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Autore: Maggie_Lullaby    19/06/2009    16 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Ciao ragazze,

bene oggi è giornata di annunci quindi se avete pazienza dovreste leggere tutti gli avvisi che metterò qui sotto, grazie mille:

1. Bene questo è un avviso che è per me una fortuna e per voi, forse, una sfortuna. Vi avverto che molto probabilmente Brothers and Sisters raggiungerà e forse supererà i trenta capitoli, insomma si prospetta a essere una storia molto lunga, spero vi faccia piacere!

2. Le vacanze estive sono arrivate e io ben presto, i primissimi di Luglio, partirò in vacanza e non tornerò per un bel po' di tempo (nove giorni minimo) e quindi non potrò né aggiornare né recensire tutte le storie che di solito recensisco e di questo volevo scusarmi con tutti gli autori di fanficions di questo sito. Perdonatemi!

3. Sempre tornando agli aggiornamenti, durante l'estate quindi pubblicherò i capitoli molto di rado, ogni volta che torno a casa mia a Milano e scusatemi anche per questo. Ma guardate il lato positivo, ho due mesi per inventare nuove vicende per i nostri personaggi! E molto probabilmente questa storia vedrà nascere il 2010 quindi è piuttosto lunga!

4. Ringrazio un milione di miliardi di volte: Sbranina, PrInCeSsMaLfOy, Egg__s, jonas_princess, crazies_cullen123, merion, Giulietta24, jeeeeee per aver recensito “You're Unkink”!! In una shot sola già 11 recensioni, mi avete reso la ragazza più felice della terra!

5. Ringrazio non so più quante milioni di volte: Tappina_5_S, crazies_cullen123, jonas_princess, PrInCeSsMaLfOy, jeeeeee per aver recensito “Before The Storm”! Grazie mille!! Non credevo che una Niley piacesse così tanto! Se volete scriverò ancora su di loro!

Bene finito con gli avvisi, passo ai ringraziamenti:

crazies_cullen123: si lo so, io sono sadica!! E pazza... ma è un dettaglio! Grazie per il buona fortuna degli orali! Probabilmente anche io agli esami farò lo stesso che hai fatto tu con una mia amica! Spero che questo chappy ti piaccia! Un bacio!

merion: come ti ho già detto non ho molto tempo per aggiornare, ma ammettilo ti ho spiazzata aggiornando venerdì al posto di lunedì come ti avevo scritto, eh! Beh, ho deciso di aggiornare oggi dato che ho finito di scrivere questo capitolo ieri alle due di notte... Lexi la vedo anch'io scema, ma dai forse (e sottolineo forse) un giorno capirà la sua cavolata! Intanto ti consiglio di leggere, ho una sorpresa per te! Un bacio!

jonas_princess: in effetti se Joe mi avesse detto una cosa del genere come ha fatto con Lexi sarei svenuta, ma se me l'avesse detta Nick … uh, sarei andata in iperventilazione e sarei collassata fra le sue braccia! Ecco qui un nuovo chappy che spero ti piaccia, soprattutto … no non dico niente! Un bacio!

Giulietta24: grazie mille per i complimenti! Mi fa davvero piacere che questa storia ti piaccia e spero di risentirti su questa FF!! Grazie mille per avermi aiutata con le notizie dei Jonas, mi sei stata davvero utile! Se Lexi ti piace spero che tu gradisca questo capitolo!

Melmon: ciao! La storia che mi hai fatto venire in mente non l'ho ancora scritta, ce l'ho in mente e aspetto di averla un po' più chiara in testa prima di metterla su carta e infine scriverla al computer, comunque grazie ancora di avermi fatto avere l'idea!! Joe si farà perdonare moooolto presto, hi hi un bacio!

jeeeeee: grazie mille per il buona fortuna per gli orali tesoro! Non vedo l'ora di sapere cosa pensi di questo capitolo!! Joe ne combinerà di cotte e di crude!! Un bacio amor!

Niki_Cullen: meno male che non ti sei offesa sul codice html, perchè non era assolutamente mia intenzione! Ti ho contattata e ti ho scritto cosa devi fare per usare il codice, spero di esserti d'aiuto! Un bacio!
PrInCeSsMaLfOy: sono iper contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto!! Spero che anche questo ti piaccia!! Grazie mille per il buona fortuna agli orali … speriamo bene! Un bacio!

