Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.3
Resterai al ‘mio’ fianco
Steve
guardò l'eclissi di sole
all'interno di una ciotola d'acqua e sospirò. Era in piedi
sul davanzale della
propria finestra. Pian piano la luce solare tornò a
splendere e Rogers sospirò,
massaggiandosi il collo.
<
Sempre così scenografico. Eh sì che
Strange gli ha detto che gli permette di tenere aperto il passaggio tra
le
nostre due dimensioni solo se non fa casini >
rifletté.
Udì
bussare e corse alla porta, l'aprì e
si trovò davanti Tony.
"F-fa
strano vederti con i vestiti
ufficiali dello S.H.I.E.L.D." sussurrò, lasciandolo entrare.
Inspirò,
sentendo l'odore di candeggina proveniente dai propri pavimenti.
"Però sei
davvero sobrio, sai essere di parola" mormorò roco.
Tony
sollevò una bottiglia, sogghignò
ampiamente e avanzò.
"Ti
ho portato la bottiglia piena e
chiusa a prova della mia buonafede, così quando ti
dirò di mollare l'uomo dagli
anelli stregati che ti crede un incapace non avrai scuse".
Steve
ridacchiò piano e scosse la testa,
gli richiuse la porta alle spalle. Si passò le mani sulla
maglietta bianca che
indossava e controllò che la canottiera fosse infilata nei
jeans neri.
"Accomodati
pure e dammi la
bottiglia. La metto in frigo" propose.
<
Sembra stare molto meglio. La cosa
che mi faceva più soffrire, era lasciarlo nei guai, ma...
non abbiamo mai fatto
altro che litigare. Non gli ho portato altro che dispiacere >
pensò.
Tony
gli lanciò un'occhiata disgustata,
raggiunse una sedia e si accomodò a gambe aperte.
"Se
non togli subito la camicia da
dentro i pantaloni ti denudo a forza, Captain".
"Camicia?
Io non indosso
camice" disse Steven, battendo le palpebre.
<
È un qualche slang futuristico?
> si domandò. Si passò la mano tra i
capelli biondi, scompigliandoli e una
ciocca gli ondeggiò davanti la fronte.
Tony
roteò gli occhi, si alzò, lo
raggiunse e gli tirò fuori la canottiera dai jeans.
"Vuol
dire questo".
"STAAARK!"
strillò Steve.
Le
luci dell'appartamento si accesero ed
iniziarono a ondeggiare, rose blu luminescente sbocciarono sulle pareti
e il
pavimento si tinse d'oro.
Della
polvere argentata si posò sui vari
mobili e ricoprì anche i due.
Steve
sospirò rumorosamente e se la
tolse di dosso.
"Avrei
dovuto pensare che i miei
nervi non avrebbero potuto reggere ad entrambi insieme" gemette.
Tony
socchiuse gli occhi guardandosi
intorno, sentì un sibilo. Tutte le luci si spensero, si
riaccesero e un uomo
sorrise, seduto scomposto sul divano. Accavallò le gambe,
socchiuse gli occhi
oro fissando Tony.
"Anthony,
mi sorprende la tua
presenza qui" disse. Ghignò mostrando i denti candidi.
Steve
si sedette al suo fianco,
accavallando le gambe.
"Edward"
sussurrò roco. Le
iridi azzurre gli divennero liquide.
Tony
sogghignò, si sporse in avanti e
socchiuse gli occhi.
"Io
non farei lo splendido. Il tuo
promesso ha accettato di mollarti se glielo chiedo".
Edward
inarcò un sopracciglio, sospirò
scuotendo il capo.
"Capirei
perché ...".
Steve
si morse un labbro roseo fino ad
arrossarlo.
"Supponevo
che il tuo parere fosse
essenziale per te". La sua voce uscì molto di gola.
<
Mi chiedo quanto ci metterà Tony a
notare... ah, genio com'è ci sarà già
arrivato da ore > rifletté.
Tony
lanciò un'occhiata a Steve, scosse
il capo e si alzò in piedi.
"Facciamo
così. Tu torni nella tua
dimensione, e io non ti ci rinchiudo per i cinquemila anni a venire"
disse, duro.
Edward
strinse le labbra, si mise in
piedi e lo guardò.
"E
Steve?".
Tony
grugnì, incrociò le braccia e si
sporse sulle punte.
