ci avrebbe pensato lui.
Nakye sputò per terra il sangue che l’altra le aveva fatto uscire dalla bocca.
Lei e Hilda si guardarono.
“Raggiungi un po’ la tua amica e togliti di torno”
Mormorò Hilda, irata come poche volte, andandosene anche lei.

“Cedere all’ira non aiuta, te l’ho già detto una volta”
Mormorò Aiolia, facendo sedere Agape per terra, sedendosi poi di fianco a lei.
La bionda non disse niente, umiliata per quella figuraccia e per quella ripresa.
Lia le fece un piccolo sorriso poi le prese le mani ferite durante gli allenamenti.
“Posso?”
Chiese.
Agape arrossì leggermente, non riuscì a resistere a quel sorrise e gli diede le mani.
Il leone iniziò a espandere il suo cosmo, iniziando a curargliele.
“Vedi, Marin è stata dura con te solamente per il tuo bene, è una brava insegnante e ci tiene ai suoi allievi, per questo li sprona a dare il loro meglio…anche quella sua ultima frase, non era per smontarti, quanto per darti spunto per migliorare”
La bionda ascoltò quelle parole in silenzio, senza interrompere il leone dorato, solo alla fine osò chiedere quella domanda che le frullava in testa per tutto il giorno.
“Siete innamorati?”
“Oh no, siamo solo buoni amici, abbiamo iniziato ad allenarci insieme, poi lei ha allenato Seiya e…ci siamo un po’ persi di vista, con le guerre e altro”
“Non siete stati neanche…amanti?”
Chiese Agape.
Aiolia sospirò.
“Ascoltami Agape, tu sei una ragazza straordinaria, bellissima, e sono sicuro che diventerai una splendida saintia…ma io non sono qualcuno adatto a te, insomma…sei l’allieva di mio fratello, non sarebbe neanche giusto tradire così la sua fiducia. Mi sono accorto di quello che stavi facendo l’altro giorno e ti pregherei di non farlo pi-“
“Ti dispiaceva?”
Lo interruppe Agape, guardando da un’altra parte.
“Beh…non sarebbe dispiaciuto a nessuno ma-“
“Allora lo farò ancora”
“Agape”
La richiamò Aiolia sospirando.
“Non sono il tuo tipo”
Concluse serio, lasciandole anche le mani che aveva finito di curare.
Non riuscì ad allontanarsi però, come aveva programmato, perché appena ebbe le mani libere, la bionda circordò il suo viso per portarlo vicino al suo, facendo in modo che si poterono guardare dritti negli occhi.
“Ascoltami bene, Aiolia del leone, tu finirai a letto con me, che tu sia volente o no, noi due faremo sesso e magari ti piacerà così tanto che mi chiederai di farlo ancora e io ti accontenterò. Ma allora, e solo allora, potrai dire veramente se sono il tuo tipo o no, chiaro?”
Il gold non rispose, era rimasto letteralmente senza parole.
Agape sorrise maliziosa e si avvicinò per lasciargli un casto bacio sulle labbra, allontanandosi subito dopo per alzarsi, prima di andarsene comunque gli fece un occhiolino, per fargli intendere che quel bacio sarebbe stato solo un anticipo.
Aiolia rimase dunque da solo, a sfiorarsi le labbra…e a cercare di calmare il micino che si era risvegliato a quel discorso sensuale.
Agape dal canto suo, in quel momento era tra le braccia di Hilda, che era rimasta poco lontano da loro, a sfogare tutte le lacrime per quella giornata frustrante.

Il giorno dopo Agape tenne il broncio ad Aiolos.
Non perché l’aveva piantata con Marin il giorno prima, ma perché aveva scoperto chi era il suo appuntamento galante: Seika.
La sorella maggiore di Seiya.
Agape non approvava per niente!
Il tutto mentre Hilda, i gemelli e mezzo santuario se la ridevano.
L’unico che non rideva era Aiolia, e non per fratellanza, ma perché era troppo impegnato a guardare Agape con occhi diversi.

   
 
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