Capitolo 17. When You Look Me In The Eyes


- Quindi ... in poche parole … tanto per essere chiari … per essere diretti ... voi stareste, ecco insieme? - chiese Lexi guardando Maryl e Kevin mano nella mano che si guardavano adoranti con sguardi persi, agli occhi della rossa erano rivoltanti.

- Beh si – annuì Maryl stringendo la mano del suo ragazzo, - non sei felice per noi?

- Eh, non si vede? Sprizzo felicità da tutti i pori! - esclamò sarcastica la sedicenne con un sorriso forzato.

Maggie e Nick, dall'altra parte della stanza, passavano con gli occhi da Lexi alla coppietta innamorate e viceversa.

Erano riuniti a casa Campbell da più di un'ora e c'erano proprio tutti, tranne Joe che era tornato a casa a leccarsi le ferite dopo essere stato rifiutato da Lexi, senza contare che quest'ultima non lo voleva vedere neanche da lontano.

Era quasi mezzanotte.

- Kevin credo sia ora di tornare a casa – disse Nick dopo aver guardato l'orologio che teneva al polso. - Mamma e papà ci staranno aspettano.

Senza contare che Joe starà malissimo e voglio e devo sapere come sta e se posso aiutarlo, aggiunse mentalmente.

- Oh – disse Kevin e si voltò verso la sua amata, - devo andare.

Maryl gli strinse forte la mano; ora che finalmente aveva il riccioluto tutto per sé non lo voleva lasciare andare.

- Mi dispiace – aggiunse in un mormorio il ventunenne alla bionda, - sul serio.

La ragazza sorrise.

- Non ti preoccupare sciocchino! - disse. - Mica ti devo avere sempre intorno, ci sentiamo domani però, promesso?

- Promesso – promise Kevin e le diede un bacio come per darle una conferma.

Maryl lo lasciò andare con un sospiro e non appena i due fratelli Jonas si chiusero la porta alle spalle si lasciò cadere fra i morbidi cuscini del divano iniziando a ridere.

- Oh si un vero spasso Maryl – commentò Lexi. - Muoio dalle risate, ti sei appena messa con il fratello di un troglodita, complimenti, ti do la mia benedizione.

Maryl continuò a ridere, spaesata.

- Io inizierei a preoccuparmi – disse Maggie, ancora in abito da sera, avvicinandosi alla gemella. - Quando fa così o è isterica o molto felice, e non la smette più.

- Ah sicuramente è per la prima opzione – disse Lexi con uno sbuffo mentre si toccava nervosa il tessuto dell'abito da sera che indossava, - si è appena resa conto che il fratello del suo ragazzo è un deficiente totale.

- Sono così felice! - esclamò invece la bionda, ridacchiando. - Ho un ragazzo che è la fine del mondo!

Maggie e Lexi scossero la testa incurvando il labbro inferiore in una smorfia, ora si sarebbero dovute sorbire ore e ore dei pregi di Kevin, dei progetti che loro sorella maggiore e il ragazzo avevano deciso di organizzare dall'ora e mezza che stavano insieme, ovvero la promessa di una chiamata per il giorno dopo, e delle bellezze di stare con un Jonas.

- Sarà una notte molto lunga – commentò Lexi.

La gemella mora confermò la sua affermazione con un verso di sconforto.

- Ehi Maggie – sghignazzò Maryl, - ho visto te e Nick sta sera ed eravate favolosi insieme! Lui è cotto di te ne sono più che sicura!

Maggie grugnì, era un verso indecifrabile.

- E tu Lexi – continuò la bionda ridendo come una schizofrenica, - sei una scema, insomma Joe aveva uno sguardo talmente affranto quando tu l'hai lasciato in quel modo! Lui è innamorato e tu gli da un due di picche solo perchè lui ha fatto una cretinata – scosse la testa – a volte mi chiedo se siamo sul serio sorelle.

- Oh beh qui c'è una soluzione semplice, basta fare il test del DNA – commentò Lexi acida salendo le scale con passo pesante, offesa. - Io vado a dormire.

