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Autore: Elisa24g    04/10/2017    0 recensioni
In una terra dove la parola pace vuol dire solo un intermezzo tra una guerra e l'altra, senza possibilità di scampo dal terribile popolo del Vento, una famiglia decide di non arrendersi e di prepararsi alla battaglia, apprendendo i segreti e le magie di chi si nasconde da anni, in attesa della vendetta.
Teresa: dolce e buona;
Enn: curiosa, testarda e coraggiosa;
Rodd: di buon appetito, impaziente e sempre pronto alla risata;
Marcus: allegro e vivace, a volte provocatorio
Serin: reso muto dalla sofferenza, leale.
I genitori : innamorati, forti e coraggiosi, saranno disposti a rinunciare a tutto pur di proteggere la loro famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Erano passati sei mesi da quando era stata rapita, strappata alla sua famiglia e costretta a vivere in quel posto così diverso. In questo tempo era riuscita a imparare la loro lingua, a capire come rivolgersi alle persone, ad assimilare alcuni aspetti della loro cultura.
Si era accorta che si tramandavano una sorta di potere magico, se così si può definire.  Erano in grado di comunicare con il Vento o, più in generale, con gli elementi e la natura.
A volte vedeva alcuni di loro fermarsi nel bel mezzo di un azione, ad esempio mentre davano da mangiare agli animali, o, addirittura, mentre combattevano. Per alcuni istanti si bloccavano a fissare il vuoto, persi in un mondo lontano. La prima volta che Teresa vide questo fenomeno rimase realmente stupita, senza riuscita comprendere cosa stesse accadendo.
Un uomo e una donna si stavano allenando, colpo su colpo in un ritmo frenetico. Erano entrambi molto abili e si scambiavano lividi e ferite. Poi, all’improvviso, la donna si era fermata per fissare un punto lontano e l’uomo, invece di approfittarne per sconfiggerla, aveva aspettato che lei tornasse a guardarlo. Teresa aveva provato a farsi spiegare da Arsea cosa stesse succedendo:
<< Che vuol dire? Perché si fermano? >> chiese nella loro lingua.
<< Parlano con il vento, gli sussurra parole di saggezza. >>
<< Te sei mai riuscito a parlarci? >>
<< Solo una volta, da bambino. È difficile perché non siamo noi a decidere quando o come. Arriva il Vento e ti parla, senti l’aria che entra dentro di te, ti sussurra qualcosa di importante per proteggerti, per aiutarti, per spingerti verso il tuo destino. >>
<< E a te cosa ha detto? >> chiese curiosa.
<< Mi ha spiegato cosa avrei fatto nella mia vita, mi ha detto che un giorno avrei dovuto rischiare tutto per sperare di avere tutto. >>
<< Cosa vuol dire? >>
<< Non lo so, ma mi stava preparando per qualcosa d’importante. Spesso non riusciamo a capire tutto quello che dice e allora ricorriamo agli Anziani  che sanno molto più di noi. >>
<< Ma capita a tutti? >>
<< In che senso? >>
<< Ad ognuno del villaggio? >>
<< Non saprei, può capitare come non capitare. Ti parla solo se c’è qualcosa d’importante, se devi assolutamente saperlo, altrimenti non c’è bisogno di raggiungerti. >>
<< E parlate solo con il vento? >>
<< Non siamo noi a parlarci, è lui a farlo. >> disse vagamente offeso.
<< Scusa, non volevo darti fastidio, a volte è ancora difficile usare le parole giuste. >>
<< Lo so >> disse sorridendo, << Ma presto sarai una di noi e forse il Vento parlerà con te;  allora capirai. >> aveva una scintilla negli occhi e le labbra curvate in un’espressione felice.
<< E se non diventassi una di voi? Se non volessi esserlo? >>
<< Lo sarai. >> rispose mettendo fine al discorso.

Un’altra cosa che aveva notato era che spesso si inginocchiavano a toccare la terra o poggiavano una mano su di un albero senza un motivo apparente.  A volte, invece, le si avvicinavano, per sfiorare la sua pancia. Era una cosa che avevano fatto tutti da quando era iniziata a crescere, la toccavano e dicevano qualche parola, un augurio per una buona nascita, o di diventare forte e avere fortuna. Nessuno le augurava di avere un figlio maschio o una figlia femmina, per loro era perfettamente identico.

