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Autore: Daistiny    07/10/2017    0 recensioni
All'alba nella tenda Ashe rammenta con difficoltà le ultime ore di quella notte ne i suoi dettagli abbastanza confusi da non sembrare reali.
Lei che chiama ansimando il nome di lui, mentre Basch le bacia i seni, il suo bacino contro quello di lui mentre con le braccia cerca la schiena di quell'uomo, per cercare anche solo per un attimo un po di calore umano.
Lei la sente mugolare fuori dalla tenda disgustata da quello che sta vedendo e con le sue orecchie sentendo.
La voce di una donna che fino ad un attimo lei avrebbe potuto chiamare "sorella", mentre l'altra era quella del "suo tutto". Silenziosamente ascoltava, impassibile.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ashe, Basch, Gabranth, Larsa
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il vento e la sabbia..'
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Ti ho cercavo in mezzo ai volti in torno a me... erano questi i pensieri rispettivi sia di Basch che di Ondine, il primo in giro per Ivalice con l'altra ad Archades al fianco del giudice Gabranth.

Più credevo di trovarti più eri inafferrabile... ogni tanto mi illudevo fossi veramente tu... e sentivo la tua voce... anche se già non c'eri più. 

Entrambi divisi da chilometri di terra e più di sette miliardi di anime, tra gli huma e le varie razze c'era da chiedersi come si sarebbero ritrovati un giorno.
Si illudevano di vedere tra la folla in torno a loro i loro rispettivi volti, fa miliari ai loro occhi.
Ma ogni volta che cercavano dovevano abbassare lo sguardo perchè si rendevano conto di cercare illusioni che forse solo il Mystes gli creava.
Illusioni come il fantasma di Rasler che Ashe vedeva ogni qual volta si trovava presso rovine riguardanti il re dinasta.
Ashe era esattamente come loro due, nella stessa identica situazione. Solo che chi la principessa seguiva non era che un fantasma di qualcuno che aveva perso, trafitto al cuore da una freccia.
Tutti e tre si illudevano di sentire, ognuno, la voce della persona amata... ma non si rendevano conto di rincorrere solo un ricordo  di qualcosa che loro stessi senza nemmeno rendersene conto avevano, idealizzato.
Ecco cosa stavano rincorrendo.

Ritornerò ooh...ritornerò eeeh.. 
Sperando i tre avevano pensavano questo, ma dove sarebbero potiti tornare mai?

Poi una sera d'estate ho aperto gli occhi... ed eri lì... 

Era un sera, non meglio precisata, Ashe e Basch si ritrovavano con il resto del loro gruppo riuniti a torno al fuoco, ad Archades Ondine se ne stava invece a casa di Gabranth ad dargli una mano a sistemare i vari rapporti che puntualmente gli informatori del giudice gli passavano.
Pile di scartoffie contenenti tutte notizie che andavano verificate e poi accuratamente selezionate.
Fu in quel esattamente in quel momento che tutti colsero il medesimo pensiero, era come se in qualche maniera il fatto li legasse tra loro, vincolandoli tramite vissuti simili.

-Non avrei mai potuto pensare anche solo lontanamente che il deserto potesse essere così gelido... -Disse Ashelia ricordandosi l'ultima volta in cui aveva potuto dormire sulla Stralh.
L'avevano lasciata ad alcuni giorni di cammino, dietro di loro. La principessa rifletteva su l'apparizione del suo amato Rasler, scrollava la testa stringendosi nelle spalle... chiedendosi se c'era al mondo qualcosa in grado di restituirglielo.

 -Deve essere per voi una nuova sensazione... ma ci farete presto l'abitudine, Maestà.- Gli disse Basch offrendo alla giovane principessa una tazza di latte caldo,notando l'incessante tremore della giovane.

-"Così giovani..."- pensava il capitano osservando la principessa che aveva visto nascere e crescere, era per lei come una figlia... una delle "preziose figlie" di cui Raminas gli aveva ordinato di prendersene cura.