Né Maggie né Maryl udirono altri rumori provenire dal piano superiore.

- L'ho combinata grossa? - chiese la bionda tornando seria.

Maggie la guardò con espressione persa e scosse la testa in modo non molto compromettente.

Si, l'aveva combinata grossa, eccome se l'aveva combinata grossa.

- Scusa – commentò Maryl, - che poi non dovrei nemmeno dirlo a te ma a Lexi. Dio mio che casino, è dura essere una sorella maggiore.

- Forza – disse Maggie, - a tutto c'è un rimedio e sono sicura che Lexi ti avrà già perdonato domani mattina a colazione, ma tanto per esserne certa preparale le frittelle ai mirtilli che le piacciono tanto.

La ventenne sorrise, speranzosa.

- Dovrei andare a parlarle? - chiese.

Maggie scosse la testa.

- Sta sera no, domani forse, ma oggi ... oggi deve sfogarsi da sola per capire che ha fatto una cazzata di dimensioni olimpioniche ad aver lasciato Joe.

- E se ne accorgerà? - domandò Maryl.

- Con un po' di tempo, ma lo capirà, puoi giurarci – annuì Maggie.

E Maryl sperò con tutto il cuore che fosse così.


Perdonami ma non so perdonarti
se è vero che ci sei che puoi vederci
perdonami ma non puoi venirmi a dire
che tutto succede per tua volontà ... per tua volontà

(Perdonami; Enrico Boccadoro)

Joe appoggiò la testa alla parete della sua camera e chiuse gli occhi sconfortato, nella testa gli risuonavano incessantemente le frasi che Lexi gli aveva detto alla festa.

Non è vero Joe, io non ti piaccio e se anche fosse io non voglio più stare con te, rammentò il mezzano, quelle erano quasi le ultime parole che gli aveva detto.

Perchè la vita doveva essere così complicata? Perchè non poteva essere semplice come al solito, perchè esisteva l'amore?

L'amore fa schifo, pensò Joe con rammarico.

Eppure l'amore era anche la cosa più bella al mondo, l'unica cosa che dava la spinta a Joe la mattina per alzarsi, che gli dava la forza di fare il lavoro di cantante fra problemi e mille impegni.

Oh Lexi, pensò il diciannovenne, come vorrei poterti stare accanto in questo momento.

Qualcuno bussò alla porta della sua camera.

- Non ci sono – borbottò il mezzano, - riprovate più tardi.

- Joe sono io – disse Nick dall'altra parte della parete, la mano ancora alzata come se stesse ancora bussando.

Il diciannovenne non ci pensò due volte e diede il permesso a Nick di entrare in casa.

Il sedicenne entrò e si sedette sul letto del fratello, mentre il maggiore si risedeva a terra, ancora vestito da damerino.

- Joe devi reagire – disse Nick, - non puoi continuare così.

- Perchè no? - chiese il mezzano.

- Perchè? Ma ti sei visto? Sembri un cane bastonato, perchè ti riduci così? - chiese il ricciolino.

- Perchè? Nick la ragazza che mi piace mi ha rifiutato e la colpa è mia – disse Joe guardando il fratello.

- Va bene tu hai fatto un piccolo errore … - iniziò il sedicenne, ma si corresse quando vide l'espressione del fratello, - va bene un grosso errore, ma tu le hai chiesto scusa e ora è lei che non ti ha perdonato.

Joe scosse la testa.

- E questo dovrebbe farmi sentire meglio? - domandò il mezzano. - Perchè se è così avvertimi.

Nick abbassò il capo, sconfortato dal comportamento del fratello maggiore, non lo sopportava quando faceva il depresso con tutti i suoi musi lunghi e i suoi sbuffi.

- Beh – iniziò Nick, - potresti fare qualcosa di più per Lexi, chiederle scusa in un altro modo.

- E come, prostrandomi ai suoi piedi? Pregandola in ginocchio? Supplicandola? L'ho già fatto Nick e non ha funzionato, anzi ha peggiorato la situazione e ora non solo Alexandra mi odia, ma non mi vuole neanche vedere – spiegò Joe, con una nota disparata nella voce.

