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Autore: Uptrand    28/09/2017    5 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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La portaerei John Shepard, dell’Alleanza, era la nave ammiraglia della flotta d’attacco. Al suo comando vi era Valentina Quenny.
Qualche metro più indietro, l’ufficiale a capo della flotta: l’ammiraglio Hannah Shepard. Silenziosa guardava la mappa tattica davanti a lei, attorno si muovevano ufficiali delle comunicazioni.
La flotta contava duecentottanta corazzate, quattrocentocinquanta incrociatori pesanti, milletrecento incrociatori leggeri, quattrocento fregate, ottanta portaerei.
A queste si aggiungevano un numero imprecisato di navi che formavano la flotta di Omega, più millecinquecento navi civili piene di soldati.
La flotta era suddivisa in due gruppi : Il primo denominato “Hackett” agli ordini del ammiraglio Hannah Shepard, responsabile dell’intera operazione, era incaricato di distruggere le forze spaziali nemiche. Comprendeva quasi la totalità delle navi da guerra e dei caccia.
Il secondo nominato Imarte, dal nome del comandate asari che scoprì la Cittadella, era comandato dal contro-ammiraglio quarian Nono'Sun vas Hafis, responsabile delle operazioni di sbarco.
Una forza composta da parecchie centinaia di navi da trasporto, di navette e di navi scorta geth/quarian tra corazzate, incrociatori e fregate. Tra queste anche l’unica corazzata classe razziatore della flotta: la Jotnar.
A questi andavano sommati tutti gli squadroni di bombardieri “Pellicani” e caccia geth. Una forza aerea di diecimilacinquecento mezzi.
Si era deciso che i Pellicani sarebbero stati inutili nello spazio, per questo vennero concentrati interamente sulla Cittadella.
L’intenzione era distruggere il nemico da lontano, impedirgli di arrivare al contatto con le truppe, a costo di non lasciare niente di intatto sulla stazione.
Portavano una forza d’invasione di centocinquantamila soldati e settemilacinquecento veicoli minori tra unità per il trasporto e quelle per l’attacco.
Quella impiegata nella guerra contro i razziatori, per la conquista di Londra era stata ancora maggiore ma dovendo combattere questa volta su una stazione spaziale, lo spazio di movimento era molto ridotto.
Il nemico schierava la sua base principale, una gigantesca stazione spaziale di forma sferica  con un diametro di novecento km, gli era stato dato il nome in codice di ARCA, a cui si aggiungevano settecento delle sue navi, ognuna più potente di una corazzata. Inoltre non si sapeva quante, al suo interno, ne tenesse la base nemica e a quanto ammontassero le forze nemiche nell’insieme.
Nella sua missione nello spazio oscuro, con lo scopo di ricercare e distruggere la stazione nemica, la Jotnar era riuscita a farci breccia in essa usando i brucia pianeti di classe Izietta, il danno era visibile sugli schermi.
Anche se gran parte di esso era dovuto al nemico stesso che aveva, inaspettatamente, espulso nello spazio la sezione invasa per distruggerla. La missione aveva avuto alte perdite.
«I krogan?» chiese Hannah.
«Nessuna notizia, signore.» - rispose un operatore - «Secondo il piano Urdnot Wrex con la milizia krogan dovrebbe aver preso posizione, di nascosto, su Bekenstein usando le nuove navette HS-22. Sappiamo che il messaggio con il piano è stato ricevuto, per segretezza non è stato possibile avere una conferma diretta. Dai dati in nostro possesso, i krogan non dovrebbero avere avuto problemi a realizzarle considerando le attrezzature sul pianeta e il supporto geth.»
Hannah annuì appena, l’operatore si allontanò tornando al proprio dovere. «Ammiraglio Quenny, dalla mappa il nemico non si muove. Me lo conferma?»
«Sissignore, è fermo sulle sue posizioni.»
« Forse conoscono la paura e la prudenza. Temeranno di cadere in un'altra trappola, visto come li hai fregati la prima volta.» disse riferendosi alla flotta che aveva supportato l'invasione della Cittadella da parte della 1° reggimento IDG. A comandarla Valentina, per ingannare il nemico aveva sacrificato un terzo delle sue forze, mandando avanti delle navi, con solo equipaggio geth, con a bordo ordigni nucleari.
Queste detonarono, mentre le IA che le comandavano si scaricavano sulle navi restanti. La confusione generata dalle esplosioni permise al reggimento di sbarcare. Gli ordigni portavano inoltre eezo 19, saturando lo spazio più vicino alla stazione di radiazioni nocive per l’armamento nemico.
Nessuno aveva pensato a un interferenza da parte dei leviatani, a causa loro il piano era fallito. Fortunatamente il messaggio di Olivia era arrivato in tempo, svelando cos'era accaduto agli IDG e pieno delle informazioni che i sopravvissuti della Cittadella avevano raccolto.
Non ultimo, Hannah Shepard si era messa il cuore in pace sapendo che nipoti, figlio e nuora erano vivi.
« Corazzate in posizione! A tutti i piloti, decollo! Jotnar e squadre da sbarco stiano pronte!» ordinò, subito i suoi comandi vennero trasmessi.
A centinaia i caccia decollarono dalla flotta, lanciandosi contro le navi dei grigi. Queste rimanevano inerti.
Hannah, fissa sulla mappa tattica, guardava le posizioni dei singoli puntini. “Mosche contro elefanti” pensò. Le navi a cuneo dei grigi, in materia oscura, avevano una corazza e un armamento nettamente superiore, un’elevata accelerazione e una prua che funzionava da rostro che poteva spezzare in due qualsiasi nave.
La soluzione ideale sarebbe stata prendere tutti i brucia-pianeti esistenti classe Izietta, la più potente, e scagliarli. Questo avrebbe comportato la distruzione certa della stazione ma risparmiato numerose vite.
Era stato adottato come piano d’emergenza.
« Ci giochiamo tutto? » domandò Valentina.
« Esatto. »
«Corazzate in posizione! » - comunicò un soldato - «Ognuna ha agganciato una nave nemica. »
