“Quindi vi siete baciati
e l’hai portata alla foresta dei Nara. Certo che la tua dichiarazione è stata
parecchio deludente, Shika.”
“Ino, odio quando entri
nella mia testa e vedi i miei ricordi o i miei pensieri.”
“Non è colpa mia se sei
un libro aperto per me. E poi sei parecchio suscettibile in questo periodo e
fumi troppo. Temari non sarebbe felice di questo, lo sai che odia il fumo.”
“Temari non è qui,
adesso.”
“Ma il summit sarà fra
pochi giorni. Sei nervoso per quello che ti dirà?”
“Tu che dici?”
La Yamanaka guardò il
suo amico, sorridendo divertita. Non erano molte le volte che l’aveva visto
così preoccupato per qualcosa. Erano poche le persone che sapevano della
relazione “segreta” con Temari e molti avevano capito qualcosa per via di
quelle mani intrecciate al matrimonio di Naruto, ma non c’era mai stato
qualcosa di ufficiale.
“Shika, secondo me
dovresti stare tranquillo. È chiaro come la luce del sole che Temari ricambia i
tuoi stessi sentimenti, nello stesso identico modo.”
“E come puoi esserne
così certo che…”
“Accetterà? Cos’è che ti
ha detto nella foresta?”
“Che mi avrebbe dato
risposta al prossimo summit?”
“La frase dopo.”
“Che gioco sporco?”
“Mettiti nei suoi panni
per un momento. È la sorella del Kazekage e il suo braccio destro, nonché anche
guardia del corpo, ambasciatrice del suo Villaggio. Fare una scelta come quella
che le hai messo davanti non è facile.”
Shikamaru guardò i suoi
amici, sospirò, e li salutò, diretto verso casa. Non sapeva cosa pensare di
tutto quello che era successo. Anche se loro gli dicevano di non preoccuparsi,
che sarebbe andato tutto bene, c’era sempre qualcosa che metteva in discussione
tutto. In questo caso una seccatura dai capelli biondi e che abitava a tre
giorni di viaggio.
Ma perché, fra tutte, mi sono scelto una
seccatura di un altro villaggio?
“Sono a…”
“Era ora, Shikamaru
Nara! Perché non sei andato a prendere Temari-sama al suo arrivo?”
Eh?
Sbatté gli occhi più
volte, non credendo a quello che aveva davanti agli occhi. Sua madre era seduta
al tavolo della cucina e di fronte a lei stava…
“Temari…”
“Vedo che ti ricordi
come mi chiamo, Nara.”
Gli sorrise, stando ben
attenta a non farsi vedere da Yoshino, annuendogli alla muta domanda che poté
leggere negli occhi del suo ragazzo. Shikamaru sentì indistintamente qualcosa
sciogliersi nel petto, ritrovandosi a sorridere anche lui.
“Si può sapere per cosa
stai sorridendo Shika-…”
“Mamma, devo parlarti.”
Con pochi e veloci passi
arrivò verso di loro, sedendosi accanto a Temari e guardando intensamente sua
madre. Yoshino non era stupida, ed era sua madre, lo conosceva come le sue
tasche.
“Mamma, io e Temari
stiamo insieme.”
“Finalmente! Quanto
ancora volevi aspettare per dirmelo?”
“Tu lo sapevi?”
“Tuo padre mi aveva
detto che guardavi in modo diverso una ragazza. Non c’è voluto molto a capire
che anche tu eri stato colpito dalla maledizione dei Nara.”
Voltandosi verso Temari,
però, il suo sguardo si addolcì appena.