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Autore: Sweet Chocolate    19/06/2009    3 recensioni
Non c'è niente di divertente in un clown al chiaro di luna.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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clown
Everybody loves a clown





Odiava il circo.

Sin da quando era bambino.

Lo odiava.



"Guarda, tesoro, le vedi quelle carovane?"
Una donna dal viso stanco e gli occhi gentili, con una mano callosa stretta a quella del figlio.
Indicava con fervore la scia di carovane che stava attraversando il centro città al piccolo ometto al suo fianco.
Da alcune colorate carrozze venivano sbalzati fuori volantini ingialliti, che si depositavano sul marciapiede ancora umido di pioggia.
Il ragazzino castano si abbassò a raccoglierne uno, gli occhi fissi sulla scritta a caratteri cubitali che troneggiava sulla facciata.
Anche la donna sbirciò con curato interesse.
"Dev'essere divertente. Domani sera ci andiamo tutti insieme, che ne dici, Light?"
"Sì, mamma, come vuoi tu"
E le nubi ricominciarono a tessere il loro dipinto di gocce trasparenti.
I due ripresero il tragitto verso casa, sotto un ombrello rosso, calpestando l'immagine di un giocoso pagliaccio su quei pezzi di carta.



"Vieni a trovarci, morirai dalle risate, assicurato!"



Giocolieri, mangiafuoco, trapezisti.

Donne cannone, contorsionisti, equilibristi.

Maghi, animali, funamboli.

Clown.

Odiava il circo.



Seguiva i genitori come un automa, non prestava attenzione a ciò che dicevano.
Le loro voci si mescolavano al frastuono di quel luogo e la risata di Sayu era come quella degli altri bambini lì presenti.
Correvano da un'attrazione all'altra, felici e sorridenti, stringendo pupazzi vinti dai loro papà al tiro al bersaglio.
Con quei lecca-lecca in bocca e l'aria sognante, ridevano, ridevano, ridevano.
Com'erano fastidiosi.
Intorno a lui bancarelle, calcinculi, autoscontri, mini-montagne russe e chioschi.
Ed era tutto così dannatamente colorato e vivace.
Alle narici gli giungeva il profumo di dolci al caramello, torte alla frutta, biscotti appena sfornati.
Aveva la nausea e voleva vomitare.



"Il nostro Luna Park ti lascerà senza fiato, vedrai!"



Eppure era lì, di nuovo.

Grazie alla dama bionda seduta accanto a lui sulla ruota panoramica.

Era ancorata al suo braccio, la cabina era stretta, faceva caldo.

Le luci fuori erano troppo abbaglanti.

Non riusciva a respirare.

E perchè sentiva odore di zucchero filato?

Non riusciva a respirare.

E il demone ghignava piano con i suoi occhi rossi.



Quel tendone era grande, posizionato al centro del parco dei divertimenti [o della tortura?].
Stelle filanti e coriandoli venivano lanciati da ragazze mascherate davanti all'ingresso.
Gioia, gioia, nauseante gioia e serenità lo circondavano.
Voleva solo tornare a casa.
Ma i biglietti vennero comprati, file libere vennero trovate sotto l'enorme tenda, panche in legno furono occupate da lui e la sua famiglia.
E il presentatore con il microfono -un uomo baffuto e grassoccio con in testa un cilindro- cominciò a parlare.
Le luci si soffusero, gli applausi d'incoraggiamento si levarono per il primo artista.
Era cominciato.
E non sapeva perchè, ma desiderava un' unica cosa: che quel lanciatore di coltelli trafiggesse il volontario scelto per il suo numero.
Allora si sarebbe divertito.



"Magiche cose ti accadranno, non mancare!"



Il giro era terminato.

Poteva riprendere il respiro rubato.

Cominciò a camminare, lei al seguito.

Lontano, di più, ancora un pò.

Và via, prima che...

< < Light? > >

Oh, scusa, troppo tardi.

Un bello scherzetto vero?



