Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MonicaX1974    30/09/2017    0 recensioni
Raccolta di storie brevi che parlano d'amore ispirate ad una canzone.
Potete trovare la raccolta completa su Wattpad, intitolata Decibel
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un'altra volta su questo treno. Stesso punto di partenza, stesso percorso, stessa destinazione, Boston, con lo stesso pensiero che mi accompagna per tutto il viaggio. Chris.

È come se questo viaggio rappresentasse la mia vita. Io e Chris abbiamo iniziato praticamente insieme la nostra vita, abbiamo vissuto fianco a fianco molte delle nostre esperienze, il pensiero di lui è sempre stato presente nella mia testa, e so che probabilmente la mia destinazione sarà sempre e comunque lui, che io lo voglia o meno.

Ci conosciamo sin dalla prima elementare, esattamente da quando i suoi genitori si sono trasferiti nella casa a fianco alla nostra, l'ultima in fondo alla via. Suo padre aveva ottenuto un lavoro al giornale dove lavorava il mio, sono entrambi giornalisti, e proprio perché i nostri padri lavoravano insieme, le nostre famiglie si sono frequentate spesso. Sorrido al primo ricordo che ho di lui.

Sono arrabbiata, davvero arrabbiata. La settimana prossima sarà il mio compleanno, compirò sei anni, ho chiesto a mamma e papà un cucciolo per la mia festa, ma non hanno intenzione di accontentarmi. Continuano a dire che non sono abbastanza grande per essere in grado di prendermene cura, ma si sbagliano, io compirò sei anni ed è ovvio che ce la posso fare.

Esco sul portico di casa con le braccia conserte, e il broncio. Forse mamma crederà che me ne voglio andare, e cederà alla mia richiesta, ma sto aspettando da almeno dieci minuti, e di lei nemmeno l'ombra. Poi ad un tratto sento abbaiare. Il rumore arriva dalla mia sinistra, mi giro e vedo nel giardino della casa dei nostri nuovi vicini, un bambino che gioca con un cucciolo meraviglioso di colore chiaro. Si rincorrono e il bambino ride e si diverte.

Poi, come se si sentisse osservato, quel bambino dai capelli castani e gli occhi azzurri, si ferma e mi guarda a sua volta con un gran sorriso.

"Vuoi giocare con noi?" Non so perché mi stia rivolgendo la parola, non ci conosciamo nemmeno. Abitano qui solamente da due giorni.

Non rispondo, sono sempre stata poco socievole, e in questo momento sono ancora arrabbiata, forse anche un po' invidiosa, ma a lui sembra non fare nessun effetto la mia espressione da se-mi-tocchi-ti-mordo e, seguito dal suo cagnolino, si avvicina al portico di casa mia.

"Ciao, io mi chiamo Chris, e lui è Will." Mi sta presentando il suo cane?

"Hai dato al tuo cane, un nome di persona?" Se io avessi avuto un cucciolo, sono sicura che gli avrei dato un nome molto più originale come Hoshi, forse questo Chris è piuttosto banale.

"Lui non è un cane, è mio amico, anzi è l'unico amico che ho in questa città." Forse non è così banale come credevo. "Vuoi essere nostra amica? È davvero divertente giocare con Will." Quel piccolo batuffolo si avvicina a me, non posso trattenermi dal toccarlo, e senza rendermene conto, sorrido.

"Stai pensando a lui?" La voce di Lexy interrompe il mio ricordo.

"Perché me lo chiedi?" È seduta al mio fianco, facciamo quasi sempre questo viaggio insieme, ogni volta che torniamo a casa dalla Columbia per le vacanze, dove entrambe ci siamo iscritte al corso di giornalismo. Lei è come una sorella per me. Abbiamo legato subito dopo esserci conosciute in prima media, la nostra amicizia è stata come un colpo di fulmine. Si trasferì con sua madre nel nostro quartiere, subito dopo la morte di suo padre

"Stai sorridendo Allyson, e stai sorridendo come fai solamente quando si tratta lui." Mi guarda con quei suoi grandi occhi blu come il cielo, mentre raccoglie i suoi lunghi capelli biondi in una crocchia disordinata, ma che su di lei ha un effetto incredibile.

"Beh... forse..." Continua ad osservarmi, e capisco che non ha intenzione di accontentarsi di questa risposta. "Ok, sì, stavo pensando a lui. Mi sono ricordata di quando ci siamo conosciuti. Mi presentò Will come se fosse una persona, mi disse che i suoi genitori gli comprarono un cucciolo per farlo sentire meno solo. Lui non voleva assolutamente cambiare città, perché a Chicago lasciò il suo amichetto del cuore." Ricordo come soffrì quando quattro anni dopo Will fu investito.

"Non verrà più con me fino a scuola." Chris è seduto sulle scale del portico di casa sua, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, e la testa piegata in avanti.

Sono seduta alla sua destra, e non so davvero cosa dirgli. Qualunque cosa io dica non sarebbe sufficiente ad attenuare il suo dolore, quindi gli metto una mano sulla schiena facendola scorrere dall'alto verso il basso nel tentativo di consolarlo. Lui si appoggia a me, e restiamo così, abbracciati, senza alcun bisogno di dire niente.

