Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    05/10/2017    3 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO (part 1): 6 mesi dopo




EMMA POV

-Eccoci qua splendore! Aspetta, eh? Ci penso io!
Detto questo, Killian saltò giù dall'auto e fece il giro per venire ad aprirmi lo sportello, da vero gentleman. Mi prese anche la mano per aiutarmi a scendere, poi mi diede un ennesimo bacio sulle labbra.
Da quando era venuto a prendermi in accademia, non aveva smesso di riempirmi d'attenzioni. E nonostante durante quel mese e mezzo avessimo trascorso insieme praticamente tutti i weekend, era mancato anche a me. Durante l'estate mi ero così abituata a vederlo quasi tutti i giorni che il distacco si era sentito, anche se non avevo voluto ammetterlo davanti a lui.
Prima di iniziare il mio addestramento, avevo potuto godermi l'estate più bella della mia vita. Prima eravamo stati quattro giorni in Scozia, da soli, a guardare le stelle nel parco di Galloway... e lui aveva deciso che quello era stato il regalo di compleanno più bello che avesse ricevuto. A fine luglio, poi, eravamo partiti per l'Irlanda dove eravamo rimasti per un mese, portando ovviamente con noi anche Henry. La prima settimana l'avevamo passata a casa di sua madre, nella cittadina di Drogheda, da dove avevamo potuto spostarci facilmente a Dublino. Mi aveva portata anche a giocare a golf in un campo vicino al mare, a pochi chilometri dalla città, ed ero risultata abbastanza brava.
Successivamente eravamo partiti in macchina per Galway, al mare. Lì ci avevano raggiungi Robin e Regina e ci eravamo divertiti un mondo tutti insieme. Per la prima volta nella mia vita ero riuscita ad abbronzarmi, anche se Killian mi aveva presa in giro perché i primi giorni ero stata rossa come un pomodoro. Per fortuna non mi ero scottata troppo, dato che avevo usato una buona protezione solare, così il rossore si era lentamente trasformato in una bella abbronzatura. Ancora non l'avevo persa del tutto, anche se sapevo che per la fine dell'autunno sarei stata bianca come sempre.
Dopo i dieci giorni a Galway, Killian ci aveva portati in altri posti stupendi, tra cittadine di mare, parchi e antichi castelli che sembravano usciti dalle fiabe. Infine, gli ultimi giorni eravamo di nuovo tornati a casa di sua madre, stavolta incrociando anche Liam ed Elsa.
Non avrei mai dimenticato quell'estate, neanche dopo tutte le avventure che sicuramente ci attendevano ancora. Avevamo perfino già programmato di andare a Parigi per capodanno.
Dopo quell'esperienza, poterlo vedere un giorno e mezzo a settimana era stato davvero poco per i miei gusti... ma dopotutto era valsa la pena. Contro ogni mia aspettativa il marito di Cleo aveva scelto proprio me ed io avevo fatto il possibile per essere all'altezza fin da subito: ero stata promossa col massimo dei voti. Non vedevo l'ora di iniziare l'esperienza sul campo come agente di Scotland Yard, ma prima mi sarei goduta il meritato riposo. L'indomani avrei avuto un incontro col capo, poi due settimane di pausa prima di iniziare il lavoro d'ufficio per imparare il più possibile sul mio nuovo mestiere.
Se da un lato ero emozionata, dall'altro volevo soltanto pensare al presente. Così ripresi quel bacio che avevamo interrotto per riuscire a riprendere fiato, e strinsi forte il mio uomo.
-Wow, Swan, non mi aspettavo tanto calore. Ci siamo visti tre giorni fa, sai?
