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Autore: _Fire    02/10/2017    3 recensioni
AU Malec || Magnus!Badboy
Alec è al suo primo anno quando incontra Magnus Bane, senza sapere il suo nome.
Le loro strade si incrociano nuovamente al terzo anno di Alec, ma il ragazzo che aveva visto piangere quel giorno di due anni prima non c'è più: ha lasciato posto a un ragazzo sfacciato e arrogante.
Come una stella che si trasforma in un buco nero.
Alec riuscirà a portare un po' di luce sul suo cammino o verrà inghiottito dall'oscurità?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Capelli sciolti o raccolti?» chiese Isabelle, entrando nella sua camera. Non appena lo vide, però, la domanda passò in secondo piano. «Che ci fai ancora così? Perché non ti sei vestito?» esclamò, guardando quasi con orrore la vecchia maglietta marrone che indossava, steso sul letto con il telefono in mano.
«Non ho intenzione di venire.» rispose Alec, alzando le spalle. «Comunque sciolti, e stai benissimo.» aggiunse con sincerità. Isabelle era stupenda: indossava un vestito viola scuro con uno scollo quadrato che le lasciava le spalle scoperte; più lungo dietro, sul davanti le arrivava poco più in su del ginocchio.
«Grazie.» disse, un po' addolcita, mentre si toglieva le forcine liberando i lunghi e lisci capelli neri. «Staresti benissimo anche tu, se ti mettessi il vestito che ti ho comprato.» lo rimbeccò.
Alec non si mosse. «Te l'ho detto, non verrò.»
Era convinto di aver parlato con un tono che non ammetteva repliche, ma evidentemente Isabelle non era della stessa opinione. «È per Magnus, non è vero?» Non aspettò la sua risposta e continuò. «Magari ha deciso di venire per farti una sorpresa, non puoi rischiare di non esserci.»
«Come no.» sbuffò Alec, sentendo però che il cuore gli batteva più velocemente al solo pensiero. Non che quella possibilità non gli fosse venuta in mente, solo che non voleva sperarci troppo. «Non siamo in un film.» disse, più a se stesso che ad Isabelle.
Quest'ultima liquidò la sua obiezione con un gesto della mano. «Sarà comunque una bella serata ed è un peccato che tu te la perda. C'è un solo ballo di fine anno, dopotutto.»
Evitando di ribattere che non era del tutto vero, in quanto ad esempio lei ne avrebbe avuti due, infiltrandosi a questo, si limitò ad affondare la testa nel cuscino.
Isabelle uscì dalla stanza e Alec pensò per un secondo di averla avuta vinta, ma la ragazza tornò poco dopo. «Ho detto a Jace di avviarsi con Simon e Clary, così avrai il tempo di prepararti e potremo andare insieme.»
Dischiuse le labbra per difendere la sua posizione, ma la sorella lo precedette. «Mi rifiuto di lasciarti qui a piangerti addosso. Hai fatto tutto quello che potevi, ora dipende da Magnus. Quindi alza il culo dal letto e vieni con me, almeno ti distrarrai un po'.» concluse risoluta, incrociando le braccia sul petto.
Sebbene la testardaggine fosse un tratto comune a tutta la famiglia Lightwood, Isabelle lo era particolarmente.
Non senza rivolgerle un'occhiataccia, Alec si alzò dal letto e prese dall'armadio il vestito scelto.
«Sono pronto.» annunciò, qualche minuto dopo.
«Oh, Alec.» fece lei, squadrandolo da capo a piedi. Indossava una camicia grigio - argento abbinata con un completo blu, di una tonalità poco più scura dei suoi occhi. Isabelle gli sistemò il papillon dello stesso colore. «Stai davvero benissimo.» disse, con la stessa sincerità e sicurezza che c'era stata prima nella voce di lui.
«Grazie, Iz.» rispose. Poi uscì dalla stanza, dimenticandosi completamente del cellulare, e le porse il braccio. «Andiamo.»

