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Autore: Evola Who    27/09/2017    1 recensioni
La leggenda del mitico pirata Barbascura Il pirata che donò l’anima al diavolo.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La leggenda di pirata Barbascura
Il pirata che donò l’anima al diavolo.
 
 
 
In un tempo lontano…

In una piccola isola dei mar del Carabi c’era un ragazzo. Un ragazzo vestito di stracci, povero, solo, che viveva sotto ad una zattera di legno marco in fondo alla spiaggia.

Di giorno rubava al mercato per poter mangiare, cantava vecchie canzoni marinaresche in piazza con il suo strumento artigianale per avere qualche soldo e di notte spendeva tutto ciò che guadagnava per ubriacarsi alla locanda più vicina. Ma prima guardava l’oceano, ammirando quegli enormi vascelli maestosi, pieni di tesori e con le vele bianche alzate e fiere, pronti a nuove avventure verso il tramonto.

Sapeva che lui non avrebbe mai potuto prendere parte a quelle avventure. E soprattutto, non sarebbe mai diventato un grande pirata come loro.

Un giorno, sotto il sole di mezzogiorno, sugli scogli della spiaggia vide in lontananza una donna seduta su di essi; i suoi lungi capelli rossi sotto i raggi del sole sembravano lucenti e luminosi come rubini. Si avvicinò a lei e, quando la vide più da vicino, si rese conto che era la ragazza più bella che avesse mai visto. Oltre ai cappelli rossi fuoco, aveva la pelle bianca come una perla, il viso colmo di lentiggini rosse, gli occhi verdi smerando, le labbra carnose a forma di cuore con un sorriso rilassato. Indossava una camicia bianca con una scollatura generosa, un corsetto di pelle nero che faceva risaltare il suo décolleté abbondante e una gonna rossa a strisce nere ma con uno spacco abbondante che lasciava libera la gamba sinistra.

Indossava una collana di pelle rosse sul collo, un braccialetto dello stesso colore, dei sottili anelli d’oro, una cavigliera d’argento, dei fini orecchini a cerchio e, in testa, portava una bandana nera.

Si stava rilassando, godendosi i raggi del sole, il vento, il mare e il suono delle onde.

Il ragazzo la guardò con aria rapita, ma senza dire nulla. Quando la rossa si guardò intorno, lo vide, rimase sorpresa e sorrise, dicendo con tono curioso: “Ciao”.

Il povero ragazzo non rispose, non sapeva che cosa dire o fare.

“Non temere, non mordo” disse lei, girandosi verso di lui “In fondo, so che cosa vuoi”.

Il ragazzo rimase perplesso dalla sua strana frase.

“Sai che cosa voglio?” domandò incuriosito.

“Sì, tu vuoi essere ricco, rispettato, potente, sempre pronto per nuove avventure e sfide… come un pirata” la rossa guardò il mare, la sua attenzione era catturata da un vascello che si stava allontanando verso l’orizzonte “So che tu vuoi diventare uno di loro” disse e lo guardò.

Il ragazzo rimase confuso dalle sue parole e un po’ si spaventò.

“Come lo sai?” domandò.

“Io so molte cose. Ma la domanda è: lo vuoi veramente?”.

Il ragazzo rimase perplesso: come faceva a sapere dei suoi sogni da pirata? Ma soprattutto, che cosa doveva fare? Risponderle o scappare?

Ci pensò e decise per la prima scelta: “Sì, lo voglio. Lo voglio veramente, con tutto me stesso… ma non so come…” fissò la sabbia con occhi malinconici.

La rossa lo guardò e disse: “Allora, vieni come me”.

Il ragazzo la guardò negli occhi: erano forti e convinti, con un sorriso sicuro e le labbra piene di lussuria. Lei si avvicinò lentamente al giovane, dicendo con tono profondo: “Ho una nave, una ciurma e conosco tutte le isole piene d’oro e di gioielli, ma mi serve un pirata e tu saresti prefetto”.  

Con un dito gli accarezzò il petto nudo sotto la scollatura della camicia squarciata.

“Nel giro di poco tempo ti farò diventare uno dei migliori pirati di sempre…”.

Il giovane rabbrividì di piacere quando il dito della rossa gli carezzò il petto e si perse nelle sue parole, come se si fosse trattato del canto incantato di una splendida sirena.

“Ma… tutto questo ad una condizione” disse la misteriosa rossa, allontanandosi da lui “Dovrò essere il tuo braccio destro. O meglio detto: il tuo compare”.

Il ragazzo rimase stranito da tutta quella vicenda e da quella offerta. Non sapeva se era tutto un sogno o no, ma pensò alla sua vita misera e senza nulla, pensò a tutte le volte che aveva visto il tramonto, guardando quei vascelli enormi e sognando di vivere le loro stesse avvenute e di essere un pirata.

In più, non era solo. Una bellissima fanciulla dai capelli rossi fuoco e gli occhi verde smeraldo diceva che avrebbe potuto realizzare il suo sogno con tanto di ciurma e nave; diceva anche di conoscere tutti tesori e la loro precisa ubicazione, tutto ciò che voleva in cambio era essere il suo compare.

“Okay! Ci sto!” rispose il giovane, senza pensarci, con un sorriso convinto.