- Oddio Joe, al contrario di quello che molti pensano, sei un ragazzo intelligente, usa le meningi e tira fuori qualcos'altro per chiederle perdono – disse il minore.

- E come? - domandò il mezzano.

- Non te lo posso dire io, deve essere una tua idea Joseph Adam – disse Nicholas calcando bene sul nome completo del fratello e dirigendosi verso la porta per uscire, - d'altronde sei tu il genialoide del gruppo come dici di essere, no?

E con quelle parole si congedò.

Joe rimase fermo un attimo a pensare, lui il genialoide del gruppo? Da quando? Doveva essersi perso qualche passaggio.

La luce della camera di Nick, che si intravedeva da quella del mezzano, si accese e come se nello stesso momento Joe ebbe un'idea.

Il diciannovenne uscì dalla propria camera e raggiunse quella del fratello minore e la spalancò senza bussare, Nick era seduto sul letto e stava suonando la chitarra.

- Buonasera, di nuovo – lo salutò il sedicenne, - di cose hai bisogno oh piccolo genio – nel suo tono filosofico c'era una nota sarcastica.

- Si, certo Nick, senti domani Lexi e Maggie sono a scuola? - domandò Joe, ignorandolo.

- Si – disse il minore, - certo, perchè?

- Oh, no niente – disse Joe con fare misterioso, - sono semplicemente un genio.


E mi sento
diverso da ieri
e tutto questo
mai più dentro di me

(Diverso da ieri; Garretti)


Una Maryl versione casalinga, vestita con solo una semplice tuta e un paio di pantofole, con tanto di grembiule per cucinare, si aggirava per casa Campbell canticchiando allegra e rassettando tutto ciò che era in disordine, dai cuscini ai soprammobili.

- I'm hot, you're cold, you go around like you know – cantava sottovoce una delle canzoni dei Jonas Brothers, il sorriso sulle labbra.

Saltellò fino alla cucina e si mise a preparare le frittelle ai mirtilli per Lexi e dei pancake per Maggie.

- Oh quanto mi piace cucinar, oh si! - canticchiò apparecchiando la tavola della cucina con fare spensierato.

La tavola era imbandita con tutte le prelibatezze che la ventenne era riuscita a trovare in casa: c'erano tre tipi differenti di succhi, biscotti fatti in casa, latte, cereali, frutta di vari tipi e i piatti pronti per ospitare frittelle e pancake.

- Lexi! Maggie! - trillò la bionda chiamandole per le scale. - La colazione!

Dopo pochi minuti le due Campbell minori scesero le scale, assonnate, Lexi con il viso stanco e Maggie con la faccia da zombie.

Non appena entrambe entrarono in cucina entrambe si bloccarono sulla soglia e osservarono la scena che le si parava davanti, stupite.

- Devo essere morta e finita in paradiso – commentò Maggie, guardando la scena meravigliata.

- No, non sei morta Maggie, è Maryl che è impazzita – commentò Lexi, osservando con desiderio le frittelle che si stavano cuocendo a fuoco lento su un fornello – a furia di frequentare Joseph ha perso la testa.

- Buongiorno sorelline! - esclamò Maryl, allegra, - prego, la colazione è servita!

- Che cosa?! - domandò Maggie. - Hai cucinato tutto tu?

- Certo che si! - esclamò la bionda. - Mi sono alzata di buon ora e vi ho preparato una sorpresa, gradita spero.

- Graditissima – affermò Lexi schizzando verso la tavola imbandita e afferrando un biscotto e mangiandolo con gusto. - Uhm buono! Con la cannella?

- Si – disse fiera Maryl, - preparati con le mie mani.

- Sul serio? - chiese Maggie afferrandone uno e assaggiandolo, non era niente male.

- Si – ripeté la bionda. - Ora sedetevi, arrivano le frittelle ai mirtilli e i pancake!

La maggiore spense i fornelli e servì le sorelle con un sorriso compiaciuto dipinto sulle labbra.

Maggie osservò tutte le prelibatezze che la sorella aveva preparato; dopo il discorso del giorno prima si aspettava uno sforzo di Maryl nel preparare la colazione, ma non avrebbe mai pensato a un tale spettacolo.