«Fuoco! » ordinò Hannah.
Ogni corazzata montava il nuovo cannone della Gemic Dyneral. Sparava proiettili a mach 28 arricchiti con eezo 19. Il funzionamento dell’armamento con 1, dipendeva da quanto velocemente le particelle dell’isotopo sarebbero penetrate in profondità nella materia oscura, della corazza delle navi nemiche.
Le esplosioni liberavano molta energia, ma la velocità di penetrazione era bassa. Le asari della Gemic Dyneral si erano prefissate la costruzione di un'arma che fosse l’esatto opposto.
Sottili linee solcarono lo spazio, passando attraverso le squadriglie di caccia alleati, giungendo ai loro obiettivi.
«Bersagli colpiti! Stima dei danni in corso! Riscontrate crepe sul 60% della corazza nemica sui ¾ degli obiettivi! I Caccia ingaggiano i nemici! Gruppo Imarte in rotta verso la Cittadella! »
Veloci e agili i piloti piombarono in picchiata sulle navi nemiche, tutti armati con bombe ad alto potenziale.
Emanati dalla superficie stessa della corazza, i mortali raggi di pura energia oscura delle navi nemiche. Alcuni apparecchi vennero abbattuti, altri proseguirono sganciando il loro carico.
«Tre navi colpite, corazza superata. Sicuri danni interni. Confermati danni simili su diversi altri bersagli » comunicarono all'ammiraglio Hannah. Altre notizie erano in arrivo.
« La Jotnar del comandante Vega, guida lo sbarco. Cannoni a lunga gittata della nave armati. Confermato il Presidium come obiettivo. Le navi geth di scorta hanno ingaggiato il nemico. Due navi perse! » annunciò allarmato l’operatore.
« Come hanno fatto ad abbatterle? » chiese Hannah.
« Le hanno speronate Ammiraglio. »
Quella era la cosa più problematica delle navi nemiche, una corazza così robusta che gli permetteva di usare la tattica dello speronamento. Qualcosa che nessuna razza applicava dai tempi del medioevo, contro cui erano impreparati e non avevano trovato soluzioni.
Allo stato attuale le navi a cuneo dei grigi potevano spezzare in due una qualsiasi corazzata, passarci in mezzo e non subire il minimo danno.
Per questo il piano dell’Ammiraglio Shepard era ingaggiare il nemico da lontano, danneggiare le sue navi e lasciare che fossero i caccia a finirli. I suoi ordini erano chiari, colpire i motori delle navi nemiche bloccandole e passare alla successiva.
«Jotnar ha aperto il fuoco, contatto tra cinque, quattro, tre, due…. Bersaglio colpito. Confermata rottura dell’anello del Presidium. »
Follia era stato definito il piano d’assalto di Hannah Shepard. Dai rapporti dei mezzi da sbarco del 1° reggimento IDG e da quelli di Quenny, avevano saputo due cose: l’esistenza di un'antiaerea estremamente efficace, la presunta localizzazione di questa nel Presidium.
Per migliorare le probabilità di successo, questa doveva essere spazzata via. La sua soluzione fu che i cannoni principali dalla Jotnar, dotati di una portata maggiore dell’antiaerea e della potenza per danneggiare pesantemente il Presidium venissero usati su di esso.
Non sapevano le ubicazioni esatte delle batterie nemiche, ma al Consiglio disse «Distruggiamo il Presidium, se lo facciamo l’antiaerea nemica sarà inservibile in ogni caso. »
Consiglieri e altri militari presenti ammutolirono «Lei è pazza? Dobbiamo liberare la Cittadella, non distruggerla! » gridò esterrefatto un generale turian.
«Per liberarla dobbiamo vincere, per questo voglio aggiudicarmi tutti i vantaggi possibili. Dalle informazioni pare che i nostri nemici siano interessati solo al Presidium, è probabile che li abbiano il grosso delle forze di terra e che ciò che vogliono sia lì, qualsiasi cosa sia. Danneggiamolo gravemente e annienteremo la loro contraerea, le loro forze terrestri dovrebbero subire ingenti perdite e forse impediremo che ottengano quello che desiderano. »
«Si rende conto delle sue parole? » - chiese la consigliera quarian Nine'Fogar- « Potrebbero esserci ancore persone vive sulla stazione. Tra queste tre membri della sua famiglia. Il suo piano potrebbe portare alla distruzione della Cittadella e uccidere tutti i superstiti. Se questo dovesse succedere, anche in caso di vittoria, come lo giustificherebbe? Non è qualcosa che un nome famoso o delle giuste conoscenze possono correggere.»
«Nessuna giustificazione, sarei l’ammiraglio che per vincere la guerra ha distrutto la Cittadella e ucciso la propria famiglia. Dovesse succedere, prometto che Consiglio e Alleanza non ne subiranno le conseguenze, perché prenderò una pistola e mi sparerò in testa subito dopo la vittoria. » annunciò seria in volto ai consiglieri.
Nessuno aveva dubbi che avrebbe mantenuto la parola.
Fu allora che un portaordini entrò nella stanza, interrompendo la riunione per consegnare un messaggio.
« Abbiamo ricevuto un messaggio dal tenente Olivia Shepard. » - annunciò Tevos, precisando il nome per evitare confusione - «Sembra che suo nipote sia vivo, ammiraglio. Anche John e sua moglie. Olivia da alcune indicazioni su dove effettuare uno sbarco e altro. Adesso che sa che la sua famiglia è viva, vuole sempre procedere col suo piano? »
«Si! »
I Consiglieri parlottarono un po’ fra loro e infine «Ammiraglio Hannah Shepard approviamo il piano, il comando è suo. Noi tutti speriamo per il meglio. Le farò avere subito il rapporto di sua nipote perché possa studiarlo, prima vi sono però alcune cose che vanno riviste. » dichiarò Tevos, l’accenno ai Leviatani e ad aver incontrato IA nota come il Catalizzatore era qualcosa da nascondere. Il fatto che fosse attiva era motivo di preoccupazione.
Pareva che IA fosse mostrata un attimo prima che il messaggio fosse inviato, dando l’opportunità di aggiungere quel fatto importante. Tra le persone che l’avevano vista c’era anche la Weaver, questa notizia venne colta dai Consiglieri con un certo fastidio. Ora però dovevano occuparsi dei Leviatani.
 
