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Autore: Imfabulouiss_    04/10/2017    0 recensioni
"Sei me, quando sono arrivato qui.
Posso esserci per te.
Cosa vuoi che faccia?
Hai bisogno di urlare?
Che cosa vuoi sentirti dire?
Vuoi piangere?
Sono qui e sono la tua famiglia ora.
Dimmi solo di cosa hai bisogno."
Cher Ross è una giovane ragazza di Boston che, dopo aver progettato per anni la sua fuga, finalmente trova il coraggio di mettere in atto il suo piano e lasciare la città nella quale è cresciuta.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre leggi ascolta "Do or die" -30 Seconds To Mars, se ti va.

30 Gennaio 2013, ore 1:34 PM

HARRY POV

Era ormai l'una e mezza e come al solito mi trovavo nel mio fast food di fiducia per la pausa pranzo. Quel giorno Louis mi avrebbe raggiunto per pranzo con Ruby, peccato che fosse in ritardo come sempre. Dopo dieci minuti finalmente arrivò e ordinò un hamburger con patatine, io preferii rimanere leggero quindi presi solo un insalata. Ruby appena entrata nel locale corse verso di me trascinandosi Louis per il guinzaglio. Sembrava che fosse lei a portare lui. 

"Questa mattina non ti ho proprio sentito uscire" disse strafottente.

Mi stava per caso rinfacciando il fatto che lui era rimasto a casa a dormire mentre io ero dovuto uscire per andare al negozio? Sì.

"Hai il sonno veramente pesante" dissi sorridendo falsamente.

Sapevo che mi stava prendendo in giro e che in realtà mi aveva sentito eccome sbattere la porta di casa.

"Hai fatto mangiare Ruby? Hai fatto tutto quello che ti avevo detto di fare?" Gli chiesi guardandolo male. Sapevo che aveva fatto esattamente niente di ciò che gli avevo chiesto.

"Sì, tranquillo amico, sembri mia madre. Ho 28 anni, so come accudire un cane." Mentiva, assolutamente.

"Louis, quando sono partito per soli due giorni giorno hai lasciato Ruby senza acqua e sei riuscito a far scoppiare un pesce. Quante volte ti avevo detto che non dovevi dargli da mangiare?"

"E' acqua passata, ora sono un adulto!"

"Era il mese scorso." dissi guardandolo perplesso. 

Aveva fatto morire il mio pesce rosso Charlie. Avevo quel pesce da tre anni e lui versandogli tutta la scatola del cibo era riuscito a farlo morire. Incredibile.

"Non parliamone più. Te ne comprerò un altro se proprio vuoi un inutile pesce rosso sul davanzale dell'ingresso" disse roteando gli occhi al cielo.

"Non si trattava di un 'inutile pesce rosso'. Lui era Charlie!"

"E quindi?" chiese guardandomi con un sopracciglio e con gli occhi fuori dalle orbite.

"Non puoi capirmi!" dissi guardando la cameriera dai capelli rossi venire verso di noi.

Era lei, la ragazza dell'accendino viola. Ce l'avevo ancora nella tasca della giacca.

"Questo è per lei" disse porgendo il piatto con l'hamburger a Louis.

"L'insalata arriva tra poco" continuò guardandomi sorridente.

"Insomma? Quanto ti interessa la rossa da uno e dieci?" disse Louis guardandomi annoiato mentre si portava una patatina alla bocca.

"È carina" dissi semplicemente.

Infondo non la conoscevo. Aveva solo un bel faccino, del resto chi lo sa.

"Già, molto carina" continuò il mio amico assottigliando gli occhi e guardandomi insistentemente.

"Louis falla finita, non essere noioso!" roteai gli occhi al cielo. 

"Oh andiamo Harry! Non puoi rimanere solo fino alla pensione. Non voglio avere una moglie e dei figli a cinquant'anni con te in mezzo ai piedi" 

"Chi ti ha detto che troverai una moglie?" dissi ridendo dei suoi ultimi (circa una trentina) appuntamenti procurati su internet e andati male per giunta.

"Ah-ah-ah. Davvero spiritoso" disse seccato.

"Ecco a lei" ci interruppe la ragazza dai capelli rossi posandomi un piatto di insalata sotto gli occhi.

"Grazie mille, cara" la ringraziò Lou da parte mia ammiccando e sottolineando la parola 'cara'. Imbarazzante.

CHER POV

Il riccio stava dando finalmente segni di avere amici (quindi si presumeva anche una vita sociale) e di riuscire a sorridere, ogni tanto. In quelle settimane era venuto tutti i giorni alla stessa ora e aveva sempre ordinato più o meno lo stesso piatto. Un tipo ordinario, senza alcun dubbio. Il suo amico mi dava l'aria di un eterno bambino e quello che doveva essere il suo cane era davvero orribile. Ho sempre odiato i cani.
Come sempre uscii sul retro per la pausa pranzo. Quel posto mi innervosiva particolarmente. Insomma, essere ogni giorno costantemente sorridente e gentile con tutti era snervante per un tipo come me, ma non ero io a dettare le regole. Appena uscita dalla porta sul retro mi investì il freddo di Gennaio. Riuscivo a sentire sulla pelle il calore dei raggi del sole, nonostante ci fossero piccoli cumuli di neve ai lati delle strade e sugli alberi. 
Mi sedetti al solito posto, su una cassapanca che si trovava sul retro del locale. Osservai per qualche minuto il cielo azzurro, limpido. Era una bella giornata e avevo intenzione di andare a fare una passeggiata a central park dopo la fine del mio turno. Forse avrei dovuto chiamare Aaron, ma non ne avevo tanta voglia, volevo solo leggere quel pomeriggio. Non vedevo l'ora di finire Uno, Nessuno e Centomila. Avevo appena finito di mangiare il mio pranzo quando ad interrompere i miei pensieri fu il rumore della porta sul retro. Gwen aveva gentilmente (si fa per dire) interrotto i miei pensieri iniziandomi a parlare del ragazzo che si trovava al tavolo con il riccio. A dirla tutta avrei scommesso che fosse gay, ma non volevo infrangere i sogni di una povera ragazza come lei. 

"È così carino, Cher! Mi stai ascoltando? Mi ha guardata per tre volte e una volta mi ha anche sorriso! Come sto? Ho qualcosa che non va?" Iniziò a farmi una serie di domande a raffica cercando di aggiustarsi i capelli e senza lasciarmi nemmeno rispondere. 

"Cristo, Gwen stai bene, ok? Sei fantastica, vai dentro e lasciagli il numero" le dissi con tono annoiato roteando gli occhi verso il cielo e cercando di incoraggiarla. 

"Si ora vado, sicura che sto bene? Odio questa stupida divisa." Risi leggermente guardandola mentre si toccava la gonna davanti. 

"Stai bene Gwen, fatti coraggio e vai" le dissi guardandola mentre ancora ridevo. 

Gwen era una ragazza strana e ansiosa per la maggior parte del tempo, non la smetteva mai di parlare ma allo stesso tempo non si stancava mai di ascoltarti se avevi bisogno di essere ascoltata. In quelle settimane mi era capitato più volte di parlarle e di uscirci, era forse l'unica con cui avevo legato veramente in quel posto. Non era niente male. 

Entrai con lei per farle forza e la incoraggiai a scrivere sullo scontrino il suo numero. Ovviamente le dissi anche di specificare per chi fosse il numero, sarebbe stato imbarazzante se al posto del suo "amato" l'avesse chiamata il riccio.

  
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