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Autore: _AreyC    07/10/2017    3 recensioni
Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?” “Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki” aveva risposto l'altro con un sorriso sincero “È ora che qualcuno te lo faccia capire.”
 
||Hogwarts!AU||Hufflepuff!Yuuri||Durmstrang!Viktor||Slytherin!Yuri||Ravenclaw!Otabek||
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 

 

 

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"That night when you kissed me,

I left a poem in your mouth,

And you can hear some of the lines

Every time you breathe out."

-Andrea Gibson

 

 

 

 

 

 

 

Nonostante fosse il giorno di Natale, gli studenti erano emozionati per tutt'altro motivo. 

Durante il giorno la scuola si era ripopolata e Viktor riusciva a captare felicità ovunque guardasse, perfino addosso a se stesso. 

Si era ritirato nella sua stanza alla nave a circa metà pomeriggio e, nonostante la voglia immensa di andare a cercare Yuuri che non vedeva dalla sera prima, ci si era sigillato fino alle sette di sera. Meno di mezz’ora e tutto sarebbe iniziato, era davvero emozionato. 

Lisciò delicatamente la giacca rosso mattone e si guardò allo specchio: i pantaloni del medesimo colore gli fasciavano perfettamente le gambe mentre la camicia bianca si adagiava delicatamente sul petto. I capelli, legati in una coda di cavallo che lasciava alcune ciocche davanti al viso, erano lisci e lucenti e il ragazzo se li portò dietro la spalla sorridendo soddisfatto. 

Era pronto. 

Uscì dalla nave e si avvicinò all’entrata di Hogwarts con passo lento, tutti si girarono a guardarlo, chi ammaliato e chi irrimediabilmente incantato. 

Viktor sapeva di essere un bel ragazzo, ma semplicemente non gli interessava cosa pensavano gli altri. 

O almeno chiunque non avesse i capelli e gli occhi scuri, un adorabile accento giapponese e si chiamasse Yuuri Katsuki. 

Il russo notò subito Yuri e Otabek da lontano e si avvicinò a loro sorridendo.

Il primo indossava un completo giacca e cravatta grigio, in cui era evidentemente a disagio mentre il secondo portava un elegante suit nera ma senza cravatta, ne papillon. 

Viktor rimase piacevolmente sorpreso nel guardare i capelli del più piccolo, erano lisci come al solito ma alcune ciocche bionde erano intrecciate al lato della testa per formare una treccia in cui si incastrava una piccola piuma nera. 

Sorrise notando che andava a richiamare il completo dell'altro.

“Yurotchka! Sono contento che tu abbia deciso di venire alla fine! Sarebbe stato decisamente noioso senza di te!” Viktor sorrise cingendo il più piccolo sulle spalle con il braccio sinistro “Dopotutto non potevi mancare al mio com- ouch.” La sua faccia si piegò in una smorfia.

Yuri si era scrollato il suo braccio di dosso e lo aveva colpito leggermente all’addome “Idiota, non sono qui per te.” Borbottò poco prima di lanciargli un sacchettino “Toh, è da parte mia e del nonno.  Khoroshiy den’ rozhdeniyaidiot.”

Il viso di Viktor si aprì in un grosso sorriso “Grazie, Yurotchka” infilò il sacchetto nella tasca interna e gli fece l'occhiolino, non aveva intenzione di metterlo in imbarazzo e già lo vedeva a disagio.

“Buon compleanno, Viktor.” Otabek gli sorrise leggermente porgendogli la mano che l'altro prontamente ignorò abbracciandolo. “Oh andiamo Altin, se ti va bene probabilmente diventeremo parenti!” 

Quando si allontanò scoppiò a ridere guardando le facce degli altri due, entrambi rossi ma uno per l'imbarazzo e l'altro per la rabbia. 

“MA CHE DIAVOLO TI DICE IL CERVELLO NIKIFOROV?! SEI UN ID-“ Si zittì all'improvviso, il suo sguardo era sorpreso. Viktor lo guardò confuso e si girò anche lui a guardare, gli mancò il respiro.