-Senti chi parla! Quando sei venuto a prendermi pareva non mi vedessi da un anno!- lo punzecchiai di rimando, scoppiando a ridere insieme a lui. Era così bello essere a casa... mancava solo Henry, di cui si era preso cura magnificamente! Il piccolo ormai lo chiamava sempre papà e di comune accordo avevamo deciso di non correggerlo. Se c'era qualcuno che desideravo potesse considerare come un padre, quello era Killian... e fin da subito aveva dimostrato di essere perfetto per quel ruolo. Aveva accolto il piccolo in casa sua, occupandosi di lui come se fosse il suo stesso figlio. Eravamo una famiglia, ormai, e non avevo paura di ammetterlo.
Era una bella sensazione.
-Forza dolcezza, rimarrei qui a baciarti per sempre... e non solo... ma non facciamo aspettare Henry!
-Hai ragione, andiamo! Avremo stanotte per recuperare...
-Audace... non vedo l'ora, Swan- sorrise, poi lo tirai per mano ridendo e quasi corsi verso il portone d'ingresso, rischiando di farlo inciampare sul marciapiede. Tuttavia non si lamentò e dopo aver tirato fuori le chiavi dalla tasca si affrettò ad aprire, per poi condurmi verso l'ascensore.
-Aspetta. Mi sono resa conto solo adesso...- feci perplessa, mentre la scatola di metallo saliva -Perché qui? Ti eri trasferito nell'appartamento di Elsa, no?
-Certo, ma è piccolo per fare una cena coi tuoi. Qui è più spazioso!
-Giusto...
-Tranquilla tesoro, l'appartamento è qua dietro, no? Possiamo tranquillamente andare a dormire lì dopo cena, per goderci la nostra meritata privacy...- fece malizioso passando la mano sulla mia schiena, dall'alto in basso. Sarebbe stato così sbagliato gettarmi su di lui appena entrati in casa e approfittare del tempo da soli? I miei con Henry e Liam ed Elsa sarebbero arrivati tra almeno un'ora, a detta di Killian, dunque avevamo tutto il tempo del mondo per divertirci un po' e poi renderci presentabili.
Di certo non mi sarei aspettata che, appena aperta la porta mi sarei ritrovata la sala illuminata con tutti che gridavano “Sorpresa!”. C'erano i miei genitori con Henry, Regina, Robin, Liam, Elsa, Neal e... Anna!
Mi accorsi di essere rimasta pietrificata a bocca aperta solo quando tutti mi vennero incontro, e mio figlio mi saltò direttamente in braccio.
-Papà etto tai qui!
-Sì... sì è vero. Non vado più via tesoro, la mamma ha finito e torna a casa!- gli spiegai riempiendolo di baci, mentre le lacrime mi scivolavano incontrollate lungo le guance. Erano tutti meravigliosi, non mi ero aspettata quell'accoglienza... e Killian era stato bravissimo a non far trapelare nulla!
-Adesso abbiamo un agente di Scotland Yard in famiglia!- esclamò la mamma eccitata, poi lei e papà mi strinsero. Abbracciai tutti a turno, con la vista tanto annebbiata da non distinguere neanche chi... ma non importava. Erano la mia famiglia e i miei migliori amici.
Solo l'abbraccio con Anna durò molto più a lungo. Per tre lunghi anni non avevo visto la mia migliore amica del liceo, che aveva tardato il suo ritorno a Londra per passare alcuni mesi come volontaria in Ecuador. Piansi ancora più forte, e lo stesso fece lei. Ero stata così crudele in passato, quando aveva fatto il possibile per restarmi vicino nonostante la lontananza, che mi sarei aspettata uno schiaffo. Non un abbraccio così stretto.
-Anna, mi dispiace tanto! Sono stata una stupida! No, un'idiota, cretina...
-Smettila Emma, non ce l'ho con te... non ce l'ho mai avuta con te! Ti voglio bene, scema!
-Ti voglio bene anch'io! Cavolo come sei cresciuta, nanetta! Sei più alta di me!- esclamai quando ci separammo, squadrandola da capo a piedi. Aveva ancora quel visino dolce e gli occhi sorridenti che l'avevano sempre caratterizzata... ma adesso portava i capelli rossicci sciolti invece che in due trecce, ed era alta almeno quanto me, se non di più. L'ultima volta che ci eravamo viste la superavo di cinque centimetri, come minimo!
