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Autore: PsycoMaster25    24/09/2017    0 recensioni
L'introduzione é questa: voglio semplicemente farvi partecipi di chi sono io.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una grande tisana "Sognidoro" era quella che mi ci voleva dopo una domenica infernale come questa. E non vi starò a dire perché lo é stata. Vi basti sapere che, effettivamente, lo é stata. Che dire. Ultima domenica di settembre e domani incomincia un nuovo anno accademico alla mia cara università. Sono una studentessa in Scienze della Formazione Primaria, e puntualmente per questo vengo (quindi veniamo, parlo di tutti i miei colleghi\colleghe) bullizzata dal resto delle combriccole delle altre facoltà del Campus perché il mio corso di studi é ritenuto poco impegnativo, una passeggiata. Mi sembra ovvio che formarsi per diventare un insegnante di scuola dell'infanzia o di scuola primaria risulti facile... Ditemelo, però, dopo che avete svolto cinque ore di tirocinio in una prima, o in una sezione d'asilo qualsiasi. Penso che tutti si ricrederebbero. Ma basta sapere che si deve lavorare con i bambini per capire che il mio futuro lavoro non é affatto facile e richiede delle notevoli responsabilità... Nonché portatore di innumerevoli conseguenze, che molto spesso non sono piacevoli e ve lo posso ben assicurare. Credo che al giorno d'oggi si stia sottovalutando l'efficacia del\della "maestro\a". Attenzione. Non parlo di importanza, ma di efficacia. Lo so, risulta essere un sostantivo abbastanza freddo e quasi "industriale", ma non vi affibiate a questo, ve ne prego. (Per favore non fraintendiamoci già alle prime battute altrimenti non andremo d'accordo, ed io voglio un mondo di pace!) Il\La maestro\a é quel primo essere umano adulto che incontri all'infuori della tua famiglia. Il primo che ti da ordini e ti impartisce forti basi quando entri a far parte ,per la prima volta, di una piccola società extra al dolce ambiente familiare che ti ha cullato fino ad un attimo prima. Il\La maestro\a ti insegna, oltre che a leggere e a scrivere, a stare insieme agli altri, ad affrontare delle difficoltà, a scoprire chi sei. E di nuovo attenzione. Anzi mettiamolo cosi: ATTENZIONE. Io sto parlando dei\delle maestri\e, non di chi si é ritrovato a casa senza fare niente ed ha deciso di fare un concorso che ha vinto (grazie anche a qualche amicizia) ed adesso si ritrova a fare il ciarlatano scanzafatiche perché altrimenti sarebbe il vegetale più inutile del mondo... No, i vegetali sono utili eccome, sono la base della sopravvivenza di esseri umani ed animali. Diciamo che io, a questi qui, li chiamerei "sanguisughe". Per non parlare poi di chi va oltre utilizzando la violenza, ma lì si rasenta la mancanza di equilibrio psicofisico, é una questione prettamente sanitaria(e ci ritorno dopo), non é questo il luogo né il momento di approfondire codesto aspetto. Insomma io sto studiando per poi diventare una persona che possa trasmettere qualcosa di buono ai dei piccoletti. Durante le ore di tirocinio sono rimasta affascinata\inquietata da ciò che ho potuto osservare nelle classi. Gli aspetti più belli dell'essere una maestra mescidato con le paure più recondite e le ansie più radicate di chi vive a contatto con i pargoli ma soprattutto con i genitori. Essere maestri é un lavoro difficile. Non siamo dietro ad una scrivania a scarabocchiare su delle scartoffie, non mettiamo nei banchi frigorifero degli yogurt, non cambiamo la cinta di distribuzione di un'auto. Lavoriamo con le persone, le persone più speciali e delicate che possano esistere: i bambini. Cuccioli di uomo che si affacciano per la prima volta a tutto e che noi dovremo preparare per il futuro. Siamo noi a doverli accogliere nella società e fargli capire il mondo come funziona. Adesso, secondo voi, dopo tutto