Il sipario era calato.
Finalmente.
Una calca di gente si riversò fuori e lui perse di vista i genitori e la sorellina.
Ma non gli importava.
Voleva solo uscire.
Iniziò a correre.
Veloce, veloce, un altro passo e ce la fai.
Si fermò davanti a una ruota in metallo dalle cabine arancio, verdi e azzurre.
Una musichetta allegra da sottofondo.
"Ti sei perso?"
Voltò lo sguardo.
Un bambino sugli undici anni lo guardava incuriosito, leccando un rosato zucchero filato.
Gli occhi profondamente neri [terrificanti o magnifici?] erano contornati da un trucco scuro e pesante.
I capelli, altrettanto pece, erano sovrastati da un ridicolo cappello da cui pendevano piccoli pon pon viola.
Per non parlare del vestito, rosso sgargiante a righe verticali gialle che terminava in un paio di scarpe rovinate con le stringhe slacciate.
Era così...
"Io sono Lawliet, tu come ti chiami?"
"Light"
...carino.


"Non lo sai che questa è la casa dove la tua più fervida immaginazione prende vita?"



< < Light? > >

Si fermò.

Si voltò indietro.

E lì lo dove lo aveva lasciato lo rivide.

Mentre mangiava un rosato zucchero filato.

< < Facciamo un giro insieme? Uno solo > >

E' soltanto un'illusione.

E' la tua fantasia, Light.

Sei pronto a seguirla?

< < Light, qualcosa non va? > >

< < Tu va avanti Misa, credo di aver perso il portafoglio nella cabina. Poi ti raggiungo > >

< < Ok, ma non metterci troppo o Misa-Misa si arrabbia > >

Congedata [o liquidata?] con un bacio sulla guancia.

Non la osserva nemmeno correre verso la casa stregata.

< < Vai anche tu, Ryuk > >

Non chiede, nessuna domanda, solamente quella continua risata mentre lo lascia [solo?].

E cammina il giustiziere, verso un patibolo invisibile, prima che il prossimo giro cominci.

Non è concesso perdere un treno che non passerà più, vero?

E' questo che ti domandi mentre siedi con la sua figura difronte a te.

< < Niente costume stanotte, Lawliet? > >



Continuava a fissarlo, vedeva la sua bocca dare grandi morsi a quella delizia.
E gli venne voglia di assaggiarlo.
"Ne vuoi un pò?"
Allungò la mano fino a togliere un pezzo dall'enorme massa appicicosa e lo portò alle labbra, leccandosele dopo aver ingurgitato.
"E' buono, no? Io ne vado matto"
Lui parlava, ma Light non sapeva cosa dire.
Non gli servivano le raccomandazioni della madre o gli sguardi severi del padre per sapere che non si parla con gli sconosciuti.
Ma doveva dire qualcosa.
Almeno una frase che non si limitasse al suo nome.
E improvvisamente realizzò, a seguito del rossore scaturito sulle sue guance per la mano che quel bambino aveva posato sulla sua fronte, che no, non sapeva proprio cosa dire.
"Non sei caldo. Ma forse stai male, visto che non apri bocca. O ti spavento per il mio abbigliamento?"
"I clown non mi fanno paura"
Affermò con sicurezza.
E l'altro gli rivolse il sorriso più inquietante -ma anche il più sincero- che avesse visto dall'alto dei suoi sei anni.
E magari un poco si spaventò.
"Io ne sono convinto al 99%"
"E io ti uccido se provi a ridirlo"
Serio uno, divertito l'altro.
E quello zucchero filato a dividerli [o ad unire i fili?]
"Light! Ci hai fatto preoccupare!"
Le urla preoccupate di Sachiko, il respiro di sollievo di Soichiro e le manine di Sayu che sbattevano in braccio al poliziotto.
"Non scappare più così, hai capito?"
"Scusa, mamma, papà"
"Su, andiamo giovanotto"
Venne preso per mano e trascinato quasi a forza via.
"Spero di rivederti!"
Gli aveva gridato il pagliaccio, al quale i suoi non avevano prestato la benchè minima attenzione.
Si girò nella sua direzione.
"Io no, odio il circo!"
Ancora un sorrisetto, mentre un anziano con una valigia in mano gli si avvicinava.
Sì, lo odiava.