-Quando sei tornata? Nessuno mi ha detto niente!
-Ieri in realtà. Sarei dovuta tornare a inizio mese prossimo ma ho anticipato e non ho detto nulla a nessuno. Neanche ad Elsa, volevo farle una sorpresa! Solo quando me la sono ritrovata davanti col pancione mi sono ricordata che forse era il caso di avvertirla, ma per fortuna non ha partorito per lo shock!
Logorroica come sempre la “piccola” Anna, neanche in quello era cambiata! E aveva anche ragione... Elsa ormai aveva un bel pancione, dopotutto era all'ottavo mese. Mia madre invece avrebbe dovuto partorire a giorni, e io non vedevo l'ora di conoscere il mio fratellino!
-Alla fine sono stata più sorpresa io però! Voglio dire, mia sorella con un anello al dito e un bambino in arrivo... la mia migliore amica con un ragazzo sexy e un bambino già cresciuto! E agente di Scotland Yard, come ciliegina sulla torta!
-Grazie per il “sexy”, tesoro!- esclamò Killian, e lei arrossì all'istante rispondendo con una risatina. La abbracciai ancora una volta: era incredibile che tutto sembrava come ai vecchi tempi, come se non fossero passati tre anni, ma al massimo tre settimane!
-Giù le mani ragazzina, adesso è anche la mia migliore amica!- intervenne scherzosamente Regina, ed io scoppiai a ridere.
-Grazie ragazze, ma non dovete litigare per me! Ce n'è per tutti!
-Sei sempre più desiderata, Swan. Devo cominciare a essere geloso?- intervenne il mio ragazzo, cingendomi la schiena e attirandomi dolcemente a sé.
-Puoi stare tranquillo. Nessuno ruberà il tuo posto.
-Meno male. Però sono contento che Neal si sia trovato la ragazza, almeno posso star certo che non se ne starà nell'ombra a sperare che ci lasciamo!
-Ma smettila, Jones!
-Woow, quante novità. Perché non mi raccontate mai le cose? Sono tornata tutti i weekend alla fine! Quindi ora Wendy è ufficialmente la tua ragazza... sono contenta!
-Ebbene sì... e grazie!
Ero contenta che Neal avesse trovato qualcuno. Avevo conosciuto Wendy di persona durante il loro primo appuntamento, il primo weekend in cui ero tornata a casa dopo l'inizio dell'addestramento. Ci eravamo incontrati per caso nel parco e la ragazza mi era subito sembrata molto dolce e carina. Speravo sapesse anche di essere molto fortunata ad avere accanto un ragazzo del genere. Era dolce, premuroso, attento e sapeva ascoltare..per questo, tanti mesi prima, mi era dispiaciuto rendermi conto di non ricambiare i suoi sentimenti.
Col senno di poi, però, era meglio così. Io e lui eravamo come fratelli, mentre Killian era l'uomo ideale per me. Le parole non mi sarebbero mai bastate per descrivere tutte le sue sfumature, ed io amavo ognuna di esse. Era semplicemente... perfetto.
Il perfetto fidanzato.
Il perfetto padre per Henry.
Dopo tanta sofferenza, la vita aveva finalmente deciso di ricompensarmi... e l'aveva fatto davvero in grande. Avevo ricevuto più di quanto pensavo fosse possibile.
-Un attimo.- mi trattenne Killian, quando feci per seguire gli altri verso la sala da pranzo. Mio padre si voltò, ma lui gli fece un cenno col capo, spiegando velocemente che li avremmo raggiunti tra un minuto. Cosa stava succedendo?
-Killian? Che c'è?
-A mezzanotte è il tuo compleanno...
-Lo so.
-Volevo darti il mio regalo in anticipo. In privato. Così, se non dovesse piacerti...- e mentre lo diceva portò una mano in tasca nervoso, io invece iniziai a sbiancare ed avere i sudori freddi.
