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Autore: Iris 36    07/10/2017    4 recensioni
Storia partecipante al contest "It was always you" indetto da Himeko Kuroba sul forum di Efp
Siamo in un tempo in cui Natsu e Lucy, ormai coppia sposata da anni, hanno un rapporto molto intenso e fondato sulla sincerità. In questa storia, Natsu parla a sè stesso e riflette su alcuni degli aspetti più incantevoli di sua moglie e, in particolare, di un momento che abbiamo avuto modo di vedere anche sull'anime. Come richiesto dal contest, ho fatto molta attenzione all'introspezione dando libero spazio a ciò che sento dentro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Crocus, la capitale della bella Fiore, il regno delle fate, si era tenuto, come ogni anno, il “torneo delle gilde.” Inutile dire che, preso com’ero dal mio viaggio d’allenamento, non ebbi il tempo di riuscire a tornare nella città per assisterci. L’unico mio pensiero era diventare più forte per proteggere i miei amici. Per proteggere lei, soprattutto. Quella donna dalle ciocche color grano e gli occhi come pozze di cioccolato infinite. Lei che mi aveva cambiato l’esistenza. Lei che aveva rivoltato il mio animo da dentro a fuori rendendolo migliore. Lei che aveva ampliato il mio piccolo mondo, al tempo composto solo dal combattimento e dalla ricerca di mio padre. Lei che aveva aperto il mio cuore al mondo. Ecco perché non potevo sopportare il pensiero di vederla piangere; ecco perché le lasciai solo un misero pezzo di carta tutto ingiallito e spiegazzato, quella notte. Per questo mi ero impegnato ad arrivare dritto dritto a Crocus, un anno dopo il nostro ultimo incontro, per scontrarmi contro i vincitori…pappe molli, vorrei aggiungere. Più importante, mai e poi mai mi sarei aspettato o anche solo illuso di trovarla proprio lì, in una delle tribune riservate ai giornalisti, annoiata ma al contempo stimolata da qualcosa che sarebbe potuto accadere. Ricevetti una scossa energica proveniente dalle unghie dei piedi e la sentii girovagare attraverso ogni fibra, vena o nervo del mio essere, fino alla punta dei capelli. In primo momento, restai immobilizzato. Quel calore prodotto dalle mie fiamme aveva finito col fondere i vestiti di tutti gli spettatori e partecipanti. Lei, nascosta dietro la mura, scrutava quella mia insolita capigliatura rosea, quasi incredula. L’espressione di chi aveva il cuore infranto, di chi era deluso e frastornato si riunirono in quella sua lineatura quasi perfetta, che mi lasciò spaesato allo stesso modo. Non seppi che dire, o fare. Le dita non si muovevano, così come le braccia e le gambe. Non capii più niente. E fu per questo che decisi di trasmettere l’impulso di un semplice sorriso accompagnato da un: “Hey, Lucy”. Sono sicuro che feci la solita figura dell’idiota quale sono ma ero troppo eccitato per rendermene conto. Lei, tuttavia, lo capì. O, per lo meno, lo intuì. Ripenso sempre a quei momenti. A quei frammenti di memoria che mi tengono incastrato a lei. Lei che, ora come ora, è la mia dolce metà. Quello che, per molti anni, non avrei mai pensato di avere bisogno. Lei che, nel mio mondo, è il punto di riferimento più grande. Quando, in notti rimuginanti come queste, mi soffermo su questi ricordi, mi rendo sempre più conto che è sempre stata lei quella motivazione che mi spinge ad andare avanti. E adesso, è solo merito suo se sono qui, steso nel mio caldo letto in cui la temperatura corporea ha la sua utilità. È una bellissima sensazione sapere che qualcuno è sempre stato al proprio fianco, anche quando non ce se ne rende conto. L’immagine di quelle labbra voluminose che si contraggono in un sorriso mi fa rivivere quella pace ed appagamento di un tempo. Il motivo di tutto questo torpore è solo ed esclusivamente uno: la persona che amo mi ha cambiato la vita, è sempre stata lei. In ogni momento di bisogno lei c’era ed invece io, quando ne aveva più bisogno, me ne sono andato in preda alla paura di non riuscire a proteggerla. Non riuscire a proteggerla anche da me che sono, forse, quello che le ha portato più sofferenza. Nonostante questo non mi pento delle mie scelte, non mi ritrovo a rinnegare ciò che ho compiuto perché, molto probabilmente, se le cose fossero andate diversamente ora non sarei qui a riflettere sulla mia vita. Quindi, in sostanza, Lucy è la mia Luce. Colei che mi guiderà sempre nel bene e nel male. Quella persona che caricherà i miei peccati sulle spalle e che mi supporterà sempre. Anche in passato, era sempre stata lei.
   
 
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