«Numerose navi nemiche dirette contro le truppe da sbarco. » annunciò un operatore.
«Il quarto braccio della Cittadella si sta staccando, il sito di sbarco sul primo braccio risulta ancora sicuro. » comunicò un altro. Non sapendo quali sarebbero state le condizioni della Cittadella, dopo il pesante attacco della Jotnar, si erano numerati le braccia della stazione partendo da quello scelto come sito per lo sbarco.
«A tutta la flotta avanzare, le corazzate facciano fuoco a volontà. Teniamo il nemico concentrato su di noi. » -ordinò e tra se disse -«Vediamo se reagiscono a questa provocazione.»
Le navi nemiche all'assalto delle truppe da sbarco furono investite da un pesante fuoco di sbarramento e principale obiettivo dei caccia. Cambiarono rotta dirigendosi contro la formazione Hackett.
“ Giusto, siamo noi i vostri avversari” pensò Hannah soddisfatta. Ogni intervento militare dei grigi, aveva una caratteristica in comune: sembrava organizzato da dilettanti, per essere un popolo con un elevata intelligenza parevano non comprendere le tattiche militari.
“ Sono stati isolati per millenni nello spazio oscuro, non devono mai aver trovato nessuno da affrontare.” Rifletté tra se l’ammiraglio cercando di spiegare quell'anomalia, però l’elevata tecnologia che possedevano sopperiva egregiamente a quella mancanza.
Quello che la preoccupava era non sapere niente della loro società, aveva letto il rapporto di Olivia dell’assalto della Jotnar. I “civili” dei grigi si erano lanciati all'assalto dell’unità di sua nipote morendo a centinaia, buttando via le loro vite senza problemi.
In quel gesto lei non scorse nessun segno di coraggio. Erano semplicemente corsi incontro al nemico.
«Reazioni dalla stazione nemica? » domandò Hannah.
«Nessuna, signore. »
«A tutte le navi attivare campo di nium, al mio segnale. Le IV sono pronte? »
«Affermativo, le IV aggiuntive di ogni nave sono attive. » rispose un operatore.
«Campo di nium in stand by su ogni nave. » disse un altro.
«Fuoco nemico in arrivo! » gridò allarmato un terzo.
«Attivare campo di nium! » ordinò l’ammiraglio.
Sottoprodotto della lavorazione di eezo, era stato ignorato da sempre. Una scoperta, di appena qualche anno fa, riportava che aveva le proprietà di annullare l’eezo.
In seguito, per sviluppare gli armamenti per fronteggiare i grigi, la Noveria Corps creò armi che usavano una combinazione di eezo 19 e nium. Le discariche dov’era stato gettato il nium vennero saccheggiate, il prezzo di un prodotto privo di valore salì vertiginosamente.
Il campo di nium, simile a uno elettromagnetico, agiva sull’eezo e tutte le forme di energia ad esso collegate.
I raggi di energia oscura entrarono nel raggio di azione del nium, come luce in un prisma vennero riflessi tornando quasi interamente indietro.
Grida di esultanza si alzarono quando una nave dei grigi esplose, distrutta dal suo stesso colpo. Danneggiata in precedenza, non aveva resistito alle proprie armi.
Quando era stato installato il campo di nium, si sapeva che avrebbe distorto i raggi energetici del nemico indirizzandoli, almeno si sperava, altrove. Quello della Jotnar funzionava in questo modo.
Un tecnico della Orion Fabrications, specializzata in IV e mech, aveva avuto un'idea. C’era modo di programmare il campo di nium, perché riflettesse i raggi dove si voleva? Magari contro il nemico. Ci riuscì utilizzando un IV.
Era necessario tenere conto, in tempo reale, di tutti i fattori della fisica per calcolare l’angolo di ritorno del raggio. Un qualsiasi essere vivente non ci sarebbe riuscito, ma un IV si. 
Un tiro preciso era impossibile, ma se il nemico avesse sparato svariati colpi assieme e si fosse riusciti rimandarli indietro nella medesima direzione, si poteva sperare in un colpo di fortuna.
Giusto quello che avvenne e che Hannah voleva, per questo aveva dato il divieto di usarlo fino a suo ordine. Anche se supponeva che questo avrebbe portato il nemico ad usare tattiche di speronamento.
Ma il campo di nium aveva dei limiti sia di tempo che di efficacia. Poteva deviare una quantità di energia uguale a quella posseduta, in caso contrario gli effetti sul colpo si riducevano sensibilmente.
Agiva inoltre sui biotici, le navi erano schermate ma era difficile che non vi fossero conseguenze con tanti campi attivi tutti assieme.
La flotta asari fu la prima a disattivarlo, troppi membri dei loro equipaggi stavano cominciando a sentirsi male. Debolezza di cui il nemico approfittò, affondando la fregata Atlete e l’incrociatore pesante Vanurot.
La prima distrutta con un solo attacco, che ne attraversò la corazza. Il secondo tranciato in due parti dopo che una nave dei grigi l’aveva speronato.
Questa fu oggetto del fuoco incrociato delle navi vicine, essendo penetrata nello schieramento nemico. Mentre indietreggiava, una squadriglia di caccia asari l’attaccò a poppa e questo parve avere effetto. La nave si bloccò sul posto e cannoneggiata fino a quando non fluttuò inerte nello spazio.
« Com’è il calcolo delle munizioni? » domandò Hannah
« In media. Tra otto minuti le prime squadriglie torneranno per rifornimento. » un altro problema era che i caccia non potevano portare tutte le bombe che servivano. Sarebbero dovute tornare alle portaerei per i rifornimenti, se il nemico avesse deciso di portare un attacco a fondo per colpirle e ci fosse riuscito probabilmente avrebbe vinto.
I caccia privi dei loro rifornimenti sarebbero diventati inutili. Per questo le portaerei rimanevano nelle retrovie.
Hannah fissò la mappa tattica, dove colori diversi segnalavano le navi operative, danneggiate o distrutte dei due schieramenti.
Le corazzate danneggiavano da lontano i nemici. Le navi più piccole e agili, intervenivano subito dopo per finire il lavoro. Troppo veloci perché fossero speronate, dovevano fare attenzione solo all’artiglieria nemica.
«Livello di radiazioni del 19? »
« A livelli medi signore. » rispose un operatore.
Dall’attacco di Valentina, lo spazio attorno alla Cittadella presentava ancora tracce di radiazioni. Queste erano in aumento per via della battaglia in corso.
Non poteva evitare di chiedersi, quanto avrebbero pesato sulle truppe e terra. Per ovviare al problema si era deciso di usare la biotecnologia scoperta da quel scienziato drell che lavorava per il Consiglio: Drentel Peok.
Sfortunatamente, il fallimento del 1° reggimento IDG, aveva fatto rinunciare a ogni tentativo di usarla ancora.
Purtroppo il messaggio di Olivia era giunto tardi per quello. Anche se ora sapevano che era opera dei Leviatani, nessun soldato era stato più trattato con la suddetta tecnologia. Ritenuta inefficace e pericolosa.
In ogni caso, la paura di perdere il controllo dei propri soldati, non avrebbe più permesso di usarla. Il rischio era veramente troppo alto.
Le corazze dei soldati erano state schermate, il problema era di quanto sarebbero salite le radiazioni. Si combatteva col rischio di avvelenare i propri soldati.
Le luci sulla portaerei Shepard tremolarono un attimo, i sistemi andarono fuori uso. La nave traballò leggermente.
« Rapporto? » ordinò Valentina.
« Sbalzi enormi nel motore! La sala macchina segnala un forte aumento di temperatura dal nucleo. »
« Pericoli? »
« I sistemi di sicurezza tengono. »
« Che sta succedendo? »
« È una forte anomalia, comprende tutto lo spazio della Cittadella. Enorme fluttuazioni dell’energia oscura. Il punto d’origine è la stazione nemica. » spiegò un operatore
«Figli di una cagna! » - esclamò Hannah - «Ci stanno riprovando. »
Valentina le sorrise, la “strega” direttrice dell’accademia Hackett amava le sfide. Non si aveva per mentore Hannah Shepard, come non si diventava il più giovane ammiraglio dell’Alleanza, se non fosse stato così.
Era il momento della verità. La prima volta che i grigi avevano attaccato l’avevano fatto usando questa tattica. Generando un'anomalia, molto più potente, che avrebbe avvolto la galassia neutralizzando l’effetto dell’eezo.
Questo avrebbe comportato la perdita della principale fonte di energia, bloccato ogni nave rendendo impossibile viaggiare.
I grigi, in quell’occasione, cercarono di vincere rimanendo in disparte. Distruggendo le fondamenta della civiltà galattica, intervenendo quando nessuno avrebbe più avuto la forza per resistere.
Nella sala macchine della portaerei John Shepard, il nucleo sembrava una persona “ che si stava strozzando da solo, per un boccone troppo grosso.” Questa fu la definizione che diede l’ingegnere capo.
Com’era iniziato il fenomeno passò da solo, il nucleo a eezo 19 riprese a funzionare anche se con una resa ridotta.
«Sembra che siamo ancora in partita. » disse sollevata Quenny, l’idea di trovarsi con la nave immobilizzata l’aveva tenuta in ansia.
« Situazione della flotta? » chiese Hannah.
« Tutte le navi operative, la mobilità è ridotta del 30%. »
« Sapevamo che poteva succedere, andare avanti come stabilito. Comunicatelo subito. »
« Sissignore! »
Mentre il grosso della flotta ingaggiava il nemico, le forza da sbarco guidate dalla Jotnar si avvicinavano alla Cittadella.