 

* * *

 

Era da quando si era svegliato quella mattina che era particolarmente irrequieto. Mentre per gran parte delle due settimane precedenti aveva trascorso la giornata un po' sul letto e un po' sul divano, quel giorno non riusciva a stare fermo. Aveva passato il tempo principalmente andando avanti e indietro, cercando qualcosa da fare. Il motivo era che tra ormai pochi minuti sarebbe iniziato il ballo di fine anno di Alec: aveva persino messo un promemoria sul cellulare, in quanto era convinto che ci sarebbe andato anche lui.
Si sentiva come se, in un certo senso, il suo tempo fosse finito. Alec non aveva mai detto che doveva decidere entro la sera del ballo, però se non si fosse presentato – o quantomeno se non gli avesse neanche scritto – sarebbe stato naturale pensare che non aveva intenzione di tornare con lui.
E invece non era affatto così…
Magnus lo sapeva, e ne era stato sicuro quando si erano visti: voleva stare con Alec. Non era mai stato così felice come con lui, e sarebbe stata un'enorme bugia dire che non lo amava più.
Si era arrabbiato, questo era vero, e parecchio, perché Alec aveva incontrato Camille e gli aveva mentito, ma questo non aveva fatto diminuire i suoi sentimenti. Dopo tutto quel tempo, aveva perdonato il gesto del ragazzo, capendo anche le sue motivazioni. E allora cosa lo tratteneva?
La verità, probabilmente, era che aveva paura. Era consapevole di amare Alec, ma non aveva capito quanto finché non l'aveva lasciato. E ora si sentiva fragile: aveva detto la verità ad Alec, lui aveva più di un po' del suo cuore. Forse era per questo che esitava a dargli anche il suo passato. Era spaventato di esporsi così tanto.
Alec aveva fatto un salto nel vuoto, prima a uscire con lui e poi a perdonarlo, e nonostante tutte le sofferenze, nonostante fosse stato la sua Camille, voleva ancora stare con lui. Gli aveva dato tutto, anche quando non se lo meritava, e ora gli chiedeva sincerità.
Ripensò ancora una volta alle parole di Ragnor.
Il messaggio era che se quel ragazzo fosse riuscito a perdonarti nonostante tutto, avresti dovuto fare qualsiasi cosa per tenertelo stretto, altrimenti saresti stato uno stupido.
Magnus sarebbe stato uno stupido solo per la sua paura?
«No.» fu l'immediata e chiara risposta. Gli avrebbe raccontato tutto, magari non quella sera stessa, ma l'avrebbe fatto.
Dopotutto, per chi ne sarebbe mai valsa la pena, se non per Alec Lightwood?

 

* * *

 

Alec lasciò andare avanti Isabelle, a braccetto con Simon. Quest'ultimo per l'occasione aveva cercato di tenere il più in ordine possibile i suoi voluminosi capelli ricci, e portava delle lentine al posto degli occhiali. Lo sguardo che aveva intravisto sul viso di sua sorella era chiaro apprezzamento, anche se l'aveva sentita mormorargli: «Per stasera va bene, ma non credere di dover cambiare per me. Adoro il tuo fascino da imbranato.» con un sorriso.
Li seguì con gli occhi finché non entrarono nella palestra – adibita a sala da ballo – dove li aspettavano Jace e Clary, le mani intrecciate come se fosse impossibile dividerli. I quattro aspettarono un gruppo di studenti dell'ultimo anno e, mimetizzandosi tra loro, si imbucarono alla festa.
«Almeno qualcuno si godrà questo ballo.» pensò Alec, e il suo iniziale sorriso si velò di tristezza. Un mese e mezzo prima aveva immaginato quella serata in maniera completamente diversa, invece si era rivelata proprio come aveva creduto per anni, prima di incontrare Magnus, che sarebbe stata.
Aspetto un po' lì fuori, nel cortile, visto che una parte di lui continuava a sperare che Magnus si materializzasse all'improvviso, come uscendo da un portale. L'unica altra cosa che poteva fare era controllare il cellulare… che non aveva, si rese conto mentre si metteva le mani in tasca. Distratto da Isabelle e dalla fretta di uscire doveva averlo lasciato sul letto.
Sospirando, allora decise di entrare. Appena varcata la soglia, il silenzio del cortile fu sostituito da un'insieme di voci e musica del DJ, che lo lasciò frastornato per un secondo.
Fu subito raggiunto da Aline, sua amica d'infanzia, nonché organizzatrice del ballo. La ragazza sollevò la testa per guardarlo negli occhi – era abbastanza più bassa di lui – e gli indicò il pianoforte con un sorriso.
«Hai deciso di accettare la mia proposta?»
Tra lo studio e la storia con Magnus, Alec si era quasi dimenticato che Aline gli avesse chiesto di suonare qualche lento. Fortunatamente, studiando pianoforte da svariati anni, poteva farlo, se si fosse trattato di canzoni con le quali aveva un minimo di familiarità – cosa molto probabile, visto che lui ed Aline avevano sempre ascoltato la stessa musica – e se c'erano gli spartiti.
«Il DJ è bravo, ma è più di mezz'ora che mette canzoni disco, quindi mi piacerebbe fare una pausa.» continuò lei. «Ci sono cinque spartiti sul leggio, potresti suonare tre canzoni ora e due alla fine. Che ne dici?»
Alec annuì, ricevendo un bacio sulla guancia da una contentissima Aline. Si diresse verso il pianoforte: era sempre felice di suonare, e comunque non è che avesse granché altro da fare.
Non c'era nessuno con cui potesse ballare. O almeno, non l'unica persona con cui avrebbe voluto farlo.



