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Autore: clarydattebayo    28/09/2017    1 recensioni
“Ho fatto in modo che tu non avessi più paura e che la sofferenza non prendesse il sopravvento così facilmente.
Tu, invece, hai fatto in modo che io provassi qualcosa di diverso rispetto all’odio e alla disperazione...”
Piccola letterina che V scrive per la sua dolce Evey.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: V
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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‘Mi chiedo se sia sciocco o privo di senso scrivere qualcosa adesso, visto che non sono un vero e proprio scrittore, e che non ne faccio nemmeno le veci... però non posso fare a meno di annotare qualche parola sul retro di una tua foto, Evey, visto che da un po’ di giorni non faccio che pensarti. Scrivo di te probabilmente perché sento la tua mancanza; averti in casa mia, anche se spesso preferivi stare chiusa in quella che ormai era divenuta la tua stanza, mi rendeva... strano a dirsi, felice. Oh, felicità, una delle tante emozioni a cui non sono più legato da molto tempo, oramai. Fino a poco prima di incontrarti, non pensavo nemmeno di essere in grado di capire cosa si prova ad essere felici. Cosa si prova quel preciso istante in cui un sincero sorriso viene spontaneamente ospitato dalle mie labbra, ad esempio, ogni volta che silenziosamente mi accingevo ad osservarti mentre tu dormivi in maniera così beata. Avrei voluto essere protagonista dei tuoi sogni, almeno una volta, scacciare gli incubi che sicuramente ti hanno fatto visita durante la tua infanzia ed adolescenza, a causa del tuo triste passato, ma sarebbe ridicolo e alquanto incoerente pensando, col senno di poi, che anch’io sono stato complice nonché creatore di uno dei tuoi più grandi incubi, col solo scopo di cancellare, però, ogni tua singola paura. Di tanto in tanto mi permetto di giungere proprio in quella stanza, colma di libri che per passare il tempo leggevi, pur non essendo sicura di comprendere tutto quello che ci fosse scritto sulle antiche pagine ormai ingiallite dagli anni. Mi soffermo dinnanzi al ciglio della porta e, in totale tranquillità rimango a guardare con estrema malinconia il letto in cui ogni notte, ed anche in diverse ore del giorno, riposavi. Sono giunto alla conclusione che mi manchi, Evey, non è un’ipotesi ma una straziante e reale certezza; spero davvero nella tua visita prima del 5 Novembre... spero tu sia così gentile da esaudire il mio ultimo desiderio. Sì, desiderio, si tratta proprio di questo... Pensavo di continuare a vivere solamente per raggiungere i miei obiettivi macchiati unicamente di Vendetta e Rivoluzione, ma adesso mi ritrovo a ricredermi e a volere ben altro oltre a questo... proprio il giorno in cui mi hai lasciato, dicendomi che non potevi più rimanere, il medesimo giorno in cui hai scoperto la verità su Valerie, e in parte sul mio conto. Ho fatto in modo che tu non avessi più paura, che la sofferenza non prenda il sopravvento così facilmente. Tu, invece, hai fatto in modo che io provassi qualcosa di diverso rispetto all’odio e alla disperazione che, non di certo per colpa mia, mi hanno divorato in questi vent’anni. Mi hai fatto provare amore, quel sentimento così rimarchevole, vitale, di cui tutti parlano e che prima di te avevo senz’altro rimosso. Torna da me, Evey... Almeno un’ultima volta, voglio vedere quegli occhi un’ultima volta...’ • Terminò la lunga lettera rivolta alla sua amata con un flebile sospiro, sfiorando delicatamente proprio la foto raffigurante la giovane donna per cui l’uomo mascherato provava un profondo affetto. L’appoggiò dinnanzi al grande specchio che si trovava in quella stanza, sopra la scrivania, e si sedette sulla poltrona appena di fronte, rimanendo a fissarla, per tutta la notte, senza mai stancarsi.
  
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