Will era davvero un suo amico, non lo lasciava mai, andava con lui in ogni luogo, oserei dire che erano uniti come due fratelli, e nel quartiere lo conoscevano tutti. Non si sa come sia successo, perché chiunque sia stato ad investirlo, è scappato. Il papà di Chris l'ha trovato vicino a casa un pomeriggio che stava rientrando prima del solito dal lavoro. È stato straziante assistere alla scena dei suoi genitori che gli comunicavano la notizia. Credo sia stata l'unica volta in cui il suo sorriso è sparito dal suo volto.

"Vedrai che andrà tutto bene." Lexy posa la sua mano sulla mia. Forse ha notato la mia espressione, che da sorridente, è diventata triste, e non solo per il ricordo di Will. La mia amica mi sorride, e torno a perdermi nel mio riflesso sul vetro del finestrino.

Non mi è mai piaciuto il colore dei miei capelli, li avrei voluti più normali, come quelli biondi di Lexy, o come quelli castani di Chris, ma la natura mi ha dotato di un colore che non passa inosservato.

"Credi che dovrei tingerli?" Dovrei studiare per il compito di domani, ma il mio sguardo è finito sullo specchio sopra al cassettone della mia stanza. Chris è seduto con me sul mio letto a gambe incrociate con in mano il libro di matematica, e alle mie parole alza subito lo sguardo nella mia direzione.

"Tingere cosa?" Sta facendo il finto tonto, sa benissimo che non sopporto il colore dei miei capelli, ne abbiamo parlato un sacco di volte.

"Brian dice che sembro una carota." Continuo ad osservarmi allo specchio, e continuo a non piacermi.

"Brian è un cretino, non devi dargli retta." Non riesco a distogliere lo sguardo dalla mia figura allo specchio. Forse invece Brian ha ragione, se avessi i capelli di un altro colore non sarei sempre la diversa. E sono talmente concentrata sulla mia immagine, che non mi sono accorta che Chris ha allungato una mano nella mia direzione. Prende una ciocca dei miei capelli e la porta dietro all'orecchio, e adesso non riesco a togliere i miei occhi dai suoi. "Non sembri una carota Allyson..." Chris ha ancora il suo sorriso, ma il suo sguardo è diverso dal solito, e anche il suo tono di voce è cambiato, non so dire in che modo, ma sento come se ci fosse dell'elettricità in questa stanza.

Ci sono state un altro paio di occasioni in cui mi ha guardata come sta facendo ora. La prima volta è stata un paio di mesi fa, al pranzo per il ringraziamento che abbiamo fatto a casa loro. Chris non mi ha persa d'occhio per tutto il tempo. Quel giorno ho dato la colpa al fatto che era la prima volta che mettevo un vestito. Mia mamma aveva insistito così tanto che non ho potuto dirle di no, ma quando avevo notato lo sguardo insistente di Chris su di me, ero stata felice di indossare quell'abito verde smeraldo, se non fosse poi che quando siamo tornati a scuola, lui è tornato il solito, vecchio, amicone Chris. Era tornato a guardarmi come sempre, senza più quella luce negli occhi che gli avevo visto quel giorno.

La seconda volta è stato un paio di settimane fa. Quando sono tornata a casa dal matrimonio di mia cugina, lui era sul portico ad aspettarmi con in mano il libro di matematica, la studiamo sempre insieme. Mi aveva scritto un messaggio durante il pomeriggio, dicendo che voleva che gli rispiegassi un paio di cose, io gli ho risposto che l'avremmo fatto al mio ritorno, ma quando mi ha vista, era come se mi vedesse per la prima volta, ma avevo dato la colpa al fatto che ero truccata, probabilmente era la prima volta che mi vedeva così.

E adesso non interrompe mai il contatto visivo, è come se volesse dirmi qualcos'altro, e io riesco solo a guardarlo, restando in attesa di qualcosa, qualunque cosa sia. Ma poi fa la sua irruzione nella stanza, l'altra nostra compagna di studi, Lexy.

"Mi sono persa qualcosa?" La mia amica resta ferma sulla porta, Chris torna con lo sguardo sul suo libro, e io rimango imbambolata incapace di rispondere.

Stava cambiando qualcosa tra di noi. Non eravamo più due semplici ragazzini che giocavano insieme. Stavamo crescendo, e io stavo iniziando a trovarlo carino. Quando le nostre famiglie si trovavano insieme per un pranzo o una cena, mi trovavo spesso a cercare il suo sguardo, speravo di sorprenderlo ad osservarmi, come facevo io con lui, ma non succedeva mai, e mi convinsi di non piacergli.

L'estate successiva però, quella che precedeva l'inizio del liceo, l'ho beccato a guardarmi, come tanto avevo sperato che succedesse. Brooke, una nostra compagna di scuola, dava una festa in piscina a casa sua, e Lexy volle andarci a tutti i costi, diceva che era ora che Chris si svegliasse, e se mi avesse vista in costume, sarebbe per forza caduto ai miei piedi, o almeno queste sono state le parole di Lexy. Diceva di essersi accorta di diversi sguardi da parte di Chris nei miei confronti, ma dato che li vedeva solo lei, ero convinta che lo dicesse perché voleva avvalorare la sua tesi che secondo lei eravamo fatti l'uno per l'altra.

