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Autore: rocchi68    29/09/2017    3 recensioni
“La giovinezza è sia una bugia, che un male. Quelli che elogiano la giovinezza stanno solo ingannando se stessi e chi gli sta vicino. Credono che quelli che gli stanno attorno approvino sempre gli atti che compiono.
Usando la parola giovinezza, loro alterano e stravolgono il buonsenso e qualsiasi cosa ci sia di logico.
Per loro bugie, segreti, peccati e insuccessi non fanno altro che aggiungere pepe alla loro giovinezza.
Se il fallimento è il simbolo dell’essere giovani come dicono, allora qualcuno che non è riuscito a farsi degli amici dovrebbe essere all’apice della sua giovinezza, giusto?
Ma di certo, nessuno di loro lo ammetterebbe mai perché tutto deve andare come più gli torna comodo.
Per concludere: gli idioti che si godono la loro gioventù dovrebbero suicidarsi”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La colazione gli avrebbe permesso di tornare sul problema di Scarlett.
Scott, durante la notte, aveva pensato ad una strategia sensata, ma quasi tutte le sue idee venivano cestinate poiché molti elementi non combaciavano tra loro.
Aveva bisogno di una situazione particolare per realizzare l’unico piano sensato che avrebbe messo in luce il suo lato più freddo e disinteressato.
Pur di farla guarire, era pronto anche a quella mossa disperata.
“Allora Scott, cosa ne pensi?” Gli chiese Mike, mentre il rosso fissava pensieroso la ciotola che aveva davanti.
“Bocciato.”
“Perché?”
“Perché non mi convince.”
“Potresti essere più chiaro?” Domandò Zoey, mentre tutti rivolgevano la loro attenzione nelle torture che Scott donava a ciò che aveva nel piatto.
“Mettere una bambina al centro dell’attenzione per la chiusura di questi giorni, la metterebbe solo in imbarazzo. Fareste il gioco delle altre bambine che desiderano che lei provi vergogna in quel che fa.”
“Che crudeltà!” Sbottò Dawn.
“Vi consiglio di lasciar perdere e di sistemare i dettagli della prova di coraggio.” Avanzò Chris che per tutto il tempo aveva seguito i loro discorsi, assaggiando il suo immancabile caffè amaro.
“Prova di coraggio?”
“Sì Scott. Ne abbiamo parlato ieri sera.”
“Interessante.” Borbottò il giovane, avviandosi verso il bosco.
Non sapeva come, ma quella piccola notizia gli poteva tornare molto utile.
Forse era proprio questo l’elemento di cui aveva bisogno per far combaciare le varie possibilità.
Magari qualche ora di riflessione nella natura, all’ombra di un qualunque albero, poteva donargli l’intero piano d’azione.
Seguirlo sarebbe stato inutile. Non avrebbe confidato a nessuno le sue idee e prima o poi si sarebbe rifatto vivo con la sua tipica negatività.
Nonostante tutto, gli altri erano tornati al loro breve lavoro e dopo qualche ora d’impegno erano andati al fiume per rilassarsi un po’.
E fu qui che lo ritrovarono intento a riflettere.
In quella mattinata, oltre al lavoro, si stava perdendo il divertimento dei suoi compagni.
Lui poteva solo osservarli in costume, mentre si bagnavano a vicenda e giocavano come dei semplici bambini.
L’attenzione di Scott venne catturata per un breve istante da Dawn che parlottava con Zoey e senza volerlo si ritrovò ad arrossire.
L’aveva già intravista quasi nuda, anche se in quei momenti riusciva ad apprezzarne il lato più puro e femminile.
Troppo breve quella distrazione perché diventasse rilevante e, infatti, tornò a concentrarsi su una figura che si era appena seduta all’ombra del suo stesso albero.
“Ciao.” Borbottò il rosso.
“Perché sei da solo?”
“Non ho portato il costume. E tu?”
“Finita la colazione, quando sono tornata in stanza, non c’era nessuno.”
“Potresti giocare con i miei compagni.” Le fece notare Scott, facendola negare con il capo.
“Scott, hai ancora qualche amico di quando andavi alle elementari?”
“No e penso che sia lo stesso per la maggior parte delle persone. Dimenticati di loro perché, finite le elementari, non gli parlerai mai più.” Ammise, maledicendosi per quell’uscita che avrebbe potuto far soffrire Scarlett.
“Sicuro di quel che dici, Scott?” Chiese Dawn che si era avvicinata nel notare che la bambina stava con il rosso.
“Dawn …con quanti amici delle elementari parli ancora?”
“Tu.”
“Solo perché abbiamo la sfortuna di abitare vicini.” Sbuffò il ragazzo, stiracchiandosi appena e facendo ridacchiare la compagna.
“Già.”
“E quanti studenti c’erano nel nostro anno?”
“Eravamo tre classi da trenta.” Rispose la giovane, mentre Scarlett cercava di comprendere i ragionamenti intricati del liceale.
“Il che significa che restare amici con qualcuno delle elementari è molto difficile. Dawn ha la fortuna di avere molti amici perché è carina praticamente con tutti.”
“Carina?” Chiese arrossendo.
“Una persona normale non va d’accordo con tutti e allora puoi notare che la percentuale d’amicizia dopo le elementari cala drasticamente. Ti posso concedere poche possibilità, ma il dato è vicino allo zero.”
“Mia madre dice che dovrei essere carina con tutti, ma non è così semplice come crede.” Bisbigliò Scarlett, facendolo annuire.
“Essere lasciati in disparte è frustrante e ti fa sentire inferiore.” Sospirò Scott.
“Davvero?” Chiese Dawn.
“Anch’io credo di essere stata abbandonata. Non riesco ad andare d’accordo con loro e anche se riuscissimo a tornare amiche, poi potrebbe accadere di nuovo.”
Quel semplice dialogo aveva convinto Scott che il suo ultimo piano non era poi così brillante.
Avrebbe fallito solo per un motivo: Scarlett si era arresa.
Tutti potevano affermare che cambiando se stessi, poi il mondo era più semplice da modellare, ma quella era l’eterna bugia che aveva raccontato anche a Dawn.
Quando le persone giudicano qualcuno, non cambiano facilmente idea.
Un solitario è costretto a rimanere solitario.
Scott sapeva che se Scarlett avesse compiuto qualcosa di buono, poi le altre bambine l’avrebbero sfruttato come mezzo per criticarla.
“Odi essere patetica?” Chiese Scott, rimettendosi in piedi e fissandola con attenzione.
“Sì.”
“Credo che la prova di coraggio sarà divertente.” Sbuffò, allontanandosi in solitaria verso uno dei pochi sentieri segnalati.
 
