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Autore: paige95    03/10/2017    2 recensioni
Protagonisti di questa storia saranno Bulma e Vegeta.
In realtà protagonisti veri di questa storia saranno i sentimenti: contrastati, mutevoli, sì insomma, una metamorfosi di emozioni e sensazioni. Complice di tutto questo anche un triangolo amoroso, mai veramente superato, ma che farà sicuramente impazzire i nostri personaggi.
La nostra Bulma dà voce ai fatti e a queste travagliate emozioni.
Riscopriranno loro stessi o alla fine capiranno che l'amore può cambiare tutto ciò che credevano di essere?
Vi lascio con questa domanda con la speranza che questi presupposti vi abbiamo incuriosito almeno un po'. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Vicinanza curativa
 

 
Ho una stranissima sensazione di pace. I miei muscoli sono rilassati e dalle spalle fino ai piedi mi sento dolcemente avvolta in una morbida e calda coperta.
 
Ho appena appurato di essere coricata su un letto.
 
I ricordi affiorano lentamente nella mia testa. Rammento di essere svenuta e qualcuno mi ha soccorso…dannazione, se sforzo la mente un martello comincia a premere sulle mie tempie. Non riesco nemmeno ad alzare le palpebre, perchè una luce è puntata dritta sui miei stanchi occhi.
 
Vegeta! Non so come stia, non ho la più pallida idea se si sia svegliato o se…no quell’eventualità - nonostante tutto il male che mi ha arrecato, anzi ci ha arrecato - non voglio nemmeno prenderla in considerazione.
 
Un contatto improvviso sulla fronte. Qualcuno sta delicatamente sfiorando la mia pelle. Quel contatto mi provoca ustioni e solo una persona in tutto l’universo è in grado di provocarmi queste sensazioni solo con un semplice tocco.
 
Raccolgo tutte le poche forze che mi restano, con uno scatto afferro quell’indiscreta mano, apro gli occhi quasi involontariamente e faticosamente e lo allontano da me, continuando comunque a tenerlo tra le mie dita.
 
Sì, se ve lo state chiedendo, sono confusa. Non riesco a sentirlo così vicino, ma nemmeno resistere un minuto di più sapendolo lontano.
 
I nostri occhi. Ma come ve li descrivo? Si stanno sfiorando, accarezzando e…parlano. Ci stiamo parlando, restando in silenzio. Lui è un tipo di poche parole ed io, stando al suo fianco, ho imparato a mia volta a riscoprire la profondità di quel silenzio così carico di emozione.
 
Ma come faccio ad amarlo dopo quello che mi ha fatto?? Dicono che l’amore sia cieco, ma io lo vedo benissimo, noto tutti i suoi riprovevoli difetti e nonostante ciò lo amo infinitamente.
 
Mollo a malincuore quella dolce presa sulla sua mano. Da quel breve - ma per me infinito - contatto, ho percepito un battito regolare e credo proprio stia meglio. È solo un po’ pallido e in volto si vede che ha superato momenti migliori. Lentamente la sua mano scivola dalla mia e, come se quel gesto avesse azionato un interruttore, anche i nostri sguardi si discostano - per nulla imbarazzati - e torniamo ad essere semplicemente noi.
 
<< Vegeta, mi spieghi che ti ha detto il cervello?? Tornare sapendo di avere addosso una malattia simile! E non ti sei nemmeno soffermato qualche secondo a pensare che avresti potuto attaccarmela e contagiare tuo figlio?! >>
 
Sono infuriata, ma non sono io a parlare, non è la mia volontà a esternare queste parole cariche di odio. Il cuore mi suggerisce addirittura di abbracciarlo per festeggiare lo scampato pericolo. È il rancore che parla al posto mio, la rabbia repressa che si è accumulata in tutti questi mesi. Deve solo ringraziare il cielo sopra la nostra testa se non gli sono saltata al collo per baciar...volevo dire, per picchiarlo. Ovvio che gli sarei saltata al collo per picchiarlo! O no? Dannato principe, mi stai facendo perdere il lume della ragione, io che di razionalità ne avevo così tanta, mai, nemmeno nei miei sogni - o incubi - più bizzarri, mi sarei immaginata di ritrovarmi in una situazione simile. Io e un alieno, e oltretutto il più stupido che fosse sul mercato.
 
