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Autore: Il corsaro nero    22/09/2017    2 recensioni
In ogni fiaba si sa già il destino dei personaggi.
I buoni vivono per sempre felici e contenti mentre i cattivi muoiono.
Non ci si può fare niente.
Non si può sperare di cambiarlo... o forse no...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Tarble, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 2: PRIMO GIORNO


E ricorda di non accettare mai niente dagli sconosciuti.” “Vegeta, glielo hai già detto venti volte!” “Voglio solo essere sicuro che non se lo dimentichi.”

La bimba di tre anni dai capelli turchini, sorrise divertita.

Suo padre era un musone di prima categoria ma le voleva bene.

E comunque, ci stanno solo mezz'ora al parco. Cosa vuoi che succeda?” continuò sua madre mentre suo padre Vegeta ribatté: “Di tutto! Il parco è il ritrovo degli alcolizzati, dei drogati e dei falliti! Non voglio che mia figlia abbia a che fare con quella gentaglia!” “Rilassati, una buona volta. Non è mica la prima volta che l'asilo porta i bambini al parco. Vedrai che andrà tutto bene!” “Se succederà qualcosa a mia figlia, li denuncio, quelli!”

Bulma sospirò.

Quando si parlava di sua figlia Bra, Vegeta diventava, se era possibile, ancora più irascibile.

Non voleva essere nei panni di quel povero disgraziato che avrebbe voluto sposarsi con sua figlia.

Lei e Vegeta erano sposati da anni, ormai, eppure l'irascibilità del marito non finiva mai di stupirla.

Dal loro matrimonio erano nati due figli: Trunks di diciotto anni e la piccola Bra di soli tre anni.

Trunks frequentava il suo quinto anno di scuola superiore mentre Bra stava per affrontare il suo primo giorno d'asilo.

Quando Vegeta aveva saputo che i bambini andavano a passare mezz'ora al parco gli era venuto un colpo e per poco non aveva disfatto l'iscrizione di Bra.

Lei e Trunks avevano dovuto fare una faticaccia per convincerlo a mandare lo stesso Bra all'asilo.

Finalmente, il terzetto parcheggiò davanti all'asilo e uscì dalla macchina.

Vari genitori si erano già radunati davanti alla porta dell'asilo per accompagnare i propri bambini.

Ma guarda quanta gente!” sbuffò Vegeta e Bulma gli ricordò: “Qualcuno dovrà portare i figli all'asilo.”

Mentre aspettavano, Bra chiese: “Mammina, è vero che ceniamo dalla nonna Echalotte per festeggiare il mio primo giorno?” “Certo, tesoro. Ci sarà anche lo zio Tarble.” la rassicurò Bulma.

Tarble era il fratello minore di Vegeta ma aveva un carattere completamente opposto a quello del maggiore: era sempre gentile e sorrideva sempre, a differenza del fratello serio e scorbutico.

Era molto più basso e mingherlino di Vegeta, che era più alto e robusto.

Il giovane non era mai stato fidanzato, in quanto era molto timido con le donne, ma Vegeta sperava sempre che un giorno trovasse la donna giusta e la sposasse.

Finalmente, una maestra aprì la porta e chiamò i bambini.

Bra, con un po' di esitazione, lasciò andare la mano dei suoi genitori e, dopo aver dato un'ultima occhiata ai suoi genitori, corse dentro l'asilo.

Dopodiché, marito e moglie si diressero verso la macchina.

Mentre Bulma metteva in moto l'auto, si accorse che Vegeta osservava in silenzio un bambino che piangeva disperato, in quanto era spaventato dal suo primo giorno, e padre gli accarezzava la testa, dicendogli le parole, che dal finestrino aperto si sentiva benissimo: “Tornerò, promesso.”


Così Bra ha cominciato l'asilo, chissà che emozione.”

Il ragazzo con i capelli lilla camminava di fianco a una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi dello stesso colore.

La giovane non era vestita all'ultima moda ma il ragazzo la trovava lo stesso bellissima.

Trunks si sentiva al settimo cielo.

Con Mai, la sua fidanzata, si sentiva sempre bene.

Aveva una famiglia e una ragazza fantastica... non avrebbe potuto desiderare di più dalla vita...

Ad un tratto, sentì un dolore atroce.

D'istinto, portò una mano allo stomaco e si mise ad ansimare forte.