- Eccovi servite – disse la bionda mettendo a entrambe il cibo nel piatto. - Bene, buon appetito!

Lexi iniziò a mangiare le frittelle con gola.

- Posso sapere a che dobbiamo tutto questo spettacolo? - chiese.

- Beh, dato che pochi giorni fa ho lasciato l'università e non ho ancora avuto il tempo per iscrivermi a quella nuova ho molto tempo libero e ho deciso di prepararvi questa meraviglia! - spiegò Maryl. - Volevo anche scusarmi con te per ieri sera, sono stata molto insensibile, ma il fatto di essere la ragazza di Kevin mi ha totalmente dato alla testa.

Caspita, ha superato un record, pensò Maggie, sono appena le sette di mattina e già pensa al suo ragazzo.

Maryl aveva abbandonato l'università di legge solo tre giorni prima, era andata personalmente a scuola spiegando la sua scelta al preside ed era andata a ringraziare la professoressa Gregory per i consigli.

- Puoi spigarmi il tuo abbigliamento? - chiese Lexi, sorvolando al discorso che aveva appena fatto la sorella a proposito dall'essere perdonata.

- Oh, beh, è piuttosto inutile vestirsi eleganti per stare in casa, - spiegò Maryl con non chalance, - cosa mi metto in tiro a fare se a vedermi siete solo voi due?

- Presto Maggie chiama un'ambulanza! - dichiarò Lexi accorrendo dalla sorella maggiore. - Sta male!

- Cosa? - domandò Maryl confusa.

- Ho già fatto il numero – spiegò Maggie con fretta e furia digitando tre numeri sul telefono di casa.

- Siete pazze? Maggie poggia subito quel telefono e tu Lexi lasciami! - esclamò la bionda cercando di scrollarsi di dosso la sorella che l'abbracciava stretta.

- Maryl hai appena detto che è inutile vestirsi eleganti per stare in casa! - disse la rossa continuando a tenerla. - Avrai sbattuto la testa povera te, o la tua vicinanza con un troglodita ti ha davvero fatto male.

- Ma che dite, io sto benissimo! - disse Maryl che iniziava seriamente ad irritarsi.

- E' quello che vuoi farci credere – disse Lexi con un sorrisetto, - poverina hai perso anche la memoria.

- Stai zitta tu! - abbaiò la bionda. - Possibile che io non possa vivere tranquillamente la mia vita senza che tu e Maggie non commentiate ogni frase che dico?

Maggie ridacchiò e appoggiò il telefono sul tavolo della cucina e Lexi lasciò la sorella.

- Se non vuoi spaventarci vai a cambiarti – disse la mora, - vestiti con Armani o Prada o tutto quello che vuoi ma per favore togliti questa tuta.

- Perchè? - volle sapere la ventenne.

- Tu sei miss moda, Maryl, non puoi metterti una tuta che non so neanche dove puoi averla comprata – spiegò Lexi, seria.

- L'ho presa ai grandi magazzini – disse la bionda.

La rossa trattenne il fiato e Maggie sbatté il palmo di una mano contro la fronte.

- E' peggio di quanto pensassi – disse.

- Smettetela – disse Maryl, brusca.

- Va bene – annuì Lexi tornando a mangiare, seguita dalla gemella.

La bionda sbuffò e uscì dalla cucina.

- Vado a cambiarmi – annunciò, - torno fra circa tre quarti d'ora.

- Daccordo – disse Maggie.

Maryl era già a metà delle scale quando sentì la voce di Lexi.

- Ah, sei perdonata! - le urlò e al suono di quelle parole la ventenne sorrise.


Essere una donna
non vuol dire riempire solo una minigonna
non vuol dire credere a chiunque se ti inganna.
Essere una donna è di più, di più, di più, di più
è sentirsi viva

(Essere una donna; Anna Tatangelo)


- Io sono un genio assoluto! Dovrebbero assegnarmi il premio Nobel per la mia intelligenza, no anzi, dovrebbero dichiararmi Genio Dell'Anno – disse Joe, afferrando la scatola dei cereali e mettendoli nel proprio piatto.

Nick sbuffò e si concentrò sulle sue uova.