<< Non sapevo da chi altro andare >>
 
In poche parole è riuscito a sparare almeno una decina di cretinate. Non mi viene proprio difficile da credere che non sapesse "da chi altro andare" se si comporta con tutti come un idiota. Chissà cosa gli è passato in mente, quando ha pensato che qui avrebbe trovato soccorso. Davvero non ha immaginato quanto io potessi essere arrabbiata, con il rischio che lo avrei rispedito a calci da dove era venuto, senza nemmeno preoccuparmi che fosse uno straccio? Avrà sicuramente pensato, che a differenza sua, io non sono un mostro e sa benissimo che sono innamorata di lui alla follia. Così ancora una volta ha puntato vigliaccamente sulla mia unica debolezza. 
 
Lo fulmino con lo sguardo e delicatamente sposto le coperte. Mi alzo leggermente, temo di provare un forte capogiro con questo gesto, quindi cerco di essere prudente. Sempre lentamente mi metto seduta e, dandomi una spinta con le braccia, tento di mettermi in piedi.
 
Le gambe cedono all’improvviso e ricado sul morbido materasso, molleggiando per qualche istante. Vegeta si era già lanciato in mio aiuto per sorreggermi. Stava posando le mani sul mio fianco, ma quando ha notato che la mia caduta era stata tempestivamente fermata da altro, ha bloccato le braccia a mezz'aria.
 
Le nostre bocche ad un centimetro l’una dall’altra. Posso sentire il suo fiato sul mio viso. Schiudo leggermente le labbra…ma che diamine sto facendo?!
 
<< Vegeta, scostati, non ho bisogno di te e nemmeno del tuo improvviso istinto paterno. Sono stata chiara? >> gli tiro un mal rovescio sulla spalla per intimarlo a farsi da parte << Dimmi piuttosto come sta mio figlio. Sappi che se gli è successo qualcosa, qualsiasi cosa, per colpa tua, ti consiglio seriamente di partire per il pianeta più lontano possibile dalla Terra e di rimuovere dalla mente l’esistenza del pavimento su cui cammini >>
 
Non credo di aver usato un tono grave, ma semplicemente perché non ne ho la forza, non perché lo amo! È stato un cafone ed è anche riduttivo definirlo così.
 
<< Trunks sta bene, Bulma >>
 
Non gli uscirebbe dalla bocca la frase ‘scusa, mi dispiace, ho sbagliato’ nemmeno se fosse in punto di morte e nemmeno la sua voce mostra un minimo segnale di pentimento e…no, un momento, ha detto Trunks?
 
<< E tu come fai a conoscere il suo nome? Non l’ho detto a nessuno >>
 
La mia voce si trasforma in un sussurro e il mio sguardo è diffidente, come se questa informazione nelle sue mani potesse ritorcersi contro di noi.
 
<< Ti ho sentita mentre mi parlavi e tentavi di svegliarmi >> fa una breve pausa << Non sapevo di aver contratto una malattia contagiosa, ma stavo male e tu sei una scienziata >>
 
Proferisce queste parole con estrema apatia. Non prova nemmeno emozioni per quello che ha vissuto, per il dolore che ha dovuto provare su di sé.
 
<< Non è una giustificazione, Vegeta >> mi alzo e i miei goffi tentativi di rimanere saldamente in equilibrio consentono ad una lacrima di scorrere sulla mia guancia, bollente dalla febbre e dalla rabbia << E non osare trovare scuse per il tuo irresponsabile e, consentimi, decisamente bastardo gesto >>
 
Metto le mani avanti come se avessi interrotto quella tanto attesa e desiderata frase. Mi illudo sempre come una cretina.
 
Gli lancio un’ultima eloquente occhiata e mi avvio traballante verso la porta.
 
