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Autore: Nihal_Dubhe    28/09/2017    1 recensioni
Jimin è un all'ultimo anno di liceo e non sa bene cosa fare della sua vita. Per ora sa solo che vuole continuare a vivere con il suo migliore amico nel loro monolocale in affitto a Seoul e per poterselo permettere lavora al "Mouse" come lavapiatti. Hoseok invece si destreggia in diversi lavori per poter mettere da parte i soldi per la scuola e per realizzare il suo progetto per il futuro, compreso lavorare come cameriere nello stesso ristorante in cui lavora Jimin.
E a volte, si sa, non c'è niente di meglio di un compagno per poter realizzare i propri sogni o per trovarne uno... Ma a volte bisogna prendere decisioni difficili, anche se feriranno qualcuno, anche se faranno soffrire, semplicemente perchè è giusto così.
[J-Hope x Jimin]
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“...Oh my, look at what this boy* is doing to me
What he’sdoing to me is no joke
If you keep doing thatmy heart will be trembling
My hands will shake and I’ll run out of breath
Are you saying you like me right now?
Is that how you feel right now?
guess you are attracted to Jeollado guys
Oh rightwhere are you from again?...”
[J-Hope]

▌▌Pause 

Il telefono iniziò a squillare. Quel suono era così lungo e ripetitivo che presto diventò parte integrante del sogno che stavo facendo. Quando però cessò per ricominciare ancor più insistente qualche secondo dopo, mi accorsi che aveva poco a che fare con la situazione assurda che si stava svolgendo nella mia testa. Vagamente confuso aprii gli occhi e controllai il cellulare per vedere chi mi stava chiamando (finalmente avevo riconosciuto che era la mia suoneria). Taehyung si lamentò da sotto il cuscino dove aveva ficcato la testa per poter continuare a dormire.
“Capo”
<< S...sì? Buongiorno, capo. È successo qualcosa? >>
– Jimin? Scusa se ti chiamo a quest'ora, ma ho bisogno di un favore. Stasera siamo rimasti a corto di personale. Sei disponibile? Ovviamente aggiungo la serata allo stipendio. –
<< Stasera? - il mio cervello vorticò cercando di pensare a cosa dovessi fare quella sera. Ero così addormentato che non ero nemmeno sicuro di che giorno fosse, ma per soldi extra mi sarei liberato da qualunque impegno. - Sì, sono disponibile. >>
– Ah, prima che mi dimentichi. Dovresti lavorare come cameriere. Vieni un'ora prima del solito così potrò darti tutte le dritte per la serata e la divisa. A più tardi allora, grazie. –
Feci in tempo solo a ringraziare il capo a mia volta prima che quest'ultimo interrompesse la chiamata.
Lavorare come cameriere.
All'inizio, al primo colloquio al Mouse ci avevo sperato in effetti, ma essendo lo stipendio un po' più alto e io completamente senza esperienza, avevo capito ben presto che mi conveniva puntare più in basso. Così avevo accettato come lavapiatti, un lavoro di tutto rispetto e fondamentale per un ristorante, ma la paga era quella che era. Stasera invece avrei scoperto quanto fossi stato stupido al tempo. O magari avrei fatto un casino e avrei ringraziato tutti gli dei di non insistito per fare quel lavoro.
Con quel pensiero catastrofico in testa mi alzai con ancora meno voglia di affrontare la giornata. Non volevo creare problemi, né mettermi in ridicolo con i colleghi e una parte di me pensava che stessi davvero esagerando a buttarmi giù a quel modo. E comunque, che lo volessi o no, la giornata sarebbe trascorsa lo stesso, ineluttabilmente, e sicuramente fin troppo veloce.