Magnus guardò l'orologio. Il ballo era iniziato da più un'ora ormai. Aveva anche cominciato a prepararsi, ma voleva prima avvertire Alec del suo arrivo, considerato anche che non erano ancora ufficialmente tornati insieme. Allora gli aveva telefonato, gli aveva scritto dei messaggi, ai quali, però, Alec non aveva mai risposto.
A quel punto era stato assalito dai dubbi, pensando che magari Alec aveva trovato un altro accompagnatore, o che non lo voleva lì, in quella serata speciale, dopo tutto ciò che era successo, o ancora che forse credeva che intendesse lasciarlo.
«Oh, Alexander, non potresti sbagliarti più di così.» sussurrò, come se il diretto interessato potesse sentirlo.
Un miagolio lo distrasse dai suoi pensieri: era Chairman che graffiava contro la porta.
«Dici che dovrei andare lo stesso?» domandò Magnus, sorridendo, mentre lo prendeva in braccio e lo sistemava sul divano.
Il suo gatto aveva ragione. Avevano aspettato fin troppo.

 


Dopo che ebbe finito la sua parte, Alec si concesse qualcosa da bere, un ballo con Isabelle e uno in gruppo con lei, Jace, Clary, Simon, Aline ed Helen – la “migliore amica” di Aline, che Alec sapeva fosse in realtà la sua fidanzata. Poi uscì, avendo bisogno di una pausa da tutto quel rumore, sebbene dovesse ammettere che la serata si stava rivelando meno spiacevole del previsto.
All'esterno, si beò del silenzio e anche di tutto quello spazio vitale intorno a sé, che non si riusciva a mantenere nella palestra.
Mentre suonava era riuscito un po' a distrarsi, assorbito dalla musica, ma Magnus era un punto fisso nella sua mente. Certo, avrebbe anche potuto aver bisogno di più tempo e incontrarlo in un'altra occasione, ma Alec non poteva negare che non vedendolo arrivare gran parte della sua speranza era sparita. Riteneva il suo passato così terribile da privarsi del futuro?
Alec scosse la testa, dandosi dell'egocentrico. Chi diceva che fosse proprio lui il futuro di Magnus?


 

«Tu potresti darmi solamente il passato – un passato che non voglio più. Alec è il mio futuro.» aveva detto a Camille, si ricordò Magnus. E ora più che mai era deciso a dimostrare che quelle parole erano vere. Finì di abbottonarsi la camicia nera, per poi infilarsi velocemente una giacca bordeaux, che richiamava il colore di alcune ciocche del suo ciuffo di capelli. Non era il massimo dell'eleganza, ma era il meglio che fosse riuscito a trovare.
Il ballo era quasi finito, e la scuola di Alec era abbastanza lontana da Brooklyn.
Sperò che Alec gli avrebbe riservato l'ultimo ballo.


