Non mangiavo, non bevevo, non vedevo la luce, non andavo in bagno (Infatti me la facevo letteralmente sotto) e non vedevo nessuno da non so quanto tempo, ormai avevo perso la cognizione del tempo.
Sapevo solo di sentirmi davvero molto debole, soprattutto quando mi venne il ciclo:Ero messa davvero molto male e non avevo assorbenti, per cui mi sporcai e fui costretta a usare la gonna del mio vestito bianco come assorbente.
I giorni passavano e io mi sentivo sempre più debole, finendo addirittura a non reggermi più in piedi, tanto che, per muovermi, mi trascinavo con le braccia.
Ero ancora sconvolta per via di quando Max mi stupró e spesso non facevo che piangere. Me lo aveva infilato e fatto altre cose che preferisco non raccontare.
Pensavo a mio fratello Lloyd e Bonnie, che probabilmente non rivedrò mai piú, alla mia famiglia, alla libertà ormai perduta e agli abusi ricevuti.
Volevo uccidermi, non ne potevo più di quell'agonia. Mi trovavo in bilico la vita e la morte e ogni giorno appassivo come una pianta per via dalla fame e dalla sete.
Potevo muovermi liberamente, nella stanza, ma non vedevo niente, essendo completamente al buio.
Mi sentivo vuota, inutile e vicina alla morte.
Non sapevo quando, e se, mi avrebbero salvata, insieme a mio fratello.
Il mio stomaco brontolava e la gola si seccava sempre di più.
"Allora?" Pensavo tra me e me "È questa la mia fine? Devo morire così, indebolendomi sempre di più? Non avrei dovuto accettare un passaggio da quel mostro, è solamente colpa mia se io e Lloyd siamo ridotti così, solo colpa mia!"
L'unica cosa che potevo fare era aspettare che la morte venisse a prendermi, magari con mio fratello.
Iniziai anche ad avere le allucinazioni:A volte vedevo una torta gigante, oppure una bottiglia da 2 litri di coca cola, anche se in realtà non era niente.
Un giorno tutto questo finí:Infatti sentí dei passi provenire verso la stanza e pensavo fosse Max, oppure la morte. Invece erano due uomini, sui trent'anni, vestiti di blu. Erano entrambi dei poliziotti, venuti per salvare me e Lloyd.
"Ecco dov'era l'altra gemella" Disse uno dei due "Allora il ragazzo quattrocchi aveva ragione"
Sapevo chi era il quattrocchi:Mio fratello Lloyd.
"È davvero uno scheletro" Disse l'altro, mentre aiutava il suo collega a portarmi fuori dall'inferno "Poverina, chissà quanto avrà sofferto, chiusa in quella stanza buia e mangusta"
"Si dice angusta, Roy"
"Come preferisci, Miles"
Appena i due poliziotti fecero uscire me e Lloyd, ci portarono immediatamente in un ospedale vicino, dove prima ci fecero mangiare e poi curare. Avevamo mangiato un sacco di roba, ovvero cinque crocchette di pollo, un piatto intero di tortellini panna e prosciutto, due fette di torta al lampone e una mela intera. Anche mio fratello mangiò come un bue, infatti, proprio come me, aveva una fame enorme.
Il dottore visitò me e Lloyd per vedere se avevamo qualcosa e per curarci. Fortunatamente Max non mi aveva attaccato niente durante lo stupro.
Ero psicologicamente distrutta, molto distrutta, e mi portavo sempre con me una coperta azzurra che mi avvolgevo intorno al corpo:Mi faceva sentire calda e protetta.
C'era anche Bonnie con noi, infatti era stata lei ad avvertire la polizia. Aveva capito dove eravamo perché, non riuscendo a rintracciarci, ha usato un'applicazione che permette di rintracciare gli iPhone, incluso il proprio. Quando ha visto dove eravamo, ha chiamato la polizia, la quale è venuta a salvarci e a portarci in ospedale.
Qualche giorno dopo, io e Lloyd potemmo tornare a casa ma, siccome ero psicologicamente distrutta, io e mio fratello decidemmo di stare per un po' a casa di Bonnie, per aiutarmi a superare il trauma. Lá trovai Courtney, la cugina di Bonnie, e conobbi Mitch, il ragazzo di Courtney, e sua sorella Rosemary, venuti ad aiutare Bonnie e Lloyd a prendersi cura di me.
Spazio autrice:Buon pomeriggio, come va? Spero bene! Allora ho finito qui il capitolo perché, visto che dopo c'è la descrizione su come si senta Jean, avevo intenzione di lasciarla a parte per creare un po' di curiositá (Non so se capite che cosa intendo).