Infatti, in un batter d'occhio il cellulare mi ricordò che dovevo già uscire di casa. Odiai quella sveglia quasi quanto quella della mattina. Mentre mi incamminavo verso il ristorante, con le immancabili cuffiette nelle orecchie, riflettei sul fatto che quella non era sicuramente la prima volta in cui andavo al lavoro vestito normalmente, senza indossare nemmeno i soliti pantaloni neri, o in cui andavo indossando gli occhiali, anche se di certo era passato diverso tempo dall'ultima volta in cui l'avevo fatto.
Solo che quel giorno era diverso. Non che alla fine ci fosse nulla di straordinario in quel cambio di ruolo per una volta, ma l'idea di mettere una nuova divisa e non dover passare la serata tra acqua bollente e scarti di cibo, un po' mi eccitava. 
Dovevo essere davvero impazzito. Avevo passato la giornata nell'ansia e ora, solo perché ero uscito di casa indossando jeans e occhiali da vista, mi sentivo in modo completamente diverso.
Appena giunsi al ristorante e trovai il capo ad aspettarmi nel retro, tutti quei pensieri non ebbero semplicemente più spazio nella mia testa.
«Ciao Jimin-ah, stavo giusto portando di qui la tua divisa per stasera. Indossala subito, intanto ti spiego un po' di cose»
Tutto ciò che riuscii a dire, infatti, fu un semplice saluto prima che fossi travolto da vestiti e informazioni a raffica. Stavo ancora finendo di abbottonare la camicia bianca con la testa già piena di cose che temevo di dimenticare nel giro di cinque minuti, quando finalmente il capo fermò quel folle monologo sull'uso del palmare per prendere le comande.
«Ah, Hoseok! Eccoti finalmente, dove ti eri cacciato?– E ancor prima che il nuovo arrivato avesse finito di varcare la soglia, il capo si girò nuovamente verso di me –Hoseok-ah ti dirà il resto. È venuto prima, più o meno, solo per aiutarti, quindi vedi di essergli riconoscente» e con ciò se ne tornò in sala lasciandoci soli.
«Ti prego, ignora le ultime parole del capo, Jimin-ah. Sarebbe imbarazzante»
«Niente affatto! So che è solo per farti perdonare dal capo per i muffin, ma ti ringrazio tantissimo Hoseok hyung, mi rimetto nelle tue mani!»
Mi inchinai profondamente mentre pronunciavo quelle parole, anche se non riuscì a trattenere un sogghigno.
Hoseok scoppiò a ridere, coprendosi il viso con una mano.
«Dai, Jiminie, finisci di vestirti prima di prenderti un raffreddore. Anche se, lo sai no? Quello che si dice sugli stupidi...»
Alzai la testa alla svelta solo per beccarlo che rideva apertamente.
«Dannato hyung, questa me la paghi!» e mi lanciai su di lui. Con un movimento feci scivolare il mio braccio dietro al suo collo, intrappolandolo contro il mio petto. Poi con una certa foga iniziai a sfregare le nocche della mano ancora libera contro la sua testa. Hoseok tirò un acuto potentissimo, prima di iniziare a farmi il solletico sui fianchi. L'unico modo in cui ci riuscì, essendo ancora bloccato con il collo sotto il mio braccio, fu praticamente semi abbracciandomi da dietro, tuttavia, a causa del solletico e dei conseguenti movimenti per liberarmi, mi ritrovai definitivamente stretto tra le sue braccia, appoggiato di schiena contro il suo petto.
Mi irrigidii immediatamente, così tanto da non accorgermi che anche Hoseok era diventato all'istante più impacciato.
Ero stretto tra le braccia di Hoseok.
Ero stretto tra le braccia di Hoseok e lui grazie al cielo non poteva vedere la mia faccia rosso pomodoro.
Ebbi appena il tempo di metabolizzare quella situazione che di nuovo tra di noi furono rimessi i giusti spazi. Lo hyung si era allontanato lasciandomi andare e, senza nemmeno girarsi a guardarmi, mi aveva invitato ad andare con lui in sala per le ultime spiegazioni.