- No, sul serio non so come farebbe l'umanità senza di me – continuò il diciannovenne.

- Joe vuoi dirci cos'hai fatto o dobbiamo pregarti in ginocchio? - chiese il sedicenne, curioso suo malgrado.

- La seconda scelta mi alletta assai – ridacchiò il mezzano.

- Oh mamma – borbottò Frankie osservando il fratello maggiore, malevolo – non puoi stare un po' zitto Joe?

Denise Jonas ridacchiò divertita per la frase del suo piccolino.

- Sh Frankie, dovresti cantare le mie lodi e non rimproverarmi – lo rimbeccò il moro dai capelli lisci.

- Le tue lodi, Joe, si possono contare sulla punta delle dita – continuò Frankie, imperterrito.

Nick, Denise e Paul Kevin Jonas Senior scoppiarono in una sonora risata.

- Che avete da ridere? - chiese Joe. - Non è divertente.

- Invece è così te lo assicuro – rise Nick.

Il mezzano sbuffò.

- Bene, io vado a prepararmi per poi andare a compiere il mio piano geniale – disse Joe alzandosi da tavola, - sta sera quando tornerò a casa sarò un uomo più felice.

- Ma che stasera?! Devi essere qui entro le cinque, abbiamo un intervista per People – gli rammentò papà Jonas.

- Giusto, l'intervista – disse il diciannovenne, - in tal caso ci vediamo alle cinque, addio famiglia, ditemi in bocca al lupo.

- Crepa il lupo – sussurrò Nick.

In quel momento in cucina entrò il sesto componente della famiglia, vestito e pettinato con tanto di un sorriso a trentadue denti che gli partiva da un orecchio all'altro.

- Buongiorno famiglia! - esclamò Kevin Jonas. - Non trovata che sia una giornata meravigliosa? Il sole splende, gli uccellini cantano …

- Eccolo il nostro innamorato! - lo salutò il diciannovenne. - Bene io vado.

- Innamorato? - chiese Denise al figlio maggiore.

- Ehm … - iniziò Kevin, ma a quel punto Joe era già uscito di casa per compiere ciò che doveva fare.


Parlami,

come il vento fra gli alberi,

parlami,

come il cielo con la sua terra

(Luce; Elisa)


Quando il cellulare suonò dando come mittente 'Kevin', Maryl era la felicità fatta persona.

- Pronto Kev! - lo salutò allegra, senza perdere tempo.

- Maryl, buongiorno, come stai? - chiese il ventunenne con voce sognante.

- Benissimo, tu? - domandò lei.

- Bene, ora che ho sentito il suono della tua voce – commentò lui.

Maryl squittì dalla felicità.

- Che stai facendo? - chiese la bionda al suo ragazzo.

- Oh, ho appena finito di dire alla mia famiglia della relazione – spiegò Kevin, tranquillo.

- Ah, e come … come l'hanno presa? - mormorò Maryl.

- Bene, non ti preoccupare, ci hanno dato la loro benedizione e tutti i migliori auguri possibili – spiegò il moro.

La bionda fece un sospiro di sollievo, un ostacolo che non aveva mai preso in considerazione nella sua relazione con il chitarrista era superato.

- Ringraziali da parte mia – lo pregò Maryl, - non li deluderò.

- Sperò sia così – disse Kevin, - e anche io non ti deluderò, puoi starne certa.

Rimasero in silenzio per una frazione di secondo, dopo di che si misero a parlare di tutto, come se non si vedessero da anni quando, in realtà, erano solo poche ore.

- Lexi e Maggie sono già a scuola? - domandò lui, dopo aver parlato praticamente ognuno della propria vita, dettaglio per dettaglio, fino a quel momento.

- Si – rispose Maryl, - mi hanno fatto impazzire prima, ma adesso sono a scuola. Credevano fossi pazza.

- Perchè? - chiese Kevin, divertito.

- Perchè mi ero vestita con una tuta comprata ai grandi magazzini e ho detto che non mi importava di vestirmi elegante in casa, si può essere più sceme a credere che io stia male perchè penso una cosa simile? - chiese lei scettica.

- Maryl, tu resta dove sei, capito? Non ti muovere, io sto arrivando da te – disse il ventunenne serio.