* * *


Alec aveva lasciato come ultima canzone da suonare la sua preferita tra le cinque, che tra l'altro riteneva la più adatta per concludere la serata: Save the last dance for me dei The Drifters.
Mentre muoveva le dita sui tasti, pensava alle parole nella sua mente, finché non si rese conto che Simon stava effettivamente cantando, tenendo gli occhi fissi su Isabelle. Alec sorrise, riflettendo che dopotutto questo Simon non era tanto male – e non si riferiva solo al cantare.
Verso la fine, Simon si allontanò dal piano e raggiunse Izzy, per farla volteggiare un'ultima volta tra le sue braccia. Lui terminò la melodia, sussurrando le parole conclusive, rivolgendole ad una persona in particolare.
La serata finì con un brindisi in onore dei futuri diplomati, e poi man mano tutti i partecipanti cominciarono ad andarsene.
«Ehi, non vieni?» gli chiese Isabelle, appoggiandogli una mano sulla spalla, anche per consolarlo dalla delusione che Magnus non si fosse presentato.
«Sto finendo di pulire il pianoforte, non posso lasciarlo così.» spiegò, con un gesto al suddetto strumento pieno di briciole di stuzzichini – infilate persino tra i tasti – e schizzi di bibite. «Ho detto ad Aline che avrei chiuso io la palestra.»
Sua sorella scosse la testa in risposta al suo senso del dovere, poi lo abbracciò velocemente. «Ti aspetterò sveglia, se avrai voglia di parlare.»
Alec le rivolse un sorriso e salutò Jace, Clary e Simon con un gesto della mano.
Una volta solo, si dedicò effettivamente al suo compito, nato come scusa per non dover fare la strada con le due coppiette, che però gli servì anche a distrarsi. Aveva sperato fino all'ultimo che Magnus arrivasse, e invece nulla. Il ballo era finito, probabilmente così come la loro relazione. Nonostante nelle settimane precedenti si fosse preparato ad affrontare questa eventualità, ora non sapeva cosa fare. Si sentiva un guscio vuoto.
Mentre girava la chiave nella serratura, sentì dei passi alle sue spalle, come a conclusione di una corsa, che lo fecero sobbalzare. Si voltò, afferrando la scopa del bidello lasciata lì, pronto a usarla in caso di necessità.
Con sua enorme – a dir poco – sorpresa, si ritrovò a due centimetri da un paio di inconfondibili occhi verde oro. Lasciò cadere la scopa, non sapendo cosa dire.
«Dannato traffico di Brooklyn!» sbottò Magnus, rompendo il silenzio. «Neanche con la moto sono riuscito a fare in fretta di sabato sera. L'ho lasciata un paio di isolati più indietro, credendo che magari se avessi corso sarei arrivato in tempo…»
Era evidente a entrambi che non era stato così.
«Però sei qui.» disse Alec, liquidando il suo ritardo con un gesto della mano.
«Sì.» rispose. «Sarebbe stato più facile se avessi risposto alle mie chiamate o ai miei messaggi.»
Alec lo guardò con un'espressione inizialmente confusa, che diventò quasi colpevole. «L'ho dimenticato a casa...»
«È la scusa meno originale del mondo, Lightwood.» lo prese in giro Magnus, e la sua risata fece sentire Alec un po' meglio. «Però sì, sono qui.» ripeté, sfiorando con le dita il suo papillon. «E menomale, quando mi ricapita di vederti vestito così elegante?»
Alec combatté l'impulso di arrossire. «Io pensavo che non mi sarebbe più ricapitato di vederti in generale.» ribatté. Era tipico di Magnus cercare di evitare il più a lungo possibile di parlare apertamente dei propri sentimenti, ma in questo momento era necessario.
«Ho pensato a quello che mi hai detto.» cominciò Magnus, con un sospiro, riconoscendo che l'aveva tenuto sulle spine fin troppo. «Per due settimane. In realtà ho avuto un sacco di tempo per riflettere, da quando abbiamo rotto. Alexander… Alec, hai ragione. Non è giusto nei tuoi confronti. Tu mi hai restituito qualcosa che credevo di non poter più provare, dopo Camille e dopo tutte quelle relazioni occasionali, e io ti devo la verità. Ti racconterò tutto il mio passato, se lo vuoi ancora. Se vuoi me