Dawn avrebbe tanto voluto seguirlo, ma vi rinunciò per i preparativi di quella prova in cui doveva dare una mano.
Dallo sguardo di Scott sembrava avesse trovato qualcosa con cui risvegliare Scarlett e qualcosa con cui riabilitarla agli occhi delle altre bambine.
Tuttavia, se non aveva chiesto la sua presenza, significava che doveva rimuginarci su e che aveva assoluto bisogno di quiete.
Prima del dialogo aveva gettato le basi per qualcosa di buono, ma questo era stato spazzato via con le parole della piccola.
Successivamente aveva ritoccato il suo piano e aveva pensato agli aspetti negativi, ritornando verso le 14 al campo.
Tutti avevano già pranzato e stavano preparando la location con gli ultimi dettagli, ma lui aveva qualcosa di grande da realizzare.
Infatti li richiamò vicino al falò e spiegò ciò che aveva appreso durante quei giorni.
Scott sapeva che il mondo non sarebbe mai cambiato, ma questo non era un buon motivo per non tentare di cambiare con le proprie sole forze.
L’unica domanda era il sapere come poter cambiare senza l’aiuto di nessuno.
E per lui la risposta era elementare: diventi il Dio di un nuovo mondo.
Qualcuno avrebbe potuto rinfacciargli che era paranoico, ma la sua strategia avrebbe schiacciato anche le domande più disperate.
“Puoi dirci perché ci hai fatto chiamare? Vai avanti e indietro senza meta e poi ricompari all’improvviso.” Esordì Mike.
“Avete visto i costumi?”
“Per una prova di coraggio potrebbero andar bene.” Replicò il leader, facendo incupire il rosso che invece non ne era proprio soddisfatto.
“C’è qualcosa che devi dirci?” Chiese Dawn.
“Avete ripensato a come affrontare quella faccenda?” Domandò Scott, sperando che qualcuno avesse un’idea migliore della sua.
“La bambina potrebbe parlare con i suoi amici.” Tentò Bridgette, incontrando l’opposizione di Geoff.
“Verrebbe presa in giro da tutti se lo facesse.”
“E separatamente?”
“Non cambierebbe nulla perché potrebbero comportarsi in modo gentile al momento per poi sparlare di lei.”
“A tal proposito ho la soluzione.” S’intromise Scott.
“Non sarà una buona soluzione.” Borbottò Dawn.
“Dovreste ascoltarmi, prima di bocciare la mia proposta.”
“Continua.” Lo invitò Mike.
“Dobbiamo usare l’opportunità che la prova di coraggio ci concede.”
“Come?” Chiese Zoey, mentre Scott dava loro le spalle.
“Se hai dei problemi nelle relazioni con gli altri, tutto ciò che devi fare è distruggerle. Quando tutti diventeranno dei solitari, non ci saranno più conflitti.” Rispose, assumendo un ghigno demoniaco che fece trasalire i suoi compagni.
In pochi minuti tutti vennero a sapere cosa riguardava il suo piano che, anche se ignobile, era l’unica soluzione che avevano in mano.
Di certo non avrebbero guadagnato le lodi dei professori, ma almeno avrebbero guarito una bambina che non meritava la solitudine.
 