Spesso si chiedeva come doveva stare Ondine a Buhjierba, con il marchese, immaginava non bene... ma almeno era fuori pericolo, fuori da quella guerra ed i suoi intrighi.
-"Troppo giovani"...-Come avrebbe fatto a regnare? Si domandava Basch ogni volta che pensava alle due principesse. Poi in un solo istante gli apparve la verità, prima o poi sarebbe giunto il momento in cui si sarebbe dovuto separare da entrambe.
Ashe avrebbe reclamato il suo regno, ed Ondine per quanto l'amava avrebbe dovuto lasciarla andare... far in modo che la ragazza vedesse altro oltre a lui.
Non era affatto un bene che la principessa avesse occhi solo per lui, rinunciando così alla sua vita e alla sua individualità.

L'aria era ghiacciata, si infilava sotto gli abiti tra le varie fessure, lambendo la pelle.
Ashe si stringeva nella logora mantella di lana, mentre tramante avvicinava la tazza col latte alle sue labbra. Anche Basch si stringeva tra se, avrebbe di sicuro preferito l'abbraccio di un corpo umano all'aria gelida del deserto.
Le sue dita tremavano dal freddo, mentre sistemava la sciarpa intorno al collo.
Ashe ad un certo punto si avvicino a lui, poggiando la testa sulla sua spalla, era stanca ed infreddolita, provata da quel pensante viaggio a piedi che aveva deciso di intraprendere per salvare il suo regno.

-Quasi indivisibili...Forse è stato troppo amore... o l'incoscienza dell'età...

Questi pensieri invece attanagliavano la mente di Ondine e in qualche modo, quella di Gabranth, che per quanto fosse poco loquace i suoi pensieri, che Ondine gli leggeva dentro, parlavano per lui.

Ondine e il giodice ripensavano molto spesso alla loro gioventù, alla loro incoscienza e quella innocenza che con la guerra avevano perso.
Il troppo amore di lei... e l'incoscienza di lui.
Gabranth non sembrava uno sprovveduto e nemmeno un incosciente, era fin troppo serio.
Ondine dal canto suo ne risentiva molto della mancanza di leggerezza e di incoscienza che fino a due anni prima faceva parte della sua vita. Forse è stato troppo amore... ciò che l'aveva spinta ad Archades era stato proprio quel amore che la legava a Basch, che l'aveva spinta a cercare una risposta, incurante delle conseguenze del suo gesto.
"Aprendo quella porta
hai detto "tutto si sistemerà"
 "Tutto si sistemerà"-così  le aveva detto Basch in presenza di Ondore IV, prima che Ondine fosse portata via da quest ultimo su ordine del re.
Nessuna spiegazione, doveva allontanarsi con "effetto immediato" questa era stata la volontà del re, suo padre.
Ondine rivedeva ancora quella scena, mentre Basch prendeva il viso di lei tra le sue mani grandi, dandole un bacio sulle labbra ed accarezzandole il viso, prima di dirle tra se "Addio".
Ed il tempo se ne andò con te
tra i rimpianti e le lacrime
e i ricordi e la felicità
e l'amore che non tornerà
che quando si perde è perso ormai
chissà un giorno se mi rivedrai
ti batterà il cuore per un po'
solamente per un attimo
Erano passati due anni, due anni intensi per entrambe le parti, ognuno aveva vissuto quei due anni in maniera diversa. Chi si era visto a scappare braccato dall'impero, chi invece si era visto sbattuto in una gabbia, isolamento per ben due anni.
Solo nel buio, a soffrire di stenti, senza avere modo di pulirsi. A subire estenuanti interrogatori, ed interminabili torture. Indicibili suplizi che a stento non l'avevano fatto impazzire.
Gli insulti, le denigrazioni, le privazioni del sonno e dei bisogni alimentari, le continue aggressioni e violenze psicologiche che subito ogni giorno, insieme alle umiliazioni.
Lo avevano spinto a non avere più speranze, l'avevano annientato su tutti i fronti. Ecco cosa era capitato a Basch.
Tanti rimpianti, lacrime, i ricordi e la felicità...di un amore che non tornerà.
Non tornerà, ma almeno lei, anzi no... "loro" erano al sicuro.
Che quando si perde è perso ormai... Già la sua vita era finita. Era questo che pensava Basch quando se ne stava appeso nella sua gabbia. Molto probabilmente Ondine si era già dimenticata di lui, forse credendo a quelle dicerie sul suo conto. Ora aveva la possibilità di rifarsi una vita.