ciò... Vi sembra un lavoro di cui ridere oppure di poca cosa? Dico ciò perché ogni volta che ne parlo la gente mi guarda un attimo distaccata. C'è stato chi mi ha lanciato un sogghigno nel momento in cui ho espresso le mie aspirazioni. Perché? Questa é la mia domanda. Certo dalla musica ai bambini il cambiamento di rotta é stato abbastanza drastico (che poi neanche tanto perché bimbi e musica é un connubio idilliaco, oserei dire) ma... Perché? Perché stupirsi di questa scelta... Ma soprattutto... Perché sottovalutare? Mi fa così ridere la discrepanza di trattamento tra una "studentessuccia" di quarta categoria come me ed una esimia laureanda in Medicina che sgobba sui libri 6 anni( che lievitano ad 11 tra specializzazioni e varie cose), forse nel vano tentativo di calcare le orme di uno dei suoi due genitori. Cosa abbiamo di diverso? Nulla. Anzi. Siamo incredibilmente simili. Il medico cura il suo paziente dal punto di vista fisico, cerca rimedi per far stare bene quella persona. Il maestro "cura" i propri bambini da un punto di vista emotivo, affettivo, intellettivo cercando di farlo stare bene, preparandolo alla vita. Noi prepariamo alla vita, i medici insegnano a mantenerla ed anche nel migliore dei modi. Siamo ad un sottile limbo ma penso di essermi fatta ampiamente capire. L'unico mio rimpianto é che in questa mia facoltà il livello di ignoranza é molto alto. Probabilmente si diventa maestri più per necessità che per passione, non vi pare? Beh, in questo momento di crisi profonda (ma quando smetteremo di dirlo?) si cerca in tutti i modi di campare e a volte si tarpano le ali alle proprie vere aspirazioni. Anche quella di non fare niente dalla mattina alla sera é un'aspirazione e non per questo deve essere discriminata. Dovrebbe essere valorizzata. Voglio fare un appello. A TUTTI COLORO CHE HANNO LA DOLCE ASPIRAZIONE DI NON VOLER FARE NIENTE DALLA MATTINA ALLA SERA Ciao! Si bello, dico a te con la faccia sbalordita che non pensavi ti chiamassi... Tu! Con la noia nelle vene e la pigrizia nelle mutande... Tu! Hai una sana aspirazione ovvero quella di stare in panciolle e pretendere di vivere come il nababbo... Tu! Ebbene, una piccola preghierina. Se il tuo desiderio é questo non metterti in mezzo al cammino di un'altra persona che sta cercando di dare un senso a questa cosa brutta e meschina che si chiama "vita". Se non vuoi fare nulla almeno scostati dalla strada e lascia passare chi nella vita si da una mossa perché sa che altrimenti é finita. Scusa se ti ho distolto dal tuo dolce far nulla, puoi ritornare nel tuo spazio angusto. Scusate ma lo dovevo fare! Ne sentivo l'impellente urgenza. Quindi, ritornando a noi, domani ricomincio. Non vedevo l'ora. Più che mai. Quest'estate é stata davvero molto ricca di alti e bassi e piena di cose. Ma sostanzialmente io senza studiare non ci riesco a stare e per questo mi ritengo un alieno. Io adoro lo studio perché mi distrae, mi impone di pensare ad altro, mi fa viaggiare in posti che non ho mai visto, mi fa conoscere persone di cui ignoravo l'esistenza ma soprattutto... Lo studio mi ha fatta crescere ed é stato il mio amico più caro quando, girandomi e scrutando l'orizzonte, mi accorsi che tutti erano andati. Non perché io sia cattiva o insopportabile ( anzi, mi ritengo una buona amica e consigliera... una psicologa senza laurea) ma perché, ad un certo punto, mentre io avanzavo, gli altri hanno deciso di allontanarsi da me. Prima il termine che usavano per definirmi era "strana"... In realtà io penso solo di essere "impegnativa". Ecco perché si scappa da me... E questo lo fanno soprattutto gli... Ehmm... Non ci riesco... Un ultimo sforzo... Uomini. Ma questa é un'altra storia abbastanza buffa ed esilarante. Già rido. Volete ridere anche voi? Mi dispiace, non oggi!
   
 
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