Apparte questo, ora devo andare. Al prossimo capitolo, gente!
Sapevo solo di sentirmi davvero molto debole, soprattutto quando mi venne il ciclo:Ero messa davvero molto male e non avevo assorbenti, per cui mi sporcai e fui costretta a usare la gonna del mio vestito bianco come assorbente.
I giorni passavano e io mi sentivo sempre più debole, finendo addirittura a non reggermi più in piedi, tanto che, per muovermi, mi trascinavo con le braccia.
Ero ancora sconvolta per via di quando Max mi stupró e spesso non facevo che piangere. Me lo aveva infilato e fatto altre cose che preferisco non raccontare.
Pensavo a mio fratello Lloyd e Bonnie, che probabilmente non rivedrò mai piú, alla mia famiglia, alla libertà ormai perduta e agli abusi ricevuti.
Volevo uccidermi, non ne potevo più di quell'agonia. Mi trovavo in bilico la vita e la morte e ogni giorno appassivo come una pianta per via dalla fame e dalla sete.
Potevo muovermi liberamente, nella stanza, ma non vedevo niente, essendo completamente al buio.
Mi sentivo vuota, inutile e vicina alla morte.
Non sapevo quando, e se, mi avrebbero salvata, insieme a mio fratello.
Il mio stomaco brontolava e la gola si seccava sempre di più.
"Allora?" Pensavo tra me e me "È questa la mia fine? Devo morire così, indebolendomi sempre di più? Non avrei dovuto accettare un passaggio da quel mostro, è solamente colpa mia se io e Lloyd siamo ridotti così, solo colpa mia!"
L'unica cosa che potevo fare era aspettare che la morte venisse a prendermi, magari con mio fratello.
Iniziai anche ad avere le allucinazioni:A volte vedevo una torta gigante, oppure una bottiglia da 2 litri di coca cola, anche se in realtà non era niente.
Un giorno tutto questo finí:Infatti sentí dei passi provenire verso la stanza e pensavo fosse Max, oppure la morte. Invece erano due uomini, sui trent'anni, vestiti di blu. Erano entrambi dei poliziotti, venuti per salvare me e Lloyd.
"Ecco dov'era l'altra gemella" Disse uno dei due "Allora il ragazzo quattrocchi aveva ragione"
Sapevo chi era il quattrocchi:Mio fratello Lloyd.
"È davvero uno scheletro" Disse l'altro, mentre aiutava il suo collega a portarmi fuori dall'inferno "Poverina, chissà quanto avrà sofferto, chiusa in quella stanza buia e mangusta"
"Si dice angusta, Roy"
"Come preferisci, Miles"
Appena i due poliziotti fecero uscire me e Lloyd, ci portarono immediatamente in un ospedale vicino, dove prima ci fecero mangiare e poi curare. Avevamo mangiato un sacco di roba, ovvero cinque crocchette di pollo, un piatto intero di tortellini panna e prosciutto, due fette di torta al lampone e una mela intera. Anche mio fratello mangiò come un bue, infatti, proprio come me, aveva una fame enorme.
Il dottore visitò me e Lloyd per vedere se avevamo qualcosa e per curarci. Fortunatamente Max non mi aveva attaccato niente durante lo stupro.
Ero psicologicamente distrutta, molto distrutta, e mi portavo sempre con me una coperta azzurra che mi avvolgevo intorno al corpo:Mi faceva sentire calda e protetta.
C'era anche Bonnie con noi, infatti era stata lei ad avvertire la polizia. Aveva capito dove eravamo perché, non riuscendo a rintracciarci, ha usato un'applicazione che permette di rintracciare gli iPhone, incluso il proprio. Quando ha visto dove eravamo, ha chiamato la polizia, la quale è venuta a salvarci e a portarci in ospedale.
Qualche giorno dopo, io e Lloyd potemmo tornare a casa ma, siccome ero psicologicamente distrutta, io e mio fratello decidemmo di stare per un po' a casa di Bonnie, per aiutarmi a superare il trauma. Lá trovai Courtney, la cugina di Bonnie, e conobbi Mitch, il ragazzo di Courtney, e sua sorella Rosemary, venuti ad aiutare Bonnie e Lloyd a prendersi cura di me.
Spazio autrice:Buon pomeriggio, come va? Spero bene! Allora ho finito qui il capitolo perché, visto che dopo c'è la descrizione su come si senta Jean, avevo intenzione di lasciarla a parte per creare un po' di curiositá (Non so se capite che cosa intendo).
Apparte questo, ora devo andare. Al prossimo capitolo, gente!