 

Yuuri si stava avvicinando a loro torturandosi nervosamente le mani e Viktor pensò che non aveva mai visto niente di più bello. Non sembrava neanche lui, ma era sicuro che lo avrebbe riconosciuto tra mille. 

Un completo nero lo fasciava alla perfezione, la giacca cadeva perfettamente sopra la camicia bianca e la cravatta rossa, in tinta con il completo di Viktor, gli cadeva al centro del petto. Yuuri non portava gli occhiali e i capelli erano stati riempiti di gel e gettatiall'indietro in ciocche sbarazzine. Era bellissimo. 

“Hey” sorrise nervosamente avvicinandosi “Scusa il ritardo, Pichit voleva una mano con il suo vestito.”  

“Wow” Viktor era sicuro di sembrare un idiota ma non riusciva a dire altro “Sei.. wow.” 

Yuuri divenne rosso come la propria cravatta e dietro di loro Yuri aveva finto un conato di vomito prima di afferrare Otabek che ridacchiava per un braccio e trascinarlo via. 

“Io.. Tu.. tu stai benissimo” confessò sorridendo timidamente “Stai davvero bene” 

Oh ti ringrazio, moya tantsovshchitsa! Saremo di sicuro la coppia più bella.” Ammiccò il russo porgendogli il braccio. “Ci avviamo?” 

Yuuri annuì sorridendo timidamente e si appoggiò a lui, insieme si avviarono. 

Sara, accompagnata da un suo compagno di Durmstrang Emil Nekola e Otabek, con accanto Yuri che si lamentava per il completo erano già davanti all’ingresso e i due si affrettarono a raggiungerli.  

All’interno delle porte chiuse si sentiva un forte brusio e Viktor notò subito quanto Yuuri fosse nervoso. 

Il russo sorrise e si avvicinò al suo orecchio “Immaginati solo noi due, come ieri sera. Andrà tutto bene.” 

Yuuri arrossì per la vicinanza ma gli sorrise “Grazie.” 

Viktor era estremamente convinto che se avesse continuato a guardarlo in quel modo gli sarebbe saltato addosso prima della fine della serata e non gli sembrava una buona idea.

 

Le porte si spalancarono e i campioni entrarono, Viktor e Yuuri a guidare la fila. 

La sala grande era stata addobbata ovunque con motivi natalizi e i quattro tavoli delle casate erano spariti, lasciando spazio ad un centinaio più piccoli e colmi di persone curiose che li osservavano sfilare.

Tutti quelli che pensavano che la figura di Yuuri sarebbe sparita accanto a quella bellissima e elegante di Viktor dovettero ricredersi, insieme i due erano uno spettacolo per gli occhi. 

“E adesso i nostri campioni apriranno le danze su un celebre brano italiano, Stammi vicino.” Annunciò il maestro del coro, Josef Karpisek prima di girarsi verso l'orchestra. 

Appena le prime note iniziarono a propagarsi per la stanza i campioni iniziarono a ballare e le persone presenti nella stanza trattennero il fiato. 

“Sei bellissimo, Yuuri” sussurrò Viktor, non riuscì a trattenersi. “Sei davvero bellissimo.” 

L'altro arrossì e mise su il suo distintivo sorrisetto timido “Grazie Viktor, non volevo farti fare brutta figura.” Confessò senza perdere la concentrazione sui passi della coreografia “Non me lo sarei mai perdonato.” 

Il russo sorrise e gli accarezzò con il pollice il dorso della mano che stringeva la sua “Non vedo come potrebbe succedere, pendono tutti dalle nostre labbra.” La sua bocca si arricciò in una smorfia incoraggiante adorabile e chinò leggermente la testa per avvicinarsi a lui, il tutto accompagnato da un occhiolino. 

Avrebbe dato via la sua amata Firebolt pur di poter capire cosa passava per la mente del ragazzo in quel preciso momento: non lo guardava negli occhi e nonostante la concentrazione per la danza sembrava leggermente distratto. 

