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Autore: Violetta_    01/10/2017    3 recensioni
(Rye, Bourbon, Scotch protagonisti)
***
- Alla buon'ora Rye. Akemi non ti voleva lasciare andare? -
Il ragazzo assottigliò gli occhi rivolgendogli uno sguardo rabbioso.
Non apprezzava che si parlasse della sua ragazza in quel modo, francamente non apprezzava che il suo nome uscisse dalla bocca di uno di loro, anche se era inevitabile dato che era riuscito ad entrare nel giro proprio grazie a quella relazione.
*
(Dal capitolo 4)
Ci sono momenti nella vita in cui si impongono delle scelte decisive: O una o l'altra. Niente vie di mezzo.
E quelle scelte determinano la tua persona in modo indelebile.
*
(Il capitolo 8 presenta piccoli spoiler sul manga)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Rei Furuya, Shuichi Akai, Tooru Amuro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le fanfiction alcoliche'
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Bourbon










Quella mattina Bourbon si svegliò con una tale avversione al lavoro che faticava persino ad aprire gli occhi.
Quando finalmente si decise a dare segni di vita, la prima cosa che vide fu il tetto grigiastro, sporco e con qualche chiazza di muffa, dello squallido ed anonimo motel dove alloggiava.

Il sole era sorto da qualche minuto ed i raggi illuminavano la stanza spoglia nonostante le orribili tende marroncine fossero tirate.

Il grigio lenzuolo di stoffa scadente era scivolato durante la notte per via del suo sonno agitato ed adesso gli copriva a malapena le gambe ed i fianchi lasciandolo completamente a petto nudo.


Mise le mani dietro la nuca e sospirò.




Quanto detestava quel lavoro.



No non tanto il lavoro. Fingere di essere un criminale, indagare, escogitare piani per fini subdoli non lo infastidiva più di tanto, anzi a tratti era anche esaltante.



Più che altro detestava la compagnia.



Gin era una crudele e malsana parodia di essere umano, e se almeno a lui riconosceva una certa attitudine al comando, al suo secondino, a Vodka, non riconosceva il minimo pregio.

Al massimo lo considerava la parodia di uno zerbino.


Poi c'era
lei.


Quell'esaltata e volgare donnicciola.


Ultimamente si era ritrovato a farle da spalla sempre più spesso e da quanto aveva capito non era una coincidenza: era ufficialmente in prova per diventare il suo secondino.

Digrignò i denti e storse il naso.

Doverla sopportare giorno dopo giorno stava mettendo a dura prova i suoi nervi: con quell'atteggiamento da prima donna, quel modo di fare spavaldo ed arrogante.

Quanto gli mancavano Date e Matsuda, con loro si che ci si divertiva.
Erano così belli i tempi dell'accademia di polizia, si sgobbava tanto ma la compagnia era piacevole e molto meno pericolosa.

Beh almeno era con Scotch.



Santo ragazzo, era merito suo se non era ancora uscito fuori di testa.



Inspirò a fondo ed espirò con la bocca sbuffando visibilmente.



Ok. Basta oziare.



Si mise a terra facendo qualche flessione, giusto per riattivare la circolazione, poi si tolse i boxer -
rosa - e si infilò dentro la doccia.

Mentre l'acqua ghiacciata di quel doccino scassato contribuiva a farlo svegliare del tutto, avvertì che la sua apatia si era trasformata in vera e propria incazzatura.
Poggiò il palmo di una mano sulla piastrella verdina e fissò distrattamente le gocce che scorrevano lungo la sua mano ed il suo braccio.

Si ritrovò a pensare al passato.

Se non fosse stato per Elena non avrebbe mai accettato quella vita.



Elena...


Forse l'unica donna nella sua vita per cui aveva provato del vero affetto.
Quel dolce e bellissimo angelo che gli aveva fatto comprendere che il mondo è un posto difficile, ma grazie all'impegno ed alla determinazione le cose possono migliorare.

La bellezza c'è ma è nascosta, si deve faticare per trovarla. Però se si ci riesce la soddisfazione è ancora più grande.

E lui faticava, si impegnava. Si impegnava da anni ormai.

Si morse l'interno guancia e diede un pugno contro il muro.




Quando diavolo sarebbe finita?




*




Uscì dalla doccia con un asciugamano avvolto intorno alla vita ed i capelli ancora completamente bagnati, alcune goccioline gli scivolavano dalle ciocche bionde per andare a posarsi sul petto e poi scorrere lentamente verso il basso.

Aveva aperto il cassettone del comò di fronte al letto in modo da prendere degli abiti puliti quando udì suonare il suo cellulare.

