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Autore: SophLandd    01/10/2017    4 recensioni
«Ragazzi, lui è Derek Hale, uno dei migliori agenti dell'FBI. È qui per scegliere un partner, e visto che siete nella classe dell'eccelenza, beh, uno di voi sarà il prescelto. Frequenterà ancora i corsi, certo, ma molto di meno.» Presenta l'estraneo il professore, e a quel punto Stiles alza lo sguardo su di lui, curioso.
E cazzo, vorrebbe non averlo mai fatto.
È il ragazzo più bello che abbia mai visto, e sì, lui è bisessuale da diversi anni. In pochi secondi tutta l'acqua, che era nella sua bocca, viene sputata fuori.
-Capitolo 1
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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"I can't help but love you, even thought I try not to."

È passato qualche giorno, e gli agenti cominciano a morire. Il numero ammonta a cinque, per ora, e non si sa ancora chi è questo Darach, e perchè stia facendo tutto questo.

Come si fa a sconfiggere qualcuno senza identità? È come se stessero dando caccia a una persona inesistente.

Però, grazie anche a Erica, Deaton e Boyd, sono riusciti ad avere altre informazioni sulla creatura: fisicamente non è così forte, ma può respingere qualcuno molto facilmente, come se creasse un'onda d'urto invisibile con le mani. Forse, per chi è un mannaro, è piuttosto facile resistere alla spinta. Inoltre, basta che il Darach sia abbastanza vicino alla vittima, per poter pronunciare la famosa formula che spinge al suicidio. E quest'ultima può anche non sentirla, ma non cambierebbe nulla.

Derek e Stiles lavorano tutto il tempo sul caso, concentrando tutti i pensieri su di esso, perchè al momento il ragazzino non può assolutamente crollare, pensando alla sua situazione con il lupo. È per lui che non vuole morire, ma allo stesso tempo il mannaro lo sta uccidendo con la sua freddezza e indifferenza.

Come se fossero tornati all'inizio di tutto.

Come se Derek non fosse mai stato dentro di lui.

Stiles non ha detto nulla a Scott o a suo padre, per non farli preoccupare, informandoli solo della sua rottura con Lydia. Per sua fortuna, non hanno fatto domande su come andasse con Derek, e gliene è molto grato. 
Sta cercando in ogni modo di non pensarci, e il caso lo aiuta a distrarsi. La mattina il castano va in accademia, perchè lì e al sicuro, e viene scortato sempre da Derek, con la sua Camaro nera. Poi, per il resto del tempo, resta nell'appartamento del moro, andando solo ogni tanto a trovare Isaac e gli altri, per prendere una pausa da tutto ciò. Per non impazzire. Ovviamente, rigorosamente circondato dal sorbo, dopo che Deaton ha rassicurato che per questo Darach è molto improbabile che riesca a superarlo.

Stiles ha ancora una traccia del morso di Derek, sulla spalla, e non capisce come sia possibile, visto che i succhiotti sono già andati via.

Non era un semplice morso con i denti umani?

Derek, dal canto suo, sta cercando davvero di smettere di amare Stiles. Quando l'umano non è in casa, si ripete anche ad alta voce 'Io non amo Stiles, non provo nulla per lui'. 
Cerca di autoconvincersi che è così, ma, la verità, e che non ci crede neanche un po'. Così, dopo averlo ripetuto almeno un centinaio di volte, e sentendo la menzogna nelle proprie parole, dà un pugno rabbioso alla prima cosa che gli capita intorno.

Perchè deve essere così difficile disinnamorarsi di qualcuno?

L'amore è una merda.

E, a volte, ci crede anche un po', ma poi vede Stiles.

E capisce di essere fottuto.

Inoltre, Derek ha cominciato anche a frequentare pub, sempre quando l'umano sta con i suoi amici, e non è andata affatto bene. Una sera si è ritrovato a casa di un ragazzo qualsiasi, di cui non si ricorda neanche il nome, e hanno fatto sesso, senza troppe chiacchiere. Derek pensava fosse utile per dimenticare l'umano, ma poi è successo che ha urlato il suo nome quando è venuto.

