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Autore: hymnftwe    30/09/2017    0 recensioni
Ti ho fatta andare via? Bene, so cosa dirai
Dici "Oh, cantane una che conosci"
Ma ti prometto questo
Ti proteggerò sempre
Questo è quello che farò
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pranzammo in un giardinetto poco distante dall'ingresso in città, poi un briciolo di agitazione sfiorò gli occhi di Nick alla vista del cartello di benvenuto. Come poteva essere un Benvenuto? Per lui, in quel momento, doveva soltanto essere un "Benvenuto nel tuo ultimo sforzo prima dell'Addio". Lasciai la guida a Nick in modo da raggiungere facilmente il tribunale; quella città mi appariva eternamente grigia. Forse per quello che rappresentava per lui, forse per quello che rappresentava per una straniera alle prese con un cielo del tutto diverso, un senso di angoscia mi travolse. Le strade si rincorrevano ed intrecciavano a dismisura, le macchine sfrecciavano puntando il primo posto in coda, la folla si faceva spazio tra la folla. Guardai Nick osservare la zona con indifferenza, per lui tutto questo era solo un Bentornato; poi accostò di fronte un'immensa scalinata di marmo, dietro una grande fontana che ostacolava la vista. "Ti aspetto in macchina" lo guardai. Entrare con lui sarebbe stato troppo per entrambi, o soltanto per me. Si appoggiò al finestrino dopo aver lasciato la guida e mi guardò. "Vieni, non ci vorrà molto" e io lo seguii, scrutando i suoi passi e la fiducia che aveva in me.

Un uomo elegante ci accolse dentro una piccola ma formale stanza, grigia e nera, come l'atmosfera che si respirava.
"Nicholas" sorrise, sistemandosi sulla sedia dietro la scrivania. Sembrava cordiale.
"Buongiorno" e le parole di Nick sudavano il desiderio di porre una parole FINE. "Dove devo firmare?"
Lo guardai cercando di tranquillizzare quel poco che restava della sua lucidità.
"Ecco" disse l'uomo, assumendo un'espressione indecifrabile. "Non potevo parlarne per telefono, ma c'è stato un problema con le carte, dobbiamo aspettare domani" disse tutto d'un fiato. Silenzio.
Nick restò immobile, io restai immobile, l'uomo mosse una mano per avvalorare le sue parole; aveva paura di qualsiasi reazione.
"Stai scherzando" disse Nick, senza alcun tono interrogativo.
"No, mi dispiace" lo guardò visibilmente con le mani legate. "E' solo un giorno"
"Solo un giorno?" Nick iniziava a seminare dietro di sè la razionalità. "Devo dare un esame domani pomeriggio, perchè Si, io ho una vita" e buttò fuori la sua rabbia.
L'uomo sospirò. "Torno subito"e si alzò, per poi lasciare la stanza.
Mi sporsi verso Nick avvicinando la sedia alla sua. "C'è un appello dopodomani, puoi posticipare l'esame". Per la prima volta la mia voce fu dominata dalle insicurezze. Vederlo così mi colpiva a calci nello stomaco. Vederlo così mi faceva sentire il peso di quel masso. Vederlo così mi faceva sentire inutile.
Mi guardò, e i suoi occhi si tranquillizzarono per qualche secondo. "Lo so, ma non mi va di trascinarti in questa storia. Ti riporto a casa" era deciso.



 
   
 
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