Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Evali    23/09/2017    1 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il figlio del ghiaccio e del fuoco non fosse stato il noto personaggio che noi amiamo e conosciamo? Come sarebbe andata la storia se il legittimo erede al trono, figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, fosse stato simile al padre quanto alla madre? Una storia che narrerà le vicende dei nostri beniamini della serie tv, con l'aggiunta di un nuovo giocatore al gioco del trono che modificherà il loro destino. La vicenda è incentrata sulla storyline di una versione originale del figlio dei due sfortunati innamorati e su come avrebbe influito la sua presenza nell'universo creato da George RR Martin. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Due fratelli e un sogno perduto

 

Non era più abituato a quel freddo pungente. Gli era mancato terribilmente per tutti quei mesi. Ora, l’inverno era alle porte, dunque, oltre ad essere quasi giunto alla Barriera, c’era anche un’altra ragione per cui sentisse anche più freddo del solito. Non era mai stato alla Barriera, nonostante fosse stato il suo sogno fin da bambino. Per la prima volta in vita sua l’avrebbe vista dal vivo, avrebbe provato sulla sua pelle la sensazione di guardare giù, oltre il mondo conosciuto, colpito dall’aria ghiacciata e penetrante sulla pelle. Tutto ciò lo rendeva agitato e impaziente, oltre al fatto che avrebbe rivisto finalmente Jon e Sansa.
Le porte di Castello Nero si aprirono davanti ai suoi occhi, e i guardiani annunciarono una visita. Walter scese dal suo cavallo guardandosi intorno curioso. Aveva solamente udito racconti su racconti di quegli uomini vestiti in nero, estraniati dal mondo. E ora, Jon era uno di loro, mentre lui no perché il suo destino era un altro. Una ventata di malinconia lo colpì insieme alla nostalgia dei tempi in cui poteva ancora permettersi di sognare, e alla meraviglia di poter finalmente esplorare quel luogo. Il ragazzo si accorse che, oltre ai confratelli, erano presenti anche degli uomini e delle donne vestiti con pellicce di orsi e di altri animali. Lo fissavano diffidenti e spaesati e, inizialmente, non capì chi fossero e perché si trovassero a Castello Nero.

Dopo qualche minuto, finalmente vide qualcuno a lui familiare in lontananza. Sansa stava correndo verso di lui con le lacrime agli occhi. I due si abbracciarono e Walter la alzò da terra nello stringerla a sé. Si accorse che era diventata ancora più alta. Affondò il viso in quei lunghi capelli rossi che sapevano tanto di casa, e lei fece lo stesso con i suoi.
- Pensavo che ti avrebbero ucciso … ho avuto tanta paura! Abbiamo anche mandato un messaggio a Tywin minacciandolo per fare in modo che ti riconsegnasse a noi. Temevo che fosse troppo tardi … Lady Brienne mi ha trovata a metà strada e mi ha assistita sempre, ma lei aveva il compito di trovare anche te … ha scoperto troppo tardi che tu fossi ad Approdo e … - gli disse Sansa con la voce rotta.
- Ehi, ehi, ora sono qui, va bene? Va tutto bene ora che siamo insieme – la rassicurò sorridendole mentre la rimetteva giù e e le accarezzava il viso. – Dov’è Jon? – chiese impaziente di rincontrare colui che non vedeva da più tempo e al quale era più legato. Non appena pronunciò quel nome, il viso di Sansa si annebbiò di colpo. Solo in quel momento Walter notò che il volto di sua sorella sembrava fin troppo stanco e scavato. Come se non avesse dormito e mangiato da giorni. – Sansa? Che è successo? – chiese in apprensione.
Ella abbassò il viso mentre i suoi occhi si velarono di lacrime di tristezza, questa volta. – Jon è morto, Walter.
Il ragazzo si pietrificò all’istante.
Non poteva essere. Lui no. Sarebbe stato capace di sopportare la morte di chiunque, ormai, ma non la sua. Non quella di Jon. Jon non poteva andarsene.
- Non è vero. Lui non è morto – disse convinto. Sansa lo prese per il polso in modo da guidarlo per portarlo con sé.