Si è scusato borbottando, per poi rivestirsi e andarsene immediatamente via. Si sente così stupido, visto che non riesce neanche a fare sesso con qualcun altro, senza pensare a Stiles. Quell'umano è ovunque, ed è proprio questo che lo spaventa...perchè prima o poi potrebbe davvero non esserci più, e sarebbe tutto così diverso, sbagliato.

•••

Stiles è ora nel suo appartamento, cenando semplicemente con Isaac.

«Lavorare troppo ti fa male, Stiles.» 
Si preoccupa il riccio, notando le occhiaie del castano, e il modo stanco con cui si accinge a mangiare. 
Il ragazzino fa spallucce.

«Questa volta è diverso, Isaac, qualcuno sta minacciando i nostri agenti, compreso me. E non abbiamo neanche un nome o cognome.» Si limita a rispondere, portandosi una mano tra i capelli.

Il riccio alza le sopracciglie. «Perchè ho l'impressione che ti ammazzi di lavoro anche per evitare Derek?»

Stiles abbassa lo sguardo sul proprio piatto. Isaac sa tutto quello che è successo, e neanche lui riesce a spiegare cosa sia successo al mannaro. Stiles gli aveva già detto che semplicemente aveva capito di poter avere di meglio di lui, ma il riccio non sembrava della stessa opinione.

«Dovresti affrontarlo una volta per tutte, Stiles, per chiarire questa situazione.» Aggiunge il riccio, notando il silenzio dell'altro.

«Cosa c'è da chiarire, Isaac?» Replica il ragazzino, amaramente. «Abbiamo fatto l'amore, e lui ha fatto finta di non ricordarsene, come se se ne fosse pentito. Inoltre, evita un contatto fisico...non prova semplicemente niente per me, non c'è niente da chiarire.»

Isaac scuote la testa, in disaccordo.

«Stiles, sai meglio di me che non è vero!» lo rimprovera. «Te e Derek vi siete anche baciati diverse volte, e, da quello che mi hai raccontato, lui ti ha trattato sempre diversamente da tutti. Come se fossi speciale. Inoltre, ho notato il modo in cui ti guarda...è lo stesso che avevi tu, ogni volta che mi raccontavi qualcosa di lui...»

Il castano alza lo sguardo sul coinquilino.

«Credi...credi davvero che ci sia altro? Qualcosa che non mi vuole dire?» Azzarda Stiles, d'un tratto speranzoso, perchè si ritrova a concordare con le parole del riccio. O Derek è stato un perfetto attore per tutto quel tempo, oppure gli sta nascondendo qualcosa, che lo porta ad allontanarlo.

«Sì, lo credo davvero.» Afferma il riccio, ritornando poi sul fatto che dovrebbero parlare chiaramente, una volta per tutte. Stiles sospira.

«Forse hai ragione, appena torno vedo cosa fare.» Decide allora il castano. «Grazie, Isaac.»

Il riccio accenna un sorriso.

«Di niente, è un piacere farti ragionare.»

•••

Stiles torna nell'appartamento di Derek, scortato da quest'ultimo, che non gli ha rivolto parola per tutto il viaggio.

«Io-umh, dovrei parlarti, Derek...» Inizia il discorso Stiles, mentre il moro gli dà le spalle. Il mannaro irrigidisce tutti i muscoli, aspettandosi da giorni questo momento. E non si sente per niente pronto, perchè non vuole ferire Stiles.

«Adesso devo andare a farmi una doccia. Ne riparleremo.» Lo liquida freddamente Derek, sparendo in un secondo in bagno. Stiles rimane imbambolato in mezzo alla sala, con la bocca dischiusa. Abbassa un attimo il capo, sentendo inumidirsi gli occhi. Non ce la fa più, la lontananza fisica dal lupo lo sta distruggendo. Ormai è diventando dipende dall'altro, sotto ogni punto di vista, e sta rischiando di scoppiare. Così, si ritrova davanti alla porta del bagno, poggiandoci la fronte contro. Sente chiaramente il rumore dello scroscio dell'acqua, segno che il mannaro si sta già lavando.

«Derek...» Sussurra contro il legno della porta, conscio che il mannaro lo può sentire benissimo. «...ti prego, non riesco più a fare a meno di te.» Il tono diventa come supplicante, e si impone di non piangere. «Mi mancano le tue labbra, mi manca il tuo tocco, mi manchi tu...» Continua, sentendosi estremamente ridicolo. «...per favore, lasciamo entrare...non ce la faccio più...»