La canzone andrò sfumando e Viktor non trattenne un ampio sorriso mentre si lasciava piegare da Yuuri nella posa finale, che era molto simile ad un casquè. Sentì la punta dei capelli toccare terra solo per un secondo, poi l’altro lo risollevò alla sua altezza facendo apparire sulle labbra un sorriso più soddisfatto che timido. Gli studenti erano ammaliati e evidentemente in visibilio, la stanza esplose in un applauso e il preside Cialdini sorrise nella loro direzione. 

Neanche il tempo di uscire dalla pista che la musica cambiò: le Sorelle Stravagarie salirono sul piccolo palco allestito e musica più giovanile si diffuse nell’aria.

 

Viktor notò la leggera smorfia sul viso di Yuuri e sorride dolcemente afferrandolo per mano “Ti va di sederci?” 

Il giapponese lo guardò sorpreso ma annuì, poco dopo si trovavano seduti ad un tavolo vuoto ma decisamente molti vicini. Il più grande non aveva intenzione di lasciarselo scappare. 

“Non sei tipo da feste, vero?” 

L'altro ridacchiò “È così evidente?” 

“Un po'.” Confessò il russo prendendogli la mano e lasciandogli un dolce bacio sul dorso poco prima di alzarsi “Vado a prendere da bere, non scappare Yuuri Katsuki. Abbiamo tante cose di cui parlare.” 

 

 

~

 

 

Avevano parlato per ore, ma a Viktor erano sembrati minuti. 

Avevano affrontato tutti gli argomenti possibili e lui non era ancora soddisfatto, voleva di più. Voleva conoscere ogni singola cosa di Yuuri ma allo stesso tempo voleva andare con calma e non spaventarlo con le sue domande, questa cosa lo confondeva.

Appena dopo l’inizio del ballo, quando era tornato con i drink gli aveva proposto di uscire in giardino e il giapponese aveva accettato, grato. 

Erano stati li tutta la sera, ormai erano quasi le due e la festa stava per finire. 

Circa un oretta prima avevano visto sgattaiolare via Yuri e Otabek e solo la presenza del tassorosso lo aveva convinto a non farsi sopraffare dalla curiosità e seguirli, Yuri sembrava davvero felice e quella era l’unica cosa che gli importava davvero. 

Da qualche minuto tra loro era sceso il silenzio, ma entrambi avevano un sorriso sulle labbra che avrebbe potuto illuminare il giardino se non ci fossero state le candele. 

“Yu-“  il russo iniziò a parlare gidandosi verso di lui ma due figure che si stavano avvicinando lo interruppero “Vitya! Eccoti qua! Speravo tu mi concedessi un ballo” 

Il ragazzo sorrise, anche se in realtà era solo parecchio irritato per l'interruzione “Sono stato impegnato, mi dispiace.” 

“Ma me lo avevi promesso!” Sbottò la ragazza sbattendo un piede per terra, l'altro non si sorprese per quel comportamento da bambina “Mi dispiace Mila, adesso sono occupat-“

“Non mantieni mai le tue promesse, non sei una creatura perfetta come ti definiscono tutti, sei un idiota.” 

Viktor si alzò per ribattere ma la mano di Yuuri sul suo braccio lo bloccò. “Ha detto che gli dispiace ma che adesso è occupato, non occorre offendere.” Il russo non riuscì a non guardare sorpreso l'altro che al contrario sembrava tranquillo “Se puoi scusarci, siamo occupati.” 

Il giapponese sollevò le sopracciglia in un chiaro invito a lasciarli soli e, anche se stizzite, le due ragazze si allontanarono. 

“Forse avrei dovuto ascoltarti quando mi hai detto di non darti alcool” scherzò Viktor piacevolmente sorpreso. 

L'altro sorrise, ma senza arrossire e abbassò leggermente lo sguardo “Scusa, non volevo rivolgermi così ad una tua amica ma mi sei sembrato nervoso e non volevo ci rovinasse la serata, non vole-“ 

 

Non lo fece finire di parlare, si avventò su di lui afferrando il suo viso con le mani. 

Le labbra di Yuuri erano calde e morbide, esattamente come se le era immaginate e premute contro le sue gli facevano salire piacevoli brividi lungo la schiena. 

