Fanfic su attori > Altri attori/film
Ricorda la storia  |       
Autore: MonicaX1974    30/09/2017    0 recensioni
[Storie di Amore]
[Storie di Amore][Storie di Amore]Due amici, un ragazzo e una ragazza, si perdono di vista, e tentano di ingannare il destino.
Ma il destino li fa ritrovare, riportandoli sulla stessa strada.
Saranno in grado di superare tutte le difficoltà che incontreranno sul loro cammino per poter essere felici?
La storia avrà entrambi i punti di vista, sarà cioè raccontata sia dalla protagonista femminile sia dal protagonista maschile per poter avere una visione d'insieme di ogni avvenimento.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Riesco incredibilmente a trovare un parcheggio che non sia troppo lontano e mi stupisco di me stessa per essere riuscita ad arrivare senza aver sbagliato strada almeno sette volte. Non ero mai stata in questo locale. Un ristorante italiano, a quanto pare molto rinomato da queste parti.

È assolutamente nel suo stile, non avrebbe potuto scegliere diversamente.

Ho ricevuto il suo invito tramite Facebook. Si trattava di una rimpatriata fra colleghi di lavoro di qualche anno fa. Io ormai non lavoravo più per quell'azienda da tre anni, ma una ragazza si era ricordata di me e, tramite il social, mi aveva contattata per invitarmi.

Lì per lì non avevo assolutamente preso in considerazione il fatto di andarci, la mia vita tranquilla mi piace, e non avevo intenzione di stravolgere la mia routine per una cena con persone che non vedevo da anni, con cui magari mi sarei annoiata a morte, ma poi lei, ossia Megan, l'ex collega che mi ha mandato l'invito, aveva insistito. E lei, è una di quelle persone che non accettano un no come risposta, soprattutto se si tratta dell'evento che lei stessa ha organizzato. Sorrido mentre attraverso la strada e ripenso alle sue eterne manie di grandezza.

Megan è sempre stata la ragazza più bella dell'ufficio, alta, bellissimi capelli neri mossi, occhi verdi, con un fisico da modella, quella a cui gli uomini e persino le donne non possono negare almeno uno sguardo quando passa, quella sempre ben truccata, ben pettinata, ben vestita, sempre sorridente, insomma è sempre stata quella impeccabile, che non può risultare antipatica nemmeno se prova ad esserlo.

Arrivata davanti al ristorante, dove la mia ex collega mi ha dato appuntamento, inizio a vedere qualche viso conosciuto, e timidamente mi avvicino per salutare. L'accoglienza è calorosa, cosa che non mi aspettavo dato che non vedo e non sento queste persone da tempo. Questo mi fa pensare che io abbia lasciato loro un buon ricordo. Colleghi più simpatici e altri meno, ma con ognuno di loro ho sempre cercato di instaurare un buon rapporto. Si sentono ovunque saluti e risate, io mi sento decisamente fuori posto, ma non posso affermare di non essere contenta di essere qui. Probabilmente una distrazione dalla mia vita monotona potrebbe farmi bene.

E, tra una chiacchera e l'altra, succede.

Succede che arriva anche lui, e cambio immediatamente opinione. Inizio a pensare che forse sarebbe stato meglio se avessi seguito il mio istinto, che mi diceva di stare a casa in pigiama con la mia coperta sulle gambe, a guardare e riguardare, qualche serie tv, e magari andare a letto presto sognando Damon Salvatore.

Lo guardo avvicinarsi, è sempre bellissimo, ha un taglio di capelli diverso, ora li ha più lunghi, e faccio fatica a notare come sia vestito, perché i miei occhi sono alla costante ricerca dei suoi, attirati da una forza che non sono mai riuscita a controllare.

Inizia con salutare i presenti, finché rimango solo io. Ma non mi dà semplicemente la mano come ha fatto con ogni persona che si trova con noi su questo marciapiede, si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia. Non che non mi abbia mai salutato in questo modo, ma stasera percepisco questa sua attenzione nei miei confronti in maniera diversa, forse è data dal fatto che non lo vedo da anni, ma sento qualcosa di diverso in lui. Il contatto è leggero e veloce, ma non per il mio cuore, che sembra aver avuto una scossa. Sento le gambe molli, e fatico a formulare un solo pensiero sensato, come se mi avesse mandato in tilt il cervello.