Derek, che è sotto la doccia, ha sentito ogni parola del ragazzino. 
È appoggiato con un braccio ad una delle pareti, lasciando che l'acqua gli cada addosso, con gli occhi chiusi. Sospira pesantemente, perchè, per quanto s'impone di stare lontano da quel ragazzino, se lo ritrova sempre più vicino. E, come al solito, non riesce a dirgli di no.

«...Entra, prima che me ne possa pentire...» Decide, lasciandosi uscire un ringhio di rassegnazione. 
Il lupo in lui scalcia, desideroso di marchiare nuovamente l'umano. 
Sente la porta spalancarsi, e in poco più di un minuto Stiles è entrato nella doccia, completamente nudo, andandosi a sfiorare con il mannaro, visto l'angusto spazio.

Il ragazzino lascia spaziare lo sguardo sul fisico scolpito del lupo, tutto bagnato, per poi avventarsi sulle labbra del moro. Gemono entrambi, appena le loro lingue s'incontrano nuovamente, come se avessero aspettato quel momento da fin troppo tempo.

Come se fossero finalmente tornati a riespirare, dopo un tempo interminabile di apnea.

Le mani di Stiles vanno a toccare ogni lembo di pelle del mannaro, e l'acqua continuare a bagnare inesorabilmente entrambi. Le mani di Derek, invece, si posano possessivamente sulle natiche del ragazzino, con un ringhio di piacere, che trova semplicemente perfette. Le loro bocche non si staccano un attimo, come a recuperare tutti i baci perduti, e le loro erezioni si strusciano l'una sull'altra. Stiles mordicchia un labbro del moro, per poi intrecciare la propria lingua con quella dell'altro, emettendo suoni piuttosto osceni.

Il lupo, che ha già perso la ragione, la manda definitivamente a quel paese, quando sente le parole che escono dalla bocca del ragazzino:

«Scopami, Derek.»

Con una spinta, lo manda a sbattere contro una delle pareti opache della doccia, girandolo. Il petto del ragazzino si scontra con il vetro, e spinge i fianchi verso il corpo del moro. Derek porta la bocca sul collo del più piccolo, inebriandosi del suo profumo, per poi accarezzare la sua schiena, con movimenti pieni di desiderio. Lascia aderire il suo corpo con quello dell'umano, separandogli le natiche, per poi indirizzare il proprio membro pulsante sull'apertura del ragazzino. Non si preoccupa neanche di preparlo, entrando in lui rudemente. Stiles urla, percependo un minimo di dolore, che scompare non appena Derek prende a muoversi dentro di lui.

Il moro sta scaricando tutta la frustrazione che prova, per non poter avere Stiles come vorrebbe, e continua a spingersi dentro Stiles con forza, quando si accorge che deve aver colpito la prostata. Il ragazzino ha una guancia contro il vetro, e la bocca aperta dal piacere.

«Derek...più forte!» Lo incita, continuando a pronunciare il suo nome, non appena Derek velocizza i suoi movimenti e le spinte diventano sempre più profonde, colpendo sempre di più la prostata. Il suono delle loro pelli, che si scontrano, fa eccitare in un modo smisurato l'umano, che sente di star venendo al limite.

Ad un certo punto il mannaro va così veloce che Stiles sente di non avere neanche il tempo di tornare a respirare, e fa un'enorme smorfia di piacere, urlando il nome di Derek mentre viene. Il moro si spinge un'altra manciata di secondi dentro quel corpo scosso dal piacere, prima di venire a sua volta, con il nome dell'umano accompagnato da un poderoso ringhio.

Derek, resosi conto di quello che è appena successo, esce immediatamente dalla doccia, in accappatoio, rinchiudendosi subito in camera sua. Stiles si regge malamente in piedi, ancora scosso dal post orgasmo, e si rese conto solo dopo che il moro se n'è andato. Il ragazzino esce anche lui dalla doccia, rivestendosi velocemente, per poi raggiungere la camera del mannaro.

Si è chiuso dentro.

«Derek, che succede?» Domanda l'umano, appoggiandosi alla porta con le mani.