Chi sa se un giorno, Basch avrebbe rivisto la sua Ondine, forse lei non si sarebbe nemmeno ricordata di lui, il suo volto, il suo sorriso.
Avrebbe forse rammentato qualche strana somiglianza attribuita a chi sa quale cosa, ma poi si sarebbe voltata da un'altra parte e se ne sarebbe andata per i fatti suoi.

 -Sono stato come un cane... mi sono buttato via... con qualunque umiliazione...

Silenziosamente Gabranth stava osservando la sua assistente spostare pile di documenti e rapporti vari, il lavoro non era nemmeno la metà. Quella sarebbe stata una lunga notte per loro due.
Gabranth dopo tanti sacrifici era diventato quello che lui più di tutti doveva detestare. Un giudice Magister.
Il premio per aver servito chi aveva distrutto la sua patria. Una vergogna, aveva buttato via tutto, rinnegato il suo nome e la sua patria. Con qualunque umiliazione Gabranth era andato avanti, scalando i vertici dell'esercito imperiale per poi meritare l'appellativo di "cane".
Appellativo che Gabranth...anzi Noah detestava tanto.


Anche sotto casa tua
la finestra illuminata
lui che ti stringeva a sé
io che avrei voluto urlarti
e urlare a tutto il mondo che...Ritornerò... 
Dopo due anni Ondine era finalmente riuscito a trovare Basch. Così quasi per caso... aveva ricevuto un incarico da consegnare un messaggio importante a Balthier, quando si era ritrovata d'avanti a se Basch e sua sorella.
Ondine aveva fatto atterrare l'Amira a una ventina di di metri dalla Stralh, avvolta in una mantella bianca che le copriva appena il capo, con indosso abiti archadiani di ottima fattura, camminava lenta tra la sabbia scura del deserto guidata dalla luce del fallò del accampamento.
Distingueva appena delle figure, aveva saputo da Redas che Balthier si era appena imbarcato in un grosso affare, le aveva affidato una missiva con alcune informazioni che lo stesso pirata aveva chiesto a Redas di fornirgli.
Ondine si chiedeva quante volte ancora Redas l'avesse scambiata per una messaggera, quella volta non gli e l'avrebbe fatta passare liscia.
La ragazza avanzò ancora finchè vide qualcosa che le fece gelare il sangue e maledire gli dei.

Ashe aveva finito il contenuto della sua tazza, che era appena bastata a riscaldarla, la testa ancora poggiata sulla spalla di Basch intento a osservare le fiamme del falò.
La principessa stranamente si sentiva sempre più calda, non sapeva darsi alcuna spiegazione, se fosse per il falò, il latte caldo o la presenza di Basch vicino a lei.
Il caldo si disperdeva facilmente e i brividi aumentavano. Basch non perse tempo nell'accorgersi dei tremori di sua altezza.
La fronte di Ashe scottava ed ella era rossa in volto. Basch non aveva mai visto la ragazza in quelle condizioni.
Ashe nei deliri della febbre abbraccio stretto a se Basch, il capitano non protestò, la lascio fare. La ragazza si poggio contro il suo petto, non aveva mai sentito nulla di così bollente del petto del capitano, nemmeno la mantella che ben la copriva la riscaldava in quel modo.
Basch non protestò, lasciando che la principessa Ashe gli avvicinasse, nonostante ciò avrebbe significato perdere il calore di quel fuoco che poco più in là, l'avrebbe riscaldata.
Basch si limitò ad osservare le stelle cercando di non pensare al gesto della ragazza.