No, era pazzo. Cosa diavolo stava facendo? Non poteva essere, no...
-Wo, Killian, aspetta... non vorrai...
-Cosa?- borbottò, alzando lo sguardo per poi strabuzzare gli occhi; -No! No, non sto per... farti la proposta. Anche se effettivamente, non è una cosa da meno... anzi...
Mentre lo guardavo tra il preoccupato e il curioso, aprì la mano e mi mostrò una chiave. Non sapevo dire chi dei due fosse più teso, ma l'ansia si poteva tagliare col coltello.
-Non voglio allungare il brodo, so che non ti piace. In poche parole, Swan... vorresti venire a vivere con me?
-Co... cosa...
-Quella casa che ti ho portato a vedere due settimane fa. Alla fine l'ho comprata.
-Ma dicevi che costava un po' troppo...
-Ah Emma, è la casa in cui passerò il resto della mia vita, ne vale la pena. Ho venduto il porticciolo che mi ha lasciato mio padre in Grecia e ci ho fatto parecchi soldi. È quella è mia ora. Nostra, se decidi di accettare...
-Ok.
-Cosa? Ok? Davvero?
-Si!- esclamai raggiante e divertita della sua perplessità -Ma certo che sì, Killian! Voglio venire a vivere con te!
Prima che potessi dire o fare altro mi sollevò da terra stringendomi forte a sé e mi baciò con foga, bacio che non tardai a ricambiare neanche di mezzo secondo.
-Dio, credevo sarebbe stato più difficile!
-Sono stufa delle difficoltà!- spiegai, ridendo contro le sue labbra -Ti amo, voglio svegliarmi accanto a te tutti i giorni... ed Henry ti considera suo padre! Non vedo perché complicare tutto quando... beh, quando vogliamo la stessa cosa. Adesso baciami testone, poi raggiungiamo gli altri prima che ci diano per dispersi! Solo una cosa... quando ci trasferiamo?
-Il prima possibile!

 

***


KILLIAN POV

-Tanti auguri Emma...- le sussurrai all'orecchio, avvolgendola tra le braccia quando finalmente gli altri ebbero finito di augurarle un buon compleanno. Ero contento fosse tornata in tempo per festeggiare insieme, perché meritava un giorno speciale tanto quanto lo era stato il mio, grazie a lei. La prima parte della sua vita poteva essere stata complicata, tanto da trasformare i 18 anni in 40... ma ce l'aveva fatta. Aveva vinto. Ed ora, guardando al presente, era una giovanissima, splendida ragazza, che ad appena 19 anni era diventata agente di Scotland Yard: un record che pochissimi potevano vantare. Ed io ero estremamente fiero di avere accanto una donna così. Sarei sempre stato preoccupato del suo lavoro, non potevo far finta che non l'avrebbe esposta a rischi quasi costanti, ma allo stesso tempo ero contento che avesse trovato la sua strada. Ce l'aveva messa tutta, e finalmente poteva dire di avercela fatta. Nei suoi occhi leggevo solo felicità.
La baciai senza badare agli altri presenti, godendomi a fondo le sue labbra morbide e calde, che ormai conoscevo perfettamente. Lei non fu da meno, fino a che un leggero colpo di tosse – ovviamente di David – non ci fece tornare alla realtà.
-Potreste rimandare a quando siete soli, magari?
-Certo Dave, scusa.- sogghignai, mentre le guance della mia Emma si dipingevano di un rosa intenso. Era davvero tenera quando si vergognava. A parte suo padre, tuttavia, nessuno sembrava disturbato dalla nostra piccola dimostrazione d'affetto... anzi! La sua amica d'infanzia aveva un sorrisetto che andava da un orecchio all'altro.
-Siamo carini, lo sappiamo! È per questo che diamo spettacolo!
-La vuoi smettere?- mi rimproverò la festeggiata, colpendomi sulla spalla. Ovviamente fallì nell'intento di farmi anche solo un po' male, ma allo stesso tempo mi convinse a star zitto. Avevo un'altra battuta pronta, ma non era di certo il caso di condividerla coi suoi genitori lì...