*****


I mezzi più piccoli, quelli per il trasporto truppe, passavano in questa sorta di corridoio sicuro che i geth/quarian erano riusciti a creare.
Le veloci navette HS-22 lo percorrevano senza decelerare, affiancando e superando i massicci pellicani. Andare veloci era il miglior modo per evitare il fuoco nemico.
L'antiaerea non si era ancora fatta sentire. Le navette sbarcavano le truppe, per tornare indietro a prendere il successivo gruppo.
Il bombardamento aereo sulla stazione era cominciato.
Sul braccio uno, nome il codice del sito scelto per lo sbarco, formazioni di pellicani colpirono pesantemente la zona antecedente quella di sbarco. Proteggendola da truppe nemiche intercettate localmente, per qualche ragione ignota dirette in quella direzione ben prima dell’assalto.
Il numero di bombardieri era tale da coprire il cielo per tutta la larghezza del braccio.
Gli ordini impartiti erano ingaggiare e eliminare ogni forza nemica presente prima che potesse prendere contatto con le truppe di terra, spianando, letteralmente, la strada fino al Presidium.
 
La conquista dei grigi aveva danneggiato pesantemente le vie di accesso, il parere finale fu che nuovi danni non avrebbero contribuito a peggiorarne la situazione attuale per le forze alleate.
Il crollo di molti palazzi aveva ostruito le strade, si riteneva che in questo modo fosse possibile l’ottenimento di due obiettivi: rimuovere ostacoli all’avanzata dell’esercito e ritardare l’azione nemica.
Interi plotoni di Ymair e Loki furono schierati da subito, prevedendo la fase iniziale come la più sanguinosa, ormai superati erano stati acquistati a poco prezzo e dopo un veloce aggiornamento delle armi, ad opera della Orion Fabbrications, schierati in prima fila come carne da cannone.
Cinque  Pellicani vennero abbattuti in contemporanea, le loro dimensioni e numero rendeva difficili mancarli.
La formazione nemica avvistata inizialmente venne ingaggiata in battaglia. Questa comprendeva un mech Demone, responsabile dell’abbattimento dei bombardieri, il resto di essa non costituiva un pericolo per l’aviazione.
I Pellicani concentrarono l’attacco a terra sull’unica minaccia significativa. Un singolo passaggio e la forza nemica si ridusse a un'unità ancora operativa: il Demone.
Fece nuovamente fuoco abbattendo tre bombardieri più lenti degli altri e addirittura un incrociatore geth/quarian della scorta avvicinatosi per fornire supporto, per questo diventato il bersaglio principale.
Gravemente danneggiato, l’equipaggio incominciò subito ad abbandonarlo.
Ai soldati sbarcati la scena ricordava un film di fantascienza, con il mostro che distruggeva la città circondato da aerei ostili. Proprio come nella pellicola questi venivano abbattuti dalla forza bruta della creatura, in questo caso un mech pesantemente armato e corazzato di una quindicina di metri d’altezza.
Finì tutto in un enorme esplosione provocata dai cannoni elettromagnetici delle Jotnar, spezzando in due il colosso di metallo che precipitò all'interno del braccio della Cittadella, in una voragine.
Parte del piano stradale aveva ceduto, trascinando con se ogni cosa.
I pellicani poterono attaccare senza difficoltà e opposizione i bersagli, in una dozzina di minuti la Cittadella fu devastata dalle esplosioni e dagli incendi.
La Jotnar prese posizione a bassa quota. Il piano era supportare le forze terrestri conducendo le forze aeree all’assalto del Presidium.
Sotto la protezione di questo gigantesco ombrello aereo, sbarcava il I Gruppo di armate del generale asari Kieesa Motis. Forte della prima armata salarian di Eholn Laex e della Seconda armata asari di Taornea Merelas conquistarono i tre capisaldi, sul lato destro, assegnati senza incontrare resistenza.
La velocità con cui vengono sbarcati, accompagnata all’assenza di una contraerea efficace permise alle forze alleate di guadagnare posizioni.
Nella zona centrale dello schieramento, i primi a giungere furono i turian della 4a Guardie nere del generale Polcia Egnaculus. Le azioni erano coronate da successo.
Nel frattempo, la 50a divisione marine dell’ Alleanza era sbarcata, la 3a divisione salarian aveva preso posizione, la 3a divisione di fanteria turian e due gruppi di marine e uno di quarian avevano occupato il lato sinistro dello schieramento.
La testa di ponte era gettata, senza una risposta efficace da parte del nemico.
« Ammiraglio! Truppe nemiche in uscita dalla fortezza principale! » -comunicò un operatore ad Hannah. - « Rilevo navi, una trentina, un terzo si sta dirigendo verso il presidium! »
Lei osservò silenziosa quanto avveniva sulla mappa, sapendo che al momento non aveva modo d’intervenire. Il nemico cercava il combattimento ravvicinato, una trentina di navi alleate era affondata.