Mosse leggermente la bocca sulla sua, aspettando una reazione dal giapponese che non tardò ad arrivare: il moro appoggiò timidamente le mani sul suo petto e schiuse le labbra per approfondire il bacio. Viktor insinuò la lingua tra di esse e una scarica elettrica gli attraversò il corpo non appena entrò in contatto con quella dell'altro. 

Si baciarono a lungo, ma dopo un po' entrambi iniziarono ad aver bisogno d’aria e si separarono, le fronti appoggiate e gli sguardi incatenati. 

Questa era l'unica cosa che potevo fare per sorprenderti più di quanto tu abbia sorpreso me.” Sussurrò Viktor dopo interminabili secondi di silenzio.

Vide le sue guance imporporarsi e i suoi occhioni scuri guardarlo con sorpresa mista a felicità, lui stava provando le stesse identiche cose. 

 

“A questo punto forse dovrei bere spesso” Yuuri accennò una risata “Molto più spesso.” 

“Se vuoi essere baciato ancora basta chiedere” Viktor gli fece l'occhiolino e si avvicinò alle sue labbra, ma fu fermato dall'altro che ci appoggiò due dita sopra.

“Ci prendi gusto, Nikiforov?” Sbottò una risata e il più grande non poté fare a meno di sorridere, senza quell'alcool in circolo – anche se decisamente poco – non si sarebbe mai rivolto a lui così e non riusciva a non trovarla una cosa estremamente adorabile. 

“Non immagini quanto, Katsuki” ridacchiò prendendogli la mano e intrecciando le dita con le sue “Ti accompagno alla sala comune, si è fatti tardi e devi riposare.” 

“Sei tu il campione che ha bisogno di riposo prima della seconda prova!” sorrise teneramente Yuuri stringendo la sua mano “Ma hai ragione, sono stanco anche io.” 

Il più grande gli strinse un braccio intorno alle spalle mentre quello del più piccolo andò a stringergli i fianchi: camminarono così abbracciati fino alla sala comune. 

“Grazie Yuuri” Viktor su il primo a fermarsi e si portò davanti all'altro in modo da guardarlo negli occhi “È stata una bellissima serata, senza di te non sarebbe stato lo stesso. Sono stato bene” 

Il più piccolo sorrise imbarazzato e abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe “Mi sono divertito anche io, tanto.” Mormorò strusciando leggermente la punta del piede destro per terra “Grazie.” 

Il russo non si trattenne e gli alzò delicatamente il viso portando la mano sotto il suo mento “Grazie a te” sussurrò poco prima di congiungere le loro labbra in un dolce bacio che lasciò un sorriso sul viso di entrambi, non appena staccati.

“Buonanotte, Yuuri Katsuki” sussurrò baciandogli dolcemente il dorso della mano “Riposati e fai dei bei sogni.” 

Arigatou, Vicchan.” Prima di sparire nel lungo corridoio che portava alle camere, Yuuri gli fece un sorriso così dolce che il cuore di Viktor quasi si sciolse. Decisamente aveva contribuito anche quell’adorabile soprannome.

‘Accidenti, Yuuri. Cosa mi stai facendo?’ Sospirò felice e guardò un ultima volta la parte dove era sparito Yuuri, poi si avviò all’uscita Hogwarts e tornò alla nave felice come non mai. 

 

 

~

 

 

 

Viktor aveva passato giorni interi a cercare di capire cosa fare con quell’uovo, aveva cercato di aprirlo ma un suono stridulo e insopportabile si era diradato per la stanza finché non lo aveva richiuso. Aveva perfino provato a chiedere aiuto a Yuuri, nel caso gli fosse venuta qualche idea, ma l’altro ragazzo sembrava confuso e sorpreso quanto lui.

Era stato Otabek, ormai dopo quasi una settimana, a dirgli come fare e aveva specificato il fatto che adesso fossero pari in fatto di favori.

Aperto e ascoltato sott’acqua l'uovo rilasciava una dolce melodia cantata dalla voce delle sirene. 