È vero che eravamo sempre insieme, ma questo non vuol dire che fossimo fatti l'uno per l'altra, o almeno questo è quello che mi raccontavo per paura di non essere corrisposta. L'autobus della scuola, ci lasciava all'inizio della nostra via, e percorrevamo insieme il tragitto fino alle nostre case. La mia era appena prima della sua, e ricordo che lui rimaneva a guardarmi fino a che io non entravo in casa, diceva che voleva assicurarsi che io fossi al sicuro.

Quando eravamo piccoli, avevamo un gioco particolare iniziato nei giorni in cui andavamo in vacanza al mare. Fingevamo di essere il principe William e Kate Middleton, governando sudditi immaginari.

"Principessa Kate, è l'ora del tè." Chris si avvicina una formina per la sabbia, fingendo che sia una tazza.

"Principe William, questo tè è buonissimo." Poso la formina che raffigura una tartaruga, vicino al secchiello che ha appena usato come teiera, poi mi volto verso mia madre sentendo che sta tentando di trattenere una risata e la fulmino con lo sguardo. Lei tenta di tornare seria, ma poi mi volto verso la mamma di Chris, e noto che anche lei sta facendo la stessa cosa, quindi mi alzo e prendo Chris per mano.

"Vieni principe William, ti porto in un regno migliore." E così dicendo ci siamo allontanati per andare a giocare sulle piccole altalene in fondo alla spiaggia.

Non ricordo dove fossimo andati quell'anno, ma ricordo perfettamente che chiamarci William e Kate ci era piaciuto così tanto, che l'abbiamo rifatto ad ogni occasione in cui le nostre famiglie si ritrovavano insieme, anche durante la cena della vigilia di Natale di qualche anno fa.

"William, credi che ai nostri sudditi dispiacerà se li lasciamo soli?" Chris si gira dalla mia parte con il suo solito sorriso furbetto.

"Mia carissima Kate, credo proprio che saranno in grado di farcela da soli." A quanto pare, anche lui era stanco di sentire chiacchiere su chiacchiere, così ci siamo allontanati e siamo andati a giocare in camera sua ai videogames.

Amavo i videogiochi, tanto quanto un ragazzo, forse anche di più. Abbiamo passato pomeriggi interi chiusi in camera sua a giocare, e forse anche per questo, il suo sguardo quel giorno in piscina, era così strano. Forse non capiva in quale strano essere mi stessi trasformando.

"Ally, dovresti toglierti questi pantaloncini, siamo ad una festa in piscina, e sono tutti in costume lo vedi?" Non sono convinta di quello che stiamo facendo, Lexy mi ha fatto mettere questo bikini giallo, e sono certa sia stata una pessima idea.

"Lexy, ho tolto la maglietta, credo che basti, non ho comunque intenzione di farmi il bagno." Devo prendere tempo, forse la mia amica si stancherà di insistere e mi lascerà in pace.

"Chris ha bisogno di una spinta, e vederti in bikini lo farà ragionare, o gli farà perdere la testa, vanno bene entrambe le alternative." Se ne sta in piedi di fronte a me, con le mani appoggiate sui fianchi con l'aria di una che sa esattamente quello che sta facendo.

"Io e Chris siamo solo amici Lexy, perché non lo vuoi capire?" Chris è la mia roccia, non c'è stato mai un vero motivo di discussione con lui fino ad oggi, cosa che invece succede spesso con Lexy, e anche se mi capita sempre più spesso di pensare a lui in modo diverso da un semplice amico, non sono sicura che per lui sia lo stesso, e non voglio nemmeno scoprirlo. Non posso rischiare di rovinare la nostra meravigliosa amicizia.

"Sì, certo, come dici tu, ora togliti questi pantaloncini, se non vuoi farlo per Chris, fallo almeno per Danny." Mi fa l'occhiolino, poi si mette in costume, posando nella borsa i suoi shorts. "Adesso tocca a te." Mi sorride e si allontana. "Pensa a Danny..." Mi dice poi quando mi dà già le spalle.

Danny è uno dei ragazzi più carini della scuola. Alto con i capelli scuri, gli occhi verdi, e quando ride, gli spunta una fossetta sulla guancia sinistra, e sì, devo ammettere che è molto carino.

"Perché devi pensare a Danny?" La voce di Chris mi fa sobbalzare. Non l'ho sentito arrivare e mi ha colto alla sprovvista. Non riesco a decifrare la sua espressione in questo momento.

"Lascia stare, sai com'è fatta Lexy." Gli sorrido cercando di apparire normale. Non posso certo raccontargli quello che mi ha appena detto la mia amica.