Walter si ritrovò dentro un castello pieno di stanze, fin quando non entrarono in una di queste. Due dei guardiani, tra cui anche Edd, uno dei più vicini amici di Jon, dovettero controllare che stesse bene dopo che ebbe visto. Si ritrovò dinnanzi ad un tavolo coperto da un telo, il quale sembrava nascondere un corpo. Il ragazzo era rimasto fisso immobile a guardarlo per diversi minuti, sulla soglia della porta.
- Vi consiglio di non alzare il telo. Per quanto abbiamo cercato di mantenere il corpo più intatto possibile grazie al clima gelido di questo luogo e a diverse tecniche messe appunto da alcuni esperti in materia, non penso che sarebbe un bello spettacolo per voi vedere il cadavere grigio e spento di vostro fratello, ormai da un mese in quello stato. Mi hanno detto che eravate molto legati voi due. Ciò dimostra la vostra reazione in questo momento … - gli disse un uomo sulla cinquantina avvicinandosi a lui. Ma Walter non gli prestò un minimo di attenzione, ancora con gli occhi fissi su quel tavolino. A ciò, lo sconosciuto gli porse la mano, la quale era priva di alcune falangi. – Io sono Ser Davos Seaworth. È un piacere per me conoscervi. Oramai siete divenuto famoso.
Walter, con immensa fatica, distolse lo sguardo dal tavolo e si voltò verso l’uomo, stringendogli la mano, con sguardo apatico. – Famoso …?
- Siete colui che ha sconfitto la Montagna. Non sarà difficile dimenticarsi di voi dato che avete svergognato la corona due volte e avete anche liberato Tyrion Lannister, oltre a voi stesso, grazie a quel duello. Soprattutto perché siete solo un ragazzo.
- Come … ?
- Come dite?
- Come è successo?
Capendo a cosa si riferisse Walter, Davos cercò di spiegargli in breve tutto ciò che era accaduto in quei lunghi mesi, fino ad arrivare alla morte di Jon. Gli raccontò di chi fosse lui e dell’arrivo di Stannis Baratheon in aiuto dei Guardiani della Notte dopo la battaglia avvenuta a Castello Nero contro i bruti. Gli narrò di come Jon fosse divenuto lord comandante di comune accordo e di come, in poco tempo, sia riuscito a farsi benvolere e stimare da tutti. Gli rese note tutte le sue imprese, tra cui, la più importante, l’abbattimento di tutti i pregiudizi e i contrasti che vi erano da secoli contro i bruti, in favore dell’unione e della solidarietà per combattere un nemico più grande. Dunque, arrivò al racconto dell’esistenza e del ritorno degli estranei e di come Jon li avesse combattuti ad Aspra Dimora poco prima di essere tradito da alcuni suoi confratelli e pugnalato in un’imboscata, il mese precedente. Non si dimenticò neanche di tralasciare altri dettagli importanti, come il fatto che Stannis e il suo esercito fossero morti combattendo i Bolton, che di suo zio Benjen non vi era più nessuna traccia, e che i traditori ora fossero rinchiusi nelle prigioni di Castello Nero, in attesa di essere giustiziati. Ser Davos si aspettava che il ragazzo non gli credesse riguardo agli estranei, proprio come facevano tutti non appena gliene parlava. Invece, la sua reazione al riguardo fu completamente diversa. - Gli estranei esistono. Dunque tutto ciò in cui ho creduto in tutta la mia vita è sempre stato vero … non posso crederci – disse Walter facendo qualche passo indietro e quasi perdendo la concezione del tempo e dello spazio per la sorpresa. Il suo stato d’animo era un misto tra la soddisfazione nello scoprire di aver sempre avuto ragione, nonostante il mondo intero ritenesse quelle solo assurde storie per spaventare i bambini, e la paura che quelle creature avevano sempre esercitato sulla sua mente, oltre ad un sano fascino fanciullesco.
- Se solo mi fossi accorta dell’inganno, che alcuni dei confratelli stessero tramando contro di lui … tutto questo non sarebbe successo … mentre lo uccidevano io dormivo beata nella mia stanza … - disse improvvisamente Sansa, la quale era rimasta tutto il tempo di fianco a lui, mentre un fiume di lacrime le bagnava le guance.