-Vostra Altezza voi tremate! -disse notando i continui brividi della ragazza.

-Sto bene- si era limitata a dire Ashe battendo i denti dal freddo, nel timore di sembrare stupida.

-Da quello che vedo no...-disse Basch con tono serio -Non riuscite a smettere di tremare. Dovreste andare a ripararvi nella tenda...-

-Potete dormire con me.- Se ne uscì la principessa rossa involto, la testa chinata per non guardare gli occhi del capitano. "L'aveva detto"... era riuscita a dirlo... da qualche parte saltava questa sua proposta, lei che desiderava solamente Rasler.

Basch rimase silenzioso per quasi un tempo infinito mentre abbracciava la ragazza. Per una sera avrebbe pure potuto assecondare il suo desiderio, infondo non stava facendo nulla di male.
Ashe tra le braccia di Basch sembrava una bambina, per un momento ebbe l'illusione di stare ancora nell'abbraccio di Rasler ma la realtà era ben diversa.
La principessa tremava in preda ai brividi, debole come lo era stata poche volte, con il volto rosso e la fronte calda.
Ashe si sentiva nervosa ad aver avanzato quella assurda richiesta, ma non se lo faceva dire due volte quando il capitano l'invitò a seguirla nella sua tenda.
E di lì veloce nel susseguirsi, lui che si stende al suo fianco mentre lei mentre rabbrividisce al contatto della sua pelle calda.
Il falò è quasi spento, Balthier ogni tanto butta due pezzi di legno mentre si allontana verso il suo giaciglio, al riparo dal freddo di quella notte.
Nessuno si accorge di quello che sta per avvenire eppure una figura si avvicina alla tenda del capitano.
Le mani di Ashe scivolano sotto la camicia del capitano, spingendolo verso si se, lui la lascia fare stanco com'è, vuole solo dimenticare per un solo istante.

-Ashe...-Sospira mentre nella testa pensa ad altro, ad un altro nome.

Ashe si stende su di lui, appoggiando la sua testa contro il petto di lui per ascoltare i battiti del suo cuore e il suo respiro lento, che sembrano calmarla.
La testa gira ed un senso di nausea pervade la ragazza mentre si avvicina al volto del capitano, non solo il volto è rosso, ma l'interro corpo è in fiamme.
La principessa ha la brutta sensazione che tutto stesse girando a torno a lei, mentre chiede aiuto di Basch che con un gesto le accarezza la testa baciandola sulla fronte.

-Va tutto bene...- dice l'uomo cercando di calmare l'inquietudine della principessa. Tutto scivola nel buio.

All'alba nella tenda Ashe rammenta con difficoltà le ultime ore di quella notte ne i suoi dettagli abbastanza confusi da non sembrare reali.
Lei che chiama ansimando il nome di lui, mentre Basch le bacia i seni, il suo bacino contro quello di lui mentre con le braccia cerca la schiena di quell'uomo, per cercare anche solo per un attimo un po di calore umano.
Lei la sente mugolare fuori dalla tenda disgustata da quello che sta vedendo e con le sue orecchie sentendo.

La voce di una donna che fino ad un attimo lei avrebbe potuto chiamare "sorella", mentre l'altra era quella del "suo tutto". Silenziosamente ascoltava, impassibile.

Sentiva la voce di Ashelia, e poi lui che lascia da parte tutti i suoi cerimoniali, formalismi, riguardi e buone maniere...mentre come un animale qual era gemeva il nome di quella che doveva definirsi una principessa, quando entrava ed usciva da lei.

Ondine era pervasa da un rancore senza precedenti, ma mantenne il controllo, la sua espressione apatica ben nascondeva le sue violente emozioni. Gabranth le aveva insegnato bene. Si limitò a consegnare il messaggio a Balthier.