- Cosa? Kev che stai dicendo? - chiese la bionda.

- Ti sei sentita male oggi? Anche un leggero mal di testa? Non ti preoccupare adesso ti porto in ospedale e lì ti faranno qualcosa per capire cos'hai avuto, forse uno sbalzo della pressione, comunque non ti muovere che fra poco arrivo – disse Kevin serissimo.

- Anche tu? Io sto benissimo! - esclamò la bionda che iniziava seriamente a spazientirsi. - Ma se vuoi venire io non ti fermerò, sappilo.

Il ventunenne sorrise.

- Oh non ti preoccupare fra poco arrivo.

- Allora ti aspetto – disse Maryl.

- Arrivo amore – le disse Kevin.

- Non vedo l'ora di vederti – confessò la bionda.

- Chiudi gli occhi e immagina che io sia lì con te, quando riaprirai gli occhi io sarò lì da te – mormorò Kevin.

Con un breve saluto la ventenne mise giù e gli obbedì.


Ogni tua parola
ogni tuo gesto
rimangono impressi nella mente
non li scorderò di certo
sono con te
se tu lo vuoi

(Amami; Nek)



- Lexi, non credo sia una buona idea – confessò Josie osservando l'amica mentre stendeva un telo bianco sul tavolo che aveva trasportato fino all'atrio della scuola.

- Perchè? Io la trovo un'idea geniale – disse Lexi, la sua voce rimbombava nei corridoi vuoti della scuola, tutti gli altri studenti stavano facendo lezione.

- Beh se ci beccano questa volta verrai davvero espulsa – rettificò Josie.

- Perchè, tu no? - domandò Lexi squadrandola da capo a piedi.

- No, ho una sospensione in meno della tua, sono stata malata due manifestazioni fa! - esclamò Josie, furente. - Io non mi voglio rovinare la vita per colpa tua! Già con due sospensioni sarà un miracolo se mi ammettono ad Harvard fra qualche anno quando farò l'iscrizione, poi se mi espellono anche posso dire addio all'università!

- E quindi? - chiese Lexi.

- Quindi me ne vado. Ti voglio bene Alexandra, ma non posso e non voglio farmi rovinare la vita da te – disse Josie, prendendo il suo zaino che aveva appoggiato a terra e allontanandosi da lei, - vado a lezione.

Lexi la osservò percorrere il corridoio e svoltare un angolo.

La rossa sbuffò, dopo di che tornò a preparare la tavola per la manifestazione di quel giorno per sostenere il rinoceronte bianco che si stava estinguendo in Africa.

Mancava circa mezz'ora al suono dell'intervallo, orario in cui avrebbe iniziato la sua protesta.

A che le serviva Josie? A cosa le serviva un'amica se poi l'abbandonava nei momenti del bisogno?

- Non mi importa, figurati – sussurrò la sedicenne parlando da sola.

Si abbandonò su una sedia dietro al tavolo e si perse nei suoi pensieri.

Quando trenta minuti la campanella suonò Lexi si riprese dai suoi pensieri e si mise in piedi, aspettando che tutti gli studenti uscissero dalla propria aule.

Fin da quando la prima classe si svuotò la rossa iniziò a urlare.

- Siete mai stati in uno zoo? Si? Avete mai visto un rinoceronte bianco? No e sapete perchè? Ne esistono solo poche centinaia del mondo. Se volete aiutarli donate cinque dollari che invierò in un centro che si preoccupa per la difesa di questa specie di animali! - gridò.

Una gran parte degli alunni si allontanò indifferente dal tavolo di Lexi, per loro era solo l'ennesima dimostrazione inutile, altri invece si avvicinarono e le lasciarono sul tavolo un soldi da lei richiesti.

- Grazie! - li ringraziò Alexandra. - State facendo bene, se volete assicurarvi che i vostri soldi siano stati donati all'associazione per la protezione dei rinoceronti bianchi chiamate questo numero, e nel frattempo dava a chicchessia dei biglietti da visita.

In cambio ricevette qualche ringraziamento e alcuni versacci.

Nella folla che invadeva l'atrio una figura in particolare sembrava impaziente di raggiungere il tavolo delle manifestazioni, ma in particolare la dimostrante.