Dovevo assolutamente raccontare tutto a Tae. Forse lui avrebbe saputo spiegarmi tutto quell'improvviso imbarazzo tra di noi.

*

«Signora, le ripeto che mi dispiace moltissimo per l'incidente, ma purtroppo se è stato suo figlio a far cadere il piatto, noi non possiamo proprio rifarglielo gratuitamente. Posso provare a chiedere al mio capo per uno sconto»
«È inammissibile! È colpa tua se è caduto, non di mio figlio! Hai appoggiato il piatto troppo vicino al bordo e io pretendo che...»
Smisi di ascoltare poiché lo sforzo che stavo compiendo per non sbroccare era già titanico.
Non era possibile che proprio il mio primo giorno come camerieri dovesse capitarmi una tale rompipalle pronta a rovinare tutto.
Inspirai profondamente lanciando un'occhiata loquace prima al bambinetto che si ostinava a giocare facendo correre un paio di macchinine sul tavolo, e poi al marito che stava per scomparire sulla sedia tanto si stava facendo piccolo.
«Signora, si calmi, le ripeto che-
«Chiamami subito il direttore! Non sono io a dovermi calmare!»
La signora ora si era definitivamente alzata in piedi per strillarmi direttamente in faccia.
Ecco, era la fine. Potevo dire "ciao, ciao" al mio lavoro al Mouse.
Sentii un nodo alla gola. Guardai con ansia crescente intorno a me, sperando in qualche aiuto divino. Senza quel lavoro era la fine per me. Certo, i miei mi mandavano sempre i soldi per tutte le spese, ma quel mio tentativo di trovarmi una strada verso l'indipendenza, per dimostrargli quanto mi stessi impegnando, stava sfumando in una sola sera per colpa di una-
«Che succede, signora? La prego di scusare il mio collega per non essere riuscito ad aiutarla. Ora riferisca pure a me, la prego»
Sorriso smaliante, fare servizievole e allo stesso tempo competente, tono sicuro di sé: solo più tardi mi resi conto di aver assistito alla messa in atto di tutte le capacità dell'istruttore di acquagym Jung Hoseok nel trattare con le ajumma.
La signora, a disagio per tutta quella gentilezza davanti ai suoi strilli, si rimise a sedere impacciata. Spiegò nuovamente l'accaduto in modo conciso, senza tutta l'enfasi precedente sulle mie fantomatiche colpe, arrivando quasi ad ammettere che la colpa era forse del figlio.
«Mi dispiace moltissimo ancora per l'incidente. Mi assumerò personalmente la colpa dell'accaduto con la cucina e le faremo avere un secondo piatto gratuitamente. Jimin-ah, per favore, tu occupati di andare a prendere qualcosa per pulire prima che qualcuno si faccia male»
Hoseok si girò verso di me con un sorriso professionale e, prima che potessi scoppiare dalla rabbia per tutta quella situazione, mi fece l'occhiolino. Un brevissimo occhiolino per farmi capire quanto fosse costretto a comportarsi in quel modo anche con me.
Alleggerito dal pensiero che il mio amico potesse davvero credere che c'entrassi davvero in quell'accaduto, raggiunsi il retro del ristorante, seguito a ruota da Hoseok che si fermò invece in cucina a chiedere la nuova ordinazione.
Uscii dopo pochi minuti armato di guanti, mocio e bidone per tornare nuovamente verso il tavolo della signora infernale e la sua dannata famiglia.
Senza degnarli di uno sguardo mi misi a ripulire tutto, sentendo attraverso la schiena il loro sprezzo, contento però di potermi sfogare almeno mentalmente come volevo.
Poco dopo fui raggiunto dallo stesso Hoseok con in mano il secondo piatto per il figlio. Mi aspettavo di sentirlo rivolgersi nuovamente alla megera, ma mi sbagliavo: lui si accucciò per ritrovarsi faccia a faccia con il bambino.
«Ehy, io sono Hobi hyung. Hai voglia di ascoltare un attimo lo hyung?»
Il bimbo finalmente smise di guardare le macchinine per rivolgere uno sguardo all'interlocutore, senza però accennare una risposta.
«Ascolta, io lo so che sei un bravo ometto, ma i bravi ometti giocano dopo aver fatto la loro pappa, ok? Il piatto di prima purtroppo è caduto, ma a questo fai attenzione, mi raccomando, perché ci ho fatto mettere una razione di formaggio extra solo per te. Siamo d'accordo?»
Non capii bene a quale magia stessi assistendo, ma su quel visetto comparve finalmente un sorriso. Forse era per essere stato chiamato "bravo ometto" o forse per il formaggio extra, tuttavia in un lampo le macchinine furono messe da parte per far spazio al nuovo piatto.
Mi sembrò addirittura di captare un ringraziamento boffonchiato del padre, che pronunciò così la prima parola di tutta la serata.
Un autentico miracolo.
Hoseok si allontanò soddisfatto verso un altro tavolo e io, appena il pavimento tornò ad essere pulito, mi liberai di tutta quella roba per pulire prima di tornare nuovamente in sala ad occuparmi degli altri clienti.
Avrei voluto avere un momento per ringraziare per bene Hoseok, ma dovetti limitarmi ad un "grazie" pronunciato col solo labiale da tre tavoli di distanza. In risposta ricevetti uno dei suoi bellissimi sorrisi a forma di cuore che mi diede la forza di affrontare il resto della serata.