Un’altra persona con cui parlava spesso era la figlia della Regina. L’aveva presa in simpatia, anche se Teresa non ne capiva il motivo. Era stata lei ad insegnarle la lingua, a mostrarle come dare da mangiare agli animali, come rispondere alla Signora o alle altre persone. Le aveva anche spiegato che presto anche lei sarebbe stata addestrata, dopo aver partorito. Era fermamente sicura che sarebbe diventata una di loro, ne era certa.
Teresa le voleva bene, era l’unica persona a cui realmente tenesse, e, in qualche modo, non la riteneva responsabile delle sue sofferenze. 
<< Quando verrai considerata una nostra sorella, ti porterò in un posto speciale. >> le disse una volta.
<< Dove? >>
<< Adesso non te lo posso dire, ho provato a chiedere a mia madre di portatrici prima, ma la sua unica risposta è stata un “no” categorico. >>
<< Non ha importanza, ma perché mi ci vuoi portare? >>
<< Perché è un posto speciale, dove il Vento è più vicino, le foglie si muovono e senti la vita scorrere dentro di te. >>
<< Dev’essere un luogo magico!>> esclamò Teresa.
<< Certo! Anzi guarda, ti ci porto! >>
<< Ma sei sicura? Non voglio che passi dei guai! >>
<< Non ti preoccupare, seguimi! >>
 Iniziò  a correre, rapida come il loro elemento, e Teresa dietro che arrancava con la mano a reggersi la pancia. La seguì per almeno una mezz’ora, finché non rimase piegata in due in mancanza d’aria.
<< Non ce la fai? >> le chiese con premura.
<< Mi manca.. l’aria.. fammi riposare solo un attimo >> disse sedendosi per terra. Si trovavano in un prato, lontano dal villaggio, dalle case o dagli animali. C’era solo il verde e nient’altro.
<< Ma adesso dove siamo? >>
<< Questa è la Prather, è dove portiamo gli animali d’estate, dove i bambini appena nati sono felici, i fanciulli corrono rapidi e qui vengono i guerrieri più forti, per allenarsi senza rischiare di ferire qualcuno. >>
<< E quanto manca per il posto dove mi vuoi portare? >>
<< Siamo a metà strada, più o meno. >>
<< Oh…va bene dai, andiamo. >> disse rialzandosi.

Continuarono a camminare per molto, senza seguire nessun percorso specifico, ma affidandosi a lei. Quando arrivarono, Teresa rimase incantata. 
C’erano alberi enormi, dalle foglie arancioni ed i tronchi con mille striature diverse di marrone. Il prato era verde scuro con fiori blu sparsi qua e là, c’erano rocce giganti di un grigio tendente al l'azzurro, ed infine c’era il Vento, che le entrava dentro, le girava attorno, sussurrava parole dolci e magiche. 
Rimase in piedi, con gli occhi chiusi ad assaporare il momento e le parole. Non capì di preciso cosa il Vento le volesse dire, ma provò un forte senso di pace, di amore, di tranquillità, per la prima volta da quando si trovava lì si sentì bene. Sentì l’odore del pane appena sfornato, delle marmellate, dei pasti preparati in casa, poi dei vari impacchi fatti  con il suo maestro, vide il colore del mercato, con le bancarellevariopinte e piene di merci e, senza rendersene conto, si trovò a sorridere. Non riusciva a capire quanto tempo stesse passando, dove si trovasse o cosa stesse facendo, era in pace.

Quando tornò da Arsea aveva una luce diversa nel viso, una sorta di felicità che non riusciva a nascondere.
<< Cosa ti è successo? >> le chiese lui vedendola
<< Ho sentito il vento. >>
<< L’hai sentito? Tu? >>  esclamò sprizzando gioia da tutti i pori.
<< Si… >>
<< Cosa ti ha detto? Devo portarti dalla Signora del Vento…sei una di noi... non c’è bisogno di aspettare...>> disse tutto concitato e l’afferrò per un braccio trascinandola nella casa della Signora.
<< Devo parlarvi >>  esclamò entrando e portando con sé Teresa.
<< Cosa succede? Perché entri con tanta foga? >>
<< Ha parlato con il Vento! >> esclamò lui.
<< Questo sarò io a deciderlo. Vieni avanti ragazza. >>  le disse, incutendole molto timore.
<< Dimmi cosa avresti sentito, nel più minimo dettaglio. >> e  così Teresa le raccontò ciò che era accaduto, come si fosse sentita, trovando parole che non aveva idea da dove venissero.
<< Uscite e fate entrare gli Anziani. >>
   
 
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