Al termine dei saluti, mi trovo ad accelerare il passo per entrare insieme agli altri per prendere posto al tavolo che ci è stato riservato cercando di allontanarmi da lui ma non riesco a sfuggire alla situazione che avevo sperato non si avverasse nel momento esatto in cui l'ho visto.

Il mio posto a tavola è accanto a lui. Lui che avevo cercato di accantonare nella mia mente e stupidamente ero anche convinta di esserci riuscita, ma quando mi ha salutata, e il mio sguardo è finito nei suoi occhi, era come se gli anni non fossero passati. Lui, Brant, era sempre stato lì, non se n'è mai andato, e io come una stupida, mi ero illusa di poter essere più forte di quello che ho sempre provato per lui.

Sento parlare intorno a me, ma al momento i miei sensi sono concentrati sul profumo che sento provenire dalla mia sinistra, il suo inconfondibile profumo, rimasto anche quello intatto nei miei ricordi. Non potrebbe gesticolare un po' meno mentre parla, così da fare arrivare meno il suo profumo dalla mia parte?

Devo riprendermi e smetterla di pensare a lui, dopotutto ci sono almeno altre venti persone a questa tavola. Mi metto quindi a parlare con Megan che è seduta di fronte a me, e iniziamo a ricordare quante risate ci siamo fatte insieme, a quella volta in cui Roger, responsabile dell'ufficio acquisti aveva una comunicazione, a detta sua, importantissima per l'amministratore delegato, e passando come una furia davanti all'ufficio marketing, proprio nel momento in cui da quella stanza stava uscendo un altro nostro collega, Roger prese la porta secca secca sul naso.

A quel punto la risata ritorna spontanea e fragorosa, adesso come allora, e il tentativo di distrarmi con Megan e i vecchi ricordi sembra funzionare, mi sembra che il suo profumo sia un po' meno intenso, fino a quando la mia ex collega non chiede a Brant se anche lui ricordasse della porta in faccia a Roger ed ogni mio tentativo di distrarmi dal pensiero di lui seduto accanto a me, finisce in un fallimento totale.

Perché è in quel momento che capisco di non avere scampo, proprio nell'esatto momento in cui sento la sua voce è così vicina al mio orecchio, che dice che sì, anche lui ricorda, e poi... poi è la fine, perché lui ride, e la sua risata arriva fino in fondo al mio cuore, lo tocca, lo accarezza, ed io non posso fare a meno di girarmi e guardarlo, e vedere che la sua bocca sorride, anche i suoi occhi sorridono. Sono contenta di vederlo felice, è quello che ho sempre voluto, anche se non posso fare a meno di chiedermi, cosa sarebbe successo se avessi parlato a suo tempo, e come sarebbero potute andare le cose tra di noi.

Già, perché per lui ho sempre fatto la parte dell'amica, quella a cui confidare tutto. Anche lui, come ad altri in ufficio, piaceva Megan, ed io passavo il tempo a consigliarlo su come chiederle di uscire, o su cosa regalarle per poterla conquistare. Tutto questo in silenzio, perché soffrire ad averlo solo come amico era un po' meno peggio che non averlo per niente. Forse una stupida teoria, ma vederlo felice per me era importante, non importava con chi.

E, mentre io continuo a perdermi in questi pensieri, ignorando completamente quello che sta succedendo intorno a me, Brant si gira verso di me e mi dice "Kate, te lo ricordi?" mentre il suo sguardo è fisso nel mio.

Lo guardo, stordita dal suo profumo, dalla sua voce, dalla sua presenza troppo vicina e balbetto qualcosa di vagamente comprensibile, cercando di far credere che stessi ascoltando la loro conversazione "ehm... certo, come potrei non ricordamelo...", ma la mia voce risulta forse un po' troppo insicura.

Si avvicina appena per dirmi sottovoce "Scommetto che non hai sentito una sola parola di quello che stavamo dicendo". Ovviamente il mio tentativo è fallito miseramente.

"Si notava tanto?" gli chiedo, tenendo anch'io il volume della mia voce piuttosto basso.