*

Undici e trentasette.
Finalmente niente pile di padelle sporche, niente clienti incazzati, niente bambini urlanti, niente piatti da portare in bilico fino ai tavoli: finalmente quella serata era finita e potevo tirare un sospiro di sollievo.
Varcai la porta dello spogliatoio e dentro notai che dentro c'erano già alcuni degli altri camerieri e cuochi, tra cui anche Hoseok, intento a slacciare i primi bottoni della camicia usata durante il servizio in sala.
«Hyuuung! Grazie, grazie davvero!»
Corsi ad abbracciarlo stretto da dietro.
Stasera aveva salvato il mio posto di lavoro e la mia pazienza, gli ero davvero grato.
«Jiminie, non è nulla, figurati. Era anche il tuo primo giorno in sala»
Qualcuno gettò qualche occhiata incuriosita, altri si misero a raccontare a chi non era presente cosa fosse successo.
«Mi hai salvato, hyung, amo le persone come te! Come posso ringraziarti?»
Il tipo delle consegne, Yoongi, scoppiò a ridere guardandoci.
Fu dopo quella reazione che iniziai a sentirmi in imbarazzo. Mi staccai di colpo dalla schiena di Hoseok, rendendomi conto di come potesse suonare quell'ultima frase. Le mie guance andarono immediatamente a fuoco.
Lui si voltò verso di me sorridendo, probabilmente anche lui in imbarazzo. Lanciò un'occhiata verso l'altro ragazzo che ancora rideva per poi tornare a concentrarsi su di me.
«Sai, noi ragazzi del Jeollado(1) siamo così!»
Rise sfregandosi la nuca con la mano ancora a disagio.
«E io che pensavo fossero gli istruttori di acquagym ad essere così»
Yoongi si era avvicinato ghignando, soddisfatto del suo commento.
«Hyung, perché mi fai questo?!»
Hoseok gli si lanciò contro, cercando di colpirlo in qualche modo, ma Yoongi assunse un'espressione talmente seria da fermarlo; tuttavia, appena le intenzioni belliche dell'altro furono scemate, tornò a ghignare scappando verso il proprio armadietto.
Mentre li guardavo riflettei sul fatto che quei due dovevano essere buoni amici anche al di fuori del Mouse. Non avevo mai visto Yoongi scherzare a quel modo con qualcuno, anche se in effetti lo si vedeva solo per poco in giro al ristorante. Allo stesso tempo però sperai davvero di riuscire a non avere mai modo di contrariarlo: quello hyung doveva essere davvero spaventoso da arrabbiato.
Hoseok tornò verso di me scuotendo la testa.
«Aish, Yoongi-hyung ha proprio un carattere tremendo quando vuole»
Il sorriso sulla sua faccia, però, contraddiceva molto le sue parole, facendomi ridere.
«Quindi è risaputa la tua seconda identità come allenatore di ajumma! E io che pensavo di essere il solo a custodire il segreto»
«Ya! Jimin! Non ti ci mettere anche tu!»
Yoongi sghignazzò ancor più forte di prima.
«Non avevi appena detto che volevi ringraziarmi come si deve?»
«Hai ragione, hyung. Domani ti offrirò il pranzo dove vuoi tu, va bene?»
«Accetto. Ora dimmi il tuo nick di KakaoTalk, così saprò dove poterti tampinare nel caso decidessi di rimangiarti la parola»
Non ero sicurissimo di come fossimo arrivati a quel punto. Un attimo prima lo stavo prendendo in giro e un attimo dopo mi ritrovavo con il suo contatto salvato sul cellulare e un appuntamento fissato per il giorno dopo.
A quanto pareva, però, con lui andava così. Ogni volta finivo per buttarmi in qualcosa di cui mi rendevo conto solo un attimo dopo. Era rischioso certo, ma non avevo di che lamentarmi, soprattutto non ora che avevo ancora la sensazione della sua schiena premuta contro di me e la prospettiva di un intero pomeriggio da soli.

Quello che avrei avuto da raccontare a Tae quella sera era appena aumentato in modo esponenziale.

 

TRADUZIONE:

“...Oh Dio, guarda questo ragazzo* cosa mi sta facendo
Quello che mi sta facendo non è uno scherzo
Se continui a far così, il mio cuore avrà i tremiti
Le mie mani tremeranno e io sarò a corto di fiato
Stai dicendo che io ti piaccio proprio ora?
È così che ti senti proprio ora?
Suppongo che tu sia attratto dai ragazzi del Jeollado(1)
Oh giusto, da dov'è che vieni?...”
[J-Hope]

*Le parole con l'asterisco sono state modificate al maschile
(1) Il Jeollado è una regione della Corea del Sud che comprende anche la città di Gwangju, città natale di J-Hope


 

~~Noticine~~

Pensavate che non avrei mai continuato questa ff, eh? E invece no! Eccomi qui! Ahah
Sperando di non avervi deluso con questo capitolo dopo tutto questo tempo, ringrazio chiunque si sia ritrovato di nuovo qui a leggere <3
Grazie mille,
DidiNihal

  
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