Mi guardo poi un po' intorno, Chris è sempre al mio fianco, poi, non so con quale faccia tosta riesco a farlo, ma lo faccio. Porto le mie mani sul primo bottone dei pantaloncini, e lo slaccio con straziante lentezza. Con la stessa velocità, abbasso la cerniera. Riesco a vedere con la coda dell'occhio che lui non perde di vista nessun mio movimento. Allargo gli short e li faccio scivolare a terra. Non so perché sto tentando di provocarlo, forse sono sotto l'effetto dell'uragano Lexy, non è da me fare queste cose, ma lui resta lì, impietrito da ogni mio movimento, ed è incredibile la sensazione che provocano i suoi occhi su di me, che salgono da dove sono caduti i pantaloncini, lungo le gambe. Mi sta guardando come se volesse mangiarmi, e io non mi sono mai sentita meglio di così. Forse Lexy ha ragione. Improvvisamente però, la magia svanisce.

"Chris, vieni a fare una partita con noi?" Danny è qui, e sta parlando con Chris.

"Sì andiamo." Lo prende per un braccio, e lo allontana in maniera talmente veloce che per poco non finivano in acqua.

"Potresti essere un po' meno trasparente? Voglio dire sono qui con te, e non fai altro che pensare a lui." Non è veramente offesa, ma so che comunque ha ragione.

In quest'ultimo periodo, dopo gli ultimi avvenimenti, nella mia testa c'è solamente lui. Ho avuto anche serie difficoltà a concentrarmi nello studio, ma ora sto per laurearmi, e ho più tempo da dedicare alla mia vita.

"Stavo sorridendo di nuovo?" Sono sicura che lo stessi facendo.

"Come un ebete." La mia amica si sta divertendo a prendermi in giro. "A cosa stavi pensando stavolta?"

"Ti ricordi la festa in piscina?" A quelle parole, lo sguardo di Lexy si illumina.

"Me la ricordo eccome."

È tutto il pomeriggio che non lo vedo. Mettermi questo bikini non ha dato il risultato che sperava la mia amica, perché Chris è scomparso subito dopo avermi vista. Non ho più voglia di stare qui, Lexy ha trovato compagnia, quindi la saluto e vado a cercare Chris, mi ha detto che mi avrebbe riportata a casa. Lo trovo seduto a parlare con Brooke, sono uno a fianco all'altro, lei ha il suo braccio sul fianco del mio amico. Non sento quello che si stanno dicendo, e nemmeno mi interessa saperlo. Sento come una stretta allo stomaco alla visione di loro due così vicini, quindi infilo di nuovo i miei pantaloncini, e mi allontano di lì decisa ad andarmene a casa prima di scoppiare a piangere davanti a tutti.

Non so perché ci sono rimasta così male, dopotutto lui è libero di fare quello che vuole, ma lo sguardo che mi aveva regalato solo qualche ora prima, mi aveva illuso che avrei potuto piacergli, ma alla fine mi sono detta che forse è meglio così. Noi siamo amici, ottimi amici, qualsiasi altro tipo di rapporto tra di noi potrebbe rovinare tutto.

Con una camminata insolitamente molto veloce per me, sono quasi arrivata a casa ormai, quando sento la sua voce.

"Ally!" Mi giro e vedo che sta correndo verso di me.

"Ehi che succede?" Mi sono preoccupata avendolo visto correre in quel modo.

"Perché sei andata via senza chiamarmi? Sai che non mi piace quando vieni a casa da sola." Mi dice una volta che mi ha raggiunta. Non so se mi stia sgridando e se si sia preoccupato.

"Ho visto che eri in compagnia e non volevo disturbarti." Le parole mi sono uscite troppo velocemente, non sono riuscita a trattenerle, con un tono di voce che non mi appartiene.

"Mi hai visto con Brooke?" Sì, la biondona ossigenata super sexy, ma è meglio se sto zitta prima di peggiorare la situazione. "Sei gelosa Ally?" Perché Chris ha quell'espressione così divertita?

"Non sono gelosa, sei libero di parlare con chi vuoi." È davvero la mia voce quella che sta uscendo dalla mia bocca? Perché non riesco a controllarla?

"Ally, non hai niente di cui essere gelosa." Continua ad avere quel sorriso, come se mi stesse prendendo in giro. "E se ti consola... sono stato anch'io geloso oggi sai?" Lo guardo senza capire di cosa stia parlando. Probabilmente si rende conto della mia espressione confusa, perché subito dopo mi spiega il perché. "Ero geloso di Danny..." Chris è troppo vicino a me adesso, e la sua voce sembra diversa. Alza le mani fino all'altezza del mio viso, le poggia sul collo, e accarezza con i pollici le mie guance. Sono pietrificata dal suo sguardo, da quell'azzurro così luminoso, e dalla sensazione delle sue mani sul mio volto.

Non so cosa stia aspettando, non so nemmeno io cosa sto aspettando. Dovrei allontanarmi subito, prima che succeda un disastro, prima di non poter tornare più indietro, ma non riesco a farlo. È come se i suoi occhi mi tenessero incollata alla strada, rendendomi incapace di muovermi. Non so per quanto tempo rimaniamo così, so solo che lui, lentamente, avvicina il suo viso al mio, poi non vedo più niente e sento soltanto le sue labbra sulle mie.

Dovrei respingerlo, ma non riesco a fare altro che assecondare ogni suo movimento, e mi dimentico ogni paura, ogni incertezza, ogni timore, perché riesco solo a sentire la sensazione che mi sta regalando questo bacio. Il mio primo bacio.

Quella sera sono scappata.