«Vieni a cercarci dove noi cantiamo, 

che sulla terra cantar non possiamo, 

e mentre cerchi, sappi di già: 

abbiam preso ciò che ti mancherà, 

hai tempo un'ora per poter cercare 

quel che rubammo. Non esitare, 

che tempo un'ora mala sorte avrà: 

ciò che fu preso mai ritornerà».

Aveva controllato più e più volte la sua stanza, ma niente sembrava mancare.

 

Ormai il quindici di gennaio era arrivato e la seconda prova del Torneo Tremaghi si sarebbe svolta quel pomeriggio

Il luogo deciso era il lago e Viktor aveva già preparato il suo incantesimo per riuscire a respirare sott’acqua. Aveva optato per un testabolla.

Il russo ai sentiva particolarmente agitato ma non riusciva a dare una spiegazione a quel forte sentimento, forse il non vedere Yuuri dalla sera prima aveva contribuito. 

Le tre scuole si erano raccolte intorno al lago e i campioni, in costume grazie ad un incantesimo che li teneva costantemente al caldo, stavano in piedi accanto al preside Cialdini aspettando istruzioni.

“AI NOSTRI CAMPIONI È STATO RUBATO QUALCOSA DI MOLTO IMPORTANTE” Appena l'uomo iniziò a parlare scese il silenzio tra tutti gli studenti “ED È LORO COMPITO RECUPERARLA, CON LA SECONDA E PENULTIMA PROVA!”

Proprio in quel momento, Viktor si illuminò. 

Yuuri non si sarebbe mai perso la prova e neanche l’occasione d augurargli buona fortuna, finalmente aveva capito. 

Yuuri era la sua cosa importante, la cosa che gli era stata rubata ed era suo compito recuperarlo. 

Guardò gli altri campioni e si chiese mentalmente se lo avessero capito, ma le loro espressioni imperturbabili non lasciavano trasparire niente. 

Tutti e tre indossavano un costume da bagno, ognuno con i colori della propria scuola (nel caso di Otabek e Sara, della propria casa) e stavano ad una distanza di circa un metro l’uno dall’altro. 

Viktor non ascoltò il discorso dei presidi, il suo pensiero era rivolto totalmente a Yuuri e a quando l’avrebbe avuto finalmente di nuovo al suo fianco. 

Quando Cialdini diede il via il russo quasi non se ne accorse, tanto era perso nei suoi pensieri. Otabek fu il primo a tuffarsi e gli altri due lo seguirono subito dopo. 

 

Man mano che si immergeva gli schiamazzi degli studenti si facevano sempre più lontani e la luce intorno a lui sempre meno forte. Non aveva indicazioni, sapeva solo di avere un'ora di tempo e l’ansia gli stringeva li stomaco in una morsa insopportabile. 

Prese a nuotare velocemente, lo sguardo saettava da una parte all’altra e non smetteva un attimo di ripetere le parole della canzone nella mente, in cerca di qualche inizio.

Avanzò per quelle che gli sembravano ore, aveva il terrore del tempo che scorreva ma allo stesso tempo sentiva Yuuri sempre più vicino.

Delle creature piccole dal colore verdastro lo guardavano con diffidenza e ogni volta che si avvicinava troppo ad uno di loro, avanti in avanti tentando un affondo che Viktor prontamente parava. 

Le alghe si facevano sempre più fitte e alcune enormi pietre somiglianti a delle abitazioni sembravano moltiplicarsi man mano che avanzava.

Si accorse subito di non essere solo.

Il popolo delle sirene aveva la pelle grigiastra e lunghe, arruffate chiome verde scuro. Gli occhi erano gialli, come i denti spezzati, e portavano spesse collane di ciottoli attorno al collo. Non erano per niente come se le era sempre immaginate.

Tutti lo osservavano attentamente con sguardi maligni e ogni metro che faceva le creature diventavano sempre di più. 

Fu in quel momento che li vide.

I tre ragazzi erano legati da una spessa corda e sembravano galleggiare. Tutti quanti sembravano immersi in un sonno profondo. 