A ciò, Walter riportò l’attenzione sulla questione principale e strinse di nuovo sua sorella a sé. - Non darti la colpa anche di questo, Sansa. – Mentre le rassicurava con quelle parole, Walter rivolse nuovamente lo sguardo a Ser Davos, uno sguardo che aveva ripreso un barlume di vita e di speranza non appena aveva udito una precisa frase uscire dalla bocca del Cavaliere delle Cipolle. – Avete tenuto il suo corpo intatto per tutto questo tempo. Non lo avete seppellito. Questo può voler dire solo una cosa: c’è un modo per salvarlo.
Davos rimase sorpreso. – Avete capito che vostro fratello è morto?
- Sì, ma se non ci fosse più alcuna speranza sarebbe già sepolto e avreste nominato un altro lord comandante.
- Mi sorprende la vostra apertura mentale e con quanta facilità riuscite a credere all’esistenza di creature come gli estranei o che ci sia una speranza per riportare un morto in vita.
- Io sono la persona con la mente più aperta del mondo in materia, Ser Davos, forse anche troppo. Dunque?
L’uomo fece un sospiro rassegnato ed espose l’assurda idea al ragazzo. – Dopo la battaglia tra i Ramsey Bolton e Stannis, e la sconfitta di quest’ultimo, la sacerdotessa Melisandre di Asshai, la quale, proprio come me, era una sua servitrice, è ritornata qui a Castello Nero con la coda tra le gambe. Afferma di essersi sbagliata riguardo un certo “principe promesso”. Credeva che fosse Stannis ma non lo era. L’unico motivo per il quale è tornata qui, è che non sapeva dove altro andare …
- Ho udito già il suo nome … - lo interruppe Walter ricordandosi del suo incontro con la donna sulla strada per andare ad Approdo del Re. – Non è una strega? Può riportarlo in vita!
- Frenate, ragazzo … lei ha già riportato in vita qualcuno, quindi, sì, può farlo. Dunque speravamo che potesse riuscirci anche con Jon ma … lei si ostina a rifiutarsi perché dice che lui non è il “principe promesso” … Dice che non riesce a vederlo nel fuoco … che non avrà un ruolo predominante nella battaglia finale … - disse Davos, come se le parole che uscissero dalla sua bocca non fossero altro che assurde storie immaginarie. D’altronde, tutto ciò che diceva quella donna gli era sempre sembrato tale.
- Le parlerò io – disse deciso Walter dirigendosi subito verso la porta.
- Cosa intendete fare? – gli chiese Ser Davos afferrandogli un polso per bloccarlo.
- Farei qualsiasi cosa per riportare in vita Jon – disse convinto il ragazzo.

Melisandre era seduta su una sedia dinnanzi al fuoco. Osservava quelle fiamme afflitta, come se non avesse più uno scopo, fin quando non fu come risvegliata dal rumore della porta cigolante. Era convinta che si trattasse di Ser Davos, piombato nella stanza per riempirla di discorsi volti a farla sentire ancora più in colpa di quanto già non si sentisse.
- Ci rincontriamo, sacerdotessa. – Ma quella voce non era di Ser Davos. La donna si voltò immediatamente e sgranò gli occhi non appena lo vide. Si alzò dalla sedia e si avvicinò a Walter, prendendogli una mano e stringendola tra le sue, impaziente.

 – Sei tu! Avevo ragione! Avevo visto bene! Non sapevo dove fossi, né chi fossi o come ritrovarti quando ho scoperto di essermi sempre sbagliata. Ti prego, non dirmi che sei solo una visione della mia mente … - gli disse la donna quasi come se stesse delirando.
Walter era un misto di sorpresa e strano timore. Allontanò la mano dalla sua presa e la guardò confuso. – Non riesco a comprendervi.
- Nelle fiamme ho visto. Il Signore della Luce mi ha mostrato che Stannis Baratheon non è il Principe che è stato promesso dalla profezia, il quale riporterà la luce in questo mondo.