<< Pronto? >>
<< Ehi Bourbon ti conviene sbrigarti. C'è uno strano movimento in giro >>


Il suo collega aveva un tono di voce strano.

<< A quanto pare c'è un nuovo membro nell'equipe di ricerca delle droghe e veleni >>
<< Ok e allora? >>


Non era strano che cercassero dei nuovi membri: da quando le due punte di diamante della squadra erano scomparse, cercavano di reclutare sempre più persone ma nessuno si era ancora dimostrato alla loro altezza.

Il collega fece una lunga pausa.

<< È appena arrivata dagli Stati Uniti e Gin l'ha puntata >>

C'era sempre puzza di bruciato quando Gin si interessava a qualcuno.



Un momento...



<< Come si chiama? >>
<< Chi? >>

Roteò gli occhi al cielo imprecando mentalmente.

<<
Il nuovo membro nell'equipe di ricerca ecco chi >>
<< ... Non lo so >>

Ringhiò.


<< Che aspetto ha? >>
<< Non lo so, la tengono sotto stretta sorveglianza >>

Sospirò affranto.

<< …però a quanto pare è figlia di uno scienziato che prima lavorava per loro >>

Bourbon fu colto da una potente scarica elettrica.

Stette in silezio un pugno di secondi per riflettere.



Merda.


<< Arrivo subito >>




*




Eccola lì.
Per tutti i kami somigliava in maniera incredibile ad Elena.
Aveva persino lo stesso atteggiamento mentre lavorava.

Sentì un nodo alla gola.

Era una bambina.

Preparatissima, con una capacità di analisi straordinaria, un autentico prodigio, ma comunque una bambina.
Ci navigava in quel camice bianco da laboratorio ed arrivava a malapena al piano di lavoro.



Santo cielo come potevano quei mostri usare in quel modo una creatura così innocente senza farsi il benchè minimo scrupolo?



Notò Gin in un angolo della stanza, immobile nella penombra. La teneva d'occhio mentre lei digitava qualcosa al computer.

Strinse le mani a pugno e digrignò i denti.

<< Babbon... >>

Riconobbe la voce mielosa di Vermouth e chiuse gli occhi un paio di istanti prima di voltarsi mostrando un atteggiamento neutro.

<< Si? >>
<< Che stai facendo? >>

Lui chinò il capo e chiuse gli occhi mostrando un mezzo sorriso.

<< Ho saputo che c'era movimento oggi e ho voluto dare un'occhiata. Sai che sono curioso >>

La donna incrociò le braccia al petto facendo risaltare la scollatura della maglia nera e spostò lo sguardo verso il vetro che dava sul laboratorio. Non appena vide al suo interno ebbe un impercettibile tic all'occhio ma Bourbon se ne accorse.

<< Non è importante. È una semplice ricercatrice >> disse con tono sprezzante.
<< Quanti anni ha? >> domandò lui con fare noncurante ma continuando a fissarla.
<< Abbastanza per rimediare alle disgrazie del passato >> soffiò la donna con tono velenoso per poi umettarsi le labbra subito dopo << Abbiamo un compito da svolgere. Ti do i dettagli in macchina. Andiamo >> proseguì poi con un tono più pacato ma severo.

Lui si voltò ed annuì.

<< Ok >>

Mise le mani in tasca seguendola con aria noncurante per il corridoio.
A metà strada si voltò guardando con dolcezza ed angoscia la piccola scienziata.



Ti porterò fuori da questo incubo piccolo angelo. Te lo prometto.

















Il Bourbon è un whiskey americano che prende il nome dalla Contea di Bourbon, nel Kentucky, dove si concentra la sua maggior produzione.
Presenta una doppia distillazione come nel caso dello Scotch.
Il Congresso degli Stati Uniti nel 1964 ha definito il Bourbon “Liquore Americano per eccellenza”.
E' la varietà di whisky più “dolce” e solitamente presenta un retrogusto di vaniglia più o meno marcato.


Angolo dell'autrice.

Niente, è più forte di me: se penso a Bourbon, penso a Sherry.
Io sono fermamente convinta che il ragazzo abbia accettato il lavoro sotto copertura per vendicare Elena ma abbia proseguito per il bene della figlia. Non è un caso che il suo compito fosse rintracciarla dopo la fuga.
Almeno questo è il mio film mentale.

Che altro dire … ve lo immaginate girovagare in una camera di motel con addosso solo dei boxer rosa? (a proposito l'idea non è mia, l'ho visto in alcune fanart).

Grazie a tutti i lettori. Ci sentiamo presto con la terza varietà (se è stato difficile trovare degli appigli per scrivere su Bourbon non immaginate quanto sia difficile scrivere su di lui).
Baci.

Violetta_

   
 
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