Mai, accorgendosi di quello che stava succedendo al suo fidanzato, si avvicinò a lui e, portandogli una mano sulla spalla, gli domandò: “Ti senti bene?” “Sì... non preoccuparti... è stato solo un attimo... magari sto per prendermi l'influenza.” la tranquillizzò lui.

Mai stava per aggiungere qualcosa quando si sentì una voce: “Ehilà, ragazzi. Come va?” e un ragazzo coi capelli lunghi fino alle spalle neri e ribelli comparve alle loro spalle.

Trunks gli rammentò, con un sorriso divertito: “Goten. Dovresti crescere, sai? Altrimenti tua madre te le suona.” “Adesso non c'è. E poi, se non mi comporto così adesso, quando lo farò?” “Sei senza speranza, amico... mi domando quale donna vorrà mai sposarti...”


Mi raccomando. Non allontanatevi troppo.” “Sì, signorina.”

I bambini cominciarono a disperdersi da tutte le parti come uno sciame di locuste.

Solo una bimba coi capelli turchini rimase immobile.

Bra si stava annoiando.

Le piacevano quei giochi, ma le sarebbero piaciuti molto di più se ci fosse stato qualcuno con cui giocare.

Lei aveva già un'amica del cuore.

Si chiamava Pan ed era la nipote del migliore amico di suo fratello ma, sfortunatamente, lei aveva un anno in più di lei e sarebbe andata al parco in un'altra ora, in modo che non ci fossero troppi bambini da sorvegliare.

Annoiata, cominciò a fare due passi nel parco.

Tutti i bambini giocavano sui giochi e tutte le panchine del parco erano vuote...

Ad un tratto, si accorse che una panchina era occupata.

Si trovava in fondo al parco, sotto un enorme quercia, e su di essa c'era seduto un uomo che leggeva il giornale.

Bra, incuriosita, gli si avvicinò, sorridendo.

Una volta che gli fu vicina, si accorse che il giornale era così grande che gli copriva il volto.

Con un po' di fatica, Bra si arrampicò sullo spazio libero alla sinistra dell'uomo e si mise a fissarlo, in silenzio.

Ad un tratto, l'uomo girò un attimo la testa e si accorse, con stupore, della bambina dai capelli turchesi seduta di fianco a lui che lo guardava.

Fece una faccia un po' stupita ma decise di far finta di niente e ritornò a leggere il suo giornale.

Dopo un po', la guardò di nuovo ma ritornò subito al giornale.

Per ben dieci minuti, l'uomo continuò a voltarsi e a vedere Bra che continuava a fissarlo.

Alla fine, non ne poté più.

Insomma, ragazzina, perché mi stai fissando?! Va a giocare con gli altri bambini!” sbottò, all'improvviso, l'uomo, abbassando il giornale e guardandola in malo modo.

Bra sorrise d'istinto.

Quell'uomo così burbero le ricordava tanto il suo papà...

Si può sapere perché sorridi?” le domandò, incredulo, l'uomo e Bra rispose: “Perché lei assomiglia tanto al mio papà! Anche lui direbbe queste cose!”

L'uomo la fissò, arrossendo, e poi, con una faccia seccata, le chiese: “E sentiamo, te l'ha mai detto il tuo papà di non parlare con gli sconosciuti?” “Mi ha detto di non accettare niente ma non sul parlare.” “Sono sicuro che il tuo papà intendeva anche sul parlare. Quindi adesso vai con gli altri bambini e mi lasci in pace!” dichiarò lui mentre riprendeva il giornale e ricominciò a leggere.

Bra, però, non aveva nessuna intenzione di andarsene.

Quando l'altro se ne accorse, la guardò malissimo e le chiese: “Perché non te ne vai? Non ti faccio paura?” “No.” “Sicura? Potrei mettere la mia grande mano sul tuo esile collo e poi spezzartelo come uno stuzzicadenti. E poi, portarti nel mio rifugio, cucinarti al vapore e mangiarti viva. Sarà divertente...” “Tanto lo so che non lo farà.” “Ah sì? E perché non dovrei farlo?” “Perché lei è proprio come il mio papà. Fa solo finta di essere cattivo mentre in realtà è buono.” rispose, con orgoglio, Bra.

L'uomo la guardò un attimo, in silenzio, e poi, distogliendo lo sguardo dalla bambina, sussurrò: “Io non sono buono...”

   
 
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