Walter non era mai diffidente verso le profezie, gli eventi o le creature che tutti giudicavano strane e frutto di fantasie, ma, in quel momento, la donna appariva davvero come fosse in pieno delirio.
- Questo Principe promesso di cui parlate, sarei io … ?
- Ne sono sicura. E ora che ti ho trovato, sono certa che il mio compito non è ancora terminato – disse lei sorridendo.
- E “il fuoco dentro di me”? Ricordate questa frase? – gli chiese lui pretendendo spiegazioni non appena gli rivenne in mente.
- Non saprei dirlo neanche io con certezza. Quando ti ho toccato quel giorno, e quando ti tocco anche ora, sento che dentro di te ribolle il fuoco di un drago.
- Cos’è, una metafora?
- Non lo so’. Talvolta il Signore della Luce non mi mostra un’intera verità, ma solo brandelli di essa.
- Io non so cosa stiate dicendo, non so se sono davvero quello che credete che io sia, ma non sono qui per questo. – A ciò, la donna lo guardò con sguardo interrogativo. – Voglio che riportiate in vita mio fratello Jon. E non uscirò da questa stanza fin quando la vostra risposta non sarà affermativa.
Udendo quelle parole, Melisandre collegò tutti i pezzi. – Dunque tu sei il fratello bastardo di Jon Stark? Quel Walter Snow di cui lui parlava sempre e che, dopo il duello contro la Montagna, è sulla bocca di tutti?
- Avete già svolto rituali del genere; ne sono stato informato.
- Non puoi farmi una richiesta tale – rispose lei voltandosi ed evitando il suo sguardo.
- Perché?
- Se fossi morto tu ti avrei riportato in vita immediatamente. Ma lui non è una presenza fondamentale nei piani del Signore della Luce.
- E l’uomo che avete riportato in vita invece lo è??
- Beric Dondarrion ha un compito ben preciso nella battaglia finale.
- Intendete quella contro gli estranei?
- Esatto.
Walter prese un bel respiro e si massaggiò le tempie per trovare le parole giuste da dire e metabolizzare tutta quella nuova situazione. Era stato uno shock vero e proprio passare da processi, duelli e cospirazioni nella capitale, ad estranei e rituali di resurrezione ai confini del mondo abitato.
- Ascoltatemi, per favore. Io potrò anche essere il Principe di cui parlate e forse avrò davvero un ruolo fondamentale nella battaglia finale, e porterò “la luce in questo mondo” proprio come il vostro Signore vi ha detto; io non posso saperlo. Tuttavia, come posso essere importante io, lo è anche mio fratello. Ser Davos mi ha detto cosa è stato capace di fare Jon in nemmeno due anni. E molti dei miracoli che è riuscito a compiere li avrete visti con i vostri occhi, immagino. Mi è stato detto che ha salvato innumerevoli vite. Lui è il primo, il primo dopo secoli e secoli, che è riuscito a riunirci con il popolo libero. Ha eliminato ogni discordia, prendendo decisioni coraggiose, scelte che lo hanno portato alla morte. Mi sono sempre chiesto perché mai combattessimo contro delle persone che non ci hanno fatto nulla, soltanto perché sono nate dalla parte sbagliata della Barriera. E lui è stato in grado di portare a termine quello che nella mia mente era solo un vago pensiero. Ha cambiato le cose, ha avuto il coraggio di andare contro corrente perché era giusto farlo e non ha avuto paura di trovarsi i suoi confratelli contro. Ha combattuto ad Aspra Dimora mettendo a rischio la sua vita per la sua gente, per il Nord. Jon è il miglior lord comandante dei Guardiani della Notte che il mondo abbia mai avuto; ed è una delle persone più coraggiose, tenaci e giuste che esistano. – Nel parlare si mise di fronte alla donna, la quale si decise a guardarlo. – Magari Jon non è nei piani del Signore della Luce come lo sono io … ma lui farà grandi cose. Il Nord ha ancora bisogno di lui, Grande Inverno ha bisogno di lui, il popolo libero ha bisogno di lui. Io ho bisogno di lui. Non è questa una motivazione valida per compiere quel rituale?