"Riprenditi
il collare di diamanti.
Il Capitano lo tengo io".
Steve
abbassò il capo e si massaggiò il
petto, mise entrambi i piedi per terra e unì le ginocchia.
"Tony
è un amico molto
protettivo" sussurrò. Avvertì una fitta al petto
e avvertì gli occhi
pizzicare.
<
Aveva detto che non sarebbe partito
prevenuto, ma lui è sempre prevenuto... con se stesso
> pensò.
Edward
prese l'anello dalla tasca di
Steve, lo porse a Tony e sorrise sornione.
"Mi
stai giudicando per un
regalo?".
Tony
annuì, piegando il capo di lato.
"Cap
non è una donzella in
difficoltà. Non ha bisogno di nascondersi dietro a poteri
magici, ma di
combattere fianco a fianco con qualcuno che lo scuote di continuo".
Steve
strisciò indietro sul divano e si
deterse le labbra con la lingua.
"Ed
è molto più vecchio di me. Ci
conosciamo da quando ero bambino, è per quello che mi vede
più... delicato di
quanto sia" mormorò.
Tony
lo guardò, sogghignò e spostò il
peso da un piede all'altro.
"Questo
sì che si definisce un
rapporto sano".
Edward
sbuffò sarcastico.
"Disse
quello che voleva scoparselo
a dodici anni".
Steve
avvampò.
"Negli
Avengers nessuno ha mai
avuto rapporti sani" s'intromise.
Si
alzò in piedi e si diresse verso la
cucina. "Non per questo non sono altrettanto importanti".
Tornò
dalla cucina con la bottiglia di
vino e tre calici di vetro.
"Volete?"
chiese.
Tony
negò, si sedette sul divano e
accavallò le gambe.
"Devo
stare sobrio" ricordò.
Edward
si passò la mano tra i capelli
castani e sospirò.
"Con
piacere, Steve".
Steve
ingoiò un gorgoglio e avvertì una
fitta al basso ventre, stappò la bottiglia. Un po' di
schiuma colò dalla bottiglia
e Steve verso il contenuto in due dei tre calici. Appoggiò
la bottiglia ai
piedi del divano e porse i calici verso Edward.
"T-ti
ringrazio, Tony"
sussurrò.
Edward
prese il bicchiere, lo porse a
Tony. Tony negò, Edward scrollò le spalle e
bevve. Tony sbuffò, si alzò e
afferrò il calice dalle mani di Steve.
"Ora
basta. Io ho mantenuto la mia
parte, tu rispetta la tua".
Steve
giocherellò con il bicchiere vuoto
che gli era rimasto in mano, le labbra gli tremarono.
"Suppongo
che tutto finisca, prima
o poi. Almeno così sarò sicuro che Tony non
riprenderà a bere.
Lo
controllerò anche da parte tua...
amore" disse e la voce gli uscì gracchiante. Si sporse in
avanti e posò un
bacio sull'angolo della bocca dell'altro.
<
Sto rinunciando al dio di un'altra
dimensione, solo per i capricci di Stark. Tipico di me, parlo da tanto,
ma alla
fine obbedisco sempre a quello che vuole lui > pensò.
Edward
gli carezzò la guancia, sorrise
lievemente e si alzò. Guardò Tony, lo
osservò dall'alto in basso e sospirò.
"Cerca
almeno di prenderti cura di
te, e di lui".
Steve
si scostò e gli diede le spalle,
dirigendosi verso la finestra.
"Puoi
contarci. E vedi di non fare
troppi casini una volta tornato a casa. Guarda che lo so che ti piace
fare lo
splendido, quando vuoi sei peggio di Thor" disse, cercando di fingere
un
tono più spensierato.
Edward
lo raggiunse, lo abbracciò da
dietro e gli poggiò la testa sulla spalla.
"Sai
che è giusto così".
Steve
strinse gli occhi e rabbrividì.
"Umh, sì. Mondi diversi... mi
raccomando, ricordati di non lasciare
niente di tuo qui. O faremo qualche casino spazio-dimensionale" gli
ricordò.
Edward
gli baciò il collo, Tony lo
raggiunse e afferrò il fianco di Steve con forza.
Steve
arrossì, avvertendo il proprio
battito cardiaco aumentare.
"Cosa
state cercando di fare voi
due?!" strillò.