Sono scappata da lui lasciandolo in mezzo alla strada senza dargli nessuna spiegazione.

Sono scappata di casa dicendo a mia mamma che avrei dormito da Lexy. So che mia madre mi avrebbe letto in faccia ogni cosa, e non volevo parlarne con lei.

E sono scappata da me stessa, e dai sentimenti che provavo per Chris.

Ho chiamato la mia amica, la quale mi ha ospitato più che volentieri. Inizialmente mi ha lasciato stare, ma poi ha voluto sapere ogni cosa, e non ho potuto evitare di raccontarle tutto. Lexy ha sempre insistito sul fatto di lasciarmi andare con lui, mentre io sono sempre stata completamente terrorizzata di perdere il mio meraviglioso amico.

Dopo quella sera ho iniziato ad evitare Chris. Ero troppo imbarazzata per affrontarlo e non sapevo come dirgli che non dovevamo incasinare le cose, avremmo dovuto rimanere solo amici.

Non voglio sentire niente. Sono sul mio letto sdraiata con le cuffiette nelle orecchie e gli occhi chiusi. Non dovrei ascoltare i Lifehouse, dato che ogni loro canzone mi parla di lui, ma non riesco a smettere. È passata una settimana ormai da quando sono corsa via da Chris. Lui non ha smesso di cercarmi, ed io non ho smesso di evitarlo.

Ad un tratto sento il materasso abbassarsi, segno che qualcuno si è seduto accanto a me. Chiunque sia non l'ho sentito entrare a causa del volume della musica troppo alto. Sono sicura che sia mamma, ultimamente sono stata molto sfuggente anche nei suoi confronti. Farò finta di dormire, magari se ne andrà. Sento che mi sfila una cuffietta, ma non mi muovo. Mamma va via ti prego, non ho voglia di parlare.

Poi sento una mano sul mio viso, ma non è quella di mamma.

"So che non stai dormendo Ally." Il solo sentire la sua voce mi fa rendere conto di quanto mi sia mancato. "Quindi apri gli occhi e smettila di evitarmi." Sospiro profondamente poi apro gli occhi e lo guardo. Lui sorride sempre, anche adesso che dovrebbe essere arrabbiato con me. "Mi sei mancata Ally." Mi alzo e mi metto a sedere sul letto a gambe incrociate.

Ogni volta che pronuncia il mio nome sembra renderlo più bello, e mi scalda il cuore.

"Mi sei mancato anche tu Chris." Più di quanto sia disposta ad ammettere anche con me stessa.

"Allora smettila. Questa cosa di scappare non funziona, né per te, né per me." Prende la mia mano nella sua e con l'altra si allunga verso il mio comodino. "Ti ho portato una cosa." Mi porge due bastoncini di liquirizia alla fragola, e sorrido senza nemmeno accorgermene.

Metto subito in bocca la caramella, lui sa sempre come conquistarmi.

"Adesso possiamo parlare?" Ed ecco le uniche parole che non volevo sentire. Lo guardo portarsi la caramella alla bocca, e il ricordo di quel bacio si impossessa di me. Ho voglia di baciarlo ancora.

"Di cosa vuoi parlare Chris?" Allyson lui è tuo amico, Allyson lui è tuo amico, Allyson lui è tuo amico, se lo ripeto tante volte forse funzionerà.

"Voglio sapere perché sei scappata quando ti ho baciata. Sono stato così terribile?" Chris riesce a far sembrare semplice qualunque cosa, in realtà quella terribile sono stata io.

"Non è colpa tua Chris, è che forse dovremmo lasciare le cose come stanno." Non riesco a guardarlo negli occhi mentre gli dico queste cose, e cerco di concentrarmi sulla caramella che ho in mano.

"Le cose come stanno non mi piacciono, perché al momento tu non mi parli. Non riesci nemmeno a guardarmi. A me quel bacio è piaciuto, non ho fatto altro che pensarci in questi giorni. Io non riesco più a pensare a te come un'amica, ma questo succedeva già prima che ti baciassi." La sua sincerità è disarmante e faccio fatica anche solo a pensare a frasi di senso compiuto. "Allyson, vorrei che fossi la mia principessa Kate." Devo dirgli di no, devo farlo per la nostra amicizia.

"Siamo stati bene fino ad ora, perché rischiare un disastro?" Non voglio perderlo.

"Perché saremmo un meraviglioso disastro." A quel punto non riesco a dirgli di no, non voglio. Si avvicina e mi bacia per la seconda volta. Stavolta però non lo respingo, non scappo, mi lascio baciare e mi rendo conto di quanto io abbia bisogno di lui.

Quella è stata la nostra estate, la più bella di tutta la mia vita fino a quel momento.

Chris mi faceva sentire speciale, e non avevamo bisogno di niente per stare bene, l'unica cosa che ci serviva era la presenza dell'altro. Abbiamo evitato tutti, lui non andava più alle partite di baseball con gli amici, ed io ho praticamente cancellato Lexy dalla mia vita. Non la ringrazierò mai abbastanza per essere sempre stata così comprensiva con me.