"Direi di sì, ma in realtà non era così importante". E mi regala di nuovo quel meraviglioso sorriso che ha sempre guarito qualsiasi mia ferita.

La serata prosegue e cerco davvero, stavolta, di non ubriacarmi troppo di lui. Così vicino da poterlo toccare, eppure ancora incapace di avvicinarmi a lui per davvero.

C'è chi racconta aneddoti divertenti, chi ancora oggi, a distanza di tempo, non fa che lamentarsi di qualsiasi cosa gli venga in mente. Arrivo così ad un certo punto, che davvero non posso più resistere insieme a queste persone, con cui non ho più niente da condividere. Anche con Megan che, ai tempi in cui lavoravamo insieme condividendo la scrivania, avevamo argomenti su cui confrontarci, mentre ora, avendo perso di vista tutti, ed essendomi praticamente isolata dal mondo soprattutto da quando la mia storia con Jason è finita, voglio solamente terminare qui questa serata che si è rivelata troppo da gestire per me.

Non riesco più a reggere la sua presenza, è questa la verità. Brant è ripiombato improvvisamente davanti a me, in un periodo non molto brillante della mia vita, e forse anche per questo mi pesa così tanto salutarlo per andarmene e tornare alla solita quotidianità. Non vorrei davvero andare via, ma non ho scelta, perché l'unica cosa che vorrei veramente è lui, è sempre stato lui e, sicura del fatto che questo non accadrà, ho bisogno di allontanarmi, devo tornare alla mia vita di qualche ora fa, in cui tutto scorreva tranquillo, senza scossoni, su una strada piatta e sicura. Il mio cuore è già stato messo duramente alla prova, non so se posso rifarlo.

Decido quindi che, ormai, è arrivata l'ora di andarmene, non c'entro niente con queste persone, non più. E tantomeno c'entro con lui, perciò lo faccio, mi alzo ed inizio a prendere la giacca e il telefono che avevo posato sul tavolo, con il quale Brant ha giocato per tutto il tempo. Ad un certo punto della serata l'aveva addirittura nascosto. Lo faceva sempre quando lavoravamo insieme. Passava vicino alla mia scrivania e puf, il telefono spariva per riapparire magicamente sulla sua scrivania, così aveva una scusa in più per farmi andare da lui e potermi chiedere l'ennesimo consiglio per conquistare la bella Megan.

Mi muovo lentamente per passare inosservata e mentre prendo in mano il telefono, mentalmente continuo a ripetermi "fa' che risulti invisibile". Ma come spesso succede, più vuoi una cosa, meno questa si avvera. E la dimostrazione pratica avviene quando Brant si gira nella mia direzione, e sento bruciare il suo sguardo su di me, ma ostinatamente, continuo a fingermi indifferente e ad infilarmi il cappotto.

"Vai già via?", il suono della sua voce è come un richiamo, e contro la mia volontà mi giro verso di lui, incrociando per l'ennesima volta stasera, i suoi meravigliosi occhi azzurri.

"Si, domani devo alzarmi presto" mento perché ho assoluto bisogno di andarmene da qui prima che sia troppo tardi, anche se probabilmente lo è già.

"Sabato in famiglia?" mi chiede ancora.

"Straordinari al lavoro" e mento di nuovo, non posso dirgli quello che realmente mi sta passando per la testa. Voglio solo andare a casa ora, e nascondermi dentro al mio letto con la testa sotto al cuscino, ed imprecare contro me stessa, per aver accettato di partecipare a questa cena.

"Speravo di finire la serata con la migliore amica che abbia mai avuto" mi dice senza mai smettere di puntare i suoi occhi nei miei.

Amica... perché non te la dimentichi questa parola? È quello che vorrei dirgli, e invece...

"Sarà per un'altra volta, rimani comunque in ottima compagnia" riferendomi al fatto che la sua bella Megan sia ancora qui, e intrattiene a meraviglia tutti quanti, ma lui non smette di guardarmi e io vorrei poter riuscire invece, a distogliere lo sguardo. I suoi occhi hanno sempre avuto troppo potere su di me. Decisamente troppo.

"Questo vuol dire che ci sarai anche alla prossima cena? Mi ha detto Megan che ne sta organizzando un'altra fra un paio di settimane perché molti colleghi stasera non hanno potuto esserci" mi dice, mentre si alza anche lui, e adesso i suoi occhi sono troppo vicini, tutto il suo corpo è troppo vicino.