***** 


Sulla Jotnar, Vega era stato avvisato del medesimo pericolo da Alexandra Redgrave, il suo  primo navigatore.
« Adesso signore? » chiese rivolgendosi al suo ufficiale. Vedendo che le navi nemiche, invece di attaccarli si disponevano a difesa del Presidium. In teoria il primo gruppo avrebbe dovuto impegnare tutte le navi nemiche, lasciando al secondo il compito di affrontare le truppe al suolo.
Per questo la Jotnar era stata destinata all’assalto della Cittadella, essendo stata costruita appositamente per affrontare le navi dei grigi era la scelta migliore, nel caso che il primo gruppo non fosse riuscito nel suo compito, in quanto la vicinanza alla stazione non rendeva possibile l’uso di armi nucleari anche di energia ridotta. Sarebbe stata una battaglia combattuta con armi convenzionali.
Ordinò subito di contattare le forze di terra dicendo « Stanno arrivando. »
Le parole del comandante Vega si dimostrarono esatte, i sensori rilevarono duemila gorilla in avanguardia in rapido avvicinamento. Dietro di loro, il resto delle forze nemiche che un conto approssimativo faceva ammontare a ottantamila unità.
Jotnar e un terzo dei pellicani assaltarono il Presidium. Lo scopo era ostacolare quanto più possibile una reazione nemica, la cui artiglieria sulle navi avrebbe potuto bloccare qualsiasi avanzata terrestre.
La corazzata classe razziatore bombardò pesantemente Presidium e navi nemiche. Concentrandosi contro le due più vicine, solo una riportò lievi danni. Le condizioni della Cittadella non permettevano l’uso dei cannoni a lunga gittata.
I pellicani colpirono le restanti navi. Malgrado l’impegno queste riportarono pochi danni e il loro fuoco contraereo e di quella che venne identificata come l’unica batteria antiaerea ancora attiva, stava facendo vittime.
Le perdite tra gli attaccanti, in questa prima fase furono pesanti: diciassette pellicani furono abbattuti nei primi quindici minuti.
Mentre il gruppo guidato dalla Jotnar affrontava il nemico in difesa sul Presidium, altre formazioni attaccarono le controffensiva terrestre nemica.
Il numero dei nemici era tale da rendere impossibile mancarli, i bombardamenti distrussero un'area di sette km. Furono tuttavia insufficienti a bloccarli.
Avvenne il primo scontro con la linea difensiva di Loki e Yamir, che proteggeva le truppe vere e propri.
I gorilla caricarono distruggendo e travolgendo con la propria forza e peso.
I Loki furono travolti, i Yamir riuscirono a rallentarli appena, in virtù della loro maggior robustezza. L’avanguardia nemica si faceva strada nello schieramento.
L’esito di quel combattimento era certo, dai dati aggiornati in tempo reale la media era di un Gorilla abbattuto ogni sessanta Loki e di trentasei per i Yamir.
Il primo vero scontro avvenne con la Guardia Nera turian. Soldati veterani, sapevano che il modo migliore per eliminare quell’unità nemica era mirare al suo enorme cranio.
Fucili anticarro equipaggiati con proiettili esplosivi, sfondavano la corazza per esplodere qualche secondo dopo. Questa fu la soluzione generale adottata per affrontare i gorilla.
L’assalto nemico si fece furioso, soldati morirono schiacciati dai mech nemici. I turian indietreggiarono ma senza cadere nel panico, combattendo per ogni metro. Alle loro spalle gli alleati continuavano ad arrivare.
Ovunque sulla prima linea si combatteva per tenere la zona di sbarco. Nuclei geth caddero dall'alto delle loro navi, i primi Dwerger furono sbarcati.
L’artiglieria Ullr bombardò il nemico su tutta la linea del fronte, ora troppo vicino alle truppe alleate perché i bombardieri potessero intervenire. Questi si concentrarono sulle retrovie avversarie.
L’avanzata nemica si arrestava.
Nelle retrovie alleate presero posizione i nove Titani realizzate dai geth/quarian.
Il più grande ostacolo per le forze di terra del Consiglio era rappresentato dai mech denominati Demoni, colossi in materia oscura, con una potenza di fuoco paragonabile o superiore a una corazzata, avevano inserito in bocca la loro arma principale.
Si ignorava quanti il nemico ne avesse a disposizione, ma con uno o due schierati contro qualsiasi battaglia poteva dirsi virtualmente persa se non avessero trovato un'adeguata contromisura.
Olivia Shepard, con il sacrificio del geth Chrome aveva trovato un errore nella tecnologia dei grigi che la faceva impazzire se a contatto con i geth. Se erano riusciti a tornare vivi dopo aver assaltato la gigantesca stazione dei grigi lo dovevano anche ai coraggiosi geth che erano caduti in battaglie virtuali, per penetrare i computer nemici.
Grazie alla loro azione, i Demoni erano impazziti affrontandosi fra loro togliendo al nemico la sua arma più potente.
Ma un errore informatico poteva sempre venire corretto, per questo il Consiglio non smise di cercare un modo per contrastarli. Le uniche armi che si erano dimostrate efficaci furono i giganteschi cannoni elettromagnetici sul dorso della Jotnar e quelli a lunga gittata.
Tali armi erano però troppo grandi per essere montate su altre navi, il loro consumo di energia assurdamente elevato.
Il Consiglio affidò ai geth, tramite i quarian, il compito di concepire un’arma adatta a supportare e proteggere le forze di terra, dalla minaccia dei Demoni.
Dopo svariati tentativi riuscirono in questa impresa unendo fra loro: i progetti dei cannoni elettromagnetici della Noveria Corps, la tecnologia  del cannone per corazzate della Gemic Dyneral e infine la propria.
Il risultato finale fu l’artiglieria semovente a lungo raggio: Titani. Unità bipede, capace di affrontare qualsiasi tipo di terreno, dotata di tre cannoni di grosso calibro, di quelli in dotazioni alle corazzate, capaci di far fuoco singolarmente che in contemporanea. Garantendo dove necessario la possibilità di un fuoco continuato per compensare i tempi di ricarica.
Dotati di un'arma di calibro inferiore e con minor raggio d’impatto rispetto ai cannoni originali della Jotnar, possedevano un maggior potere penetrante in virtù delle modifiche operate. Erano alimentati da un motore classe Atlante a eezo 19.
Privi di cabine di pilotaggio, erano concepiti come hardware per i geth. Ritenendoli i soli in grado di pillottare questi giganti dei campi di battaglia.
A gruppi di tre erano stati piazzati al centro e alle estremità del campo di battaglia. Quello che nessuno aveva però previsto è che il nemico non decidesse di far uso della sua arma più potente.
Solo un demone era stato avvistato e distrutto dalla Jotnar, un'unità vicina al sito da sbarco insieme a poche altre. Nessun altra era stata inviata dal Presidium, in mano al nemico.
Un titano per gruppo, a rotazione apriva il fuoco, contro le truppe nemiche schierate, con gli altri che rimanevano in attesa non sapendo se e quando il nemico avrebbe fatto ricorsi ai Demoni.
Il piano per l’assalto terreste prevedeva di combattere il nemico da lontano, eezo 19 delle armi richiedeva tempo per produrre danni efficaci nelle truppe nemiche.
Un operatore avvisò Hannah di un’altra questione « Tutti i biotici stanno cominciando ad avvertire un generale senso di malessere. »
« Per ora non dovrebbero avere problemi. Gli effetti però aumenteranno col tempo, dobbiamo vincere prima di allora. » dichiarò imperturbabile.
Era già successo durante il primo attacco dei grigi, quello che colpiva l’eezo dei nuclei della navi influenzava, col tempo, anche i biotici. Si era lavorato febbrilmente per dare un'adeguata protezione, ne avevano ottenuta una parziale.
Se non avessero vinto entro breve l’intero esercito asari, insieme a ogni biotico, sarebbe stato inservibile. Come per i motori, sarebbe servito usare eezo 19 ma iniettarlo nelle persone ne avrebbe comportato la morte certa.
Per quanto ne sapeva l’unico biotico con quell’isotopo, immune a quanto stava accadendo, sulla Cittadella era Isabella.
« Abbiamo un problema. » - comunicò un operatore ad Hannah - « Delle navi da trasporto hanno abbandonato la formazione, sembrano intenzionate a sbarcare, sempre sul braccio uno, ma in una zona diversa da quella assegnata. »
« Chi sono? »
« Le truppe della Noveria Corps. »


