Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Nemsi    07/10/2017    0 recensioni
Una raccolta di flashfic che ribaltano l'ottica con cui abbiamo sempre giudicato i "malvagi" della saga di Harry.
ON HIATUS
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Minus
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un piccolo esperimento, ideato e scritto di getto in un ritorno in treno verso casa. Un piccolo esperimento, che non so quando concluderò, nella speranza di sboloccarmi dalla stasi che mi ha colto nella scrittura delle mie titaniche long- story.

Saint's Elegy

Rathole

Servile.
Viscido.
Traditore.
Spia.
Vigliacco.
Codardo.
Pusillanime.
Vile.
Inutile.
Sono abituato a questi aggettivi, ormai sono miei.
Non sono complimenti, lo so bene. Non sono uno stupido. Non così tanto.
Però non posso neppure negare che mi rispecchino.
Me li merito.
Tutti quanti.
Nessuno escluso.


Un piccolo corpo rattrappito.
Serrato su sé stesso, in un piccolo e lurido angolo buio.
Una cella.
Una segreta.
Una tana. Di un ratto in agonia.

I capelli radi sono sporchi e dal colore malsano, incrostati di terriccio grasso e nero.
Torba.
Terra appena smossa di una tomba.
Un morto che cammina.
O un uomo mai nato.

I vestiti lisi sono lordi, di fango polvere e sangue.
Secco e fresco, mescolati in un quadro astratto di orrore e schifo.
Sangue e sporcizia.

Un ratto ferito imbrattato di morte.
Un ratto morente.

Singhiozzi strozzati.

Dolore e disperazione ristagnano nell’aria nera al gusto di sangue.
Movimenti lenti, piccoli spasmi involontari.
Una piccola vita che se ne va, nel silenzio.
Sola.
Invisibile ai mille occhi miopi del mondo. Occhi a migliaia, a milioni che decidono cosa vedere. E cosa ignorare. Sempre.
Solo.
Gli ultimi minuti di un piccolo lurido sorcio.

Sono solo un piccolo sorcio. È la verità. Nulla di più.
Chi può pretendere la lealtà di un piccolo sudicio ed inutile sorcio?
Solo degli stolti.
Già, stupidi idioti che si sono fidati di me!
La colpa è loro! È loro!

Non avrebbero dovuto pretendere la mia lealtà. Non avrebbero dovuto caricami della loro fiducia.
Un debole non può farcela. Non può!
Non è colpa mia!


Tremori e sussulti.
Piccole membra che si ribellano al gelo del sonno ultimo.
Con forza.
Con rabbia.
Con coraggio.

Come potevo? Come potevo farcela?

Domande vuote. Vane.
Le risposte sono già tutte ormai state scritte.
Una vita di errori e codardia merita forse la morte più di ogni altra?

Io non volevo.
Non ho mai voluto essere come sono.
Non l’ho chiesto io.
Non sono mai riuscito a cambiare.
Un ratto resta un ratto, anche accanto a un lupo. O a un serpente.


Lacrime. Sincere.
Piene di dolore. Di rabbia. Di voglia di vivere. Di colpa.

Essere al loro fianco era un sogno. A me basta essere con loro, fare parte del gruppo, essere un Marauders, sebbene il più debole ed incapace.
Sirius era magnetico nella sua infinita sicurezza, un idolo da imitare. James era il miglior giocatore dei Gryffindor da decenni, l’amico che tutti vorrebbero avere. Remus colto e gentile come era, era amato da tutti, nonostante il suo segreto. Io... ero semplicemente... inutile.
Superfluo.
Eppure non me ne importa niente.
Ero contento anche solo di poter essere considerato loro amico. Per me il solo fatto che mi parlassero, mi chiedessero di accompagnarli, mi facessero sedere al tavolo con loro era motivo di orgoglio.
Ero felice. Davvero.


Singhiozzi. Soffocati dal lento abbraccio gelido della morte.
Una piccola vita che muore. Sola, com’è vissuta.

Poi lentamente ho iniziato a rendermene conto. La loro luce mi faceva male.
Il continuo confronto con loro era troppo da sopportare.
Faceva male.
Faceva troppo male.


Lacrime. Sale e sangue che colano lenti su un volto vecchio di stenti e dubbi.
Una vita gettata. Un’esistenza inutile.
Capace solo di fare del male.
Involontariamente.

La loro vicinanza mi feriva, ma non avevo il coraggio di allontanarmi. Il sole è bello proprio perché brucia ed illumina no?

Grida basse, acute e rauche insieme.
Gli squittii di una bestiola che muore.
Senza colpa, se non la propria natura.

Quando mi hanno affidato la loro vita volevo piangere. Piangere di gioia e terrore.
Perché io sapevo. Sapevo che non ce l’avrei fatta. Un topo non può essere un leone.


Urla. Perse nel silenzio della mente.
Neppure più la voce per chiedere perdono.
Nessuno ad ascoltare il pentimento di un moribondo.

Avranno pensato che li abbia traditi. È così.
Per vendetta? Per fargliela pagare di avermi sempre escluso e sotto sotto usato, come un animaletto da compagnia?
Vorrei poter dir di sì ed aver almeno il merito di essere il mostro che sono, però non è così.
Non vendetta, ma paura.
Quando li ho visti attorno a me, neri ed incappucciati, ho avuto paura. E li ho venduti.
Tutto qui.


Il gelo, viscido, per tutto il corpo. Striscia placido in ogni cellula.
Chi ha mai detto che la morte per un peccatore sia una condanna e non un’assoluzione?

Tra i cattivi sono stato il più patetico. Strisciavo ed ubbidivo, solo per non essere schiacciato.
Inutile. Ecco cosa sono. Da sempre.
Sto morendo come un ratto.


Un braccio, sanguinante e bruciato, che tenta di levarsi. Al cielo?
Alla luce?
Non vi è né luce né cielo nelle fogne.

Non ho neppure nessuno a cui chiedere perdono, sebbene non ho nulla da farmi perdonare.
Per essere perdonati occorre essere uomini.
Lo sono mai stato?
...


Un arto che cade, pesante, sordo, privo di vita.
Un’ombra rannicchiata nell’oscurità.
Una morte silenziosa e insignificante.

Io volevo solo vivere.

Una lacrima come epitaffio.
L’ultima testimonianza di un peccatore senza peccato.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nemsi