I gruppetti che avrebbero affrontato la prova sarebbero stati gli stessi della divisione del primo giorno.
Scott si era premunito nel far sapere a tutti che esigeva un messaggio sul cellulare non appena quelle del suo gruppo avessero cominciato.
Vicino a lui, c’era la figura silenziosa di Dawn che doveva svolgere il ruolo della regina del ghiaccio, ma che invece la faceva sembrare ancora più bella.
Il rosso per un momento pensò che erano soli in un bosco immenso e che vicino a sé aveva la ragazza di cui era segretamente innamorato.
Tuttavia non poteva mettersi a fare il cascamorto, né tantomeno poteva permettersi d’essere deriso, evitato e rifiutato nuovamente.
E poi prima di ogni cosa doveva riabilitare Scarlett.
Erano le 20 in punto quando le bambine partirono verso il sentiero che Chris e Don indicavano.
Se le prime coppie avevano trovato dei ragazzi vestiti con semplici costumi, con quelle mocciose ci sarebbe stato un cambio di programma e le avrebbero terrorizzate a morte.
Infatti quest’ultime non appena notarono che Mike e Zoey erano vestiti normalmente, iniziarono con il deriderli.
“Con chi pensate di avere a che fare?” Chiese il moro con uno sguardo terrificante.
“Non credete di essere troppo impertinenti?” Borbottò Zoey.
“Aspettate un secondo…credo che qualcuno vi abbia chiamati ritardati.” Intervenne Geoff, sbucando alle spalle delle bambine.
“Chi è stato?” Chiese Bridgette, avvicinandosi al gruppetto.
“Scusateci…”
“Il saputello deve venire fuori.” Alzò la voce Mike, tirando un calcio ad un albero vicino.
“Pensate sia un gioco?” Domandò Zoey.
“Forse è ora che imparino le buone maniere.” Borbottò Geoff, afferrando un bastone e osservandolo per un breve istante.
“Saremo clementi con voi: metà di voi possono andare, ma l’altra metà…dovrà restare qui.”
“Decidete in fretta chi resta e chi no.” Sbottò Bridgette.
Le bambine senza manco volerlo, prese dalla paura e dal rimorso, iniziarono con lo scusarsi e con il promettere che non si sarebbero mai più comportate male nei loro confronti.
Una promessa che Scott aveva messo in preventivo fin dall’inizio.
In questo caso non dovevano smettere, anzi dovevano torturare quel tasto con maggior ferocia e intensità di quanto non avessero già fatto.
“Metà di voi.”
“Non avete sentito, Mike? Muovetevi a scegliere.”
“Oppure credete di poterlo ignorare?” Chiese Bridgette, dando manforte a Zoey.
“Non ho tutta la notte per allenarmi con la boxe. Chi rimarrà a farci compagnia?” Urlò Geoff, passandosi il bastone tra le mani e puntandolo verso le bambine.
Senza nemmeno pensarci le bambine avevano già scaricato Scarlett.
Era bastata una parola per allontanarla e, da dietro la vegetazione, Scott si ritrovò ad annuire, notando che il piano stava procedendo senza intoppi.
“Era questo che volevi, giusto?” Chiese Dawn.
“Distruggerò tutte le relazioni che circondano Scarlett.”
“Dovevamo pensarci prima.” Borbottò lei, mentre la sua attenzione restava fissa su quello che accadeva a qualche metro di distanza.
 
