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Autore: ScintillaBianca    29/09/2017    0 recensioni
Ronald Bilius Weasley.
Troppo alto, troppo magro, troppo rosso.
Ma Ron è anche troppo buono e coraggioso, e ha un'adorabile chioma rossa e io mi ero presa una cotta per lui da piccola. J.K Rowling me ne ha fatta innamorare e ho deciso di scrivere dal suo punto di vista alcune parti per me importanti dei vari libri, ma anche aggiungendone alcune.
Spero che vi piaccia, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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La casa di Ron era tutto ciò che una casa amorevole, caotica e piena di persone amate poteva essere.
Non si era mai soli e non c'era mai silenzio in quella costruzione pendente che chiamava casa e che stava su, letteralmente, per magia.
Costruita in altezza, conteneva più stanze di cosa non si potessero contare e tutto aveva un aspetto vissuto a cui si era abituato e che in fondo gli piaceva davvero, anche se non lo avrebbe mai amesso.
Quella era casa.
Ronald Bilius Weasley, chiamato da tutti Ron, era un ragazzino allampato di 11 anni, pronto per inizire il primo anno ad Hogwarts, scuola di magia e stregoneria, la migliore del mondo.
Ciò che mancava in quella casa, a sentir Ron, era il silenzio.
Per lui non c'era mai abbastanza silenzio in quella casa così rumorosa e caotica. Piatti che sbattevano accidentalmente nel lavandino, la sua sorellina che cantava, sua madre che sgridava qualcuno, gli gnomi che urlavano pieni di furia quando li lanciavano oltre le mura della casa, i gemelli che rompevano qualcosa. La prima cosa che sentiva svegliandosi, era qualcuno che urlava.
Che fosse sua sorella minore, Ginny, uno dei fratelli maggiori o la madre, o tutti assieme, c'erano sempre delle urla a svegliarlo. Una litigata mattutina per accaparrarsi il bagno per primo, la sveglia umana che erano ognuno di loro per chi dormiva fino a tardi o il richiamo per la colazione pronta.
Ma quel mattino era diverso.
Ron Wealey si era svegliato con l'assoluto silenzio in casa, cosa rara e alquanto strana per la sua vita, in cui non c'era mai silenzio.
 Le civette cantavano i loro richiami alla notte, che andavano affievolendosi con la prima foschia colorata in cielo, i grilli frinivano senza sosta nell'erba alta del giardino ed era sicuro che gli gnomi sempre presenti attorno alla casa, stessero brontolando fra di loro.
Era la mattina del 1 settembre e l'alba non era ancora sorta.
Quella notte aveva dormito poco, rimanendo sveglio fino a tarda ora, rimuginando sulla scuola in cui avrebbe vissuto e studiato, su chi avrebbe incontrato, sui professori e sui fratelli che l'avrebbero sicuramente tormentato con scherzi di cattivo gusto, anche se sperava che con tutti quegli studenti avrebbero distolto l'attenzione dei gemelli da lui.
Sentiva ogni cellula del suo corpo fremere per l'emozione e l'ansia che cresceva nel buio della sua cameretta, incapace di alzarsi con un ungherese spinato sullo stomaco e il cuore che batteva più veloce delle ali del boccino d'oro.
Con tutti quei pensieri in testa, le due ore scarse che mancavano alla sveglia della casa, passarono troppo in fretta e troppo lentamente, come se il tempo fosse impazzito, scorrendo così veloce da sembrare fermo, lasciando il cervello di Ron in preda ad emozioni mai provate prima. Il pensiero della sua toga bucata sui gomiti, che era stata rammendata così tante volte da non poterle contare, appartenuta a suo fratello Bill, gli dava un vago senso di malessere in più, con il desiderio di una toga nuova e splendete come quelle nelle vetrine di Diagon Halley.
Sperava che nessuno a scuola si accorgesse dei suoi abiti consumati dai troppi lavaggi e dismessi, ma le sue preoccupazioni vennero bruscamente interrotte e la sua giornata iniziò come tutte le altre.
Con delle urla.
   
 
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