"Strani incontri tu farai e col cambiare della tua vita fare i conti dovrai"



Avevano solo un giro.

Quanti minuti?

Quanti secondi?

Non sarebbero mai stati sufficienti.

Perchè neanche adesso sapeva cosa dire.

< < Non è da Kira chiudersi in un tale mutismo difronte ad L > >

Silenzio.

Gli occhi puntati in un punto imprecisato di quel corpo.

Ma che importanza aveva, sempre lui guardava.

Il clown o l'investigatore?

Un possibile amico o l'eterno nemico?

C'è differenza, Light.

< < Ne vuoi un pò? > >

E come allora accettò.

Ma qualcosa era differente.

Quei residui di zucchero rimastagli sulle labbra che non volle cancellare.

< < Sei sporco, proprio lì > >

Silenzio.

< < Posso? > >

Altro silenzio.

Ma chi tace acconsente, giusto?

Si sporse solo un pò più avanti, fino a toccare con la lingua le sue labbra carnose.

Leccò, lasciando segni indelebili.

Fino a ritrarsi.

< < E' delizioso, non trovi? > >

Rottura.

< < Sì, è vero > >

< < Parlava del tuo sapore, Light > >

Fine della corsa.

< < Se te lo chiedo, non mi ucciderai? > >

Ancora silenzio.

 Ma non c'è più tempo.

< < L'ho già fatto > >

Un sorriso.

Un bacio intoccabile come la luna.

Una scia di vento e un dolce aroma di zucchero filato che viaggia guidandola.

Scendi, la testa bassa.

Vuoi solo andare a casa.

< < Light! Ci hai messo tantissimo, non si fa così > >

Ti lasci abbracciare.

< < Già, dov'eri finito, Light? > >

Ryuk ride, Ryuk sa.

E Misa si limita a trascinarlo verso il tendone in festa lì vicino.

"Avanti, sta per cominciare lo spettacolo!"

Ti volti, come hai fatto anni fa, ma non c'è più nessuno.

E sai che lo show è terminato.



< < Hai paura dei clown, Light? > >

...

< < Sì > >



Non c'è niente di divertente in un clown al chiaro di luna*

Lo odiava













*citazione dell'attore Lon Chaney

Fantastico, ho scritto l'ennesima cavolata senza senso, ma vedendo su MTV il video 'La scala' della Ferreri mi sono sentita ispirata (nonostante lei non mi piaccia granchè). Ma trovavo troppo carina l'idea di L vestito da baby clown, perciò...sono discolpata di eventuali problemi problemi di diarrea veo?
Piccole precisazioni: allora, è impossibile che Light ed L si siano incontrati prima, specie in simili circostanze, ma la fantasia è quella che è e se riesco a scrivere di un L-zombie posso benissimo scrivere di un L bambino che prima di essere portato alla Wammy lavorava in un circo, no? Insomma, non si conosce nulla del suo passato! Per Light, è vero, se avesse riconosciuto L come quel pagliaccio che aveva incontrato l'avrebbe ammazzato subito ma visto che aveva appena sei anni e quella era stata un'esperienza non proprio piacevole punto sulla dimenticanza, perciò anche voi chiudete un occhio ok?

E ora risposte alle recensioni per It's the great pumpkin, Light Yagami:
Kicchina: ehi, grazie dei complimenti! Felice di condividere con te l'amore per Elluccio e sì, alla fine Light crepa, sei contenta! Io tanto tanto.
Umpa_lumpa: ma quali pippe mentali! Hai dato più senso tu alle storie che scrivo che io stessa! Tra parentesi, i commenti chilometrici son moooolto ben accetti, anche se sparano boiate che ti assicuro non hai affatto sparato. Grazie mille!
beat: fa niente se hai commentato tardi, le donne devono farsi attendere no? Grazie dei complimenti!

Infine ringrazio Kicchina e Aiko92 per aver messo la storia nei preferiti.

Un grosso Kiss a tutti!








   
 
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