L'effetto che ha sempre avuto su di me sembra amplificato, forse perché ora sono sentimentalmente libera, o forse perché è troppo tempo che non lo vedo, o forse perché semplicemente è lui, e non ho più motivi per ribellarmi alle sensazioni che mi fa provare.

E comunque io non ne sapevo niente di un'altra cena, probabilmente loro due sono ancora in contatto, e in ogni caso, non credo di volerci andare.

"Non lo so... forse", probabilmente sarebbe una pessima idea perché questa serata è già stata troppo destabilizzante per la routine che mi sono creata a fatica in questi ultimi due anni.

"Posso almeno accompagnarti alla macchina?" perché non la smette di guardarmi? Perché non smette di parlarmi, di farmi domande? Perché non la smette?

"Ok" e lo dico solo perché se continua ad avere lo sguardo fisso su di me non posso dirgli di no, non ci sono mai riuscita. Saluto tutti, abbraccio Megan con la solita promessa che ci saremmo sentite di nuovo, cosa che non credo avverrà, ma va bene così.

Usciamo dal locale, io davanti e lui qualche passo dietro di me, in silenzio. Per fortuna, pur essendo ottobre inoltrato, non fa troppo freddo stasera, e lentamente mi segue fino alla mia auto.

"Hai cambiato macchina" mi dice lui, e non è una domanda.

"Sì, l'altra ormai aveva fatto il suo tempo" e ripenso alla mia vecchia auto, magari l'immagine della mia vecchia Citroen riuscirà a distrarmi, ma ho serie difficoltà a farlo con Brant così vicino.

"Eri un po' assente stasera" e di nuovo non è una domanda.

"Non mi sentivo molto a mio agio in realtà". E vorrei dirgli che la colpa è sua, e di quei suoi bellissimi occhi, e della sua meravigliosa voce.

Credo che abbia capito che sto nuovamente pensando ad altro. "È tutto ok?" mi chiede.

"Si tutto ok, sono solo un po' stanca e, come già ho detto prima, devo alzarmi presto domani mattina.". No! Non è tutto ok. Ieri era tutto ok, oggi pomeriggio era tutto ok. Adesso non è tutto ok, perché tu sei qui, e ora dovrò ricominciare tutto da capo. Dio, sto parlando da sola! Devo andarmene da qui il più presto possibile.

"Ti va di parlarne? Magari davanti ad un caffè?" Evidentemente non mi crede. Perché non mi saluta e basta?

"Dovresti rientrare, ti stai perdendo tutto il divertimento" gli dico, evitando di rispondere alla sua domanda. Deve andarsene subito e smettere di guardarmi, voglio solo andarmene a casa.

"Si... adesso vado" e per fortuna non insiste "Noi però non ci perdiamo di nuovo vero?" Vuole davvero rivedermi? Io non voglio rivederlo, voglio solo nascondere la testa sotto la sabbia e soffocare.

"Ok" dico non troppo convinta e, mentre continua a puntare i suoi occhi nei miei mi dice ancora "Vieni qui" ed allarga le sue braccia. Non posso più trattenermi dall'evitare di avvicinarmi a lui e sprofondare così nel suo abbraccio.

Ed è in quel preciso momento che mi rendo conto di quanto mi sia effettivamente mancato, e del fatto che, in realtà, per quanto io ne sia sempre stata convinta, il pensiero di lui, non mi abbia mai abbandonato in questi tre anni. 

_______________________________________________________________________________________________________________ SPAZIO ME
Ciao a tutti, questa storia è già completa su wattpad.
Per ogni capitolo ci sarà prima il punto di vista di lei, e nel successivo quello di lui.
Molto spesso, leggendo qualche storia, mi è capitato di pensare “ma a lui che gli passava per la testa in quel momento” oppure “perché mai ha fatto così”. Quindi ho pensato di mettere entrambi.
Sto revisionando i capitoli perché ne hanno davvero bisogno
E, man mano che li correggerò, li pubblicherò anche qui.
Spero vi piaccia.
Eeeee niente, buona lettura.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Altri attori/film / Vai alla pagina dell'autore: MonicaX1974