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Autore: lilydreaming    25/09/2017    0 recensioni
Una comune gita scolastica si trasforma in una lotta per la sopravvivenza.Un isola, e degli studenti intrappolati.Uccidi se non vuoi essere ucciso.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eddie Miller, Fabian Rutter, Nina Martin, Patricia Williamson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2°Capitolo
"Il risveglio"

Ore dopo gli studenti di casa Anubis si svegliarono di soprassalto, confusi, e disorientati si guardarono attorno.
“Ragazzi dove siamo?”Joy aprì gli occhi e si guardò intorno disorientata. Che cosa ci faceva li? L’ultima cosa che ricordava era il viaggio in autobus, Patricia seduta al suo fianco, una lunga chiacchierata, e poi il vuoto. Ancora intontita cercò di alzarsi in piedi.
Fabian scrutò l’ambiente attorno a lui. “A occhio e croce sembrerebbe un bosco o una foresta.” A lui stesso quest’affermazione era davvero assurda, era davvero impossibile che avessero raggiunto un luogo del genere in poco tempo ma fatto sta che aveva un vuoto nella sua memoria, vuoto che iniziò quando Nina si addormentò dolcemente sulla sua spalla.
“Grazie mille capitan ovvio!Pensavo fossimo al polo nord!”
“Patricia fare l’acida non risolverà la situazione.”La rimproverò Nina.
“Cosa molto difficile per Yacker.”
“Chiudi il becco Weasel!”
I due ex amanti si guardarono per qualche secondo, quelli che erano dei nomignoli affettuosi, erano ormai usati per denigrare e beffeggiare l’altro. Era passato davvero tanto tempo, da quando avevano usato quei sopranomi con affetto. Era passato quasi un anno da allora, lo ricordavano ancora, quel giorno, sotto la veranda della sua casa. Il sole era da poco tramontato, loro due seduti su quel vecchio divano da esterno, avvinghiati come se il caldo soffocante non avesse effetto su di loro.
“A mia madre piaci davvero Yacker.”
“Davvero? Non sono il tipo che piace, se parliamo di madri poi.”
“Dico sul serio, dice che sei carina, intelligente, sveglia, con un buon senso dell’umorismo.”
“Carina?”
Eddie alzò un sopraciglio civettuolo. “Beh io avrei detto sexy, ma visto che sono parole dette da mia madre,  sexy mi era sembrato troppo.”
“Sicuro che non siano parole tue?Non mi hai lasciato un secondo da quando sono qui.”
“Non fingere che la cosa non ti dispiace Yacker.”
Patricia scosse la testa sorridendo. “sei proprio un weasel.”
Eddie si alzò di scatto dal divano. “Su, alzati.”
“E se volessi rimanere seduta.”
L’americano rise. “Voglio portarti in un posto.”
“Stai cercando di rapirmi Eddie?”
“Vedremmo.”Cosi dicendo le porse la mano,la prese, la tirò a se. Percorsero velocemente il viale di casa, e raggiunsero l’ auto di Eddie parcheggiata su il ciglio della strada.
E cosi il dolce ricordo di un’estate d’amore svanì in un istante, proprio come una follata di vento passeggera Quell’estate si erano amati, un periodo che ormai appariva come lontano e perso.
 “Ragazzi litigare non servirà a nulla, cerchiamo di capire cosa è successo.”Fabian cercò  di stanare la discussione sul nascere.
“Io ricordo di essermi addormentata nell’autobus.”Confessò Joy.
“Anch’io, credete che siamo fuori dal Regno Unito?”Domandò Nina. Pensavo che fosse stata l’unica a essersi addormentata di colpa, ma a quanto pareva si sbagliava.
“Non credo, come avremmo potuto in autobus.”Sostenne Mick.
“Qualcuno mi spieghi dove diavolo siamo!”Amber urlò. Era lì da poco meno di due minuti, e già ne aveva abbastanza di questa maledetta foresta, o qualunque posto lei si trovasse. Si aspettava una lussuosa spiaggia di sabbia bianca, non un campeggio in una dannata foresta sperduta chissà dove.
Alfie sentiva un piccolo peso sulla una caviglia guardò in basso, e vi ci trovò uno strano aggeggio attaccato. “Ragazzi guardate le vostre caviglie.”
“Perché? Ho qualcosa sulla caviglia?Toglilo toglilo!”