-Allora, cosa ne dite di farle scartare i regali?- propose Regina, cingendo le spalle alla sua amica per accompagnarla sul divano. I pacchetti li avevamo lasciati lì davanti, sul tavolino.
Mi accomodai anch'io sul divano, gli altri si sistemarono di fronte a noi su sedie e poltrone. Emma guardava i pacchi allegra e sorpresa, ed io non resistetti all'impulso di darle un piccolo bacio sulla guancia.
-Non dovevate! E non è per dire... Insomma, ho già tutto. È già tanto avere tutti voi qui... vieni, Henry!
Il piccolo non se lo fece ripetere due volte e scese dal grembo della nonna per sistemarsi tra le braccia della madre.
-Pima immio, mamma!
-Cosa? Mi hai fatto un regalo anche tu, amore?
-Sì!- esclamò, e prima che saltasse giù per recuperare il suo pacchetto glielo porsi io, così che potesse darlo a Emma. La ragazza guardò dentro curiosa, per poi tirare fuori un disegno che conoscevo molto bene: due giorni prima il piccolo mi aveva chiesto di aiutarlo, così ci eravamo seduti per terra tirando fuori tutte le matite ed i pennarelli che aveva. Aveva disegnato una nave, sulla quale c'eravamo io, lui ed Emma vestiti da pirati. Era stato molto divertente e, a mio avviso, era un artista nato! Chissà, magari un giorno avremmo avuto un pittore in famiglia.
-Tesoro, ma è bellissimo! Davvero l'hai fatto da solo? È stupendo!
-Papà autato!
-Nah, non è vero... l'ho solo guardato e guidato un po', ma ha fatto tutte con le sue manine!- spiegai sorridendo, col cuore colmo di gioia. Ormai avrei dovuto essere abituato al fatto che mi chiamasse “papà”, eppure continuavo ad intenerirmi ogni volta. Forse non mi sarei mai abituato all'idea di aver trovato una famiglia così bella, neanche tra dieci anni quando, forse, sarebbe stata ancora più grande...
Guardammo Emma riempire Henry di baci, fino a che il piccolo non si sottrasse alla sua presa facendoci scoppiare a ridere. Potevo capirlo, ma capivo anche Emma: era così morbido che faceva venire voglia di stritolarlo tutte le volte!
-Grazie Henry, lo appenderò in camera! Dai, torna a sederti qui e giuro che non ti stresso più!- alzò le mani. Anche se un po' dubbioso venne a sedersi sulle mie gambe, accanto a Emma.
La ragazza ricevette poi alcuni meravigliosi abiti da parte di Regina, profumi, libri, una smartbox per un week-end in Europa e una bottiglia di vino francese molto pregiato insieme a dei cioccolatini.
-Manca il nostro...- sorrise infine Mary Margaret, porgendo alla figlia una bustina che aveva tenuto da parte -E' opera mia, di tuo papà e Killian.
-Grazie...- fece curiosa, lanciandomi uno sguardo confuso -Tu però mi hai già regalato una casa!
-Oh...- intervenne suo padre, quando avevo già aperto bocca per replicare -Quindi gliel'hai davvero chiesto prima. Perché non avete detto niente...
-Non era il momento, ma sì. Insomma... ho pensato che... ecco, fosse meglio farlo in privato. No?
Ovviamente avevo parlato coi suoi genitori della proposta che le avrei fatto, e si erano mostrati entrambi lieti, anche se suo padre mi aveva riempito di raccomandazioni. Avevano pensato fosse una bella idea perché, in fondo, la casa l'avevamo scelta insieme e la nostra relazione era abbastanza stabile perché potessimo permetterci un passo del genere. Inoltre, negli ultimi mesi avevamo passato più tempo insieme che separati e questa, in fin dei conti, era soltanto una formalità... certo, una piacevolissima formalità. Tuttavia non avevamo discusso delle modalità, quindi forse si erano aspettati che glielo chiedessi in un altro momento, magari dopo i regali.