La rossa ricambiò il gesto, dicendo: “Prefetto. Ora ci serve una firma per suggellare il nostro accordo”.

Si alzò, si avvicinò a lui e lo baciò sulle labbra: fu un lungo bacio pieno di passione che lasciò il ragazzo stupefatto. Per una volta, una donna non lo guardava con disgusto o disprezzo. Per una volta, una donna lo guardava con desiderio e ammirazione. Quel bacio era una prova.

Quando si staccarono, la rossa disse: “Ora ci serve solo un nome. Come ti chiami?”.

“Veramente… ormai non lo so più” rispose il ragazzo “Ho bevuto talmente tanto che mi sono dimenticato il mio stesso nome…”.

“Allora, ti chiamerò Barba…” disse lei, carezzandogli la guancia coperta da un sottile strato di barba scura e ispida “Barbascura. Capitan, Barbascura” fece un sorriso sodisfatto.

“E il tuo nome?” domandò lui perplesso.

“Davy. Davy Jones”.

“Davy Jones?” chiese lui confuso da quel nome così insolito per una donna.

“Mio padre voleva un maschio” rispose lei con tono tranquillo e con un piccolo sorriso sicuro.

Così, capitan Barbascura e Devy Jones, insieme alla loro ciurma composta da quindici persone e al loro vascello, battezzato semplicemente “X”, partirono per avventure tra isole, tesori e saccheggi di altri vascelli e delle navi dei coalizzati.

Nel giro di un anno, il capitano Barbascura diventò uno dei pirati più temuti e rispettati di sempre.
Passavano i giorni a caccia di tesori, saccheggiando altre navi, e le notti a festeggiare tra danze e rum per le loro vittorie. Quando si richiudeva nella sua stanza con la sua compare e amante Davy Jones si concedevano l’un l’altra con passione famelica e insaziabile, quasi satanica.

Babrbascura orami pensava di avere tutto: una nave, una ciurma, la ricchezza, il rispetto e l’amore della sua fidata compare.

Ma una notte, dopo una violenta tempesta, fece affondare la nave e perse sia la ricchezza accumulata nel tempo, sia i suoi 14 uomini morti annegati. 

Barbascura era ancora aggrappato a un lato della nave che non ancora affondata, ma l’acqua fredda lo stava congelando dal petto in giù. Cercava comunque di aggrapparsi ad essa con tutte le sue forze.  

Davanti a lui comparve Davy Jones, il suo viso era tranquillo e aveva un’aria spavalda, come se non le importasse nulla della tempesta che le infuriava attorno.

“Davy! Ti prego, aiutami!” la supplicò il ragazzo.

Lei si inginocchiò davanti a lui, dicendo: “No” con un sorriso cinico.

Barbascura rimase confuso ma soprattutto spaventato dalla sua risposta. Come poteva lei, l’unica donna che avesse mai amato nella sua vita, la sua amante e compare, abbandonarlo proprio in un momento come quello?

“Mi dispiace, capitano, ma è giunto il momento di pagare il prezzo con la tua vita e la tua anima”.

“Che vorresti dire?” chiese lui, perplesso.

“Abbiamo firmato un patto. Io ti avrei dato una ciurma, una nave e dei tesori. In cambio una cosa sola: la tua anima” spiegò lei.  

I suoi occhi verdi diventarono neri come la pece, il suo sorriso era un ghigno malefico. Barbascura capì che lei non era più la sua compare di mille avventure e l’amante di mille notti, si era tramutata in qualcosa di malvagio.

“Che sei veramente?” le chiese.

“Il diavolo” rispose lei, con una voce profonda e roca.

Barbascura aveva gli occhi spalancati per quella rivelazione e capì che si trattava di Davy Jones, il diavolo che possedeva le anime dei pirati dopo la morte.

Aveva sempre creduto che fosse una leggenda, raccontata dai pirati solo per spaventare le persone. Invece, aveva fatto un patto con lui, trascinato con l’inganno di ricchezza, amore e potere.

“Mi dispiace, capitano, hai accettato il mio patto, ora è giunto il momento di pagare. Tu e i nostri uomini”.

Posò una mano sulla guancia del capitano, dicendo: “Non prendertela. In fondo, i pirati scelgono questa vita per vivere. Io ho scelto di nutrimi di anime per sopravvivere” gli accarezzò la guancia “E poi, qualcuno deve pur farlo” aggiunse.

Fece un ultimo ghigno malefico e lo spinse in mare. Il capitano Barbascura cercò di rimanere a galla, ma alla fine rinunciò, si abbandonò alla corrente dell’oceano insieme ai copri della sua ciurma senza vita, lasciando che i suoi polmoni si riempissero di acqua salata.  

Vide tutta la sua inutile vita in pochi istanti, l’ultimo ricordo che sopraggiunse fu una frase che sua madre gli aveva detto quando era solo un bambino: “Se una cosa andrà male, non arrabbiati e non te la prendere. Anzi, prendila con filosofa. La vita è troppo breve per essere arrabbiati”.

Così, chiuse gli occhi e si abbandonò alla morte, pensando: “Beh, almeno sono stato un pirata” sorrise con aria serena.

E fu così la fine del leggendario Capitan Barbascura. 
   
 
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