La febbre era finalmente scesa,e superato quel momento di imbarazzo, sia Ashe che Basch decisero di far finta di nulla. Quello che era accaduto lì... non era mani accaduto. 
Di comune accordo i due avevano deciso cosi, ma quando uscirono dalla tenda e videro Ondine, il freddo che avevano sentito la notte scorsa si rifece vivo.
Bach si chiese cosa ci facesse lei là, la sua sagoma anche se vista da dietro sapeva riconoscerla.
La sua voce mai dimenticata, mentre lei è di spalle. Una battuta di Baltheir accenna a voi due, buttando una battuta lasciva, mentre la figura di Ondine vi ignora, fingendo di non sapere chi siate.
Lei consegna la borsa in cuoio, mentre tira su il cappuccio per nascondere il capo. Indossa fogge imperiali... non più dalmasche, mentre si allontana ignorando completamente le vostre presenze.
L'Amira poco dopo decolla, Ondine si dirige verso la capitale.


Le stagioni poi passarono
i ricordi se ne andarono
restò solo la malinconia
dell'amore che è fuggito via
si asciugarono le lacrime
le fotografie, le lettere
cicatrici dentro all'anima
tanto il male si dimentica

Ancora un altro giorno di lavoro, Gabranth silenzioso osserva la sua pupilla, il suo occhio non l'inganna, così come non l'inganna il suo istinto qualcosa gli suggerisce è capitato.
Ondine è sempre più presa dal suo lavoro, non si lamenta, fa tutto però qualcosa non sembra più animarla. Nel giro di una settimana, non osa più rispondere a tono agli altri giudici e non manca più di rispetto a Drace.
Negli allenamenti non sembra dare il massimo... sembra diversa.
Gabranth l'osserva, quell'atteggiamento così passivo e indifferente lo infastidisce ancor di più dei soliti modi impertinenti della sua assistente.
La situazione non cambia nemmeno dopo sei mesi, Ondine è sempre più fresa da i suoi incarichi, nemmeno Brace la riconosce.
La rabbia di Ondine non si spegneva nemmeno quando lei si dedicava alle sue cacce ai ricercati, i suoi amici cacciatori non sapevano come darle una mano.
Ondine voleva solo rimanere lei con i suo dolore.
Si era sbarazzata di ogni cosa pure della sua fede, si asciugarono le lacrime le fotografie, le lettere, cicatrici dentro l'anima, tanto il male si dimentica.

Tanto il male si dimentica?... Ondine non era di questo avviso.
E lo capì bene quando un giorno scoprì il segreto di Gabranth, lo vide togliersi l'elmo e mostrare un viso identico a quello di Bach.
Ancora confusa la ragazza non capiva, Ganranth stava di fronte lei che la guardava al suo solito, notando l'espressione di stupore dell'assistente.

-Tu... -Era riuscita a malapena a dire queste tre parole, quando Gabranth spalancava gli occhi nel sentire quel nome che lui detestava tanto.

-Basch...cosa ci fai qui..-Il giudice rimase silenzioso mentre osservava Ondine, per quasi tre anni senza nemmeno rendersene conto aveva avuto affianco a se qualcuno che conosceva l'esistenza di suo fratello.
Ondine ebbe anche un pensiero simile, come poteva essere in tutto quel tempo al fianco di qualcuno identico a Basch.

I due si guardarono a lungo...finchè Gabranth domandò qualcosa...

-Tu chi sei veramente?...- disse il giudice.

-E tu..?-  domandò di rimando Ondine.

I due huma si fissarono a lungo, nessuno dei due voleva parlare di se... ma quello era il momento più adatto per parlare, ma soprattutto per conoscersi.