-Di cosa state parlando? Le hai regalato una casa? Come si regala una casa?- domandò Anna curiosa, rompendo l'imbarazzante silenzio che si era creato.
-Non è che le ho regalato una casa...- borbottai -E' che ne ho comprata una. Per noi. Insomma, a me serviva comunque un nuovo posto e...
-Andiamo a vivere insieme- concluse Emma, guardandomi con un sorriso tenero. Ero piuttosto certo la divertisse vedermi imbarazzato... ma fortunatamente era accorsa in mio aiuto, prima che raccontassi l'intera storia di come avevo trovato la casa su una rivista specializzata!
Seguirono baci e abbracci per entrambi, tante congratulazioni ed affetto da parte dei presenti, che chiaramente sembravano eccitati quasi quanto noi! Solo Regina mi accusò scherzosamente di aver rubato la sua coinquilina, ma sapevamo entrambi non sarebbe rimasta sola a lungo: durante l'assenza di Emma, lei e Robin avevano praticamente vissuto insieme, anche se non ufficialmente. A volte a casa dell'uno a volte dell'altro, ma erano state poche le volte in cui erano rimasti separati. Elsa invece si lamentò, dicendo che se avesse saputo ci avrebbe regalato qualcosa per la casa.
-Avanti avanti, lasciatele scartare l'ultimo regalo!- esclamai infine, cercando di calmare le acque -E' stata una giornata lunga e ha bisogno di dormire!
-Sì, non mi dispiacerebbe... voglio dire, vi ringrazio per la festa, è stata fantastica! Ma si è fatto tardi e penso sia ora di andare a letto per tutti... e c'è Henry che sta praticamente dormendo!
Mentre apriva l'ultima bustina diedi un'occhiata ad Henry, che effettivamente si era addormentato sulla poltrona che sua nonna gli aveva lasciato libera. In un'altra occasione l'avrei portato a letto prima, ma in fondo era festa anche per lui!
-Oh. Mio. Dio. Ma sono dei biglietti per New York! Oddio ma sono per... tra cinque giorni!
-Sì...- iniziò Mary Margaret, mentre gli occhi della giovane si stavano già riempiendo di lacrime -In fondo è casa tua anche quella e non hai mai avuto modo di godertela a fondo... quindi una decina di giorni a New York prima di iniziare il nuovo lavoro ci sono sembrati una buona idea.
-Ci andremo io, te ed Henry- intervenni -Mi farai conoscere il luogo in cui sei nata... e poi puoi votare per la presidentessa, no?
Per la seconda volta quella sera la ragazza non riuscì a trattenere le lacrime e abbracciò a turno me e i suoi genitori... segno che avevamo scelto bene. Sarebbe stata una bella avventura esplorare insieme la Grande Mela e avrei avuto modo di conoscere le sue origini, la sua vecchia casa, i suoi parenti americani... E poi, volevamo tutti che si costruisse bei ricordi legati al suo Paese, così che riponesse definitivamente in un cassetto quelli più difficili.
-Grazie. E grazie a tutti, siete meravigliosi!- fece infine, ancora commossa -Non potevo desiderare un compleanno migliore... è praticamente il migliore che abbia mai avuto!
-Te lo meritavi, Emma. E non è finita, c'è ancora tutto domani!- fece allegra sua madre. Avevamo prenotato un pranzo su un bel rooftop, con tanto di successiva merenda... mentre erano stati tutti d'accordo che la sera l'avrebbero lasciata a noi. Probabilmente l'avrei portata nella nuova casa, dato che era già arredata e proprio il giorno prima avevo finito di portare gran parte delle mie cose. Non mi ero permesso di portare le sue perché non potevo esser certo avrebbe accettato, ma l'avremmo fatto insieme nei prossimi giorni. L'avremmo personalizzata fino a sentirla davvero nostra.