Il piano che aveva elaborato in poche ore era degno di un genio.
Nessuno avrebbe potuto fare di meglio con le sue poche conoscenze e con il carattere problematico che si ritrovava.
Scott sapeva che quando una persona era veramente spaventata, non pensava più a nessun altro.
Quella persona avrebbe cercato a tutti i costi di sopravvivere, anche se questo significava sacrificare tutti gli altri.
Quando questo aspetto sarebbe venuto alla luce e nessuno di quel gruppo sarebbe più stato unito, allora avrebbero potuto ricostruire ogni cosa.
Non avrebbero risolto il problema alla radice, ma avrebbero potuto farlo sparire senza troppa fatica.
“Ne mancano 2.”
Scott doveva ammettere che il ruolo affibbiato a Mike era perfetto: lui stesso non avrebbe saputo fare di meglio.
E anche il suo gruppo stava funzionando bene.
Bridgette e Zoey spegnevano la gioia delle bambine, mentre Geoff con la sua arma e il suo insensato desiderio di picchiare qualcuno faceva il resto.
Le bambine, anche facendo le spie, non avrebbero guadagnato nulla.
Sarebbero passate come paranoiche solo per qualche sguardo storto e per qualche frase più malvagia del normale.
E anche la seconda bambina era caduta nel loro gioco.
Una morettina dai grandi occhi verdi era stata scaricata e sacrificata dal gruppo a cui lei era tanto legata.
“Avete ancora pochi secondi per scegliere l’ultima.”
Il tempo che Mike aveva concesso loro era svanito, ma il breve attimo che concessero alle bambine per scambiarsi un occhiata e Scarlett era riuscita, seguita dalle altre, a scappare nel sentiero che avevano alle spalle.
Scott non si aspettava una contromossa così rapida e si sorprese per ciò che erano riuscite a fare.
Alla fine la bambina che più di tutte odiava il gruppo, era colei che avrebbe permesso al gruppo di sopravvivere.
“Le ha salvate.” Borbottò Dawn.
“Non doveva finire così.”
“Forse erano davvero amiche.” Tentò Bridgette, avvicinandosi ai 2 che erano ancora nascosti dietro i cespugli.
“Non è possibile che, dei bambini che potevano essere amici solo prendendo in giro qualcun altro, possano essere veri amici. Comunque se ha voluto aiutarle, anche sapendo che erano delle false, allora dovrebbe essere elogiata perché, forse, è guarita dal suo problema.”
 