*****


Tetrius si era stancato di sentire quell'umana, dai capelli rossi che aveva visto sulla Terra, al comunicatore.
Per la prima volta, da quando occupava la sua posizione direttrice del’accademia Hacckett, Valentina Quenny si vide chiudere la comunicazione in faccia dopo essersi sentita dire in dialetto turian Ha'DIaH QI'Da tuQ SolI', tradotto in linguaggio umano significava “animale d’accoppiamento per i soldati”.
Lei aveva capito cosa le era stato detto. Si ripromise di prendere la testa, a guerra vinta, di quel turian che aveva osato disubbidire agli ordini e darle della puttana.


*****


« Mi aveva scocciato » Dichiarò il generale turian Tetrius a Naomi, al suo fianco.
La loro destinazione originale doveva essere arretrata rispetto alla prima linea, ma un messaggio accompagnato da un segnale identificativo della compagnia era stato ricevuto e diceva: - Venire qui- a mandarlo Isabella.
Gli uomini l’avevano saputo, qualcuno su una delle navi aveva parlato e la notizia si era diffusa all'istante.
Lui rifletté sul da farsi, le coordinate del segnale, non era eccessivamente lontano dal sito originale di sbarco. Distavano un paio di chilometri, sulla destra. Il fronte sarebbe risultato più largo ma vi erano gli uomini necessari per impedire al nemico di incunearsi tra i reparti isolandoli dal resto dell’esercito.
Inoltre i loro stipendi erano pagati dalla Weaver, senza contare che lei avrebbe voluto delle spiegazioni del perché Divisione N non aveva ubbidito a una richiesta del vicepresidente.
Ordinò di sbarcare alle coordinate ricevute. Normalmente questo non sarebbe stato possibile, ma loro e i criminali di Omega avevano navi proprie.
I soldati alla notizia si rallegrarono. Qualcuno raccontò le ultime battute, anche sporche, sulle due signore che sapevano essere state reclutate per una missione sconosciuta. Avere il grande capo che rischiava quanto i suoi uomini li divertiva.
Avrebbero avuto un'extra sullo stipendio per quello che stavano facendo, ma non era quello a entusiasmarli. Solo era bello vedere che il capo non aveva problemi a sporcarsi le mani.


 *****


« Che stai facendo? » domandò seccato Steve a Isabella che guardava in alto, tutti loro si stavano muovendo per ricongiungersi alle forze d’attacco, non distanti più di un paio di chilometri.
Lei fissava immobile il cielo, tenendo in braccio il proprio cane che in qualche modo era riuscito a cavarsela sbucando fuori a battaglia finita.
Un vento improvviso fermò tutti i presenti, navi cargo stavano avvicinandosi sulla loro posizione. Steve si chiese come avrebbero fatto ad atterrare, ma non c’è ne fu bisogno.
I portelloni si aprirono e i soldati si buttarono nel vuoto rallentati dai retrorazzi. Soldati, artiglieria, mech e corazzati e diversi rifornimenti.
Tetrius odiava dipendere dagli altri, si era preso per Divisione N tutti i rifornimenti che altri avevano lasciato indietro, che la Noveria Corps gli poteva procurare e che potevano trasportare.
Dasha gli aveva letteralmente aperto tutti magazzini, legali e no. Il resto era stato semplice, avendo a disposizione la flotta commerciale della compagnia. Grazie a una buona dose di fortuna era andata bene, le sue navi erano arrivate tranne due.
Truppe in grigio roccia si disposero attorno al piccolo gruppo di superstiti e soldati IDG.
« Situazione e dov'è Dasha? » domandò Tetrius a Isabella, avvicinandosi con Naomi e il suo stato maggiore.
« La. » disse il phantom indicando genericamente il Presidium.
Il Generale emise una specie di ringhio soffocato, all'idea che proprio il capo fosse assente. Quindi non poté fare a meno di notare la famiglia Shepard e il resto dei sopravvissuti.
Passò un comunicatore all'eroe della galassia « Sicuro vorrà contattare il comandante di questa operazione, l’Ombra è stata così gentile da fornirci un canale che sembra non risentire dell’interferenza dei grigi. »
« La ringrazio. » rispose senza sforzarsi di nascondere il disagio di accettare aiuto da un criminale di guerra.
« Quali sono le vostre intenzioni? » chiese John.
« Non lo so. » rispose Tetrius e fissò Isabella « Quali sono? »
Lei si voltò, puntando con una spada le truppe nemiche che arrivavano « La è Dasha. Raggiungiamola. Ammazzate chiunque vi intralci. » Detto questo s’incamminò verso il nemico, ma Steve gli si parò davanti.
« Pessima idea. » - lei lo sorpassò ignorandolo - « Questa è una guerra, non è uno dei tuoi omicidi! Hai contro centinaia di nemici e forse bisognerà combattere per ore, non puoi usare i tuoi poteri biotici per tutto quel tempo. »


