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Autore: zavarix    26/09/2017    0 recensioni
"A Matt era sempre piaciuta la neve, aveva il potere di calmarlo come nient'altro poteva."
-Background basato sui fumetti, per cui il padre è morto quando Matt andava già al college
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Matt piaceva la neve. Fin da quando era bambino. Fin da prima dell'incidente. Ma dopo. Oh, era stata tutta un'altra cosa.
Poteva stare ore davanti alla finestra aperta incurante del freddo pungente. Certo, non poteva più vedere il lento e tranquillo scendere dei fiocchi, ma quello che sentiva era impareggiabile. O forse era meglio dire ciò che non sentiva? Era difficile definire a parole quello che provava.
Dopo quel guizzo di distrazione la sua mente tornò a veleggiare fuori dalla finestra tra quei piccoli fiocchi che riuscivano ad attutire anche la sua amata New York. Era per questo che amava la neve, o meglio la nevicata in sé. Era un momento di pace, un momento in cui non doveva difendersi dagli infiniti attacchi ai suoi sensi che quella città così popolosa gli lanciava.
Non che gli intensi odori della città non ci fossero più: quel miscuglio tutto particolare di cibo cinese, thailandese, italiano, messicano, per citare solo i ristoranti in quel quartiere, insieme all'odore di smog delle macchine e dei camini e un'infinità di altri odori nasueabondi e profumi. O ancor di più che non ci fossero più i suoi suoni: che le macchine non continuassero nel loro continuo caotico movimento, che le ambulanze, le auto della polizia, i vigili del fuoco, non sfrecciassero più a sirene spiegate o che i cinque fratelli nella palazzina accanto smettessero di litigare urlando; no, era un silenzio più profondo, un silenzio che sembrava venire più da lui stesso che dal mondo esterno, quasi che la neve, con il suo lento, ma inesorabile, cadere lo cullasse, addolcendo il mondo con la sua silenziosa discesa.

Suo padre non era mai riuscito a capire. Non capiva come suo figlio cieco sentisse subito, prima di tutti gli altri, che stava scendendo la neve, mentre lui doveva aspettare di vederla prima di accorgersene. La pace che sentiva Matt s'incrinò al ricordo di suo padre.

Sentì delle gelide lacrime pungergli gli occhi. Era morto da quasi un anno ormai e sapeva che il vuoto che sentiva non si sarebbe mai riempito, ma era riuscito ad andare avanti, a lavorare ancora più sodo, per onorare la sua memoria. Nel freddo della sera provò conforto nell'immaginare che da lassù suo padre avesse chiesto al buon Dio di inviargli quella bellissima nevicata, che gli anni precedenti era mancata. Con un leggero sorriso mentre una lacrima sfidava l'aria gelida scorrendo lungo la sua guancia Matt si mise a fantasticare. Nei suoi sogni vedeva suo padre com'era quando aveva ancora nove anni, incapace di rendere più vecchia l'ultima immagine che aveva di lui. Ma da dopo l'incidente non era più solo l'immagine visiva che gli diceva chi era suo padre: Era l'odore della sua solita schiuma da barba da quattro soldi, il profumo dei dolci che gli comprava nei giorni speciali, ma anche il puzzo di sangue e sudore dei suoi combattimenti che il naso fine del figlio sentiva per quante docce si facesse; Erano le mani dure e rovinate che gli accarezzavano la testa o che gli rifilavano una leggera sberla se non lo ascoltava, la barba ispida che gli pungeva le mani quando lo medicava dopo un combattimento; Era il sapore forte dello scotch della prima volta che gli aveva chiesto di ricucirlo, il gusto troppo salato delle uova che gli cucinava la mattina; Era il suono profondo e deciso della sua voce in tutte le sue sfumature, dolce quando lo metteva a letto da piccolo, arrabbiato quando per l'ennesima volta gli chiedeva di andare a giocare invece che studiare, preoccupato quando lo vedeva tornare con qualche livido dei bulletti a scuola; e soprattutto era il lento forte battito da lottatore del suo cuore, il suono che nei primi mesi lo aiutava a calmarsi con il suo ritmo regolare quando si svegliava nella notte per il frastuono che avvertiva venire dal mondo esterno, il primo battito oltre al suo che avrebbe saputo riconoscere in mezzo alla bufera più intensa e che significava casa. L'unica lacrima che aveva sfidato l'aria fredda di quella prima nevicata si fermò a metà della guancia, troppo gelata per proseguire nel suo viaggio, Matt la cancellò con un dito e poi chiuse la finestra.

  
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