Melisandre rimase a fissare quegli occhi che le stavano chiedendo qualcosa in maniera così accorata. Sapeva quanto quel ragazzo avesse ragione su Jon. Ma se il Signore della Luce non reputava importante qualcuno per un compito deciso e previsto da Lui, non lo avrebbe riportato in vita. Non avrebbe avuto senso compiere quel rituale.
- È inutile che cerchi di convincere me. Parla con Lui. Sei il Principe promesso, perciò, forse, ti ascolterà.
- Cosa dovrei fare?! Non conosco il tuo Signore, non ho mai creduto i lui. Come potrei parlargli? E lui come potrebbe ascoltarmi?
- Guarda le fiamme – gli disse lei guidandolo più vicino al camino e restandogli accanto. – Concentrati su di esse. Ora, parla, cosciente che il Signore ti ascolterà e ti risponderà.
Il ragazzo fece come la sacerdotessa gli aveva detto e rimase a guardare le fiamme. Fu attratto da quelle scintille che sembravano scavare nella sua anima per metterlo a nudo. Ebbe davvero la percezione che qualcuno lo ascoltasse; che il fuoco volesse mostrarsi realmente a lui come essenza viva e come dio. Dunque, cominciò a parlare, incapace di distogliere lo sguardo da quel rosso vivo. – Io sono qui davanti a voi per farvi una richiesta. Se sono davvero chi voi credete che io sia, ascoltatemi. C’è un uomo che è andato incontro alla morte troppo presto. Un uomo che ha lasciato ancora molti conti in sospeso. Quest’uomo ha avuto un ruolo importante nello scoprire dell’esistenza dei nemici che dovremo affrontare nella battaglia finale. Senza di lui, forse staremmo ancora brancolando nel buio. Forse voi non avete bisogno di lui, ma molti vostri figli ne hanno, compreso me. Sono qui per chiedervi questo. Per dargli un’altra possibilità per dimostrarvi che ha un ruolo ben preciso, anche se non nei vostri piani.
Dopo qualche secondo di silenzio, Walter avvicinò la mano nelle fiamme sotto gli occhi increduli di Melisandre. – Che cosa fai?? Così ti brucerai!

- Mi ha detto di avvicinare la mano per sapere la sua risposta … - rispose Walter ancora ipnotizzato mentre immergeva quasi tutto l’avambraccio nel fuoco. La donna si aspettò delle urla atroci, invece il ragazzo non emise alcun lamento a quel contatto. Non era riuscita a dire più nulla per quanto fosse rimasta sconvolta dinnanzi a quella scena, mentre Walter era ancora in trance, dunque incapace di esprimere la sua sorpresa. Quando tolse l’arto dalle fiamme, queste si spensero all’improvviso e Walter si risvegliò da quello stato. La sacerdotessa si affrettò a controllare il suo braccio, ma non vi era neanche la minima scottatura. Lui fece lo stesso, poi guardò Melisandre in cerca di spiegazioni. – È una cosa che succede anche a voi? Il vostro Signore vi rende immune al calore delle fiamme quando vi dice di immergervi in esse?
- No. Non l’ha mai fatto e non mi ha mai chiesto di immergere una parte del corpo nel fuoco per avere una risposta – affermò lei ancora con gli occhi sgranati. I due non capirono come ciò che era appena accaduto potesse esser stato possibile. Non riuscirono a darsi alcuna spiegazione.
- Ad ogni modo, mi ha dato il suo permesso. Potrai fare il rituale su Jon – disse il ragazzo spezzando il silenzio.

Melisandre compì il rituale sul corpo del giovane lord comandante. Attorno ad essa vi erano alcuni guardiani, un bruto chiamato Tormound, Ser Davos, Sansa e Walter. Trascorsero delle ore, ma Jon non dava alcun segno di vita. Divenne notte fonda, così i presenti cominciarono ad andare nelle loro camere, rassegnati all’idea che fosse morto per sempre. Solo Sansa e Walter rimasero seduti a guardarlo. La ragazza si addormentò con la testa appoggiata alla spalla di suo fratello; fin quando lui non si accorse che stava tremando per il freddo, così la svegliò. – Sansa? Vai a letto, Sansa. Qui rimango io.
- Sei sicuro?