*****


Sull’Atlantic Codex, quando era partita con resto della flotta, erano saliti alcuni clandestini. « Siamo certi che nessuno ci scoprirà? » domandò Taiga.
« Sicuro. » - Rispose Trish - « Abbiamo chiuso a chiave la cabina di Dasha, non hanno il codice e in ogni caso nessuno vi entrerebbe mai. »
Alle sei persone presenti che componevano questo gruppo, a cui non mancavano abilità e ingegno, non era stato difficile trovare un modo per salire non viste, insieme a un paio di casse di materiale militare.
Sistemati in cabina i due gemelli e Taiga si erano fatti raccontare dalle amiche tutte le novità di cui erano a conoscenza, adesso che potevano parlare senza impedimenti.
L’aumento dei poteri delle ragazze Weaver aveva colto il loro interesse fin da subito, soprattutto quello di Trish.
Era come se la ragazza col proprio pugno mandasse uno specchio in frantumi, formando quelle strane crepe nell'aria. Per i gemelli la vera domanda era: Cosa colpiva?
Dai racconti, dovendo rimanere nascosti non potevano averne una dimostrazione, pareva che quando le misteriose increspature smettevano di propagarsi veniva liberata una potentissima onda d’urto.
Henry spiegò la sua teoria « Il modello usato per il programma “Ascolto” costruisce un modello matematico ipotizzando l’energia oscura come un oceano dentro a cui tutti siamo immersi. Visto che è coinvolto un potere biotico, secondo me colpisce una massa di energia oscura. Un po’ come colpire una bacinella piena d’acqua. »
William fu di un parere diverso « Diciamo che sono d’accordo per metà, ho caricato alcuni dati ipotetici sul computer della nave, il lavoro è minimo e nessuno dovrebbe notarlo. Ci darà delle simulazioni di quello che potrebbe succedere quando Trish s’impegna. Isabella non ha saputo dirvi niente o qualche scienziato della Noveria Corps? »
« Isabella ci stava insegnando ad usarli, non ci ha detto niente sulla loro natura. Non credo ne sappia qualcosa. » spiegò Alexya.
« Scienziati, camici bianchi e teste d’uovo ci stanno alla larga, non ci piace farci analizzare. Ci fa ricordare brutte cose. » borbottò Diana, incupendosi leggermente ma ritrovando subito la solita esuberanza chiese « Del mio che mi dite? »
« Io sarei più interessata a sapere perché hanno poteri così diversi. » asserì Taiga, ma davanti a quel quesito anche i gemelli non avevano idee valide.
Passarono in questo modo le ore, andando avanti a parlare mentre si avvicinavano sempre di più al campo di battaglia. A un certo punto furono le ragazze Weaver a rincuorare i loro amici, anche se cercavano di nasconderlo il loro corpo comunicava tutto. Taiga, Henry e William erano eccitati ma avevano paura, lo stesso avevano deciso di seguirle.
Con timidezza, cosa rara per una Weaver, Alexya chiese « Se dovessimo fare sul serio, voi avreste di nuovo paura di noi? » Non aveva dimenticato le loro facce quando proprio lei aveva quasi ucciso Kelly per sbaglio.
Taiga le batté le mani sulle spalle e disse « Quello è successo perché eri condizionata, adesso siete libere e non ho paura. Date il massimo! »
« Voi due geni, non avete un modo per far usare il “rosso” anche a me e Trish? Sarebbe una figata! » dichiarò Diana.
Alexya scosse la testa « Non penso sarebbe una buona idea. Usarlo è davvero stancante, secondo me, noi tre combattiamo meglio se facciamo come al solito. »
William si dimostrò della sua stessa idea « Da quello che ha raccontato Alexya c’è anche una componente caratteriale che innesca la reazione, non è qualcosa che si può improvvisare. »
« Se ricordo…» disse a un tratto Henry ma si zittì subito. Però il danno era fatto.
Diana gli si appoggiò contro, lui la guardò con aria interrogativa. Il bacio lo sorprese del tutto, non meno il gemello e Taiga. Le sorelle di lei osservavano quasi annoiate.
« Che significa? » chiese Henry, l’unico pensiero che era riuscito a formulare. Diana lo spinse schiena a terra, sdraiandosi su di lui e lo baciò ancora. « Ho letto che la seduzione femminile è un buon modo per ottenere informazioni, ero anche curiosa di sperimentare la sensazione del bacio. Se mi dici cosa sai, io continuo. »
« Io...» Non riuscì a terminare la frase. Diana si mosse appena, quanto bastava per premere il suo seno sull’addome di lui, ma soprattutto per strusciare l’interno coscia contro l’erezione che sentiva.
Aveva chiesto a Dasha spiegazioni sulla sessualità, dopo la prima lezione a cui erano presenti anche le sorelle. Per qualche motivo che non capiva si era rifiutata, la richiesta pareva averla sconvolta.
Cose come il bacio o l’atto sessuale non avevano turbato Diana, facendole però rimanere la voglia di provarli. Se tutti cercavano di dedicarsi a queste attività nel corso della vita, un motivo doveva pur esserci si diceva.
Provò a cercare notizie su extranet, ma uno stupido filtro per famiglie glielo impedì. Dovette accontentarsi dei documentari naturalistici tenuti da un hanar. Capì solo che il contatto fisico era molto importante, soprattutto tra certe aree del corpo e che erano le femmine a comandare. Ed era quello che stava cercando di mettere in pratica.
Sentì l’erezione di Henry, interpretandola come un indizio che stava facendo le cose giuste non provando per questo il minimo imbarazzo. Le uniche persone a esserlo erano lui, il suo gemello e Taiga. Le ragazze Weaver non capivano quale problema avesse la gente con il sesso.
Taiga urlò a entrambi di separarsi, ma Diana si voltò verso l’amica dicendo semplicemente « Se entrambi siamo d’accordo, qual è il problema? Poi lui è il mio ragazzo. »