Ma abbiamo vissuto dentro ad una bolla di sapone, che il rientro a scuola ha fatto scoppiare. Il liceo ha portato molte insicurezze in me, e anche se Chris ha tentato in ogni modo di rassicurarmi, ormai le mie paranoie avevano preso il sopravvento.

Lui diventava ogni giorno più carino, e aveva molte ragazze che gli ronzavano intorno. Man mano che il tempo passava mi sentivo sempre più inadeguata nei suoi confronti, e quando a scuola arrivò Kim, per me fu l'inizio della fine.

"Allyson, cosa ti sta facendo preoccupare?" Lexy deve aver notato la mia espressione contrariata. La mia amica c'è sempre per me.

"So che non dovrei, ma stavo ripensando a Kim." Anche lei adesso ha la mia stessa espressione. Sento che sta per rimproverarmi.

"Ally, manca poco più di un'ora al nostro arrivo, togliti quel broncio dalla faccia." Ha ragione, so che ha ragione, ma il pensiero di Kim è sempre riuscito a mettermi di cattivo umore.

È entrata nelle nostre vite, proprio nel momento in cui ero più vulnerabile. Il confronto con le altre ragazze mi aveva messo in una crisi tale da rendermi incapace di reagire. Ho iniziato ad allontanare Chris, ero convinta che lui sarebbe stato meglio senza di me, e inizialmente lui ha cercato di starmi vicino il più possibile, poi si è probabilmente rassegnato alla mia follia, e ha iniziato a frequentare altre persone, Kim compresa.

Gli anni del liceo sono stati un continuo di alti e bassi fra me e Chris. Quando non ero in crisi profonda, riuscivamo ad essere amici, a volte anche più che amici, ma poi tornava il senso di inadeguatezza e di conseguenza la mia voglia di allontanare tutti, ed era in quel momento che Kim tornava all'attacco con Chris.

Lui è sempre stato fin troppo tollerante e paziente nei miei confronti, anche se la maggior parte delle volte non lo meritavo, ma lui c'era sempre per me, persino il giorno del ballo di fine anno.

"Sei bellissima." La voce di mia mamma mi distoglie dai pensieri che continuano a vorticare nella mia testa.

"Grazie." Tento di sorridere, ma mi esce solo una specie di smorfia.

"Vedrai che le cose con Chris si sistemeranno." Le sorrido, ma non le rispondo. Ormai non sono più sicura che il rapporto tra me e Chris possa tornare quello di una volta.

Stasera ci sarà il ballo di fine anno, il mio accompagnatore è Danny. Usciamo insieme da un po'. La mia intenzione era quella di distrarmi dal pensiero di Chris insieme a Kim, ed inizialmente ha funzionato. Poi, anche la distrazione temporanea non bastava più.

So che sono stata io a spingerlo tra le braccia della biondona, ma questo non vuol dire che la cosa mi faccia soffrire meno. E so anche che non avrei diritto di avere certi pensieri su di lui, ma vorrei che ci fosse Chris stasera con me.

"È arrivato!" Mio papà ci richiama da sotto.

"Non sei obbligata ad andare se non ti va." Il sorriso amorevole di mia madre mi fa quasi commuovere. Forse è meglio se mi sbrigo prima di far finire in disastro la serata che non è ancora cominciata.

"Va tutto bene mamma." Provo a rassicurarla, ma ho il presentimento che farei meglio a rimanere a casa.

Danny è all'ingresso, accanto a mio padre, ed entrambi mi sorridono. È davvero bellissimo nella sua giacca scura. Per un attimo sorrido anch'io mentre scendo le scale con il mio vestito azzurro, poi la mia mente torna a lui, e faccio davvero fatica a mantenere il mio sorriso.

Stare con Danny è facile. Nessuno dei due ha pretese sul nostro rapporto, non voglio niente da lui se non la sua compagnia, e sono sicura sia la stessa cosa per lui. Non mi ha mai dato l'impressione che provasse qualcosa per me, ma va bene così. Alla fine sto con lui per non pensare a Chris, anche se la maggior parte delle volte questa idea non funziona come dovrebbe. Ad esempio come stasera. Danny è al volante della sua auto, ma nessuno dei due parla, e una volta arrivati a destinazione, dopo aver passato con me poco meno di un'ora sparisce per un tempo che non so quantificare.

Tutto sommato, la serata è andata abbastanza bene, se non contiamo che ho visto lui baciare la bionda un paio di volte, ma mi ripetevo che è quello che lui vuole e devo farmene una ragione. Manca ormai poco più di mezz'ora per tornare a casa, e non riesco a trovare il mio accompagnatore da nessuna parte. Ha detto che andava a prendere da bere, ma è praticamente sparito. Mentre giro fra i ragazzi che ancora stanno ballando, mi ritrovo verso l'uscita, ed è in quel momento che lo vedo.

Danny è con una ragazza bionda, sono entrambi in piedi in penombra, lui le sta addosso, la schiena di lei è contro il muro e la sta baciando come non ha mai fatto con me. La scena di per sé non mi provoca dolore, non m'importa niente di Danny, ma quello che vedo, fa tornare prepotente in me, lo stesso senso di inadeguatezza che ancora non mi abbandona. Lui la desidera, è evidente da come la stringe a sé, e quando poi si staccano, e la riconosco, mi rendo conto che avrei dovuto dare ascolto al mio istinto, e stare a casa. È Kim, sempre Kim, la bellissima Kim.