Ciò che erano riusciti a fare, giunse all’attenzione di Chris che accolse Scott come se fosse stato un eroe.
Certo era riuscito a risolvere un qualcosa che nemmeno gli adulti potevano affrontare, anche se il suo piano non era irreprensibile.
A studiarlo con attenzione vi erano delle falle che potevano distruggere ancora di più il fragile equilibrio esistente tra le bambine.
Almeno ora nel vedere Scarlett felice con il suo gruppo originale, Scott non poteva sentirsi in colpa.
Aveva aiutato un solitario a fuggire dalla stessa terribile trappola che lui malediceva e in cui era ancora invischiato.
Come se ora potesse pretendere un suo aiuto.
Quando un solitario esce dal nucleo in cui era chiuso in principio, poi non riconosce più quelli che erano nella medesima soluzione.
Scarlett Arose non sarebbe mai più stata sola.
“Hai camminato sul filo del rasoio.” Soffiò Chris, fumando una sigaretta e fissando, da lontano, il falò e i vari festeggiamenti.
“Così sembra.”
“Un piccolo passo falso e tutto questo si sarebbe trasformato in un grosso problema.”
“Scusi.”
“Non ti sto criticando e anzi sono soddisfatto di quanto tu sia riuscito ad ottenere in così poco tempo.”
“Anche se ho scelto il metodo peggiore.” Ammise Scott, fissando il cielo pieno di stelle e chiedendosi se anche loro si sentissero sole nell’infinito Universo.
“Sei terribile.”
“Perché stiamo parlando di me? Non stavamo discutendo del metodo che ho usato per affrontare il problema?”
“Usare un simile metodo dimostra quanto tu sia terribile.”
“Lo immaginavo.”
“Riuscire a risollevare qualcuno che è caduto in profondità, però, è un grande merito ed è una qualità molto rara.”
“Grazie per il complimento.” Sorrise il giovane, mentre il prof si allontanava per festeggiare con il suo vecchio amico.
Tanto il rosso sapeva che non avrebbe ricevuto alcuna ricompensa.
Il metodo che aveva usato, gli aveva pregiudicato la felicità, ma almeno il risultato era accettabile.
Vedere le 5, senza più alcun muro tra loro, ridere e scherzare, era un qualcosa d’insperabile fino a qualche giorno prima.
“Devo ammettere che è stato divertente.” Esordì una figura che conosceva bene e che gli si era seduta vicino.
“Tu trovi tutto divertente, anche se preferirei non parlarne più.”
“Possiamo dire finalmente che nessuno è più solo in questo campo.” Esultò Dawn, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Così sembra.”
“Un’ultima cosa, Scott.”
“Ti ascolto.”
“Tua madre ha parlato con Chris la scorsa settimana e mi è stato riferito che durante i prossimi mesi studieremo assieme.”
Nel sentire quelle parole il rosso si ritrovò a tremare.
Sapeva che la sua media non era invidiabile, ma non credeva nemmeno fosse il caso di scomodare il supervisore.
Lui sapeva bene a chi dare la colpa.
Sicuramente centrava la piattola fastidiosa che tornata dalla Cina non aveva fatto altro che rovinargli quei mesi.
Lei doveva essersi accorta del legame che stava costruendo con Dawn e voleva dargli una mano a modo suo.
Una forzatura che Scott avrebbe sempre detestato.
Se avesse avuto bisogno di stare con lei e di dirle la verità, lo avrebbe fatto.
Avrebbe seguito semplicemente il suo ritmo nel fare le cose che tutti sapevano essere molto lento.
A dirla tutta non lo avrebbe mai ammesso perché teneva troppo a lei e ora sua sorella Alberta lo stava quasi obbligando.
“E il Volontariato?” Chiese, sperando di appellarsi a quella possibilità.
“Chris ha deciso di sospenderlo, almeno fino all’anno prossimo.”
Sembrava che tutto fosse contro di lui, anche se poteva intuire chi aveva partecipato a quella organizzazione così distruttiva.
Lui sapeva bene che Chris McLean era un vecchio amico di sua madre e pertanto non le avrebbe mai negato un favore.
E lui, invece, era con le spalle al muro ed era costretto a ricambiare l’abbraccio letale che Dawn gli stava, inconsapevolmente, donando.
 



Angolo autore:

Ryuk: Rieccoci di nuovo in vostra compagnia.

Vi piace come si sono evolute le cose?
So che con Scarlett sarebbe dovuta finire diversamente, ma volevo discostrami almeno un po' dall'anime da cui ho preso spunto.
Un copia e incolla classico sarebbe stato noioso e per questo ho apportato qualche lieve modifica.

Ryuk: Ora possiamo anche andare.

Purtroppo siamo di fretta e al massimo possiamo ringraziarvi per l'appoggio fin qui dimostrato.
Alla prossima!
   
 
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