Edward
ghignò, Tony ridacchiò e lo
baciò. Edward lo strinse da dietro, strusciandosi contro di
lui. Tony leccò il
collo di Steve, lo mordicchiò e sogghignò.
Steve
socchiuse le gambe e si appoggiò
contro Edward.
"Siete
due pezzi di merda che
giocate con i miei sentimenti, almeno sappiatelo" esalò
piano.
Edward
sorrise appena, gli passò la mano
tra i capelli.
"È
reciproco, devi
ammetterlo".
Tony
roteò gli occhi, aderì al corpo di
Steve e gli strinse i fianchi.
"E
comunque goditelo, questa
volta".
Steve
passò le braccia intorno al collo
di Edward e strinse le gambe attorno alla vita di Tony.
"Se
dev'essere un addio, facciamolo
bene.
Tanto
mi convincete sempre a fare tutto
quello che volete" mormorò. Socchiuse gli occhi, le sue
pupille si
dilatarono.
Tony
gli slacciò i jeans, Edward lo
sostenne carezzandogli la schiena e le spalle.
Steve
si lasciò sfuggire una serie di
gemiti di piacere e gettò indietro la testa, facendo
ondeggiare i capelli
biondi.
Tony
gli morse il labbro ed Edward prese
a leccargli il collo. Tony si scostò, ansimava appena.
"Divano"
ordinò.
Steve
rimise i piedi per terra e si
staccò dalla divinità, fece un paio di passi con
le gambe tremanti, ondeggiava
e i pantaloni gli facevano dolore il basso ventre. Si stese ansimando
sul
divano, nascondendo il viso contro il braccio. Il petto si alzava e
abbassava
in modo veloce e irregolare sotto la sua maglietta candida.
Tony
gli si mise in ginocchio tra le
gambe, sfilandogli lentamente i pantaloni, mentre Edward si
chinò sul soldato,
baciandolo e leccandolo lungo il collo.
Steve
gorgogliò piano, aprì le gambe,
sentiva i boxer stringere. Ansimò e piegò di lato
la testa, lasciando scoperto
il collo.
<
Se Tony, dopo tutto questo, mi dice
che siamo ancora 'solo amici', lo ammazzo > pensò.
Tony
gli tolse i boxer e prese a
carezzargli le gambe, Edward gli sfilò la maglietta e prese
in bocca un
capezzolo di Steve.
Steve
gemette forte di piacere e si
poggiò il dorso della mano sulla bocca. Una lacrima gli
scivolò lungo la
guancia arrossata.
"N-non
mi dimenticare"
implorò.
<
Sono in balia di ben due 'Tony
Stark', universi diversi, ma medesimo controllo su di me. Howard, tu
eri un
asso in queste cose, ma tuo figlio è 'divino' >
pensò.
Edward
lo baciò sulle labbra e Tony salì
a propria volta, entrambi gli Stark erano all'altezza del viso di Steve.
"Mai,
Capitano" dissero, in
coro.
***
Steve
era seduto a gambe aperte sul
divano, sporco di sperma e sudore. Si portò la bottiglia
alle labbra e bevve
avidamente, un rivolo di liquido gli scivolò oltre le labbra
arrossate.
"È
ripartito e non tornerà mai più.
È di parola..." esalò. Guardò la
bottiglia vuota e sospirò.
"Ho
perso l'unico uomo che abbia
mai voluto sposarmi e non posso neanche ubriacarmi.
Dov'è
la robaccia di Thor quando
serve" si lamentò.
Sulla
sua pelle pallida si vedevano
segni di morsi, succhiotti e una serie di graffi leggeri.
Tony
scrollò le spalle, seduto in terra
con solo i boxer.
"Non
voleva sposarti, voleva
metterti il collare. Io mi ringrazierei".
"E
tu che vuoi farmi?" chiese
Steve. Osservò il corpo di Tony, arrossì
nuovamente e si sporse, porgendogli la
mano.
Tony
gli prese la mano, si alzò in piedi
e si sporse verso di lui.
"Darti
un posto al mio fianco, dove
meriti di essere".
Steve
lo trasse a sé e lo abbracciò,
nascondendogli il viso nell'incavo del collo.
"Io
merito di non vederti distrutto
mai più" sussurrò dolcemente. Gli
accarezzò le spalle massicce. "E
accetto volentieri quel posto... Tony" mormorò.