Quest’ultima affermazione scioccò il diretto interessato, non ne era dispiaciuto ma non aveva idea di come fossero arrivati a quel punto. Lui si era limitato a rubarle un bacio una volta. La ragazza aveva deciso senza chiedere niente a nessuno. “Tipico di una Weaver.” Pensò.
« Ecco. » disse lui, voleva chiarire la situazione. Il viso di Diana vicino al suo lo mandò in confusione « Isabella, la prima volta ha usato un composto di eezo 19 e sabbia rossa ad alta concentrazione. » dichiarò dandosi dello stupido, quel dolce viso l’aveva fatto straparlare spingendolo a dire quello che non doveva.
Come promesso Diana continuò a baciarlo, fermandosi solo un attimo per chiarire che non voleva essere abbracciata o afferrata e che lui non doveva metterci la lingua, perché a lei faceva senso.
Henry si abbandonò a un ruolo passivo.
« In ogni caso è una pessima idea. » - Dichiarò William - « Drogarvi per farvi usare il “rosso” non mi piace per niente, non ho intenzione di farlo e non ho neanche idea di dove si possa trovare della sabbia rossa. »
Trish assunse un’aria imbronciata, poi s’inclinò verso di lui ma un colpo di palmo sulla fronte da parte di Taiga la fece ruzzolare al suolo.
« Come ho detto, non penso sia una grande idea. » - Commentò Alexya - «Essere in “rosso” e gestirlo sono due cose diverse, della prima volta che ci sono riuscita ricordo solo un grande dolore in tutto il corpo e un'enorme sensazione di “fame biotica”. Per questo mi hanno dato queste. » e mostrò delle caramelle azzurre « Sono pastiglie di eezo. »
« Ma come fai ad assorbirle? L’eezo non è un alimento. » domandò William, cercando di ignorare suo fratello e l’invidia che provava.
A dimostrazione la ragazza prese una pastiglia e se la mise in bocca, tenendola aperta perché vedessero. Si liberò una polverina, formando una nebbiolina azzurra che virò al rosso mentre veniva assorbita dalle pareti della cavità orale.
« Ok, questo non so spiegarlo. » commentò lui.
Un segnale informò i presenti che il computer aveva finito le simulazioni. Alla notizia Diana lasciò perdere Henry, con un certo dispiacere di lui. La prima cosa che pensarono i gemelli Coats fu ad un errore ma non poteva essere.
Taiga intanto si era fatta leggermente in disparte, mentre tutti erano concentrati sui risultati ottenuti dal computer. Non sapeva il perché, ma si sentiva all'improvviso stanca.
I gemelli avevano finito di consultarsi e fu William a esporre « Non so come spiegarlo, ma secondo queste simulazioni Trish, in termini di pura potenza, dovrebbe superare anche Isabella. »
Questa notizia stupì tutti e la diretta interessata chiese « Questo dovrebbe rendermi più abile con la spada? »
« No! »
« Che abilità inutile. » borbottò lei.
« Datemi retta un secondo. »- asserì Williams - « Lo schema più simile a quello che fa Trish è quello di un maremoto. Lei tira un pugno all'energia oscura presente nello spazio spostandola, maggiore sarà questo spostamento più violente saranno le conseguenze. Di fatto, anche se solo per un istante si crea una zona priva di energia oscura. È qualcosa di mai registrato, secondo le leggi della fisica… »
Taiga lo interruppe dicendogli « Falla semplice. »
« Immaginate una pila di scatoloni ammucchiati a cui tirate un colpo, questi vi cadranno addosso in modo casuale. Questa è la cosa più pericolosa, se il colpo fosse davvero potente credo che controllarne gli effetti sarebbe impossibile.»
La nave improvvisamente cominciò a rollare, brusche manovre a destra e sinistra li fecero scivolare su è giù per la stanza. Multan stava pilotando la nave facendole fare evoluzioni, sul perché non avevano dubbi e se ce ne fossero stati quello che videro da un finestrino sarebbe stata una risposta esauriente.
La Cittadella era in vista, ovunque volgessero lo sguardo vi erano navi da guerra.
La nave ricominciò con le sue evoluzioni, questa volta furono preparati e si tennero aggrappati al corrimano lungo il bordo dei finestrini.
Non sapevano cosa stesse accadendo, ma indubbiamente si stavano avvicinando all'obiettivo. Le prime esplosioni rischiararono il buio dello spazio. La battaglia era cominciata.
Videro le navi circondarli da ogni lato, mentre veicoli spaziali di ogni genere passavano veloci in quello spazio circoscritto.
Un numero impressionante di navette e navi. Uno spettacolo da mozzare il fiato.
Una navetta poco più avanti venne colpita, si aggrapparono nuovamente più forte che potevano mentre la nave manovrava per evitarne i detriti.
Videro dei pellicani, quella vista entusiasmò le ragazze Weaver. Essendo prodotti dalla Noveria Corps.
Niente rispetto a quando si trovarono in mezzo alla flotta da sbarco, di navi commerciali della compagnia. Il grande logo sulle fiancate non lasciava dubbi, quelle tre ne furono impressionate.
La Noveria Corps andava alla guerra schierando tutto ciò che aveva. I loro nemici avevano attaccato Noveria, distrutto Caninea e ora avrebbero subito la giusta vendetta.
Dasha e Isabella era già sulla stazione per quello. La loro fantasia divenne un treno senza controllo, si vedevano invincibili mentre abbattevano ogni nemico. Ricevendo elogi da entrambe le donne.
La crudele realtà le mise subito alla prova, quando proprio una nave della compagnia esplose coinvolgendone una seconda.
Questa volta le manovre furono violentissime e sembrò che non fossero destinate a finire, non seppero quanto tempo ci volle ma finalmente la nave tornò dritta. Erano ammaccati, nauseati ma vivi.
Taiga a un tratto disse « Non vi sembra che la nave sia ferma, un po’ troppo. »
Nessuno ebbe la forza per risponderle, intenti com'erano tutti a cercare di far tornare lo stomaco al proprio posto.
   
 
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