Ma poi mi sono svegliato
e intorno c'era casa mia
d'improvviso non ho più
provato alcuna nostalgia
perché ho visto la mia vita
e le persone accanto a me
l'amore alla fine ha detto
il vero nel promettere

Ritornerò ooh

Erano passati tre anni dalla fine dalla guerra e tante cose erano cambiate, non solo anche le dinamiche tra varie persone.
Gabranth era morto ed accogliere la sua eredità c'aveva pensato Basch, Ashe era tornata a Dalmasca diventando una regina, ma Ondine non aveva fatto ancora ritorno a casa.
La storia con il gemello di Gabranth... non era stata facile per lei, eppure aveva avuto la possibilità di conoscere qualcuno che, stranamente a detta di quanto lei pensasse, aveva finito con l'affezionarsi.
Quel giorno quando la guerra si era finalmente conclusa, e la Bahamuth era stata fermata Odine non era con Gabranth, si trovava sulla nave della resistenza.
I due si erano separati quando Ondine aveva saputo che con qualche probabilità il giudice era caduto durante l'esplosione della Crisalide Solare. Ondine non aveva voluto crederci.
Ma la verità era un'altra Gabranth, era morto sulla Bahamuth durante il combattimento del gruppo di Ashe contro Vayne.
Dopo la dipartita del vero Gabranth, Basch aveva subito indossato le sue vesti per proteggere Larsa e far credere a tutti che il giudice fosse ancora vivo.
All'incirca un anno dopo quegli eventi Ondine si sentiva abbastanza serena ed in pace con se stessa, lei riguardo il suo futuro aveva preso alcune decisioni.
Ondine aveva tagliato ogni possibile legame con sua sorella Ashe, nonostante i tentativi di questa di far pace con la sorella... Ondina non ne aveva più voluto saperne niente.
Non aveva nemmeno voluto saperne di Basch... nonostante lui la cercasse.
Ondine aveva deciso di tornarsene ad Archades, voleva essere un giudice, era l'unica cosa che sembrava importarle.
Lascio suo zio Ondore e fece ritorno nella capitale imperiale, ignorando completamente alcune cose.
Rivedere Larsa fu per Ondine una gioia, anche nel riabbracciare il giudice Zargabaath ci fu un tentativo di riavvicinamento abbastanza incerto quando Ondine rivide Gabranth.
I due si guardarono per lungo tempo, nel silenzio più assoluto.Anche quando Ondine riprese ad essere l'assistente del giudice iniziò a notare un modo diverso di fare, tipico del vero Gabranth.
La ragazza notava che il giudice l'osserva avvolte per parecchio tempo, senza emettere un suono. Molto spesso si offriva nel aiutarla a fare alcune cose.
Ondine notava anche una certa tensione, non che un certo tentennamento da parte del giudice.
La principessa faceva fatica a riconoscerlo, aveva la sensazione come se Gabranth le volesse dire qualcosa ma a esitava a dirla. In particolar modo quando Ondine faceva notare al giudice un suo comportamento strano.
Ondine dal canto suo iniziava a spazientirsi riguardo al cambiamento, lo trovava snervante, la ragazza iniziò a pensare che quello che tutti chiamavano giudice Gabranth, non era il vero Gabranth... ma un impostore.
La ragazza vide i suoi sospetti confermarsi quando si scontrò in duello col giudice,durante gli allenamenti con questi. 

Ondine fece molto attenzione a come il falso giudice teneva entrambe le spade, come le muoveva e quali erano i suoi movimenti. Il vero Gabranth aveva un stile di combattimento più aggressivo, deciso e veloce, ma quest'altro giudice sembrava trattenersi e non fare sul serio come se avesse qualche riguardo nei suoi confronti.
Cosa che Gabranth non avrebbe fatto mai. A quel punto Ondine era al limite di sopportazione, decise di tagliare la testa al toro una volta per tutte.
Senza fare un giro di parole, la principessa chiese abbastanza sfacciatamente al giudice chi egli fosse.

-Tu chi sei?.... ! Gabranth non combatterebbe mai in quella maniera. Lui avrebbe fatto sul serio... tu no. Si vede che non sei lui. - disse Ondine 

-Ti ha addestrato bene.- aggiunse il falso giudice esaminando lo stile di combattimento della ragazza.-... Ma hai ereditato la sua stessa arroganza.-

Aggiunse ancora il giudice giudicando il modo di fare della ragazza. Basch doveva ammettere che anche Ondine era molto cambiata dall'ultima molta volta che l'aveva vista, suo fratello l'aveva addestrata bene sia nel combattimento che nell'essere un giudice.

