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Autore: changeling    03/10/2017    0 recensioni
Doveva essere una cosa rapida.
Un giorno solo, dicevano, più e una settimana di osservazione. Cinquecento dollari per non fare niente.
Doveva essere per il bene della scienza, anche, ma a rimetterci sono stato io.
Quell'esperimento ha stravolto totalmente la mia vita, il mio mondo, me stesso!
La colpa, ovviamente, è tutta degli scienziati, e il giorno in cui mi capiteranno tra le mani saprò come rifarmi. Ma c'è un'altra persona che ritengo responsabile. E' la causa principale di tutti i miei problemi da quel maledetto giorno. E' insopportabile, intrattabile, odiosa e, con mio sommo sconforto, sempre con me.
E' l'unica persona di cui non posso liberarmi. Perché è nella mia mente.
...
Agh! Ma che cazzo!
Genere: Mistero, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il ritardo, gli esami uccidono la creatività. Non ho fatto in tempo a rileggere quello che ho scritto, quindi siate pazienti, e segnalate gli errori, così potrò correggerli. Nonstante tutto, vi auguro buona lettura :D

#7_Milo
Dopo che Jordan ebbe fatto di me una specie di gelatina umana estremamente soddisfatta, e dopo che ebbi finito di farmi la seconda doccia, lasciai a lui il bagno e tornai in salotto. Sul tavolo da pranzo c'erano due pc, un i-pod e quattro i-phone, che sicuramente non appartenevano al padrone di casa. Mi sedetti al tavolo. Accanto agli apparecchi c'era un biglietto con su scritti diversi username, password e pin, e sorrisi involontariamente. Jordan non avrebbe dovuto preoccuparsi, ma visto che si era preso il disturbo...
Cominciai dai pc, ne presi uno, l'ASUS, e lo accesi, leggendo i dati sul foglietto per accedere al sistema. Sotto ogni coppia user/password c'era scribacchiato il problema che avrei dovuto risolvere, ma ignorai completamente quella parte e lanciai una diagnostica, prima di accendere il secondo portatile e fare lo stesso. Avrei potuto lavorare su entrambi contemporaneamente, preparare la cena, guardare la televisione, riparare la mia bicicletta tutto insieme, e comunque non avrebbero richiesto più di un'ora del mio tempo. A meno che non ci fossero parti da sostituire, ma in genere non era necessario. La maggior parte dei padroni di apparecchi elettronici non si rendono conto che per farli funzionare efficacemente a volte basta fare pulizia del ciarpame che rimane dopo ogni operazione, ma a me andava bene così. Mi pagavano.
Mentre gli hard-disk giravano, presi l'i-pod. Apparentemente l'apparecchio si era misteriosamente bloccato e non c'era verso di farlo funzionare, così presi la mia borsa, ne estrassi il cellulare e un cavetto compatibile. Collegai l'i-pod al telefono e lo craccai su due piedi. Scorsi le canzoni, misi un po' di sano heavy metal e tornai a occuparmi dei computer. Quando Jordan uscì dal bagno stavo lavorando sul secondo i-phone.
-Vuoi mangiare qualcosa?- mi chiese posandomi il mento sulla testa.
Lanciai un'occhiata attraverso la porta della cucina, verso la padella cheavevo messo a scaldare. -Sto preparando le cre^pe, se aspetti dieci minuti finisco qui e ti faccio un piatto.-
Lo sentii vibrare sopra la mia testa. -Sempre così efficiente.-. Sentivo il sorriso nella sua voce. Feci spallucce, segretamente orgoglioso. 
-Bravo a cucinare, efficiente, intelligente, carino... Come mai nessuno ti ha mai accalappiato?-
-Seguo la regola di una notte e via. Niente relazioni più lunghe di dieci ore.-
-Non volevo dire questo.-
Jordan fece scivolare le mani sulle mie spalle, massaggiando. Reclinai la testa all'indietro, in paradiso.
-Intendevo, prima che tu e Reese vi conosceste. E' vero che ora ti vesti meglio, ma non è possibile che nessuno ti abbia mai notato prima. Per essere un nerd sei troppo appariscente.- 
Chiusi gli occhi, lasciando che le sue dita mi sciogliessero i muscoli del collo con tocco esperto.
-Non so che dirti. C'è sempre stata solo Valery per me, non credo che avrei notato qualcuno che cercasse di avvicinarmi. Che vuol dire che sono troppo appariscente?-
Jordan rise. Aprii un occhio per dargli un'occhiataccia, ma era troppo bello per avercela con lui. Il mio naso mi avvertì che era ora di occuparsi delle cre^pe. Scostai gentilmente le mani di Jordan e mi diressi in cucina. Mentre versavo la pastella, lui apparecchiò la tavola, e pochi minuti dopo vi poggiai sopra un vassoio colmo di cibo.
-Questa metà sono salate, queste sono dolci. C'è besciamella, ketchup, mostarda, maionese, di qua della panna, cioccolato e un po' di frutta.-
-Avevo tutta questa roba in frigo?-
-Ho portato un po' di cose da casa mia.-
Ci sedettemmo a tavola e mangiammo chiacchierando del più e del meno. 