«Io...» mormorò Alec, a corto di parole. Aveva immaginato quel momento tante volte, da quando si erano lasciati, ma avere Magnus Bane in carne ed ossa a dire quelle parole era tutta un'altra cosa.
«Ho pensato che se volevi stare con me quanto io voglio stare con te...» Magnus si interruppe. Alec non l'aveva mai visto così agitato: sembrava improvvisamente più giovane. «So che sono io che ti ho lasciato, e che c'è tutto il mondo fuori, Alexander, lo so-»
«Non voglio il mondo.» intervenne lui. C'erano tanti ragazzi, sì, il mondo, ma Magnus era unico. Era anche rischio, lo era sempre stato, eppure questo non l'aveva mai fermato – dopotutto, aveva abbandonato la prudenza nell'istante in cui aveva accettato di uscire con lui. Dovette dare ragione a Isabelle e Jace: certi rischi vale la pena correrli. Pronunciò due semplici parole, ma non ne esistevano altre di cui fosse più sicuro. «Voglio te.»
Gli occhi di Magnus scintillarono nel buio della notte, e non per il glitter sulle palpebre. «Davvero?»
Alec allungò la mano e mise le dita a coppa sotto la sua mascella. «Davvero.» ripeté, prima di baciarlo, e tutto tornò al suo posto. Fu un bacio lento e delicato, prova del fatto che i sentimenti che provavano l'uno dell'altro non si erano affatto affievoliti.
«Mi dispiace di averti rovinato il ballo.» si scusò Magnus, quando si separarono, poi sorrise. «Però ho avuto un'idea.»
Poggiò il suo cellulare su una delle panchine del cortile e mise della musica, alzando al massimo il volume.
Poi gli si avvicinò di nuovo e allungò una mano verso di lui. «Posso avere questo ballo?»
Per tutta risposta, Alec la afferrò. Il mese e mezzo precedente cominciò a perdere importanza, mano a mano che si avvicinava a Magnus. «Sì. Sì che puoi.»
Ballarono per un po', stringendosi sempre più l'uno all'altro, e di certo non per il freddo. Magnus poi gli chiese com'era andata la vera festa, e lui gli raccontò i punti salienti.
«Deve essere stato il momento più bello della serata, amo quella canzone.» disse Magnus, quando sentì che Alec aveva suonato Save the last dance for me.
«È questo il momento più bello della serata.» affermò Alec, senza un minimo di dubbio. Non era il ballo classico che tutti sognano, ma per lui era perfetto, perché c'era tutto quello di cui aveva bisogno: spazio vitale – non c'era nessuno che potesse urtarli mentre ballavano – buona musica e, cosa più importante di tutte, Magnus. «Comunque, posso suonartela quando vuoi.»
«La prendo come una promessa di farlo in futuro.» sorrise Magnus. «Per ora, possiamo ballarla.»
La fece partire e ritornò subito tra le sue braccia, con l'intenzione di restarci per un bel po'.

 

Don't forget who's taking you home
And in whose arms you're gonna be
So darlin'
Save the last dance for me ”









 

Note dell'autrice:
Sapevo che con l'inizio della scuola il mio tempo sarebbe diminuto, quindi sono contenta di essere riuscita a pubblicare con non troppo ritardo.
È arrivato finalmente il momento che tutti aspettavamo: Alec e Magnus sono di nuovo insieme *__*  
Ci sono comunque altre cose che devono ancora accadere, e sono al lavoro al riguardo ;)
Ho amato scrivere questo capitolo perché il legame di Alec e Magnus per me è indissolubile, quindi farli chiarire nell'ultima scena è stato bellissimo ç_ç spero che vi sia piaciuto 

Ringrazio come sempre tutti coloro che seguono questa storia, silenziosi o meno ♡ 
Alla prossima, 



 
| Per eventuali spoiler che potrei pubblicare nell'attesa, o anche solo se vi andasse di parlare con me, vi lascio la mia pagina autrice!
   
 
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