A quel punto non ha più senso stare qui. Attraverso la palestra della scuola a passo veloce per andare a recuperare la mia giacca, poi esco per chiamare mio padre che mi venga a prendere. Gli ho detto che non mi sono sentita bene, volevo andare a casa prima del previsto, e non ho chiesto a Danny di accompagnarmi per non rovinargli la serata.

Sono seduta sul muretto quando lo sento arrivare.

"Che succede Ally?" Non mi rivolgeva la parola da più di un mese, ed è come se sentissi la sua voce per la prima volta.

"Niente, sto aspettando mio padre per tornare a casa." Non riesco a guardarlo in faccia, il mio sguardo rimane rivolto verso il basso.

"Ti accompagno io." Ho provato ad insistere che forse non era il caso, ma non ha voluto sentire ragioni, quindi ho chiamato mio padre e gli ho detto che stavo tornando con Chris.

Il tragitto fino a casa è stato breve e silenzioso, è talmente tanto tempo che non ci parliamo che ogni cosa da dire mi sembra banale e stupida. Non voglio ridurmi a parlare del tempo con lui. Una volta arrivati davanti casa, si ferma e parcheggia, e nel momento in cui faccio per scendere dalla macchina, lui afferra il mio polso "Aspetta..." è poco più di un sussurro, ma l'ho sentito.

"Cos'è successo stasera? Perché stavi scappando?" Richiudo lo sportello della macchina e mi giro verso di lui.

"Non stavo scappando, volevo solo tornare a casa." Sto per essere attirata un'altra volta dall'azzurro dei suoi occhi, e stavolta non ho scampo.

"Allyson non fingere, non con me. Cosa ti ha fatto Danny?" Sono un libro aperto, soprattutto per lui, ma non voglio raccontargli quello che ho visto, non adesso almeno.

"Non voglio parlare di Danny..." Sono nella sua macchina, con lui, e stiamo parlando di nuovo, non voglio che nessun altro sia presente in questo momento.

"E di cosa vuoi parlare?" Ecco il sorriso che mi è mancato da morire, quel sorriso che aggiusta sempre il mio cuore spezzato.

"In realtà non voglio parlare." Voglio solo rimanere a guardarlo, ma lui sembra non essere della stessa idea.

Mette un cd nell'autoradio, e parte "You and me" dei Lifehouse. (L'ho già detto che lui sa sempre come conquistarmi?) Poi scende dall'auto, fa il giro fino ad arrivare al mio sportello, lo apre mi porge la mano, io l'afferro e mi aiuta a scendere, si abbassa e mi sfila le scarpe. Mi tira a sé, ed iniziamo a ballare nel giardino di casa mia. "Voglio che tu sia la mia principessa Kate." Le sue parole arrivano dalle sue labbra in un sussurro direttamente al mio orecchio, ed io mi sento stordita, e riesco a rispondere in un solo modo.

"E io voglio che tu sia il mio principe William."

Siamo stati di nuovo inseparabili per tutta l'estate. Niente più Danny, o Kim, o chiunque altro, e sembrava che andasse tutto per il meglio. Ma probabilmente non era ancora il momento giusto per noi, o forse io non ero abbastanza matura, perché una volta partita per New York per il mio corso di giornalismo, le cose sono precipitare ancora tra me e Chris.

Sono seguiti altri anni di tira e molla, non riuscivamo a stare lontani per troppo tempo, e nemmeno troppo vicini. Ricordo perfettamente luglio dell'anno scorso, ero tornata a casa per le vacanze estive. Non lo vedevo da almeno sei mesi, e un giorno sono entrata in un bar dove Lexy mi aveva dato appuntamento. Non sapevo che lui lavorasse lì per il periodo estivo, ma col senno di poi credo che la mia amica ne fosse a conoscenza. Ricordo ancora la sua espressione nel momento in cui mi ha vista entrare.

"Bentornata." Il sorriso di Chris, la cura di tutti i miei problemi.

"Ciao." Sono a disagio, non mi aspettavo assolutamente di trovarmelo così vicino. Vedo che si allontana un attimo, parla con un tizio che sta dietro il bancone, poi si toglie il grembiule e si viene a sedere al mio tavolo.

"Ho chiesto dieci minuti di pausa." Mi sembra che tutte le parole siano sparite dalla mia testa. "Come stai?" Dovrei rispondergli che ora che l'ho visto sto bene, ma mi limiterò alla seconda parte del mio pensiero.

"Tutto bene, e tu?" Ti prego, dammi la forza per non cadere nel banale!

"Ora meglio." C'è molto più di questo nel suo sorriso.

"Lavori qui adesso?" Mi rendo conto che è troppo tempo che non ho notizie di lui. Credevo che non pensare a lui fosse la cosa giusta da fare, ma ora che è qui davanti a me, so che non potrò mai fare a meno di lui. Mai.

"Sì, per tutta l'estate, cerco di aiutare i miei genitori a pagarmi gli studi." Il suo sguardo sembra voglia scavarmi dentro. Ho bisogno di parlare ancora, non posso soffermarmi ai suoi occhi.