-Allora, quei computer?- domandò Jordan indicando gli apparecchi messi da parte.
Mi strinsi nelle spalle. -Niente di irrecuperabile. Il notebook è semplicemente sovraccarico, l'ASUS ha preso un malware da un sito per adulti non controllato. Gli i-phone non so cos'abbiano che non va, sinceramente.-
-Appartengono alle due figlie della signora Philips. Credo che non riescano a scaricare un'applicazione...- commentò Jordan leccandosi del ketchup dalle dita. Rimasi incantato a guardarlo, ma scossi la testa per sbloccarmi. -I telefoni sono a posto. Deve essere un problema del cloud. Dì loro di verificare le loro connessioni.-
-Tu non puoi farlo?-
Ghignai. -Dovrei accedere ai loro dati personali, modificare i setting, accedere a dei servizi non autorizzati... Assolutamente sì. Ma con un sovrapprezzo.-
Jordan scosse la testa, ridacchiando. -Sei uno squalo.-
Mi strinsi nelle spalle, aggiungendo la panna alla cre^pe. -Tu non daresti lezioni di nuoto gratis, no?-
-Dipenderebbe da chi me le chiede. A te non farei pagare un centesimo.- mi assicurò Jordan. Arrossii. 
-E l'i-pod?-
Mi schiarii la voce. -La cosa antipatica della roba Apple è che funziona bene solo con altri dispositivi Apple. Quando cerchi di prendere scorciatoie o di utilizzare un altro tipo di server bisogna sempre fare un giro lunghissimo per adattare i file. I proprietario di questo coso ha dei buoni gusti musicali, ma coi computer non ci sa fare. Lo ha caricato con un sacco di roba non adattata, ed è andato in tilt.-
-Ma prima stavi ascoltando la sua musica, no?-
-L'ho craccato. Ho collegato il mio telefono e ci ho passato sopra tutta la sua musica. Se la rivuole deve fare le cose per bene.- brontolai con la voce di un professore spazientito -Oppure può comprarsi qualcosa di più versatile.- aggiunsi.
Jordan annuì e disse che l'avrebbe fatto presente al padrone. Finimmo di mangiare. Jordan si mise a lavare i piatti, ed io cominciai a dare gli ultimi ritocchi ai miei lavori. Il malware dell'ASUS era stato completamente sradicato, ma aveva lasciato dei buchi nella protezione del firewall, quindi dovetti adoperarmi un po' per ricucirli. Già che c'ero diedi un'occhiata al codice sorgente del programma indesiderato, per capire quale fosse il suo scopo. Apparentemente, una volta installato sul pc, il malware cominciava ad inviare dati importanti attraverso la connessione internet, come i codici delle carte usate per acquisti on-line, indirizzi di posta elettronica, dati personali, tutto il necessario per intromettersi illegalmente nella vita di una persona. L'antivirus non l'aveva individuato fino ad allora perchè le informazioni erano inviate dal computer solo quando l'utente accedeva ad internet, frammentate e trasformate in stringhe di codici così piccole e mescolate da passare attraverso il firewall senza essere riconosciute. Il motivo per cui era finalmente riuscito a scovarlo era perchè l'ultima trasmissione aveva coinvolto un file troppo pesante per passare inosservato, anche da criptato e ridotto in pezzi. Provai a recuperarlo, ma il documento sembrava scomparso dal sistema. Aggrottai le sopracciglia. -Jordan?-
-Sì?-
-A chi appartiene l'ASUS?-
Jordan comparve dalla cucina con uno strofinaccio in mano. -Non lo so, credo ad un amico di un mio collega. Me l'ha passato la settimana scorsa perchè il suo amico non riusciva più a trovare un file, o qualcosa del genere. Te l'ho scritto sul biglietto, non l'hai letto?-
Non risposi, e tenni gli occhi incollati sulla fila di cifre che descrivevano il codice sorgente, cercando di leggerlo completamente. Era complesso e disordinato, come se il suo creatore avesse volutamente cercato di nascondere il suo vero intento.
-Qual è il problema?- Jordan mi arrivò alle spalle facendomi sobbalzare.
-Cosa?- 
Mi mise la mani sulle spalle. -Tutto bene? Pensavo che fossi riuscito ad aggiustarlo.-
Inclinai la testa, lanciando un'altra occhiata allo schermo illuminato. -Credo che il padrone di questo computer sia stato vittima di un massiccio furto di dati. Vedi questa parte del codice? A prima vista sembra un classico trojan usato per rubare gli estremi delle carte di credito, ma se continui a leggere trovi un altro filtro molto più specifico. Chi si è infilato qui dentro cercava qualcosa di particolare, un qualcosa di voluminoso, a giudicare dal buco che ha lasciato.-
-Mi sono perso al furto di dati, ma sembra una cosa grave.- si accigliò Jordan -Devo dire al mio collega di far chiamare la polizia al suo amico?-
-Non so quanto possa fare la polizia contro questo hacker.- risposi avvicinandomi allo schermo fino a sfiorarlo con la punta del naso. -E' bravo- mormorai -Molto bravo. Guarda queste stringhe. Come ha fatto a inserirle nella matrice senza fare impazzire il programma? A meno che...- Mi concentrai sui frammenti di codice che all'inizio mi erano sembrati casuali e disordinati. Avevo l'impressione che seguissero uno schema, ma non riuscivo a visualizzarlo con chiarezza...