- Sì, avanti, vai. Ti verrò a chiamare se succederà qualcosa.
- Va bene. Buonanotte – gli disse dandogli un bacio sulla guancia e uscendo anche lei dalla stanza.

Trascorse un’altra ora e Walter si lasciò vincere dal sonno, addormentandosi con le testa appoggiata sulla parete dietro di lui. Mentre era in dormiveglia, sentì come un respiro improvviso e pesante in lontananza. Uno di quelli che si udivano quando qualcuno emergeva improvvisamente dall’acqua dopo aver passato molto tempo in apnea o dopo una corsa sfinente. Walter aprì gli occhi e si ritrovò suo fratello Jon seduto sul tavolino, con gli occhi sgranati, che lo fissava. – Walter … ? Sei tu? Sei davvero tu?
Il ragazzo ci mise un po’ a capire che non stesse sognando e, quando se ne accorse, sorrise con uno di quei sorrisi che pensava di aver ormai seppellito. – Sì, sono io, fratello.

Jon fece salire suo fratello dentro la cabina che portava in cima alla Barriera. Era quasi più emozionato lui rispetto a Walter. I due si ritrovarono dentro quel piccolo quadrato di legno che saliva sempre più su.
- La tua prima volta in cima alla Barriera … non potevo perdermela assolutamente. Vedrai, ti piacerà molto – gli disse Jon sorridendogli. Non si era ancora abituato alla sua presenza lì e a vederlo indossare mantelli e pellicce così pesanti. Trovare suo fratello ad aspettarlo era stato il modo migliore per risvegliarsi dopo un lungo sonno come la morte. C’erano ancora molte domande da porsi e a cui rispondere. Ma quello non era il momento. In quell’istante, lui avrebbe mostrato a Walter la Barriera e i due avrebbero avuto l’illusione che il loro sogno perduto di quando erano bambini, si fosse realizzato, proprio come volevano. Niente morti, niente intrighi, niente tradimenti, niente partenze: solo due fratelli in cima alla parete di ghiaccio che delimitava il mondo.
- Ne sono certo – rispose Walter accennandogli un sorriso.
- Lo sai che dovrai raccontarmi tutto quanto prima o poi, vero? Non mi basta ciò che ho udito dire su di te.
- Anche tu dovrai farlo. Ser Davos è stato esauriente ma voglio che me ne parli tu. Sei diventato lord comandante, hai riunito i bruti e hai combattuto gli estranei. Ti lascio solo un attimo e mi diventi un eroe?
- Vogliamo parlare di te? Hai rapito la regina, hai liberato Sansa da solo, sei riuscito a penetrare ad Approdo e a non farti mai uccidere per quasi un mese, hai ucciso la Montagna e liberato Tyrion Lannister e sei anche stato in grado di farti liberare fregando tutti quanti. Sei un dio o cos’altro? – gli chiese Jon piacevolmente stupito. I due risero tra di loro come erano soliti fare. In quel momento, Spettro ebbe un sussulto, capendo che erano quasi arrivati in cima. Walter lo guardò nostalgico e lo accarezzò, ripensando al suo NightFlame.
- NightFlame che fine ha fatto? – gli chiese Jon quasi leggendogli nella mente.
- Gli ho chiesto di aspettarmi a Grande Inverno fino al mio ritorno. Spero vivamente che se ne sia andato via di lì.
- Se gli hai chiesto di aspettarti, vedrai che sarà ancora lì. Sai quanto ti è fedele.
- No – disse categorico Walter, come se fosse stato scottato. – Non è rimasto insieme a quei mostri.
- Parli come se avessi conosciuto i Bolton. Sansa, quando è tornata, mi ha detto che ti sei raccomandato ossessivamente con lei sul non fermarsi per nessuna ragione dai Bolton. È solo una mia impressione?
- Sono stato loro prigioniero per cinque mesi. I peggiori della mia vita. Ho visto cose, Jon, che ad Approdo del Re o in qualsiasi altra parte del mondo, non vedrai mai e poi mai. Non sono esseri umani.