«Stiles, non doveva succedere.» Risponde semplicemente, con voce affranta, facendo montare la rabbia nel ragazzino. Stiles chiude la mani a pugno, sentendo le lacrime minacciare prepotentemente di uscire. Si sente a pezzi, come se fosse stato calpestato un numero infinito di volte.

«Vaffanculo, Derek!» Esclama, con rabbia, correndo verso la porta dell'appartamento, senza farsi troppi problemi nell'uscire e scappare il più lontano possibile.

Il lupo si rende conto che Stiles è appena uscito di casa, esponendosi così al Darach. «Stiles!» Tuona il suo nome, con un ringhio pieno di preoccupazione e paura, per poi andare a rincorrere quel ragazzino.

Stiles esce dall'edificio, con le lacrime che escono silenziose, imponendosi di non singhiozzare come un bambino. Per fortuna, piove abbastanza forte da nascondere il tutto, e il buio della sera aiuta. Stiles s'incammina nel parcheggio secondario, dove praticamente non viene mai nessuno. Un solo lampione illumina lo spiazzo vuoto, e il ragazzino si guarda intorno, come per decidere dove diavolo andare, con la vista che gli si fa sfocata. Perchè deve essere così debole, perchè le lacrime non vogliono smettere di uscire? Tutto quello che sa è che vuole andare il più lontano possibile dal mannaro, non importa dove.

«Stiles!» Sussulta al sentire il suo nome, e si gira di scatto. Derek è ad una decina di metri di distanza, con la maglia completamente appiccicata al fisico, a causa della pioggia. 
Ha la bocca dischiusa, probabilmente avendo notato fin troppo bene che quelle sul volto dell'umano solo lacrime, e non pioggia.

«Ti odio!» Esclama Stiles, avvicinandosi sempre di più al lupo, fino ad arrivargli a qualche centimetro. «Ti odio! Ti odio!» Continua ad urlare, piangendo, e sganciando dei pugni sul petto del mannaro. Quest'ultimo, ovviamente, non sente neanche l'accenno di un dolore, e si limita a fissare in silenzio l'umano, percependo i suoi battiti.

«Non è vero...» replica, stringendo improvvisamente l'umano contro il suo petto, come per calmarlo. Stiles cerca invano di liberarsi dalla presa del mannaro, finendo per arrendersi, e chiudere gli occhi, come se servisse a smettere di piangere.

«Perchè, Derek?» Sussurra Stiles, privo di forze. «Perchè ti comporti come se mi amassi, e poi come se per te non contassi nulla?»

«Stiles...»

Stiles si districa dalla sua presa, allontanandosi di un paio di metri.

«Non puoi fare così, Derek!» Grida, e il moro fiuta le sue emozioni: rabbia, disperazione, tristezza e rassegnazione. «Non puoi trattarmi come se fossi maledettamente speciale, baciarmi, fare l'amore con me e puoi allontanarmi da te! Non puoi farmi innamorare e non assumerti le tue responsabilità!» Continua a gridare, convinto che prima o poi finirà tutto il fiato. «Sto cercando di non morire per te, Derek, ma sei tu che mi stai distruggendo! Nessun Darach, solo te

Derek rimane sconvolto dalle ultime parole del ragazzino. Non credeva di stargli facendo così male. E inizia a chiedersi se dovrebbe rischiare, solo per tornare a vedere Stiles sorridere. Se ne vale la pena. Perchè ancora ha maledettamente paura di stare male di nuovo, ma l'amore non significa pensare prima al bene dell'altro? 
Forse potrebbe davvero ricambiare Stiles, anche se questo non significherebbe superare la propria paura, ma fare uno sforzo.

Per Stiles.

Con la tremenda consapevolezza che seguirebbe il ragazzino ovunque, pure nella morte, se necessario. Si sta condannado, in poche parole, per la felicità di qualcun altro.

Questo è l'Amore, con la A maiuscola.

Stiles ha gli socchiusi dalle lacrime, i capelli tutti appiccati alla fronte, e la bocca dischiusa. Quello sguardo...
Dio, così spento e vuoto.