“Amber tranquilla non è nessun  insetto.”Le assicurò Mara.
“Allora cos’è?”
I dieci rimasti guardarono in basso, alle loro caviglie era collegato un piccolo aggeggio elettronico.
“Che roba è questa?”Chiese Eddie.
“Sembrerebbe una cavigliera elettronica.”Rispose Jerome. Ne aveva già vista una. Suo padre la indossava da quando gli fu concessa la liberta vigilata. Ogni mese aveva dei controlli, procedeva tutto a gonfie vele, aveva perfino trovato lavoro in un’officina.
“Quelle usate per chi ha la libertà vigilata?”Le Chiese Mara.
“Proprio quelle.”
“Ma cosa vuol dire? Che siamo prigionieri?”Affermò infastidita  Patricia. Ci mancava solo degli altri tizi con la smania dei rapimenti.
“Proprio cosi mie cari.”Una misteriosa voce proferì, prendendo tutti alla sprovvista. Da dove proveniva quella voce? Come faceva a sentirli. Gli undici adolescenti si guardarono attorno in cerca di qualcuno nascosto dietro a qualche tronco di un albero, o addirittura seduto comodamente su un suo ramo.
“Chi sei? E perché ci hai rapiti?”Gridò Nina.
“Rapito?Oh no, io vi ho solo offerto una vacanza da lusso.”
“Narcotizzarci e spedirci in una foresta non è esattamente quello che io chiamo vacanza da lusso!” Urlò Amber.
Mara fece mente locale. Aveva già sentito quella voce, ma dove? “È mr Duncan! Riconosco la voce!”
“Sono lusingato, vi ricordate di me.”
“Lo sentivo che c’era qualcosa che non andava in lei! Tutta la storia del progetto psicologico è una bufala!”
“Molto perspicace signorina Jaffray, ma devo contraddirla il mio progetto sta andando secondo i miei piani.”
“Che cosa vuole farci?”Domandò minaccioso Mick.
“Lei è un pazzo!”Gridò Eddie.
“Cosa voglio farvi? Per adesso voglio farvi correre.”
Gli undici ragazzi furono colpiti improvvisamente da piccole pietre, sparate a gran velocità da quella che sembrava essere uno, spara palle di quelli usati dai giocatori di baseball per allenarsi.
“Correte!”
Ognuno di loro corse a perdifiato, cercando di non farsi colpire dalle pietre, correvano e correvano, senza voltarsi indietro, senza meta. Gli undici si divisero in piccoli gruppi, e senza saperlo, quella sarebbe stata  una delle ultime volte che si sarebbe visto.
KT guardò indietro, avevano corso molto. “Ci siamo allontanati dagli altri.”
“Patricia!Devo tornare da lei!”Affermò Eddie.
Fabian lo fermò trattenendolo per un braccio.”Eddie non possiamo tornare indietro.”
“Non posso lasciare Patricia da sola.”
“Patricia sa cavarsela, ora pensiamo a come uscirne vivi.”
A malincuore Eddie si voltò, e insieme a Fabian, Nina, e KT s’incamminò verso l’uscita della foresta.
I quattro camminarono per quello che pareva loro ore, tra la foresta, cercando di destreggiarsi tra gli arbusti e la vegetazione troppo fitta. Il sole stava quasi calando, e il cielo si stava tingendo di rosso, rosso come il sangue che avrebbe si sarebbe versato.
“Propongo di fermarci qui per la notte.” Disse Fabian una volta che i quattro arrivarono in un punto in cui la vegetazione non era molto fitta.”
“Buona idea, vado a raccogliere della legna per accendere un fuoco, inizia a rinfrescarsi.”
“Ti do una mano Eddie.”
Cosi mentre Eddie e KT si allontanarono per raccogliere dei rametti secchi, Fabian e Nina rimasero da soli.
“Credi che usciremo vivi da questa storia?”
“Hey abbiamo affrontato  guai peggiori.”
“Lo so, ma ho una strana sensazione d’inquietudine.”
“Andrà tutto bene Nina, te lo prometto.”
“Grazie Fabian.”
Nina notò una piccola ferita sul braccio di Fabian.”Sei ferito.”
“dove?”
“Sul braccio.”
Il ragazzo diede una veloce occhiata sul punto indicatogli. “È solo un graffio, non è nulla di grave.”
   
 
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