Jon preferì non approfondire l’argomento per il momento, capendo, come riusciva sempre a fare, che non fosse l’occasione adatta, ma che, forse, lo sarebbe stata in seguito. – Hai qualche notizia su Bran, Rickon o Arya?
- So ciò che sai anche tu. Bran e Rickon sono con Jojen e Meera, mentre, per quanto riguarda Arya, l’ho cercata per tutto Approdo del Re ma non l’ho trovata. Tuttavia, sono certo che sia viva da qualche parte …
I due giunsero finalmente in cima. Jon volse subito lo sguardo verso il viso di suo fratello, per godersi la sua espressione.
La vista dalla Barriera era esattamente come se la immaginava, se non addirittura migliore. Il vento gelido gli sferzava il viso e i capelli mentre lui era in piedi, vicino al cielo, tra due mondi. Si chiese come sarebbe stato godere di quella vista ogni giorno e far parte di quella realtà. Ma decise di non pensarci troppo e di non rimuginare nuovamente su quel sogno lontano e mai dimenticato.
- Allora? – gli chiese Jon.
Walter respirò a pieni polmoni e chiuse gli occhi. – Fa venire voglia di trascorrere il resto della vita così.
- Lo so’. È una sensazione alla quale, oramai, mi sono abituato. Sai, non è troppo tardi per arruolarti.
- Non è ciò che la vita aveva in serbo per me. L’ho capito solo dopo. Questa strada era la tua.
- Già, ma ora non più.
Walter si voltò verso di lui con sguardo interrogativo. – Lascerai la confraternita?
- Ho vissuto molte esperienze qui. Ho fatto tutto ciò che potevo fare. I miei stessi confratelli mi hanno tradito. Ora è tempo che continui a servire il Nord, la mia gente, ma altrove. Ci riprenderemo Grande Inverno. Non infrangerò il mio giuramento: d’altronde, sono morto.
Walter notò la decisione in quegli occhi scuri e immensamente profondi che gli erano tanto mancati. Capì che era ciò che voleva e che era giusto per lui solo da quello sguardo.
- Davvero non c’è nulla dopo?
- Il vuoto totale.
- I bruti, invece? È stato facile avere a che fare con loro? – gli chiese Walter cambiando discorso.
Jon sorrise a quella domanda. – All’inizio no. Poi mi hanno conquistato. In particolare una di loro. Si chiamava Ygritte ed era baciata dal fuoco. Credo di averla amata come non amerò più nessuna donna.
- Ti sono sempre piaciute le rosse. Sentivo che il tuo primo amore sarebbe stato proprio una rossa. Com’era?
- Ti sarebbe piaciuta molto. Spesso aveva un atteggiamento simile al tuo. Un caratterino niente male. Purtroppo è morta nella battaglia a Castello Nero. Tu, invece? C’è stata qualcuna?
Walter sorrise di rimando a quella domanda, ripensando alla rosa che aveva dovuto abbandonare tra i ratti, ma che riusciva a divorarseli tutti senza fatica. – Sì. Ma non c’è stato neanche il tempo di innamorarsi. L’ho persa con la stessa velocità con la quale l’ho trovata.
- Forse ciò che ci contraddistingue davvero come fratelli è la sfortuna in amore.
- Forse hai ragione.
- Non ti ringrazierò mai abbastanza per aver convinto Melisandre a fare ciò che ha fatto.
- Ho udito troppi ringraziamenti in questo ultimo periodo. Ad ogni modo, sai che avrei fatto qualsiasi cosa pur di farti tornare. Avevamo una strega in casa, perché non sfruttarla? Inoltre, ho scoperto anche che avere un posto privilegiato nella classifica del Signore della Luce porta a molti privilegi.
- Mi sento rincuorato: temevo che la tua ironia fosse svanita.
- Quello mai. Equivarrebbe a dire che non abbiamo più la terra sotto i piedi. - Passarono alcuni minuti che i due trascorsero ancora a guardare il panorama, in silenzio. - Sai, nel momento in cui sei morto … credo di aver sentito qualcosa. Come se una parte di me se ne fosse andata via con te in quel momento. Il mio cuore ha smesso di battere per alcuni attimi e sono crollato a terra – disse Walter spezzando il silenzio.