Yuuri era a sinistra, senza occhiali e con i capelli ritti e se avesse potuto Viktor gli avrebbe fatto una foto, lo trovava bellissimo. Alla sua destra, al centro, una corda stava scivolando verso il basso e il ragazzo notò subito la figura di Otabek nuotare velocemente in alto e portare con sé una minuta figura bionda tra le braccia. Viktor si avventò su Yuuri e provo in tutti modi a tagliare la corda, sembrava indistruttibile. Il russo si prese un attimo per guardare l’ultimo ragazzo, non lo aveva mai visto ma assomigliava tremendamente a Sara. 

Strinse la bacchetta della mano e provò a lanciare un incantesimo, Ma dalla sua bocca non uscì nemmeno una parola. Fu allora che lo notò.

Dalla tasca di Yuuri spuntava una pietra appuntita e Viktor non trattenne un sorriso prendendola. Cominciò a segare le funi che legavano il suo giapponese, e dopo parecchi minuti di duro lavoro finalmente si spezzarono. Yuurisvenuto, si sollevò fluttuando dal fondo del lago, spinto dalla corrente.

Viktor lo afferrò delicatamente per un fianco e lo strinse a sé finché non arrivarono finalmente a galla. 

 

Appena le loro teste spuntarono dall’acqua la folla esplose in un boato. 

Il ragazzo però sapeva di essere arrivato al secondo posto. 

Trascinò Yuuri fino a riva e con l’aiuto di Pichit gli fece mettere piede sulla terra ferma, seguendolo subito dopo. 

Otabek era inginocchiato accanto a lui e gli strofinava una coperta sulle spalle cercando di riscaldarlo mentre l’altro, rosso d'imbarazzo, non riusciva a smettere di tremare per il freddo.

“V-Viktor?” la voce flebile di Yuuri arrivò al suo orecchio e Viktor spostò subito lo sguardo su di lui. 

Il moro aveva la testa appoggiata sulle sue gambe e si strofinava gli occhi in modo adorabile cercando di mettere a fuoco quello che aveva davanti. Pichit lo aiutò ad indossare gli occhiali e lo sguardo dell’altro si fece meno confuso. 

“M-Mi dispiace non averti augurato buona fortuna” sussurrò Yuuri guardandolo negli occhi “Cialdini mi ha chiamato, mi ha spiegato la prova e che non potevo parlarti e..

Oh, Baka” Viktor lo riprese guardandolo dolcemente, nella lingua madre dell’altro e gli prese la mano lasciandogli un dolce bacio sulle nocche “L’unica cosa che mi interessava era ritrovarti e riportati da me.”

 

 

 

 

 

 

Hey saaalve!

Scusate l'immenso ritardo, tutta colpa della scuola sigh.

E finalmente i nostri Viktuuri si sono baciati, era ora!

che ne pensate del capitolo? 

Triste notizia, questo era il penultimo.

Mi mancherà tantissimo questa storia, anche se è corta mi ci sono affezionata all'inverosimile.

Vi lascio il mio contatto Twitter e quello di Facebook, nel caso voleste contattarmi o ricevere aggiornamenti su future storie o sulla one shot legata a questa ff che ho giá in mente da un po'.

Allooora probabilmente il prossimo aggiornamento andrá a dopo il lucca comics o addirittura dopo il 10 novembre perchè andrò al concerto dei Queen con Adam Lambert.

 

Chi sará al lucca comics? Io portero come cosplay Young!Viktor e Magnus Bane di Shadowhunters!

 

Fatemi sapere il vostro parere, come al solito lascio il dizionario per le poche parole straniere!

 

 Twitter: @Lambertsvoice

FB: Arianna Comito 

 

 

🇷🇺

Khoroshiy den' rozhdeniya, idiot -> Buon compleanno, idiota

Moya tantsovshchitsa -> Mio ballerino

 

🇯🇵

Arigatou -> Grazie

 

Vicchan è un soprannome, si aggiunge il suffisso -chan come diminutivo del nome, in modo positivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Crediti a Rabbicorn per la foto.

 

Vostra, Arey.

  
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