-Arroganza!? Qui l'unico arrogante siete voi! Voi siete un falso!- tuonò Odine puntando la spada verso il giudice.

-Arrogante eppure maleducata...è questo che via insegnato Noah? Siete proprio cambiata Ondine.- disse il giudice togliendosi l'elmo e scoprendo il suo volto.

-E tu sei un traditore! -Gridò con voce la ragazza, facendo presente l'episodio  nel deserto a cui aveva assistito anni prima, Basch non disse nulla, salvo solo schivare vari attacchi della giovane.

La rabbia aveva preso il sopravvento su Ondine, l'antica ferita che sua sorella e Basch le avevano procurata non si era mai richiusa. 
Ondine non provava più alcuna nostalgia per gli anni passati, cercava solo di guardarsi avanti di concentrarsi sul presente e sul raggiungimenti degli obbiettivi che si era imposta.
Voleva essere un giudice Magister, non solo per via di Noah, ma anche per tutte le nuove esperienze che aveva nel periodo in cui era stata ad Archades, che per lei era diventata la sua nuova casa.

Ondine restava ferma nella sua decisione di voler diventare un giudice, rinnegando il suo passato. Basch non faceva nulla per far cambiare idea alla ragazza, anzi si limitava a sopportare le continue provocazioni della ragazza fin quando abbastanza stufo  decise di affrontarla.

Basch si sentiva in colpa per quello che aveva fatto, aveva avuto una debolezza infondo lui era pur sempre umano. Però era stanco di quella situazione con Ondine, verso di lei provava un sentimento forte...sentimento presente anche nella ragazza.
Basch notava che nonostante il risentimento che Ondine provasse nei suoi confronti, non era riuscita ad odiarlo come avrebbe dovuto. Pian piano la ragazza aveva iniziato a darsi una calmata nei suoi riguardi e quando i due molto spesso si trovavano insieme finivano per parlare molto di loro stessi.
Pian piano Ondine si era riavvicinata a Basch, la rabbia che per molti anni l'aveva accompagnata stava svanendo questo grazie in gran parte alla maturità di quest'ultimo. 
Con tutte l'esperienze che aveva vissuto Basch sapeva come prendere e far ragionare Ondine. E chissà se un giorno Ondine averebbe perdonato sua sorella.
Larsa di tanto intanto mandava qualche lettera ad Ashe raccontandole di sua sorella e del capitano, di come stavano cambiando le cose.
Ashe sperava ancora di riavvicinarsi a sua sorella... ma chi poteva saperlo... se le cose sarebbero cambiate oppure no. Solo il tempo avrebbe saputo dare una risposta a queste domande.


Fine




Allora ultimamente mi sta prendendo un'ispirazione per nuove storie, unica pecca e che in questa sezione (non mi piace chiamarla fandom) è deserta... ci sono  solo i visitatori che magari leggono ed aprono le varie fanfic... ma per il resto non c'è nuovo materiale.

Diciamolo l'hanno abbandonato.
Ma veniamo a questa storia era da un pò che volevo scriverla, perchè ho scelto Ritornerò di Max Pezzali? Semplicemente perchè quando uscì questa canzone questa sezione pullulava di storie di vari autori (molte delle quali cancellate....mi pare scontato dirlo ma ce ne erano di belle, per vari e sconosciuti motivi) in giro non riesco a trovare storie belle come quelle... ce ne sono mi piacciono anche ma hanno tutt'altro stampo. 
Che dire i tempi cambiano, ma io rimango fedele a FFXII. La trama di questa storia segue un po il testo della canzone di Max Pezzali, con un finale.... boh forse non rende.
Spero che vi sia piaciuta... prossimamente aggiornerò le altre mie storie (portate pazienza! anche perchè hanno bisogno di essere corrette). 
Ovviamente i protagonisti di questa storia pendono spunto da Dune...
Questo e tutto... io vi aspetto alla prossima storia. Ciao.



Daistiny
   
 
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