Joe correva veloce, con passi corti fra l'atrio gremito di gente, infilandosi fra i gruppi di studenti cercando di raggiungere al più presto Lexi.

Non appena le fu davanti la fissò con ammirazione per un istante.

Lexi lo vide e gli fece una smorfia.

- Che cosa vuoi Joseph – sibilò, - sto lavorando.

- Devi ascoltarmi – le ordinò lui.

- Scordatelo, neanche fra un milione di anni – disse la rossa con odio, - a meno che il tuo argomento di conversazione sia il rinoceronte bianco.

- Avevo un'altra idea in mente come discorso – ammise Joe, - ti prego.

- No! - esclamò Lexi ad alta voce.

Il diciannovenne la fissò per un istante, poi con un sospiro rassegnato salì sopra il tavolo della manifestazioni, sussurrando improperi.

- Avrei tanto voluto non farlo – disse il moro mettendosi ritto sul tavolo, attirando su di se numerosi sguardi curiosi. - Bene ti devo parlare e se tu non vuoi ascoltarmi sono costretto ad o obbligarti.

Centinaia di studenti osservarono Joe curioso.

- Oh mio Dio, lui è … - strillò una ragazza senza finire la frase.

- Si, sono Joe Jonas – sorrise il ragazzo, parlando ad alta voce, - e sono qui per parlarti Lexi, in un modo o nell'altro.

- Non mi chiamare … - si lamentò la rossa.

- Io invece ti chiamo come voglio, Lexi, hai capito? - chiese lui, sempre ad alta voce. - Bene, vorrei iniziare dicendoti che io sono un vero idiota e che non ti merito.

- Una cosa l'hai capita almeno – ribatté la rossa, in fondo compiaciuta di quello che stava facendo Joe per lei.

- Ma nonostante ciò tu mi piaci – continuò lui, fiero, - tanto Alexandra Sophie Campbell e io vorrei, anzi voglio essere il tuo ragazzo.

La rossa lo guardò per qualche istante, dopo pochi secondi il cantante fece un respiro profondo e iniziò a cantare con quanto fiato aveva in corpo.

- If the heart is always searchin', can you ever find a home? I've benn lookin' for that someone, I'll never make it on my own – intonò When you look me in the eyes con voce melodiosa, impegnandosi come non mai in vita sua.

- Oh Joe – mormorò Lexi guardandolo affascinata.

- When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my paradise, when you look me in the eyes – continuò il moro sorridendole e porgendole la mano per aiutarla a salire sul tavolo con lui.

Alexandra dapprima tentennò, dopo di che afferrò la mano del suo amato senza esitazioni e si ritrovò in piedi su un tavolo nel bel mezzo dell'atrio della sua scuola, con un ragazzo meraviglioso che cantava solo ed esclusivamente per lei.

L'intera sala li guardava meravigliati, alcune ragazze erano abbracciate ai propri fidanzati, altri studenti stavano riprendendo la scena con il cellulare per poi metterla su YouTube e una ragazza stava rimproverando il suo ragazzo.

- Anche tu dovresti fare una cosa del genere per me! I cioccolatini e i fiori sono superati ormai – disse la ragazza in questione.

- When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my paradise, when you look me in the eyes – concluse Joe fissando Lexi negli occhi e sfiorandole il naso con un indice. - Puoi perdonarmi?

Tutti gli alunni, compresi i professori che avevano assistito alla scena, trattennero rumorosamente il fiato.

- Come non potresti, stupido! - esclamò Lexi gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte a se.

Joe le prese il viso con le mani e la baciò sotto gli occhi di tutti.

- Allora sei sicuro di non essere troppo grande per me? - chiese Lexi fra un bacio e l'altro.

- Certo! Senza contare che io fisicamente ho diciannove anni, ma mentalmente ne ho circa dieci, quindi sei tu quella grande! - commentò Joe.

La sedicenne lo ignorò e continuò a baciarlo sotto gli occhi di tutti.

Ma né a Joe, che aveva risposto con entusiasmo al bacio della ragazza, né a Lexi importava, ora contavano solo loro due e nessun altro.


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