Mi blocco un centinaio di volte lungo quel breve tragitto. Spero di sentire i suoi passi dietro di me che mi richiamano o semplicemente mi suggeriscono amorevolmente di riposarmi, che è troppo presto per alzarsi. Quale uomo innamorato non lo farebbe? Quale buon padre non proverebbe anche solo lontanamente un simile istinto protettivo? Credo di essermi già risposta da sola, visto che i presupposti non sussistono.
 
Mi volto io giusto per un’ultima battuta. Un altro colpo al cuore, quando realizzo che non si è mosso nemmeno di un millimetro, che non è corso a baciarmi e dirmi quanto gli sia mancata. Ma sì, infondo quello sarebbe successo come minimo in un film e questa è la triste e cruda realtà. Date le mie considerazioni, le mie parole non possono che essere pungenti e intimidatorie.
 
<< Vegeta, ora stai meglio, quindi esci da questa casa, non ti voglio più trovare qui o in qualunque altro angolo della Capsule Corporation >>
 
Tento di contrastare il mio cuore e di riprendere quel dannato cammino, ma ecco che mi sale una grande voglia di fermarlo, di impedirgli di seguire la mia palese minaccia.
 
Sono diventata inspiegabilmente l’artefice e la cura dei miei mali, e lui è diventato il male e il bene per me.
 
Se mi amasse, se non fosse il Principe Vegeta, riuscirebbe sicuramente a comprendere la mia titubanza, la mia immensa voglia di sentirmi stringere tra le sue braccia e sentire sussurrato nell’orecchio ‘non me ne vado, perché, anche se mi cacci, io ritorno altre mille volte da voi’. Sto sognando ad occhi aperti e stavolta è un sogno bellissimo che vorrei davvero si realizzasse.
 
Ho una terribile fitta al cuore e, essendo in prossimità della porta, mi appoggio allo stipite.
 
<< Bulma >>
 
Mi chiama con una flebile voce ed io trattengo il fiato – percependo maggiormente il battito del mio cuore colpire il mio torace -, attendendo il suo verdetto.
 
<< Sono tornato per restare >>
 
Credo di aver capito male. Resta??
 
Non so descrivere la pace che provo in questo momento, la rabbia si è sciolta, ma, nonostante ciò, non riesco a voltarmi e gioire insieme a lui per questa notizia.
 
Ma ovvio, che stupida che sono, sono una scienziata e ho una spiegazione per tutto e quindi anche a quello che il mio fisico sta percependo e provando: le gambe sotto il controllo della testa si rifiutano razionalmente di andare incontro a lui e perdonarlo, mentre il cuore, il mio povero e ingenuo cuore, non conosce il significato dell’odio e del rancore in questo momento e tutto ciò che vuole è amare come non ha mai fatto in tutta la sua vita.
 
 
Continua…
 
 
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao a tutti!
 
Devo dirvi necessariamente alcune cose 😊

Io devo ringraziare immensamente tutti coloro che mi seguono, che hanno inserito la mia storia tra le ricordate e preferite, perché siete davvero tantissimi *.* non credevo davvero che questa storia potesse piacere così tanto, anche perché ho decisamente imboccato un’altra via rispetto all’originale inizio della loro storia. Vi ringrazio davvero immensamente per aver apprezzato questa mia piccola trasgressione <3
 
Non posso non fare un ringraziamento più che speciale a colei che mi segue in ogni storia con tanta costanza e mi incoraggia a continuare a scrivere!
Longriffiths sto parlando proprio di te <3 e credo sia doveroso, oltre che un piacere, consigliarvi di fare un giro sulla sua pagina, perché le sue storie e idee meritano davvero un riconoscimento e un’attenzione speciale!!
 
Mi scuso per il ritardo del capitolo, ma sono davvero sommersa da mille impegni, comunque prometto che non la lascerò incompleta 😊
 
Questo angolino era davvero d’obbligo, perché anche solo sapere che mi seguite mi incoraggia tantissimo! 😊
 
Al prossimo capitolo (spero presto)!
 
Baci
-Vale
   
 
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