-Forse non è il caso di fossilizzarcisi sopra.- suggerì Jordan -Qualunque cosa sia, è chiaro che il padrone del computer ha subito un furto, quindi dovrebbero essere le autorità ad occuparsene.-
Mugugnai qualcosa sull'incapacità delle forze dell'ordine.
-Milo.- mi chiamò Jordan stringendomi le spalle.
-Che c'è?- 
-Lo stai facendo di nuovo.-
-Cosa?-
-Ti stai impicciando di cose che non ti riguardano. Lascia perdere e passa ad altro.-
Feci una smorfia in risposta al bonario rimprovero. In uno dei nostri momenti confidenziali, avevo raccontato a Jordan che in passato mi era quasi messo nei guai con la legge per aver frugato troppo a fondo negli affari di gente importante. Alla fine ero riuscito a nascondermi e cancellare le mie tracce, ma era stato un chiaro segno che dovevo muovermi con più cautela, o smettere una volta per tutte. Visto che la seconda opzione era impossibile da realizzare (i miei esami universitari si basavano su questo, dopotutto), avevo dovuto imparare a pormi dei limiti. Non sempre riuscivo a rispettarli, soprattutto quando, come adesso, scoprivo qualcosa di interessante da indagare.
-Ti ho proposto questo lavoro per arrotondare lo stipendio, non per farti arrestare. Non farmene pentire.- rincarò Jordan.
Mi girai sulla sedia per guardarlo in faccia, scontento. -Cosa sei, mio padre?-
Di fronte alla sua espressione seria, però, non riuscii a rimanere irritato, e sospirai. -Va bene, va bene. Non m'impiccerò. Me ne lavo le mani.- 
Con un paio di colpi sulla tastiera spensi il pc e lo chiusi. -Contento, adesso?-
L'espressione contratta di Jordan si sciolse in un sorriso. -Sarei più contento se ci fossero rimaste altre cre^pes. Erano deliziose.-
-Frigorifero.- lo informai, asciutto.
-Sul serio?- 
Feci spallucce. Il sorriso di Jordan si fece enorme. Mi abbracciò da dietro e mi sollevò così come mi trovavo, facendo quasi cadere la sedia. -Ehi!- squittii.
-Mmmhmm mmmmmh.- mugolò Jordan strofinandomi il naso contro il collo. Socchiusi gli occhi sentendo il suo respiro sulla pelle. Mi rimise in piedi, ma non mi lasciò andare. -Cosa vuoi fare stasera?- mi chiese.
Reclinai appena la testa sulla sua spalla. -Non posso fare troppo tardi, domattina ho lezione in palestra.- Ero quasi tentato di disdire, ma i soldi mi servivano.
-Film e gelato?- propose lui.
-Cosa sei, una trentenne single?- ribattei, alzando un sopracciglio.
-Ho ventisette anni, e preferisco il termine "slegato"-
Tossii una risata, un po' scosso perchè avrei voluto essere io a mettergli il guinzaglio attorno al collo, ma annuii, mio malgrado felice al pensiero di passare una serata ad oziare sul divano accanto a lui. -Niente roba strappalacrime, però.- misi come paletto. L'ultima volta avevamo visto "Ghost", e avevo pianto fino a farmi diventare gli occhi due palline da tennis per quanto erano gonfi. Non ero disposto a ripetere quell'umiliazione.
-Che cosa preferiresti vedere?-
La mia risposta fu immediata. -Sci-fi. "Matrix", o "Blade Runner".-
-Sei fissato!- esclamò Jordan, ma io sapevo la verità. Potevo vedere il cofanetto speciale di "Blade Runner: Director's cut" fare capolino dalla sua libreria, come se il mio nerd-istinto potesse essere ostruito da una patetica fila di tascabili. Nemmeno l'influenza maligna di Reese era riuscita a sradicarlo dal mio cervello incasinato. Ma forse non era una questione di cervello. Ce l'avevo nel sangue.
-Puoi opporti, ma alla fine la mia nerd-itudine ti infetterà.- dichiarai con una voce malefica in perfetto stile Imperatore -Ti sento scivolare inesorabilmente verso questo lato della Forza. Non resisterai a lungo.-
Jordan roteò gli occhi e mi lasciò andare. Si diresse verso la sua stanza. -Come dici tu, Dart Vader. Dobbiamo andare a comprare il gelato.-
-Ah! "Dart Vader"! Hai già capitolato!- esclamai, seguendolo. In risposta, lui agitò una mano. Ma io sapevo la verità.
  
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