"Come ti vanno le cose?" Le domande escono fuori da sole, è come se avessi bisogno di sapere ogni cosa che lo riguarda.

"Te l'ho già detto... ora meglio." Se possibile, il suo sorriso è sempre più ampio, ed io devo trovare qualcosa di più intelligente da dire.

"E il tuo corso di psicologia?" Ho sempre pensato che sarebbe stato un ottimo psicologo.

"Alla grande." Non riesco a fermarmi dal continuare a fargli domande, soprattutto perché ho paura che lui possa dire cose che non sono ancora pronta a sentire.

"I tuoi genitori? È tanto che non li vedo." Che domanda scontata! Ma non importa, è pur sempre una domanda.

"Stanno bene." Chris non smette mai di sorridere, e alla fine contagia anche me. "Posso farti io una domanda adesso?" Lo guardo, incapace di rispondere a quella semplice richiesta. "Hai da fare stasera?"

In quel momento il nostro rapporto ha preso una nuova piega. Per una volta ho seguito l'istinto e mi sono lasciata andare. Forse avevo raggiunto la maturità necessaria per affrontare me stessa, e ammettere che io amavo Chris, l'ho sempre amato, e sono certa che questo sentimento non cambierà mai.

Da quel giorno le cose tra noi sono cambiate totalmente, ed è tutto merito suo. Prima cosa, avevo iniziato a pensare che ci fosse finalmente un noi, non un io non adatta a lui. Ho smesso di farmi problemi, ho smesso di essere confusa, ho smesso di perdermi nei meandri della mia mente. Avevo semplicemente iniziato a vivere il mio rapporto con lui fino in fondo, assaporando ogni attimo, ogni parola, ogni gesto, cercando di dargli tutto quello che merita, perché lui non mi ha mai abbandonata, nemmeno quando non ci parlavamo.

È sempre corso da me, ogni volta in cui ne ho avuto bisogno, come due settimane fa. Ero particolarmente in crisi perché la sua mancanza era troppo forte da sopportare. Non gliel'ho detto, ma lui l'ha capito comunque, e il giorno dopo era davanti alla porta dell'appartamento che io e Lexy abbiamo preso in affitto a New York.

"Vado io!" Qualcuno ha bussato alla porta mentre sono sdraiata sul divano leggendo il libro che mi ha regalato Chris. Lexy sta preparando la cena, è il suo turno. Ma quando apro la porta resto immobile, senza riuscire nemmeno a respirare.

Jeans scuri e maglioncino blu, con la coda dell'occhio vedo che ha qualcosa in mano, ma non riesco a distogliere lo sguardo dai meravigliosi e brillanti occhi azzurri del mio Chris.

"Ciao." La sua voce, e il suo sorriso, mi fanno innamorare di lui ogni volta. Poi riesco a guardare quello che tiene nella mano sinistra. È un'orchidea bianca, il mio fiore preferito, lui ovviamente se ne ricorda. A dire la verità, si ricorda sempre tutto quello che mi riguarda. "Posso entrare?" Rido come una stupida, perché sono rimasta imbambolata a guardarlo lasciandolo sul pianerottolo.

"Lexy, abbiamo ospiti!" Lo faccio entrare, chiudo la porta alle mie spalle e prendo l'orchidea dalla sua mano. A quel punto noto che c'è un biglietto. Poso il fiore sul mobiletto all'ingresso e leggo quello che mi ha scritto.

"Grazie per i ricordi che ho di te, grazie per i ricordi che avrò di te.

Grazie per essere nella mia vita.

Grazie per essere la mia principessa Kate.

Chris"

Alzo lo sguardo su di lui che è rimasto fermo a guardarmi. Credo di avere gli occhi lucidi per la felicità, poi si avvicina di più a me e sempre guardandomi dritta negli occhi, fa esplodere il mio cuore. "Ti amo Allyson."

E quando sento la sua mano sul mio viso, non riesco più a trattenere le lacrime, lo abbraccio, affondando il viso nel suo collo. È la prima volta che me lo dice, e io credo di non aver mai provato gioia più grande di questa.

Quel giorno ero talmente scossa che non mi sono resa conto di averlo lasciato tornare a casa senza avergli detto che anche io lo amavo, ed è quello che ho intenzione di fare oggi. Non potevo dirglielo per telefono, perché volevo guardarlo negli occhi mentre avrei pronunciato quelle parole. Non posso più aspettare.

"Siamo arrivate." Lexy si alza per recuperare il suo bagaglio, ed io faccio lo stesso.

Mi sono convinta che quello che proviamo l'uno per l'altra vale la pena di essere vissuto. Una volta scesa dal treno, so che lui è qui, che mi sta aspettando. E, una volta dispersa la folla, lo vedo al fondo del binario e non riesco ad aspettare un secondo di più. Lascio cadere a terra la mia valigia e gli corro incontro, stringendolo poi in un abbraccio stritola ossa. Ho bisogno di lui nella mia vita, e voglio che lo sappia.

"Ti amo principe William." E lo bacio trasmettendogli tutta la passione e tutto l'amore che provo per lui.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MonicaX1974