Jon rimase perplesso e rifletté sull’accaduto prima di rispondere. – Una volta nostro padre mi ha detto che, in passato, la famiglia Stark aveva avuto dei metamorfi nei suoi componenti.
- Intendi quelli che riescono ad entrare nel corpo di altri?
- Sì. Molti dicono che siano solo leggende e fantasie ma, dopo la scoperta riguardo gli estranei, oramai più nulla appare come una fantasia davanti ai miei occhi. Potrebbe essere che …?
- … che io e te siamo metamorfi ma non lo abbiamo mai saputo. Oppure abbiamo solo qualche potere dei veri metamorfi, qualche connessione tra noi grazie al nostro forte legame. Magari anche tutti i nostri fratelli e sorelle sono metamorfi o hanno capacità simili.
In quel momento, Edd li interruppe sbucando dalla cabina. – Lord comandante, è arrivato il momento dell’esecuzione dei traditori.
- Arriviamo subito, Edd – gli rispose Jon.
- Ti senti pronto? – gli chiese Walter cercando di leggere i suoi occhi.
- L’ho fatto altre volte. Non sarà diverso – rispose il ragazzo nascondendo un certo tremore nello sguardo.
Prima di dirigersi verso la cabina, Jon si voltò ancora verso suo fratello e lo abbracciò di nuovo, quasi per constatare nuovamente che fosse reale. – Sono contento che tu sia qui, fratello.
- Non volo via, tranquillo. Saremo insieme questa volta, proprio come è sempre stato.

Cersei era seduta sul suo letto mentre sorseggiava l’ennesimo calice di vino rosso. Era un’abitudine che aveva preso da poco, quella di bere vino per calmare lo stress che le divorava il corpo. Forse gliel’aveva trasmessa quel pozzo senza fondo del suo defunto marito Robert. In quel momento, Jaime bussò ed entrò nella stanza. Sembrava che qualcosa lo irritasse dalla sua camminata. - Hai intenzione di rimanere qui tutto il giorno anche oggi? Da quando si è svolto il duello e il bastardo Stark se ne è andato, non fai altro che trascorrere le giornate in questo modo. Nostro figlio ha bisogno di te, Cersei. Stai facendo finta di non udire le voci che stanno prendendo sempre più credito??
- Quali voci?
- Quelle riguardanti te e lui. Da quando si è scoperto che quello che tutti credevano il tuo misterioso amante, fosse il tuo rapitore e il figlio bastardo di Ned Stark, la gente si è automaticamente convinta che voi due foste d’accordo dall’inizio, che lui ti abbia soggiogata, e tu abbia finto di essere sua prigioniera, mettendo su tutta questa messinscena con lui, perché è sempre stato il tuo amante, fin da subito. Tutti lo credono perché non sarebbe così strano che la regina reggente si sia scelta un amante più giovane e più bello di Robert … e di me. Hai intenzione di fare qualcosa al riguardo, Cersei?
- Cos’è, ti senti offeso nell’animo? Leggo una nota di umiliazione nella tua voce?
- Dovrei sentirmi così? Dovrei sentirmi tradito, Cersei? Dimmelo perché ormai non so più a cosa credere.
La donna terminò il suo calice di vino e si voltò a guardarlo. – Se tu credi a questi pettegolezzi non è affar mio, Jaime. Dovresti conoscermi meglio di chiunque altro. Io ora ho altri pensieri per la testa.
- Tipo?
- Trovare un modo per fotterlo come lui ha fottuto noi.
- Vuoi riprenderlo? Ormai è libero ed è anche molto lontano da qui.
- Voglio fargliela pagare per tutto quello che ci ha fatto … che mi ha fatto. Ho ancora molti conti in sospeso con lui. Non lo lascerò andare via così.
- La tua sembra una sorta di ossessione, Cersei. Come pensi di fare per riportarlo qui? Vuoi rapirlo??
- Troverò un modo. So solo che lo riprenderò e mi vendicherò su di lui ben presto.
In quel momento, una delle Guardie reali piombò nella stanza. – Ser Jaime, Vostra Maestà … vostro padre è stato appena ritrovato morto, ucciso da una balestra! 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Evali