«Ti odio, Derek.» Afferma, a bassa voce. «Odio il tuo silenzio, perchè a volte non so come interpretarlo. Odio il tuo tenerti tutto dentro, perchè mi sembra di essere escluso dalla tua vita. Odio il tuo essere acido, distaccato e freddo, come se niente e nessuno ti possa scalfire. Odio il modo in cui riesci a ferirmi anche solo con una parola, facendomi sentire così debole. Odio il modo in cui cerchi di mostrarti sempre forte, come se non avessi mai bisogno di aiuto. Odio che il tuo carattere è così maledettamente diverso dal mio, e che finiamo sempre per discutere. Odio che spesso non sai neanche cosa sia la gentilezza, quando ti ritrovi a dover imporre o chiedere qualcosa.»

Derek abbassa lo sguardo, perchè l'umano ha ragione: il carattere del lupo è orribile, e non si merita minimamente qualcuno come lui.

Stiles volta poi lo sguardo da un'altra parte, diventando d'un tratta ancora più triste e rassegnato.  Dopo una manciata di secondi riporta lo sguardo sul lupo, guardandolo come si guarda qualcosa che amiamo profondamente, e che ci viene portata improvvisamente via.

Come quando osserviamo la fine del tramonto, cercando di catturnarne nella mente il più possibile, prima che lasci spazio al buio.

«Ma amo il modo in cui ti prendi costantemente cura di me.» Riprende a parlare, allargando un poco le braccia. «Amo il modo in cui mi guardi, amo il modo in cui mi fai sentire speciale, come nessuno è mai riuscito a fare. Amo il tuo silenzio, perchè compensa le mie chiacchiere. Amo il tuo essere acido, freddo e distaccato, perchè riesco così ad apprezzare di più i tuoi momenti di dolcezza. 
Amo come per te le parole siano sopravvalutate, e come quindi riesci a dimostrare di tenerci a me con i più piccoli gesti. Amo il tuo carattere così diverso dal mio, perchè non riuscirei mai a stare con una persona uguale a me. Amo il modo in cui mi baci, come se fosse sempre l'ultima volta. Amo la sensazione che mi danno le tue labbra e il tuo tocco, e il modo in cui mi hai fatto sentire fuori dal mondo quando abbiamo fatto l'amore.»

Derek sente la pioggia carezzare il proprio volto, e non riesce a capire se gli è scappata anche qualche lacrima. Stiles sembra letteralmente distrutto, come se stesse facendo fatica solamente a restare in piedi. 

«Se mi avessero detto mesi fa che saremo arrivati a questo punto, gli avrei reso in faccia, perchè ti trovavo insopportabile...» Continua a parlare Stiles, mettendo finalmente a nudo tutti i suoi pensieri e sentimenti. «...Ma fin dall'inizio mi sono sentito attratto da te, come se dovessi conoscerti ad ogni modo, e solo così ho imparato ad apprezzarti, ad innamorarmi di te, perchè sei una persona fantastica, e continuerò sempre a pensarlo, nonostante questo tuo comportamento nei miei confronti, nonostante magari tu non ricambi i miei sentimenti...» Il ragazzino abbassa il volto, affranto.

«...Ho rinunciato a tante cose nella mia vita, Derek. Quando sono venuto qui, ho rinunciato a Beacon Hills, a mio padre, ai miei amici. Ho rinunciato pure alla mia ragazza, ma non ho mai rinunciato a te...e non ho intenzione di farlo proprio ora.»

Derek, adesso, è parecchio convinto di stare piangendo anche lui. 
Stiles è la persona migliore che abbia mai conosciuto, e non riesce a pensare a quanto sia stato fortunato a scegliere lui, quel giorno, come suo partner.

«Lydia è stato il mio primo amore.» Aggiunge l'umano. «Ma tu sei il mio ultimo....ti amo, Derek Hale.»

Il lupo fa qualche passo in avanti, ancora assimilando tutte le parole del ragazzino, cercando di formulare pensieri coerenti nella sua mente. 
Apre bocca, per urlargli che sì, anche lui lo ama, quando si ritrova costretto a bloccarsi.

La figura del ragazzino sta come cambiando, e adesso davanti a lui c'è uno Stiles morto, con gli occhi vitrei e sangue ovunque...e poi appare Paige al posto suo, ancora viva, che lo guarda con un sorriso, nonostante abbia un foro di proiettile sullo stomaco.

   
 
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