-Killian- mi sussurrò all'orecchio, mentre gli altri sparecchiavano -Metti una mano nella mia borsa.
-Eh?
-Fidati. È qui appesa alla sedia. Muoviti, mentre gli altri sono distratti.
Molto interdetto feci come mi dice, e la mia mano si andò a posare su qualcosa di freddo e metallico. Incuriosito abbassai lo sguardo e tirai l'oggetto leggermente su, per capire cosa fosse: non riuscii a credere ai miei occhi.
-Era nel kit che mi hanno dato col diploma...- sussurrò ancora -Ho pensato potessi apprezzare. Tempo fa mi hai detto che ti piacciono i giochi di ruolo... Ho già anche la divisa.
Feci del mio meglio per rimanere impassibile perché se David avesse capito di cosa stessimo parlando, avrebbe usato quelle manette per incatenarmi da qualche parte – lontano da sua figlia. E comunque non riuscivo a crederci... da quando il mio dolce cigno era diventato così malizioso tanto da superare – quasi – il maestro?
-Tranquillo, lascerò fare la parte del poliziotto anche a te... ogni tanto.- sorrise, poggiando la mano con finto fare innocente sulla mia coscia. Dannazione, se sapeva provocare...
-Ehi voi due! Che combinate?
-Niente, papà! Stavamo dicendo che è meglio lasciare Henry qui per stanotte, visto che sta già dormendo... sarebbe un peccato svegliarlo.
-Oh. Certo. Voi quindi andate?
-Sì, salutiamo tutti e andiamo... muoio di sonno!- concluse, rivolgendomi un sorrisino e fingendo uno sbadiglio. Sonno, certo! E pensare che non avevo creduto possibile che potesse sorprendermi più di quanto avessi fatto io, “regalandole” una casa!
Col senno di poi, non rimpiangevo nulla della mia vita. Tutto ciò che avevo passato mi aveva condotto a questo momento, alla donna che avrei amato per il resto dei miei giorni. Una donna che sapeva rendermi felice anche solo con un sorriso e speravo davvero di essere altrettanto bravo. Ma finalmente, avevo smesso di dubitare di me stesso: sarei stato all'altezza del suo amore, ne ero certo. Lo sapevo, perché vederla felice rendeva felice anche me.






 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Finalmente ce l'ho fatta a finire la prima parte dell'epilogo che, come vedete, è ambientato 6 mesi dopo l'ultimo capitolo. Emma contro ogni aspettativa ha ottenuto il lavoro ed ora ha anche finito la prima parte di addestramento. Killian ovviamente sa che un lavoro del genere la metterà sempre a rischio ma non può che essere orgoglioso di lei... dopotutto la sua ragazza è un'agente di Scotland Yard neo diciannovenne! Prima di questo hanno anche avuto tanto tempo per farsi una bella vacanza insieme, e lui le ha fatto conoscere le sue origini, la sua terra. 
Ora che lei è tornata, il passo successivo era andare a vivere insieme... e per grande sorpresa di lui non è stato difficile convincerla! Ormai lei ha capito che è inutile complicare le cose quando in realtà sono semplici e chiaramente è più che contenta di andare a convivere... ormai si conoscono a fondo, hanno passato così tanto tempo insieme, che è quasi una semplice formalità. 
Hanno festeggiato tutti insieme il suo compleanno, con Anna come bonus che è finalmente tornata e le due si sono riunite! Prima di iniziare il lavoro la aspetta un'altra avventura con Killian, stavolta nella sua New York... dove finalmente potrà costruirsi bei ricordi.
Per concludere, almeno questa prima parte di epilogo, non volevo una cosa strappalacrime... ma divertente. Spero di esserci riuscita xD In uno dei primissimi capitoli Killian aveva scherzato sul gioco di ruolo e adesso direi che Emma è pronta ad accontentarlo LOL anche se per poco non moriva di infarto!
Alla prossima, che sarà davvero l'ultimissima... e non riesco a crederci ç_ç 
A prestissimo, un abbraccio! :*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _